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FORME E MODELLI ANCESTRALI
Città della pianura
La città sembra essere sorta in alcune grandi valli fluviali, quella del Nilo, del Tigri e dell’Eufrate,
quella dell’Indo. Prosciugate le paludi e regolato il livello dell’acqua, queste valli si dimostrarono
estremamente fertili. Anche senza concime animale, la melma sostanziosa depositata dalle
inondazioni garantiva raccolti superiori.
Una volta inventate le barche, i fiumi divennero le prime grandi vie di comunicazione: fasce mobili
d’acqua costituivano un sistema di trasporto ideale che servì da modello ai fossati e ai canali di
irrigazione.
Urbanesimo e monumentalità
Nella cittadella è evidente la prima caratteristica della città: mutamento di proporzioni. Anche se la
popolazione mangiava poco e lavorava moltissimo, non si badava a spese per creare templi e
palazzi che con la loro mole e la loro altezza avrebbero dominato il resto della città. Quella che oggi
definiamo “architettura monumentale” è l’espressione di un potere, che si manifesta impiegando
costosi materiali edilizi e tutte le risorse dell’arte.
Con l’invenzione delle arti dello sterminio e della distruzione collettiva organizzata, le mura
divennero una necessità pratica e imposero alla città una forma ben precisa. Le mura insomma
erano sia un dispositivo militare sia un efficace strumento di dominio della popolazione urbana.
Esteticamente segnavano una netta separazione tra la città e la campagna. Con il progredire dell’arte
militare e della diffidenza politica, le mura potevano trasformarsi in un complicato sistema di cinte
successive. Comunque la presenza nelle vicinanze di fossati e canali, unita all’esistenza delle mura,
rendeva difficile il compito degli aggressori.
Fiume, strada e mercato
Furono i trasporti che resero possibili una distribuzione uniforme delle eccedenze e la disponibilità
di prodotti di paesi remoti: queste erano le funzioni di una nuova istituzione urbana, il mercato, che
era un prodotto della sicurezza e regolarità della vita cittadina. Nelle città antiche, vediamo che le
funzioni del mercato (raccolta di viveri, immagazzinamento e distribuzione) venivano svolte dal
tempio. Ciò che fa del mercato un elemento permanente della città è da un lato una popolazione
concrete possibilità di guadagno, e dall’altra una produttività locale sufficiente a
vasta per offrire
poter mettere in vendita l’eccedenza dei diversi settori produttivi. Con il commercio i rapporti
umani si intensificarono su grande scala.
l’elemento più dinamico della città, la loro mancanza costituiva una
Se i trasporti costituivano
minaccia al suo sviluppo, anzi alla sua stessa esistenza.
LA NATURA DELLA CITTA’ ANTICA
Evoluzione delle funzioni urbane
La città antica fu soprattutto uno strumento per regolare gli uomini e per soggiogare la natura,
nonché per votare l’intera comunità al servizio degli dei. Questa finalità divina santificava qualsiasi
sacrificio, compensava qualsiasi abnegazione.
Furono le nuove occasioni umane ad attrarre verso i nuovi agglomerati urbani persone da regioni
anche remote. Si riunirono così e si amalgamarono differenti ceppi razziali, differenti culture,
differenti tradizioni tecnologiche e differenti lingue. Il forestiero, il viaggiatore, il mercante, il
invasore, hanno contribuito all’evoluzione urbana in ogni sua fase.
profugo, lo schiavo e il nemico
La possibilità di una documentazione permanente si ebbe quando il patrimonio culturale da
trasmettere oralmente era superiore alle possibilità di un piccolo gruppo. Il controllo di queste
attività fu affidato in un primo momento alle classi sacerdotali, sempre più consapevoli della
funzione importante dell’intelletto. Grazie a questi documenti i sovrani della città vivevano
parecchie vite. La città è dunque un ricettario per immagazzinare e trasmettere messaggi.
Infiltrazione culturale
Il monopolio del re originò molte innovazioni tecniche che fecero la loro prima comparsa nella
cittadella molto tempo prima di estendersi al resto della città. Nella cittadella troviamo le prime
caserme, la prima burocrazia, il primo tribunale, e nell’area del tempio, il primo osservatorio
astronomico, la prima biblioteca, la prima scuola, la prima università e il primo teatro. Nella
cittadella apparvero inoltre le prime pavimentazioni, i canali di scarico, gli impianti di acqua
corrente, le vasche da bagno, i gabinetti e gli appartamenti notturni. Fu per ordine del re che si
scoprirono i vantaggi del commercio, si fabbricarono armature, si realizzarono gioielli per le mogli
e concubine. La cittadella è stata il progetto-pilota della città
La divisione urbana del lavoro
Il concetto di una suddivisione stabile del lavoro, di una riduzione di varie attività a un’unica
occupazione, di una limitazione a un mestiere particolare, risale probabilmente alla fondazione della
città. Il lavoratore specializzato perse nello stesso tempo il controllo della vita nel suo complesso. Il
fatto che la cultura urbana abbia favorito questa specializzazione contribuì notevolmente
all’accumulazione di capitali e all’aumento dei redditi che portarono alle invenzioni meccaniche.
paese l’operaio era sempre l’operaio, lo schiavo uno schiavo e il nobile un nobile, a meno
In ogni
che lo schiavo non riuscisse a riscattare la propria libertà e il nobile non la perdesse.
