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Pallavicini caduta da cavallo”, dedicata ad una nobildonna amica, rimasta sfigurata in seguito ad un incidente. Tra un'impresa militare e l'altra, a Firenze conobbe Isabella
Roncioni, che amava inutilmente, perché promessa ad un altro e dopo pochi mesi a Milano, dove era ritornato, dopo la vittoria francese di Marengo, intrecciò una nuova
relazione con Antonietta Fagnani Arese, per la quale scrisse l'ODE "All'amica risanata”. Nel 1801 ci fu la tragica morte di suoi fratello, Giovanni Dionigi suicida per debiti, cui
dedicò un famoso SONETTO. Tra il 1802 e il 1803 Foscolo di diede alla studio e all traduzione di una delle piu grandi opere dell’antichità, il De rerum natura (<< Della natura
delle cose >>) del poeta latino Lucrezio. Nel 1803 pubblicò la traduzione, accompagnata da un commento, del poemetto La chioma di Berenice del poeta latino Catullo (derivata
a sua volta dal poemetto omonimo del greco Callimaco) e una raccolta di versi, Poesie, che comprendeva le due lodi di ispirazione neoclassica e dodici sonetti. Nel 1804 Foscolo
si trasferì in Francia per combattere al fianco di Napoleone contro l’Inghilterra. Qui conobbe Fanny Hamilton, con la quale intrecciò una relazione d’amore da cui sarebbe nata la
figlia Floriana. I successivi eventi storici, che videro Napoleone vincere sulle varie coalizioni delle potenze europee e divenire dominatore di tutta Europa, portarono a definitiva
maturazione la disillusione di Foscolo nei confronti della politica del generale. Il poeta lasciò dunque l’esercito francese e si ristabilì a Milano , nel 1807 pubblicò il CARME Dei
sepolcri, scritto dopo aver appreso la notizia dell'editto di Saint Cloud, emanato dal governo francese (giugno del 1804), il quale comandava che i cadaveri dovessero essere
seppelliti fuori della città, in pubblici cimiteri, senza distinzioni di classe. Non mancavano accenni polemici contro Napoleone che nel 1805 si era fatto proclamare re d’Italia. Nel
1808 Foscolo, grazie all’appoggio di Vincenzo Monti, ottenne la cattedra di eloquenza all’Università di Pavia, ma l’incarico gli fu ben presto revocato per i suoi atteggiamenti
antinapoleonici che, insieme al suo carattere fiero e ribelle, gli costarono antipatie e inimicizie nei salotti letterari milanesi, nel contempo venne attaccato con satire ed epigrammi
da maligni avversari e dal Monti, con cui ruppe ogni rapporto. Rispose alle accuse, non rendendosi conto di prodigare troppi onori a coloro che non lo meritavano, ma è
consapevole della sua indole dignitosa fino all'estremo e rivolse al Monti queste memorabili e schiette parole: "Discenderemo entrambi nel sepolcro, voi più lodato certamente,
io forse più compianto; il vostro epitaffio sarà un elogio; sul mio si leggerà che, nato e cresciuto fra tristi passioni, ho serbato la mia penna vergine di menzogne." Nel 1811 fece
rappresentare alla Scala di Milano la tragedia Aiace, ispirata al mito greco e piena di illusioni antinapoleoniche, che gli procurano i fischi del pubblico. Divenuto detestato agli
ambienti governativi, Foscolo fu sollecitato a lasciare Milano; Passò da Milano a Venezia, da Bologna a Firenze; nell’agosto del 1812 si trasferì quindi a Firenze. Nacquero nuovi
amori, nuove passioni: con la milanese Maddalena Bignami, con la contessa Cornelia Martinetti e a Firenze con Quirina Mocenni Magiotti. Qui compose la tragedia Ricciarda, di
ambientazione medioevale, e il nucleo principale del poemetto Le Grazie. Nel 1813 pubblicò la traduzione del romanzo Viaggio Sentimentale dello scrittore inglese Laurence
Sterne, Questa traduzione era accompagnata da un’appendice dal titolo Notizia introno a Didimo Chierico satira contro i letterati suoi avversari, in cui traccia un nuovo e più
disincantato ritratto ideale di sé. La Poetica
Foscolo era di carattere fortemente passionale, visse tra grandi entusiasmi e cocenti delusioni. Partecipò alle vicende del suo tempo intellettualmente ed emotivamente; assimilò
le ideologie illuministiche, fece proprio il patrimonio dei classici, rendendolo parte del suo sentire personale. Egli si trovava tra due secoli e due culture: da una parte il tema
della bellezza (le Odi e le Grazie) in cui si esprime l’ideale neoclassico, dall’altra il tema lirico sentimentale (Sonetti, Dei Sepolcri). Le sue opere sono profondamente
autobiografiche: esse di fondono nel crogiolo interiore in cui egli confronta i valori ideali con la vita quotidiana; ne deriva quel conflitto tra aspirazione e condizione dell’uomo
nella storia che lo tormentò incessantemente.Foscolo aderì alle teorie illuministiche del sensismo, del materialismo meccanicistico e alle ideologie politiche libertarie del
giacobinismo. Secondo il materialismo meccanicistico il mondo e l’uomo non sono che materia in continua trasformazione e hanno un ciclo vitale limitato che si conclude con la
morte. In questa incessante trasformazione la vita individuale risulta breve, senza scopo, nel “nulla eterno”. L’azione incessante del passare del tempo stende un velo d’oblio
sulle vicende storiche e sulle azioni degli uomini, cosicché razionalmente non è ammissibile alcune trascendenza oltre la breve vita individuale, ed ance le opere meritevoli
vengono distrutte dal tempo. Questa visione della vita avrebbe dovuto liberare Foscolo dalle angosce delle credenze religiose ed indurlo ad una rasserenante visione della
condizione umana; al contrario, invece, essa provocò in lui una incessante e tormentosa ricerca di uno scopo per l’esistenza umana. Il poeta, come tanti altri intellettuali, visse
profondamente il disagio spirituale derivante dalla concezione materialistica della vita; tutta la sua opera ne risente, ed è animata dalla costante ricerca di una visione della vita
in grado di vincere le angosce esistenziali. Foscolo approdò a una concezione spiritualistica della vita, che ha radici nello storismo di Gian Battista Vico. Il filosofo napoletano
nella sua Scienza nuova aveva concepito il mondo come un processo di trasformazione governato da un piano provvidenziale volto al progresso, inquadrando l’esistenza umana
nell’evoluzione dalla ferinità (condizione bestiale) alla civiltà.
