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COMUNICAZIONE AMBIENTALE
1.Le tipologie di interventi
Sia le imprese in generale sia le “destinazioni”, devono proporsi in termini di qualità sotto tre
aspetti:
-qualità percepita dal turista
-qualità e comunità locale
-qualità ambientale vera e propria.
La qualità per il turista è propria del concetto di “pacchetto turistico” e tiene conto di molti aspetti
anche diversi tra loro.
La percezione della qualità per la comunità locale è il rapporto tra l’impatto che il turista ha sulla
vita, sul lavoro e le relazioni degli abitanti. Le caratteristiche socio-culturali locali devono essere
tutelate.
La qualità ambientale è di importanza strategica. Una buona qualità porta a mantenere ed instaurare
un rapporto amichevole e non conflittuale fra residenti e turisti. Il raggiungimento di un ceto grado
di benessere ambientale è la premessa per la sostenibilità del turismo attuabile con svariati
interventi di tipo:
-qualitativo formazione, informazione ed educazione su temi ambientali e della sostenibilità
-quantitativo utilizzo di strumenti coercitivi e volontari:
-coercitivi interventi sui prezzi, sulla fiscalità
-volontari eco etichette, certificazioni, indicatori.
2.I codici di condotta e le guide di “buona pratica”
Per indirizzare i soggetti operanti in ambito turistico verso la sostenibilità esistono numerosi mezzi.
Accanto a strumenti tradizionali di tipo coercitivo o obbligatorio (leggi, provvedimenti ecc), se ne
possono proporre altri di tipo volontario come:
- Codici di condotta sono guide, raccomandazioni, norme di comportamento che le stesse
imprese propongono come sentieri per affrontare i problemi della sostenibilità,
- Guide di buona condotta raccomandazioni e strumenti che tendono al miglioramento
dell’ambiente. Fra i limiti delle guide c’è la loro inadeguatezza a stabilire priorità e a
valutare i successi raggiunti,
- Ecoetichette sono uno strumento di orientamento per i clienti e per il consumatore in
quanto segnalano quei prodotti e servizi con un basso impatto negativo sull’ambiente. Le
procedure e gli adempimenti da seguire per il loro ottenimento sono abbastanza semplici e
possono quindi essere conseguiti anche da aziende di piccole dimensioni. Importante è la
certificazione denominata ECOLABEL, è il marchio europeo di qualità ecologica usata
anche nel settore turistico. Promuove prodotti e servizi a basso impatto ambientale. I
controlli da seguire sono sottoposti all’approvazione da parte della Comunità Europea.
- Sistemi di gestione ambientale (SGA) hanno lo scopo di migliorare l’impatto ambientale
delle singole imprese. Una differenza sostanziale con le Ecolabel è che queste ultime sono
delle certificazioni di prodotto e concentra la sua attenzione sugli aspetti prestazionali della
struttura ricettiva mentre le SGA rappresentano delle certificazioni di sistema
focalizzandosi sugli aspetti gestionali dell’attività. Questi sistemi richiedono un’accurata
preparazione e tempi di realizzo abbastanza lunghi.
3.Le certificazioni volontarie ISO 14001 e EMAS
Il regolamento comunitario EMAS oggi è utilizzabile anche nel settore turistico e possono aderirvi
soggetti pubblici e privati, enti locali, aziende turistiche ecc, mentre la norma ISO è da sempre
attuabile in tutti i settori.
EMAS è quindi uno strumento volontario adottato dall’UE in attuazione dei programmi a favore
dell’ambiente. Caratteristica principale è il coinvolgimento tra i vari tipi di impresa attraverso la
“Dichiarazione ambientale” che deve essere verificata e convalidata annualmente da certificatori
esterni e indipendenti. Successivamente alla convalida, l’impresa può richiedere la registrazione da
parte dell’Organismo nazionale competente per essere inserita nel Registro nazionale e nell’Elenco
ufficiale dell’UE; solo allora si potrà utilizzare il logo. Analoga procedura vige per il sistema ISO
14001. Ovviamente le imprese che si sottopongono a queste certificazioni hanno dei benefici come:
miglioramento dell’efficienza produttiva, risparmio dei costi, rafforzamento della propria posizione
competitiva ecc.
Esistono però alcune differenze tra le due: l’EMAS è una disposizione applicabile nella sola UE
mentre ISO è uno standard internazionale, inoltre l’EMAS è più adatta a aziende di grandi
dimensioni.
In alternativa alle certificazioni (molto onerose), è possibile per le aziende alberghiere, associarsi a
catene volontarie con spiccate caratteristiche di sostenibilità Ecoworld.
4.Altri marchi ecologici
Esistono poi numerosissime tipologie di marchi ecologici:
- bandiere blu assegnate dalla FEE alle migliori località di mare sulla base di sopraluoghi e
questionari ai quali rispondono i singoli comuni,
- Goletta verde effettua analisi sulla balneabilità delle acque, assegnando un certo numero di
“vele”.
- Treno verde monitora l’inquinamento delle città italiane
- Bandiere nere assegnate a quelle località che si sono “distinte” per lo spregio delle istanze
ambientali e della sostenibilità.
