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BIOGRAFIA DELL'AUTORE
Scrittore indiano di lingua inglese, che inaugura una tradizione felicissima di autori indiani di lingua
inglese.
Nacque nel 1905, studia prima in India, appartiene a una casta alta. Nel 1924 si trasferisce in
Inghilterra e studia in un college prestigioso.
Pare che uno dei motivi che scatenarono il progetto del libro fosse una tragedia familiare: una zia si
suicidò dopo aver condiviso un pasto con una donna musulmana, per la vergogna.
Questo diede il via alla vergogna legata alla segregazione tra caste che vigeva in quel momento
rigidamente in India. Sembra che questo sia uno dei motivi scatenanti, anche se Anand era legato
sia al movimento indipendentista indiano, sia al socialismo internazionale, e quindi rivendicava i
diritti degli ultimi, dei proletari. Era anche all’interno di gruppi letterari progressisti. Andò in
Spagna durante la guerra civile come giornalista. Lavorò per la BBC. Nel 1945 tornò in India e
continuò a scrivere.
Questo è il suo primo romanzo rimasto inedito per molto tempo perché pare che fosse stato rifiutato
da molti editori prima di trovare un editore disponibile che osasse pubblicare un libro così scottante.
Le circostanze del protagonista sono particolarmente imbarazzanti.
nelle sue memorie che nell’estate del ’27 se ne stava nella sede della Hogarth press
Anand scrive
(casa editrice della Woolf) con 2 amici: Forster e Leonard Woolf. Anand cita Leonard Woolf
mentre critica i suoi concittadini: Gli indiani ambiscono una reimmersione nel Gange, tornare
indietro in un passato che è stato dato loro dagli Inglesi stessi. (con molta ironia criticava il ritorno
alle origini e del nazionalismo indiano, che creavano un parodia del mondo indiano, mondo creato
dagli europei stessi, un mondo idealistico al punto da non essere autentico in partenza). Anand
riconosceva questo difetto e costruiva sull’ibridità la sua denuncia del colonialismo britannico,
un’ibridità che lui stesso definisce come il tentativo di costruire un ponte che vada dal Gange al
Tamigi. Com’è che la coscienza di un soggetto completamente emarginato gestisce gli incontri e le
trasformazioni all’interno della metropoli indiana, è un tema che ricorre nel romanzo modernista e
risuonare le diversità e le ricchezze
che Anand riprende per trasformarlo in questo ponte che faccia
di queste nuove possibilità di incontro.
Anand voleva parlare di un now , un presente in cui c’erano di mezzo l’attivismo, la lotta per
l’indipendenza indiana, il socialismo (di matrice europea) e volevo in parte parlare del forever ,
cioè di una lotta per l’indipendenza indiana lunghissima e che risaliva ad un tempo antico, quando
già gli Inglesi erano arrivati e avevano approfittato e incoraggiato la divisione in caste, per facilitare
e statale. Com’è che l’esperienza del subalterno sta in questo ora e
il loro controllo commerciale
in questo sempre .
Il narratore è extra diegetico, sta fuori. Nella prospettiva imperiale gli indiani erano considerati
infantili, un po’ come gli africani, c’era questo mito. Anand lo adotta e lo rigira un po’ su se stesso,
come strategia di guardare il mondo attraverso gli occhi di una persona sprovveduta e ignorante,
com’è Bakha, il protagonista.
Il libro si struttura attraverso il girovagare di Bakha in città e attraverso alcuni incontri decisivi:
prima con il padre, con cui si scontra anche più volte violentemente, in quanto il padre lo sfrutta, è
come un padrone ed è il capo degli spazzini del quartiere.
Bakha è un 18enne spazzino e pulitore di latrine. Questo rappresenta il grande scoglio che aveva
ostacolato la pubblicazione per molto tempo. Bakha pulisce le latrine di persone di caste superiori.
Lui è il fuori casta intoccabile e disprezzato da chiunque incontri.
Questi incontri d’odio e di disprezzo sono molto importanti perché trasformano la sua giornata.
Altro incontro: con un uomo d’alta casta che sbadatamente tocca, scatenando quasi un linciaggio
nei suoi confronti. L’uomo lo picchia, c’è un momento molto intenso in cui tutti i sogni infantili e
adolescenziali di Bakha vengono fatti a pezzi dalla consapevolezza di questo confine, Bakha non
può ambire minimamente ad uscire dal suo stato di fuori casta.
Incontro anche con un uomo che lo accusa di aver contaminato il tempio, un religioso che in realtà
ha tentato di molestare sua sorella.
Terzo incontro: una donna gli getta del pane per strada e atterra dove dei bambini stanno defecando
e lui è costretto a raccoglierlo in quanto vive di questa carità.
Questi incontri galvanizzano (stimolano) quella che non è ancora una coscienza politica, ma che è
una voglia di ribellione di fronte a uno stato così abietto. Diverse sono le proposte possibili che
Bakha si trova a vedersi offerte, e consistono in altri incontri, che arrivano successivamente: con un
Bakha fin dall’inizio, che da subito lui sa essere un sogno
militare (aspirazione e sogno di
impossibile, per via della sua situazione sociale); uno con un missionario inglese dell’esercito della
salvezza, che è ossessionato dalla religione e andato un po’ nel pallone egli stesso con la sua
predicazione, il quale cerca di invitarlo nel cammino di Gesù Cristo.