Proprietà e personalità
Con l’aumentare della popolazione e l’accumularsi delle ricchezze, si attuò nella città una divisione
tra ricchi e poveri, originata da un’altra grande innovazione urbana: l’istituto della proprietà privata.
La proprietà privata cominciò con il considerare il patrimonio comune un bene personale del re. La
separazione e divisione della proprietà iniziò con i doni concessi dal sovrano ai nobili, ai seguaci e
ai servi, per premiarli dei servigi resi. Poi, una volta sfuggita al dominio pubblico, essa potè essere
ereditata, suddivisa o aumentata.
ASSOLUTISMO E URBANISTICA DELL’ELLENISMO
I mutamenti della città
Se la città è troppo piccola, qualunque siano le sue pretese architettoniche e il suo status legale,
rimane sempre un villaggio. Se supera i limite della crescita, assorbendo più persone di quante
possa adeguatamente ospitarne, governarne o educarne non è più una città, perché la
disorganizzazione le impedisce di adempiere alle funzioni urbane. Il semplice aumento di
dimensioni non implica progresso, così come l’espansione tecnologica non garantisce una vita
migliore. Ciò che fa una città è in realtà un comune interesse: viverci il meglio possibile.
Dal disordine all’eleganza irreggimentata
Con l’applicazione della pianta reticolare, la strada cominciò a esistere come entità autonoma e non
più come un tortuoso passaggio lasciato libero malvolentieri tra un ammasso di edifici. La strada
assume così l’importanza che avrebbero avuto i parchi e i giardini pubblici. Forse fu il desiderio di
determinare l’allargamento delle strade
luce e di aria, nonché di una certa libertà di movimenti, a
principali, richiesto anche dall’uso più frequente dei veicoli a ruote e delle portantine e dalla
presenza di folle sempre più numerose. Con il movimento ordinato apparvero: la prospettiva e
l’asse longitudinale. La continuità delle facciate, l’altezza sempre uguale dei portici, i colonnati che
si ripetono per tutta la lunghezza della strada provocando sensazioni estetiche identiche in ogni
Per compensare l’ampliamento della città si piantarono alberi all’interno
punto della città.
dell’abitato, e si usarono vasi di piante come decorazione stradale, secondo una moda ancora attuale
in molte città europee. L’arredamento stradale venne applicato nelle città elleniche con grande
assiduità. Gli tecniche usate nelle grandi città, venne imitato successivamente dai centri minori.
MEGALOPOLI DIVENTA NECROPOLI
Influenze straniere a Roma
Sotto l’Impero l’uomo occidentale vide cosa avrebbe significato vivere in un mondo completamente
aperto, all’interno del quale prevalesse la legge e l’ordine, mentre la cittadinanza era un privilegio
comune a tutti.
La caratteristica essenziale di Roma era la disposizione delle due strade principali, il cardio che
scorreva da nord a sud e il decumano che l’attraversava da est a ovest. Tali strade erano tracciate in
modo da incrociarsi al centro della città.
A parte gli elaborati bagni pubblici e le immense arene, Roma si limitò a universalizzare elementi
già esistenti, facendone parte di una attrezzatura standard.
Cloaca e acquedotto
Il più antico monumento dell’ingegneria romana è la Cloaca Massima, la grande fogna costruita nel
VI secolo su scala talmente gigantesca da far supporre che gli ideatori abbiano intuito che Roma
sarebbe diventata una metropoli con un milione di abitanti. La fogna fu costruita così solidamente e
su dimensione talmente vaste da essere in uso ancora oggi.
Le fogne, le condutture d’acqua, le strade lastricate non costituivano una novità assoluta: meritodi
Roma fu di aver trasformato queste innovazioni regie di città e regioni antiche in grandi forme al
servizio delle masse urbane.
Limiti dello sviluppo urbano
Roma è l’esempio classico di decostruzione. La sua disgregazione fu la conseguenza della sua
eccessiva espansione che provocò la decadenza delle funzioni, diminuzione del controllo
economico e degli agenti umani essenziali alla continuità. Oggi ogni centro metropolitano troppo
cresciuto presenta gli stessi sintomi di disorganizzazione. Roma non affrontò mai tale problema
perché avrebbe dovuto mettere in discussione le basi politiche ed economiche dell’intero regime.
LA CITTA’ NELLA STORIA: dal chiostro al Barocco (V secolo)
Dopo la caduta dell’impero romano i cristiani cercarono di prendere il comando della situazione,
fecero i primi passi per costruire qualcosa di nuovo. La Roma cristiana trovò una nuova capitale, la
Città celeste, e un nuovo legame civico, la comunione dei santi. Era questo il prototipo invisibile
della città nuova.
Durante l’impero romano, il cristianesimo era stato un movimento clandestino, non è dunque un
caso le prime cappelle cristiane vennero costruite nelle antiche mura romane e nelle stanze
Metz la prima chiesa cristiana fu eretta all’interno dell’anfiteatro. Era
sotterranee dei circhi. A
questo un nuovo tipo di ecclesia, o d