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B AB
attributi, I iesimo è l’importanza dell’attributi I-esimo e X è la percezione di performance del
AB
prodotto B sull’attributo i-esimo. A è un indice sintetico che indica la competitività del prodotto;
B
punti di forza e di debolezza (Matrice importanza/performance); svantaggi e vantaggi competitivi
(Matrice importanza/performance relativa).
Attributi:
qualità, 0,4 – 7 – 2,8 – 6 – 2,4
design, 0,1 – 9 – 0,9 – 5 – 0,5
prestazioni, 0,3 – 6 – 1,8 – 8 – 2,4
gamma, 0,2 – 4 – 0,8 – 8 – 1,6
TOT, 1,0 – 26 – 6,3 – 27 – 6,9
La prima colonna indica l’importanza degli attributi (Ii), la seconda colonna indica l’importanza
degli stessi attributi in alfa (Xia), la terza colonna indica Ii moltiplicato per Xia, la quarta colonna
indica l’importanza degli stessi attributi per beta (Xib), la sesta colonna indica Ii moltiplicato per
Xib.
Considerando la performance assoluta, nella matrice (Scatola quadrata in quattro riquadri (In alto la
performance dal punto di vista delle percezioni, in basso P = 6,5 che è 26/4, a destra I medio = 0,25,
a sinistra l’importanza): in alto a destra abbiamo la qualità che è un punto di forza sostanziale; in
basso a destra abbiamo il design che è un punto di forza marginale: tramite una strategia di
marketing possiamo fare in modo che il design salga al piano di sopra e diventi un punto di forza
sostanziale; in alto a sinistra abbiamo le prestazioni che sono un punto di debolezza sostanziale; in
basso a sinistra abbiamo la gamma che è un punto di debolezza marginale.
Considerando la performance relativa, nella matrice (In alto abbiamo 1): in alto a destra abbiamo la
qualità che è un vantaggio competitivo sostanziale, in basso a destra abbiamo in design che sta
nell’area dei vantaggi competitivi marginali, in alto a sinistra abbiamo le prestazione che sono
svantaggi competitivo sostanziali, in basso a sinistra abbiamo la gamma che è uno svantaggio
competitivo marginale.
L’indice di differenziazione è calcolato misurando la deviazione standard.
L’indice di determinanza è calcolato moltiplicando l’importanza per la deviazione standard di
ciascun attributo, sommando tutti i risultati trovati e rapportando ciascuna moltiplicazione effettuata
con la somma trovata (Importanza degli attributi x Indice di differenziazione / somma trovata).
Sequenze valutative e procedure valutative mettono in discussione in parte il processo dell’altra
volta. CAB: cognition, affect, behaviour è la sequenza di scelta del consumatore; esistono fattori
che possono scombinare questa sequenza e sono il grado di differenziazione percepita dal
consumatore tra le alternative e il grado di coinvolgimento psicologico del consumatore: il primo
influenza la solidità delle preferenze e facilita il processo di scelta, il secondo incide sullo sforzo
cognitivo che il consumatore mette in atto quando sceglie. Dall’incrocio delle variabile ne esce una
matrice che definisce le possibili sequenze valutative e che vede sull’asse verticale il grado di
differenziazione percepita e sull’asse orizzontale il grado di coinvolgimento: in alto a destra (In
sequenza) convinzioni attive, atteggiamenti pre, acquisto/uso, atteggiamento post e di qui si può
parlare di fedeltà alta alla marca; in alto a sinistra (In sequenza) convinzioni passive, acquisto/uso,
atteggiamenti post e di qui la ricerca di varietà; in basso a sinistra (In sequenza) convinzioni
passive, acquisto/uso e di qui comportamenti di random choice, cioè scelta totalmente casuale,
oppure comportamenti di inerzia, cioè abitudine; in basso a destra (In sequenza) acquisto/uso,
convinzioni attive, atteggiamento post e di qui comportamenti di riduzione della dissonanza
cognitiva che spesso appunto si traducono nello sviluppo di convinzioni attive e valutazioni post
dell’acquisto effettuato.
Procedure compensative (Che lavorano con tanti attributi: modello di Fishbein, modello del profilo
ideale (Cioè il consumatore minimizza la distanza dal suo prodotto ideale). Si presuppone che una
posizione di debolezza su un attributo sia compensata da un punto di forza su di un altro attributo.
Procedure non compensative: possono essere congiuntive, disgiuntive e lessicografiche; le
disgiuntive e lessicografiche lavorano con pochi attributi, mentre le procedure congiuntive lavorano
con tanti attributi. Si tratta del contrario delle procedure compensative.
(Vedi esercizio pag. 135 del libro di teoria) Sulla tabella uso Fishbein (Il consumatore sceglie C)
Se usassi una procedura congiuntiva mi chiederei quali sono i prodotti che superano i livelli minimi
che ho imposto per ciascun attributo (Il consumatore sceglierebbe B).
Se usassi una procedura disgiuntiva uso sempre i livelli minimi ma su pochi attributi (B).
Se usassi una procedura lessicografica metterei gli attributi in ordine dal più importante, poi
confronterei i prodotti in base all’attributo più importante secondo un sistema di eliminazione
progressiva (D).
Perché a seconda della procedura cambia la scelta? Il coinvolgimento è la prima variabile e anche la
procedura valutativa può essere una variabile con cui segmentiamo il mercato.