Un aspetto critico dei marchi ecologici è connesso all’elevato numero di enti ed iniziative che
propongono questi riconoscimenti di sostenibilità.
5.Le valutazioni di impatto ambientale: la VIA e la VAS
A livello delle destinazioni sono da ricordare due procedure della Comunità europea atte alla
valutazione ambientale:
- la VIA (Valutazione Impatto Ambientale)
- la VAS (Valutazione Ambientale Strategica).
La VIA è una tecnica per determinare la sostenibilità di un progetto e, di conseguenza, elaborare
misure tali da rendere il progetto sostenibile nel tempo. Una VIA ben studiata può quindi ridurre gli
impatti negativi sul territorio. Questa tecnica è articolata per fasi che presuppongono il
coinvolgimento e la partecipazione della popolazione locale all’esame dell’impatto dell’iniziativa.
La VAS ha uno spettro di azione più ampio e meno specifico della VIA concentrandosi sugli aspetti
di lungo periodo, ha quindi funzioni sia di controllo esterno sia di pianificazione interna. La
Comunità Europea ha predisposto delle linee guida per la sua adozione.
6.Gli indicatori
Gli indicatori sono i parametri atti a valutare la sostenibilità dello sviluppo turistico e “il carico
massimo sopportabile del territorio in esame” fornendo delle informazioni sulle condizioni
ambientali, economiche e sociali dovute all’attività turistica stessa, fornendo i mezzi per valutare la
reale efficacia degli interventi programmati.
GLI INDICATORI PER IL TURISMO SOSTENIBILE
1.Alcune premesse
Affinchè si attui uno sviluppo sostenibile è necessario individuare e selezionare dei criteri per
monitorare la presenza o meno di alcuni presupposti; serve quindi la definizione di un set di
indicatori.
Occorre perciò dotare la destinazione di un insieme di indicatori che possano fornire valide
informazioni sullo stato di alcuni fenomeni. Gli indicatori possono supportare meglio le decisioni da
prendere e le azioni da intraprendere al dine della pianificazione e gestione del territorio e dello
sviluppo turistico.
Esistono già numerosi indicatori e possono essere raggruppati in tre grandi categorie tipiche del
turismo sostenibile:
- ambientali
- sociali
- economici.
Spesso gli indicatori sono difficili da usare e questo rende vano il loro utilizzo, inoltre non tutte le
località sono in grado di misurare e monitorare alcuni indicatori per ragioni puramente economiche.
2.Le differenti tipologie di indicatori
Numerosi sono quindi gli indicatori e in base al grado di sostenibilità possono essere catalogati in:
- indici di preallarme
- indici di stress del sistema
- indici di misurazione dello stato attuale dell’industria turistica
- indici di misurazione degli impatti industriali
- indici di misurazione degli effetti dovuti alla gestione.
Un’altra classificazione è:
- generali o fondamentali applicabili a tutte le destinazioni e forniscono informazioni di base
ed indispensabili per una gestione improntata sulla sostenibilità
- composti connessi alla capacità di carico o alla pressione di turisti su un sito
- supplementari o specifici utilizzabili sono su determinate realtà.
La funzione degli indicatori è quella di rappresentare lo stato e la variazione dello stato di un certo
fenomeno.
Gli indicatori di sviluppo sostenibile di un territorio possono essere suddivisi in tre grandi categorie:
indicatori di stato descrivono l’impatto di un determinato progetto dando una
rappresentazione istantanea dello sviluppo sostenibile
indicatori di processo forniscono informazioni sulla possibilità del progetto di raggiungere
gli obiettivi prefissati
indicatori di risultato misurano gli esiti del progetto sulla baso di quanto ci si era prefissato
di raggiungere.
3.Indicatori quantitativi e qualitativi
Una possibilità per contenere gli oneri e i tempi per la costruzione di un set di indicatori, consiste
nel procedere alla costituzione di un archivio di dati sulla sostenibilità.
Un indicatore può essere in pratica utilizzato se esiste la possibilità di misurarlo con parametri di
tipo quantitativo o qualitativo.
Tra gli indicatori quantitativi ci sono:
- dati grezzi numero di turisti che visitano una località, volume di rifiuti, consumo acqua
ecc.
- ratios rapporti tra due grandezze (es. n turisti/n abitanti)
- percentuali quando il singolo dato è rapportato al totale
Fra gli indicatori qualitativi ci sono:
- indici di categoria livello di conseguimento di un obiettivo rispetto ad un certo elenco
graduato
- indicatori normativi rappresentano una certa situazione di “fatto” di una località
- indicatori nominali marchi di qualità conferiti sulla base del numero di risposte positive ad
un certo questionario
- indicatori di opinione questionari con richieste qualitative e espressi in percentuale.
Gli indicatori sono degli strumenti specifici da utilizzarsi in un più ampio processo di pianificazione
turistica, servono per meglio precisare i contorni del fenomeno e infine, servono per analisi locali di
tipo tattico.
4.Capacità di carico
La “capacità di carico” è il numero di persone sopportabile per un ecosistema, inteso come insieme
delle risorse naturali presenti in una determinata località, prima che questa si deteriori.
È quindi il limite massimo oltre il quale l’a