In questo processo di trasformazione Foscolo collocava l’uomo come un anello di trasmissione della civiltà tra passato e futuro. Da ciò l’importanza dello studio della storia e del
culto dei grandi, perchè la vita individuale ha il fine di promuovere la civiltà e di innescare il progresso: il ruolo dell’uomo e dunque importante e l’esistenza individuale ha lo scopo
di lasciare <<eredità d’affetti>>, di compiere <<opere egregie>>. I poeti hanno la sacra missione di trasmettere i valori della vita alle generazioni future, affinché, ispirandosi ad
essi, promuovano il progresso incessante dell’umanità. Si tratta di una visione della vita non più materialistica, bensì spiritualistica, affermata più attraverso lo slancio della
passione che attraverso le aride conclusioni della ragione. Volendo recuperare quei valori dello spirito di cui la ragione decreta la morte insieme a quella del corpo, Foscolo visse
quel tormentoso conflitto che investì di un tono drammatico tutta la sua arte. MATERIALISMO SPIRITUALISMO
Il culto degli ideali Il processo di trasformazione del mondo avviene
Il mondo è governato dalla legge dalla trasformazione secondo un piano provvidenziale volto al progresso;
universale di tutte le cose; anche l’uomo è inserito nel
La concezione spiritualistica ispirò a Foscolo tensioni idealistiche, che si alternano al anche l’uso è inserito nell’evoluzione della ferinità alla
meccanismo di trasformazione universale della mutria
cupo pessimismo, indotto, già ancora che dal materialismo, dalla meditazione sul << reo civiltà.
(meccanicismo)
tempo >>, ossia sulle tristi vicende storiche in cui fu coinvolto e che lo portarono alle
sconfitte, alla solitudine e all’esilio. Cosi Foscolo divenne per la generazione romantica L’uomo è materia che con la morte ritorna L’uomo è anello di trasmissione della civiltà
alla materia. tra passato e futuro.
il modello di vate, cioè di profeta che indica ideali di vita, e di errore permettente che
propone la religione delle illusioni. Suoi grandi ideali erano la bellezza, l’amore, la
libertà, la patria, la virtù, l’eroismo, la poesia, l’arte, la gloria. Questi ideali, però, non la vita individuale non ha un fine; sparisce La vita individuale ha lo scopo di promuovere
nel nulla eterno la civiltà e di sviluppare il progresso
trovano soddisfacente realizzazione nella vita dell’uomo, e perciò Foscolo la chiama
<<pie illusioni>>: gli uomini infatti li storpiano, li soffocano, o li piegano al proprio Il trascorrere del tempo provoca la morte e Gli affetti umani, le opere egregie, la poesia
interesse. Sono illusioni <<pie>>, perchè hanno, per così dire, pietà della debolezza l’oblio <<vincono di mille secolo il silenzio>>
degli uomini, fornendo loro forza si vita. La fede nelle “pie illusioni” induce ad amare, ad
agire eroicamente, a sopportare la miseria e il dolore. E’ superata la contingenza attraverso
E’ negata ogni trascendenza l’immortalità degli ideali
La fusione della poesia
La poesia ha la funzione di celebrare e rendere terni questi valori e gli uomini che li Sono garantite dal culto le “pie illusioni”:
Svalutazione degli ideali e delle virtù:
hanno affermati e fissi nel corso della oro vita terrena. La poesia, che <<vince di • gli affetti umani
ritorno alla ferinità • le opere egregie
• la poesia
di mille secoli il silenzio>> (Dei Sepolcri), diventa strumento di educazione morale e civile, e, superando il conflitto tra ideali e realtà, premette di realizzare un mondo ideale di
perfezione, armonia e serenità, in cui trovare tranquillo rifugio dai tormenti della realtà presente. Questa concezione si realizza soprattuto nei componimenti neoclassici di Foscolo:
le due odi e il poemetto Le Grazie. Foscolo elaborò in vari ripete la sua concezione poetica (ossia sull’origine, gli scopi e i modi di fare poesia), in particolare nell’orazione inaugurale
delle sue lezioni all’Università di Pavia, Dell’origine e dell’ufficio della letteratura (1809) d nei Principi di critica poetica (1823). Vi ricordano prevalentemente due concetti:
la poesia ha il compito di promuovere la civiltà, celebrando e tramandando il culto degli ideali, che da particolari universali, grazie alla trasfigurazione della bellezza;
• la poesia ha una funzione “consolatoria” delle maschilità e delle tristezze presenti, sollevando l’uomo ad una sfera ideale, che lo appaga del suo bisogno di perfezione e di
• assoluto, come afferma lo stesso Fos