Acquisto: nella logica del consumatore significa scegliere il punto vendita; si chiama in causa la
valutazione dei servizi commerciali: ci sono servizi logistici, informativi, di assistenza, ecc. ed è più
sensibile a questi servizi chi è iniziatore (Chi inizia al consumo di quel bene), influenzatore (Chi
orienta il processo decisionale ad esempio tramite l’esperienza e la conoscenza che ha del prodotto),
decisore (Chi ha la responsabilità del budget, chi prende le decisioni finali), acquirente (Chi si
occupa dell’approvvigionamento dei prodotti, chi è sensibile tipicamente all’insegna commerciale –
Store loyalty), utilizzatore (Chi è sensibile tipicamente al brand industriale – Brand loyalty).
-
Attributi elementari del servizio commerciale: basso e alto coinvolgimento. Basso coinvolgimento:
brand loyalty e store loyalty. Alto coinvolgimento: scelta della marca che precede quella del punto
vendita, attenzione agli attributi informativi (Bundling), processo valutativo del punto vendita post
acquisto che porta alla store loyalty. Il rischio per la marca nel proporre una serie di attributi
informativi è che si mette in atto un effetto sistema che prevedere una valutazione del consumatore
anche sulle aggiunte (Rischio di insoddisfazione sistemica).
L’utilizzo del prodotto: la catena del valore delle attività. How consumers consume di Holt che
propone di differenziare le attività con cui il consumatore procede all’utilizzo dei prodotti attraverso
metafore. Ha diviso i consumatori in vari segmenti che mettono in atto delle attività di utilizzo
tipiche: esistono tre tipi di attività riconducibili a tre aree. Attività di predisposizione (Generazione
di informazione: sensing) composta dallo scannig, cioè la raccolta dati e l’enacting, cioè
l’attribuzione di significato, attività di interazione (Costruzione di un sistema di consumo: sharing)
che si compone del socializing, cioè la condivisione di informazioni e l’assimilating, cioè
l’assimilazione di regole da altri consumatori e per lo più da consumatori esperti, attività di
realizzazione (Estrazione di valore: performing) che si compone di un’attività di personalizing, cioè
personalizzazione e di appreciating, cioè di apprezzamento. Le imprese possono creare valore
tramite tutte queste attività. Abbiamo un’attività di utilizzo (Quella scritto qui sopra), seguita da un
focus diverso sulla base del tipo di processo di utilizzo. Due catene di valore (Processi autotelici,
processi strumentali). I processi di consumo si possono incrociare con le tipologie di valori
(Funzionali, Psico-sociali): vedi matrice.
1. Attività di utilizzo e catene del valore
2. Analisi delle complementarietà funzioni e simboliche
Analisi delle complementarietà funzionali e simboliche: individuazione e gestione delle relazioni
fra marche e prodotti. Data una certa occasione d’uso, quali sono gli insiemi di prodotti/marchi
utilizzati e come vengono utilizzati? (Insiemi e regole che stanno dietro all’utilizzo dei prodotti). Se
io ricostruisco l’insieme dei prodotti posso, se sono interessato a innovare, pormi il problema
dell’estensione della marca (Perchè non offro io prodotti che sono usati in complementarietà con i
miei dal punto di vista funzionale?). Brand extension e co-branding! 1. Costruzione delle stringhe di
consumo: analisi degli obiettivi di consumo in definite situazioni d’uso. 2. Definizione dei rituali di
consumo: analisi delle sintassi del processi d’uso (Regole di utilizzo del prodotto: ad esempio un
rituale nella sequenza). 3. Definizione delle dialettiche di consumo (Analisi delle eterogeneità a
livello di stringhe e di rituali di consumo). Le marche possono essere complementari anche dal
punto di vista simbolico. Valutazione post-acquisto: valore desiderato (Prodotto/servizio ideale),
valore atteso (Aspettative), valore percepito (Esperienza diretta). Di qui la customer satisfaction:
costrutto sottrattivo, cioè non ragioniamo secondo una logica assoluta, ma è come facessimo una
differenza tra desiderata, aspettative e percezione e possiamo ottenere un valore negativo (Valore
percepito inferiore rispetto al valore desiderato) o positivo (Contrario). Si possono creare 2 diversi
gap tra valore desiderato e valore atteso (Gap di valore desiderato) e un gap tra valore atteso e
percepito (Gap di valore atteso). Il significato è che il gap di valore desiderato non si traduce in
un’insoddisfazione immediata, ma un concorrente ad esempio potrebbe entrate e occupare una
posizione competitiva; invece il gap da valore atteso si traduce subito in un’insoddisfazione.
SECONDO AMBITO DEL CORSO: definizione degli ambiti competitivi (differenziali percettivi e
differenziali di utilità) e creazione del valore.
Definizione degli ambiti competitivi
I due fondamentali approcci costumer-based per la definizione degli ambiti competitivi sono basati
sulla definizione dei differenziali di percezione e dei differenziali di utilità. Elasticità incrociata: la
variazione della domanda di un prodotto a alla variazione delle leve di marketing (prezzo, brand,
comunicazione, ecc.) del prodotto b ( se elevata allora i prodotti sono concorrenti). Ma l’elasticità
incrociata non viene usata molto nel marketing, piuttosto si usano le due tecniche sopraccitate. I
differenziali di percezione: 1. Ricostruzione della catena mezzi-fini (caratteristiche, benefici, valori)