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EVOLUZIONE DEL CONCETTO DI GENE
Ogni sequenza di aa in un peptide è codificata da una sequenza di nucleotidi di un gene.
Le proteine tra DNA e proteine sono state:
1 Gene = 1 Enzima (modificata poi in: 1 Gene = 1 Polipeptide)
Colinearità una sequenza di nucleotidi corrisponde ad una sequenza
polipeptidica
I geni controllano le reazioni metaboliche attraverso la produzione di enzimi;
alterazioni nella sequenza genica si riflettono in alterazioni della sequenza proteica.
Dimostrazioni:
1902 Garrod dimostrò la relazione gene-fenotipo, attraverso l’analisi biochimica di
malattie metaboliche congenite nell’uomo, una delle quali era l’alcaptonuria, facilmente
diagnosticabile in quanto le urine degli individui affetti diventavano scure quando sono
esposte all’aria; la sostanza responsabile di questo cambiamento di colore è l’alcaptone
(o acido omogentisico), un prodotto intermedio della degradazione degli aa aromatici
tirosina e fenilalanina.
Egli riteneva che la presenza dell’alcaptone nelle urine fosse associata a un blocco
della normale via metabolica di questo composto e propose che l’alcaptonuria venisse
ereditata come un singolo gene recessivo. Sebbene i dettagli descritti della via
metabolica alterata dalla mutazione recessiva siano stati spiegati molti anni dopo,
Garrod comprese chiaramente le relazioni tra geni e metabolismo.
1909 Bateson pubblicò “Principi di ereditarietà di Mendel”.
1933 Beadle e Tatum dimostrarono la relazione tra gene ed enzima, attraverso
esperimenti su Neurospora crassa, poiché i ceppi wt erano prototrofi, in grado di
crescere in un terreno minimo, costituito da sali inorganici, una fonte di C, una fonte
di N e biotina; individuarono anche mutanti auxotrofi (mutanti tradizionali), che non
erano in grado di vivere un terreno minimo. -
Vennero isolati diversi mutanti auxotrofi per l’arginina, arg :
Mutanti arg-I crescono se vengono aggiunti al terreno minimo arginina,
citrullina o ornitina
Mutanti arg-II crescono se vengono aggiunti al terreno minimo arginina,
citrullina
Mutanti arg-III crescono se viene aggiunto al terreno minimo solo arginina
Conclusioni: arg-I, arg-II e arg-III codificano per 3 enzimi, che intervengono in
successione nella conversione di un precursore in ornitina, citrullina ed infine in
arginina. arg-I arg-II arg-III
enzima A enzima B enzima C
PRECURSORE ORNITINA CITRULLINA ARGININA
Se manca l’enzima A, si può ovviare al problema aggiungendo al terreno uno dei
qualsiasi intermedi; nei mutanti di classe II, non si ha produzione dell’enzima B e
quindi non è necessario aggiungere ornitina, poiché non può essere convertita in
citrullina. Infine, nei mutanti di classe III, non è necessario inserire ornitina e
citrullina poiché manca l’enzima C, che converte la citrullina in arginina.
TEST DI COMPLEMENTAZIONE (o Test in Trans)
Consente di stabilire se le mutazioni, che producono uno stesso fenotipo o fenotipi
simili, siano localizzate nello stesso gene o in geni differenti; le coppie di mutazioni
vengono analizzate determinando il fenotipo degli eterozigoti in trans: si devono
costruire eterozigoti in trans per ciascuna coppia di mutazioni da analizzare, per poi
determinare se questi abbiano fenotipo selvatico o mutante. Le mutazioni devono
essere recessive.
Il test in trans dovrebbe essere fatto insieme al test in cis (spesso omesso),
attraverso la costruzione di eterozigoti in cis. L’insieme dei due test viene detto test
cis-trans.
Risultati possibili:
Eterozigote in trans con fenotipo
MUTANTE le mutazioni sono
localizzate nello stesso gene, quindi
entrambi i cromosomi conterranno
una copia difettiva di quel gene
Eterozigote in trans con fenotipo
SELVATICO le mutazioni si trovano
in due geni differenti
Le informazioni fornite dal test di complementazione sono totalmente diverse da
quelle ottenute dalle analisi di ricombinazione: i risultati del test di complementazione
indicano se le mutazioni sono alleliche, mentre quelli delle analisi di ricombinazione
indicano se sono associate e, se è così, consentono di stabilire quanto sono distanti sul
cromosoma.
Cistrone = definita come l’unità funzionale, o gene, del test di complementazione.
Complementazione Intragenica di solito i test di complementazione non sono
ambigui quando vengono analizzate mutazioni che determinano la mancata sintesi di un
prodotto genico, la sua sintesi parziale o la sintesi di un prodotto non funzionale.
Quando vengono analizzate mutazioni che determinano sostituzioni di aa, il test in
trans può essere ambiguo, a causa della complementazione intragenica.
Le forme funzionali di alcune proteine sono dimeri o multimeri, con polipeptidi
prodotti da un singolo gene (omologhi) o da geni diversi (non omologhi); la
complementazione intragenica può avvenire quando la forma attiva della proteina è
costituita da due o più polipeptidi omologhi.
omodimero
Esempio di : in organismi omozigote per l’allele selvatico di un gene, tutti i
dimeri proteici saranno costituiti da polipeptidi selvatici identici; organismi omozigoti
per una mutazione dello stesso gene produrranno dimeri costituiti da polipeptidi
mutanti. Un organismo eterozigote per due differenti mutazioni del gene produrrà
alcuni dimeri costituiti da due polipeptidi mutanti differenti, definiti etero dimeri;
questi possono avere funzionalità parziale o wt e, in questo caso, è avvenuta
complementazione intragenica e l’eterozigote in trans può avere fenotipo selvatico o
intermedio.