Il missionario cerca di convincere Bakha, canta e prega, ma in realtà non entra mai veramente in
contatto con lui, perché non sa tradurre la sua forma di spiritualità in un linguaggio comprensibile
per Bakha, Bakha si annoia.
Gli ultimi due incontri saranno decisivi: uno con Gandhi (si racconta che Anand fosse andato a
trovare Gandhi e gli avesse proposto la lettura del libro, ma a quanto pare Gandhi lo avrebbe
snobbato accusandolo di irrealismo, in quanto uno dei fuori casta non avrebbe mai usato delle
parole così lunghe); Gandhi è un personaggio decisivo nell’illuminazione di Bakha, ma sembra
essere anche un nome tutelare, non solo perché è la guida del movimento indipendentista, ma anche
come editor del libro.
Gandhi, nel libro, arriva nella città per tenere un comizio. Il suo discorso corrisponde ad alcune cose
che sono successe nella giornata di Bakha, quindi lui trova in questa corrispondenza tra parole ed
esperienza una sorta di cortocircuito che sveglia la sua consapevolezza.
L’ultimo incontro è con il poeta, che offre la soluzione più pratica contro i problemi della vita.
Anche il poeta ha partecipato al comizio.
La soluzione più pragmatica ai problemi della propria vita incontra qui le ispirazioni di
cambiamento sociale più alte. E' una soluzione tecnica molto semplice.
Anand mette insieme alcuni principi del modernismo letterario: il nazionalismo gandhiano, la
(non c’è un rifiuto di essa,
politica marxista di rivendicazione da parte degli ultimi e la modernità
anzi la modernità, e perfino l’occupazione coloniale, può essere uno strumento di emancipazione
per i fuoricasta).
Bakha alla fine del libro non fa niente, torna a casa, ma il giorno non si chiude su se stesso, si apre:
a casa con una possibilità di futuro, un'anticipazione.
torna
Il libro ha la prefazione di Forster: dopo molti tentativi di pubblicazione alla fine Anand trova una
casa editrice socialista minore, che accetta di pubblicargli il libro, con una prefazione autorevole,
così Anand chiede a Forster di scriverla.
E' una prefazione paternalista: è come l’autorizzazione che un inglese fa nei confronti dell’autore,
marchio di autorevolezza. Forster comincia a parlare di se stesso, confermando questo paternalismo
può intuire.
che si
Però rende il romanzo leggibile per gli europei, una sorta di lasciapassare per cui gli europei si
sentono giustificati nell'affrontare la lettura di un romanzo con un personaggio così discutibile.
PREFAZIONE
Qualche anno fa ho trovato una copia di un libro: A passage to India
Era stato letto da un colonnello indignato, chesulla prima pagina aveva scritto bruciare quando è
finito e sotto guarda pagina 215 .
Gli spazzini avevano appena scioperato e metà delle latrine erano rimaste sporche di
conseguenza.
Questo commento mi ha escluso per sempre dalla compagnia dei militari. Che penserà questo
colonnello di Untouchable, che descrive la vita di uno spazzino indiano? Alcuni lettori puritani
arrossiranno di indignazione, prima di aver finito una dozzina di pagine, ed esclameranno che non
possono assolutamente commentare una cosa del genere. Nemmeno io, ma per una ragione diversa.
Il libro mi sembra indescrivibilmente pulito e cerco le parole con cui questa cosa può essere
espressa.
Per evitare retorica e giri di frasi, questo libro è andato dritto al cuore del suo tema e lo ha
purificato. Nessuno di noi è puro, nessuno sarebbe vivo se lo fosse, ma per la persona onesta tutte le
cose possono diventare pure. E' da questa franchezza del suo attacco che scaturisce il successo di
Anand.
Gli antichi non si facevano un grande problema del modo in cui il corpo trova sollievo, e infatti
erano i più felici degli uomini, ma sia la nostra civiltà che la civiltà indiana si sono intrecciate nei
più fantastici nodi. Il nostro nodo si è legato solo un secolo fa e alcuni di noi cercano di disfarlo.
Forster prima dice com'è la civiltà inglese, poi ci dice com'è la civiltà indiana, adesso ci dice come
sono gli indiani, è un'introduzione un po' troppo semplice. L'elemento della sporcizia, della
defecazione viene ridotto a una sorta di repressione psicologica.
Mentre per Anand non si tratta solo dello schifo per le feci, per lui è anche una metafora per come
all’interno delle relazioni gerarchiche c’è sempre qualcuno su cui viene scaricato l’escremento. I
fuori casta sono gli ultimi su cui ricadono tutti i rifiuti degli altri. Forster ne dà un'interpretazione
forse troppo psicologica, parlando anche della repressione psicologica che risulta dal non ammettere
le proprie facoltà corporee. In effetti, questa è una cosa che troviamo anche in Passaggio in India,
nel modo in cui Adela viene rappresentata.
Da una parte sono molto franchi, non hanno i nostri complessi, dall'altra si sono evoluti, hanno
sviluppato un incubo orrendo, sconosciuto all'Occidente: il credo che i prodotto sono sporchi e
spiacevoli e coloro che li portano via sono dei fuoricasta, dei rigettati, emarginati dalla società.
Davvero, solo la mente umana può sviluppare qualcosa di così diabolico. Nessun animale ce
l'avrebbe fatta. Il protagonista dice <Loro pensano che noi siamo sporco, perché puliamo il loro
sporco>
In qualche modo Anand costrui