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TIPSS (Transgiugular Intrahepatic Porto-Sistemic Shunt)
La derivazione porto-sistemica intraepatica trans-giugulare, o TIPSS, è una derivazione che viene
fatta tra un ramo della vena porta ed un vena
sovra-epatica con accesso percutaneo
transgiugulare. Il professore dice che questo è uno
degli interventi più difficili della radiologia
interventistica.
Questo intervento viene effettuato in caso di
ipertensione portale, in modo da ridurre la
pressione venosa portale e di conseguenza le sue
complicanze.
L'ipertensione portale deriva dall'aumento delle
resistenze al flusso ematico della vena porta. Normalmente tra la vena porta e le vene
sovraepatiche vi è un gradiente di circa 3-5 mmHg. Si
parla di ipertensione portale quando il gradiente
pressorio tra vena porta e vene sovraepatiche supera
i 5 mmHg. Quando si raggiunge un gradiente di
12mmHg l'ipertensione portale diviene clinicamente
rilevante.
Le cause dell'ipertensione portale sono spesso
suddivise, in base alla loro localizzazione, in pre-
epatiche, intraepatiche e post-epatiche.
Le cause pre-epatiche possono essere una
trombosi ostruttiva della vena porta (che si
verifica prima della sua entrata nel fegato) o una
stenosi portale.
Le cause intra-epatiche sono costituite nella grande maggioranza dei casi da cirrosi epatica.
Le cause post-epatiche possono essere insufficienza cardiaca destra, pericardite o
ostruzioni delle vene epatiche.
Le principali complicanze dell’ipertensione portale sono: ascite, splenomegalia, encefalopatia
epatica e formazione di circoli collaterali (che portano alla formazione di una delle complicanze
più temute, le varici esofagee). Queste ultime hanno una grande probabilità di sanguinare se il
gradiente pressorio tra vena porta ed arterie sovraepatiche è maggiore di 12 mmHg. Questo
gradiente pressorio è anche detto HVPG (Hepatic Venous Pressure Gradient). Questo gradiente
viene misurato in modo particolare:
1. Viene inserito un catetere nella giugulare interna.
2. Il catetere viene portato fino alla vena sovraepatica destra.
3. Viene misurata la pressione della vena sovraepatica (detta FHVP, Free Hepatic Vein
Pressure).
4. Viene occlusa temporaneamente la vena sovraepatica o incuneando il catetere nella vena
sovraepatica (ossia spingendolo in fondo, fino a quando la vena sovraepatica non si occlude), o
con l’utilizzo di un palloncino. In questo modo la pressione a valle del palloncino corrisponderà
alla pressione della vena porta.
5. Viene misurata la pressione della vena porta (detta WHVP, Wedged Hepatic Vein
Pressure). Wedged significa incuneato (per indicare l’incuneamento della vena sovraepatica
con il catetere).
6. A questo punto per ottenere il gradiente pressorio porto-sistemico si sottrae al valore della
pressione portale il valore della pressione venosa sovraepatica. In poche parole basta eseguire
la seguente formula: HVPG = WHVP - FHVP.
Le varici esofagee rientrano nel grande capitolo delle emorragie digestive alte, per cui il TIPSS si
ricollega perfettamente alla lezione precedente.
Trattamento delle varici esofagee sanguinanti
In caso di sanguinamento delle varici esofagee il primo approccio al paziente non è interventistico,
ma è endoscopico. L’endoscopista
infatti può usare varie tecniche
per tentare di arrestare
l’emorragia come ad esempio:
Sclerosi delle varici:
consiste nell’utilizzo di
sostanze sclerosanti che
inducono vasocostrizione fino
all’emostasi.
Legatura delle varici.
Utilizzo della sonda di
Sengstaken – Blakemore: è un
pallone che viene inserito e
gonfiato all’interno
dell’esofago in modo da schiacciare ed occludere le varici sanguinanti. Ovviamente questa
procedura è solo temporanea e va fatta nell’attesa della derivazione porto-sistemica
intraepatica trans-giugulare. Infatti se il pallone fosse mantenuto in esofago il paziente non
potrebbe nutrirsi e la mucosa esofagea andrebbe in necrosi.
Quando l’intervento endoscopico non riesce ad arginare l’emorragia si interviene con la TIPSS.
Andiamo adesso a vedere come si esegue la tecnica della TIPSS:
1. Step 1: esecuzione dell’accesso venoso. Per eseguire la TIPSS è necessario inserire un
catetere venoso centrale in modo da farlo arrivare fino all’arteria sovraepatica destra.
Solitamente tale accesso venoso si effettua in vena giugulare interna destra. L’accesso in vena
giugulare interna sinistra invece si utilizza in generale per i fegati cirrotici, in quanto tali fegati
saranno più retratti rispetto ai fegati normali a causa della fibrosi. A causa di tale retrazione
l’angolo che si forma tra la vena cava e l’arteria sovraepatica destra è più acuto per cui viene
più difficile inserire il catetere dalla giugulare destra, e si preferisce l’approccio sulla giugulare
sinistra.
2. Step 2: una volta inserito, il catetere viene portato in
vena cava inferiore all’altezza delle vene sovraepatiche. Qui
viene effettuata una venografia in modo da identificare
la vena sovraepatica destra (immagine a pagina
precedente).
3. Step 3: a questo punto si effettua la misurazione del
HVPG con la metodica descritta prima.
4. Step 4: dopo aver misurato la HVPG si inserisce un
ago nel catetere. Tale ago viene portato a livello della
vena sovraepatica destra e da qui va a trapassare il
parenchima epatico fino a pungere il ramo anteriore
destro della vena porta. Una volta effettuato tale
accesso alla vena porta si fa una portografia in modo da
essere sicuri di aver punto la vena porta (immagine a
destra). Alla portografia sarà possibile vedere i circoli collaterali tortuosi che si sono venuti a
formare a causa dell’ipertensione portale.
5. Step 5: dopo la portografia si va a dilatare il tratto di
parenchima che è stato trapassato dall’ago con l’utilizzo
di un palloncino da angioplastica.
6. Step 6: a questo punto si inserisce uno stent a livello
de tratto di parenchima dilatato in modo da mantenere
pervio lo shunt appena creato.
Lo shunt porto-sistemico viene fatto a livello della arteria
sovraepatica destra perché si presenta in vicinanza con il
ramo anteriore destro della vena porta (che è il ramo
portale più vascolarizzato), quindi è il tragitto minore tra
il circolo portale e quello sistemico.
Specifichiamo che per effettuare la TIPPS viene utilizzato
un tipo particolare di stent. Dalle conoscenze di chirurgia vascolare sappiamo che gli stent si
dividono in ricoperti e non ricoperti. Lo stent da TIPPS invece è uno stent parzialmente
ricoperto (immagine a destra). La porzione nuda dello
stent sarà quella che andrà inserita in vena porta,
mentre la porzione rivestita andrà all’interno del
parenchima epatico fino a sbucare nella vena
sovraepatica destra. La porzione nuda dello stent è necessaria affinché non si abbia la totale
abolizione del flusso nel ramo anteriore destro della vena porta (cosa che avverrebbe se lo
stent fosse tutto ricoperto), che porterebbe all’insufficienza epatica acuta del paziente con
conseguente encefalopatia epatica, coma e morte.
Oltretutto se una grande quantità di sangue venisse shuntata direttamente dalla vena porta
alla vena cava inferiore si avrebbe un eccessivo ritorno venoso al cuore, che in un paziente
cardiopatico potrebbe causare un overload cardiaco, e quindi essere letale.