BATTERIOFAGI
I geni presenti sui cromosomi dei batteriofagi possono essere ordinati secondo una
mappa usando le frequenze di ricombinazione e le distanze di mappa vengono calcolate
in cM, come numero medio di crossing over che si verificano tra i marcatori genetici.
I fagi presentano molti tipi differenti di mutazione.
Alcuni dei primi fagi mutanti, che furono studiati, presentavano una morfologia di
placca alterata; tra questi da ricordare i mutanti di T4 a lisi rapida (r). Essi producono
placche ampie con margini netti; quando un T4 si attacca ad una cellula di E. coli, già
infettata da un T4 wt, innesca la sintesi di nuovo materiale della parete cellulare e può
ritardare la lisi INIBIZIONE della LISI.
Un’altra mutazione alterava l’abilità del fago di infettare ceppi ospiti, come il ceppo di
E. coli B che può essere infettato da T-pari wt (T2, T4 e T6); il ceppo di E. coli B2
porta una mutazione che lo rende resistente all’infezione di T2, poiché altera il
recettore del T2 sulla superficie batterica. Un ceppo mutante del T2, il T2h, però,
porta una mutazione (h) che gli permette di infettare sia il ceppo wt che quello B2.
Nel 1946, Hershey e Delbrück scoprirono la ricombinazione genetica nei fagi; poco
dopo, Hershey e Rotman condussero i primi esperimenti, incrociando mutanti h e r:
+ +
Infezione simultanea del batterio E. coli B con due ceppi di T2, cioè h r e hr
Replicazione dei cromosomi fagici nella cellula batterica (ciclo litico)
Durante la replicazione si verifica ricombinazione tra i due tipi di cromosomi
+ +
Il batterio è lisato e rilascia sia individui della progenie parentale, h r e hr ,
+ +
che individui della progenie ricombinante, h r e hr; i genotipi della progenie
sono stati determinati piastrandola su un misto di cellule di E. coli B e B2
Locus rII del Batteriofago T4
I mutanti rII di T4 sono letali condizionali; possono crescere su alcuni ceppi di E. coli,
come il B, ma sono letali per altri, come il K12(λ).
Tra il 1953 e il 1962, Benzer fece una mappatura per struttura fine di questo gene;
studiò la letalità condizionata dei mutanti rII, mappando 2400 mutanti di rII in 308
siti separabili per ricombinazione in due geni contigui.
Fenotipo del mutante rII:
Differenza nella morfologia di placca produce grandi placche di lisi sulle
cellule batteriche di E. coli B
Differenze nello spettro d’ospite (vedi sopra)
Benzer si chiese quanti geni fossero definiti da tutti i mutanti scoperti di rII;
condusse così un test di complementazione: infettò contemporaneamente cellule di E.
coli K12(λ) con due mutanti differenti rII e andò ad osservare se le cellule infettate,
ovvero gli eterozigoti in trans, avessero fenotipo mutante o wt. Tutti i test
confermarono che tutti i mutanti contenevano mutazioni in uno dei due geni, indicati
con rIIA e rIIB; in pochi casi le mutazioni interessavano entrambi i geni.
Dopo aver identificato le mutazioni, le utilizzò come riferimento: infetto cellule di
E.coli K12(λ) con ciascun nuovo mutante rII e in un caso con un mutante rIIA e
nell’altro con un mutante rIIB: se i due mutanti avessero avuto mutazioni nello stesso
gene (entrambi o rIIA o rIIB), non sarebbero cresciuti in E. coli K12(λ); se avessero
avuto mutazioni in geni differenti sarebbero cresciuti, esprimendo fenotipo wt.
Per mappare il locus rII, Benzer inizialmente utilizzò l’approccio della mappatura
attraverso l’incrocio a due fattori: gli incroci erano condotti infettando
contemporaneamente cellule di E. coli B con due mutanti rII e analizzando la progenie
+
per la presenza di ricombinanti wt (r ); se fosse avvenuta ricombinazione tra le due
mutazioni si sarebbe dovuto originare un cromosoma selvatico e uno doppiamente
mutato. Evento raro, poiché la distanza tra i due geni è piccola.
Se la progenie ottenuta viene piastrata su E. coli K12(λ), gli unici fagi in grado di
crescere erano quelli ricombinanti wt.
Si possono calcolare: 9
Tecnica con risoluzione molto alta: poteva determinare la ricombinazione ogni 10 fagi.
Con questa tecnica mappò circa 60 mutazioni indipendenti di rII; tuttavia era una
metodica molto faticosa e avrebbe impiegato anni per mappare le 2400 mutazioni.
Sviluppò quindi un nuovo metodo, molto efficiente, detto mappatura per delezione: ha
mappato mutanti con 7 mutazioni per grosse delezioni nella regione rII, ricombinandoli
con 47 mutanti per delezioni minori o puntiformi.
I mutanti con delezione non possono ricombinare con mutanti puntiformi che mappano
nella regione deleta:
Dato che non può avvenire ricombinazione nell’area deleta, non possono essere
prodotti ricombinanti wt del gene interessato da delezione; questi incroci, tra mutanti
puntiformi e per delezioni, sono un tentativo di individuare la posizione delle mutazioni
e la possibilità di formare fagi ricombinanti wt in grado di crescere si K12(λ). Una
volta determinati questi ricombinanti wt, incrociò fagi con mutazioni puntiformi nella
ste