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TRAMA
Il film è ambientato nel 1839 e si apre con un'immagine di un uomo di colore in una notte di tempesta su una nave, l'Amistad, che riesce a liberarsi
dalle catene che lo imprigionavano e libera anche i suoi compagni. Armatisi di spade e coltelli attaccano i membri dell'equipaggio; si arriva al
culmine quando l'artefice della sommossa (Joseph Cinqué) uccide il capitano della nave trapassandolo con la spada. A quel punto prendono in mano
la situazione e costringono gli spagnoli rimasti vivi a virare verso l'Africa. Sei settimane dopo avvistano un'isoletta e con una piccola imbarcazione
raggiungono la terraferma per rifornirsi d'acqua. Arriva però anche una nave americana che sentendo le grida degli spagnoli attacca gli ammutinati,
che vengono rifatti schiavi.
La questione ben presto si complica perché non si sa a chi appartengano questi schiavi; vengono portati davanti al giudice dove si viene a sapere che
potrebbero essere o di proprietà della Spagna (si è mobilitata persino la regina Isabella II, facendo pressioni sul Presidente degli Stati Uniti Martin
Van Buren) oppure di due loschi figuri che presentano in tribunale un contratto d'acquisto di questi schiavi firmato a L'Avana. La questione diventa
di dominio pubblico e si fa avanti un giovane avvocato, Baldwin, che cercando di sfruttare questo caso per acquistare fama, contatta Joadson e
Tappan, i quali all'inizio sembrano titubanti nell'affidargli una questione così delicata.
Si rivolgono, infatti, a John Quincy Adams, famoso abolizionista, ormai vecchio. Anche lui però non sembra all'inizio dare loro retta. Decidono così di
contattare il giovane avvocato il quale per la prima volta solleva la questione dell'importanza del fatto se gli schiavi siano nati liberi oppure no.
Secondo Baldwin, infatti, se sono nati liberi non sono da considerare schiavi e quindi merce da vendere. L'avvocato cerca di fare di tutto per parlare
con i prigionieri e si porta anche un traduttore che però si rivela completamente incompetente. Al processo si rivolge a loro anche in spagnolo,
convinto che se fossero stati degli schiavi della Spagna, avrebbero compreso quella lingua. Ma il fatto che non capiscano nulla, non basta a
dimostrare la loro innocenza. Baldwin si presenta al capo della rivolta e gli dice che sarà il suo avvocato; dopodiché insieme a Joadson decide di
salire a bordo della nave ferma al porto in cerca di prove. Trova una cartina e dei documenti di bordo, mentre Joadson vede le catene e gli strumenti
di tortura, trovando un dente di leone.
Le carte vengono portate in tribunale e si scopre che sono di una nave portoghese (la Tecora) famosa per il trasporto degli schiavi: la situazione
sembra volgere dunque a favore dei prigionieri, ma per motivi politici viene deciso di cambiare il giudice. Joadson, allora, torna dall'ex-presidente
John Quincy Adams, il quale gli dice di capire chi sono veramente questi schiavi. Per avvicinarsi a loro Joadson e Baldwin iniziano a imparare la loro
lingua e grazie a questo fatto trovano un traduttore. Si viene a sapere come Joseph Cinqué, sia arrivato lì, proprio quando gli mostrano il dente
trovato da Joadson, che gli fa venire in mente tutta la storia e di come lui sia stato catturato. La triste vicenda di Cinqué viene narrata in tribunale fin
nei minimi dettagli, compresa la morte di cinquanta schiavi per assenza di viveri. Inoltre Cinqué inizia a gridare, seguito poi dagli altri "Date a noi
liberi" (Give is us FREE): tutto ciò fa cambiare idea al nuovo giudice che afferma che questi uomini sono nati in Africa liberi e fa dunque arrestare i
due spagnoli che li volevano per loro e dichiara liberi gli schiavi.
Ben presto però si ricorre in appello e Baldwin è costretto a scrivere all'ex-presidente, il quale dopo qualche titubanza accetta di aiutarli. Grazie
all'arringa tenuta da John Quincy Adams, anche la Corte Suprema emette la sentenza a favore degli schiavi. Cinqué regala il suo dente a Joadson
come simbolo di protezione e ringrazia Baldwin e l'ex-presidente. Il film termina con la liberazione della Fortezza degli schiavi a Lomboko nella
Sierra Leone e con le didascalie informative su quello che accadrà negli anni successivi: l'elezione di William Henry Harrison come nono presidente
degli Stati Uniti (che a causa di una morte improvvisa resterà in carica un solo mese), la Guerra di secessione e Cinqué che ritorna in Africa, ma non
trova la sua famiglia, probabilmente ridotta in schiavitù.
Prima la cinematografia non aveva mai prodotto un film sullo schiavismo. Serviva un evento, un’occasione
individualizzante, per la creazione di un film, se no sarebbe stato un documentario. L’occasione arrivò nel
’78 quando la Allen lesse un libro sulla Amistad, rimase stupita e con le lacrime agli occhi.
NB: In realtà negli anni ’40 venne fatto un film sulla condizione degli schiavi nel sud degli USA dell’800, ma
emergeva una condizione benevola e ipocrita che non corrispondeva alla realtà. Il film era “Via col vento”.
Ancora nell’800 molte navi violavano il trattato spagnolo del 1820 che proibiva il commercio degli schiavi.
Un’altra nave negriera era stata oggetto in precedenza negli USA, era il 1825 e la nave era anche lei
spagnola.
Allen raccolse info sulla Amistad e su Cinqué e nel 1884 dopo aver visto Scinder list, film sulla Shoah
sempre di Spielberg, lo contattò. Lui aveva 2 figli adottivi afro americani e decise di aiutarla a fare un film
vero per i suoi figli e per tutti quanti. Lo sceneggiatore lesse una montagna di saggi sulla cultura mende
(cultura di Cinqué)
Arthur Abramh, di origine mende fu chiamata per fare la consulente e insegnare il linguaggio mende agli
attori africani del film! Gli attori erano tutti africani occidentali.
Il direttore della fotografia Janusz Kaminski voleva essere certo che le immagini non fossero troppo belle,
Kaminscki non voleva puntare sull’estetica. Usò un procedimento fotografico importante per attenuare i
colori.
Spielberg ridusse i movimenti della macchina da presa (“non volevo usare l’estetica moderna sinonimo di
lunghi movimenti”).
Comunque il film non rispecchia esattamente gli eventi reali. Le persone sono cambiate/ inventate, non si
rispetta la cronologia degli eventi.
Joadson è totalmente inventato costruito sulla base degli abolizionisti afro americani realmente esistiti. La
sua presenza permette l’inserimento di dialoghi interessanti. Nel caso della Amistad gli abolizionisti afro
americani non parteciparono direttamente.
Roger Baldiw era in realtà un avvocato sessantenne Molto esperto di questi casi e tutt’altro che ingenuo.
Il presidente Adams in realtà non dovette essere sollecitato dagli altri a dare consigli, ma seguì il caso
elargendo consigli di sua spontanea volontà fin dall’inizio del caso.
La rappresentazione della differenza di culture: nel film vediamo l’incontro scontro tra la Bibbia e la cultura
orale, in realtà i mende impararono molto presto l’inglese (nel film la prima parola in inglese è GRAZIE/
date noi liberi) già quando erano detenuti scrissero lettere in inglese. Furono esposti alla dottrina cristiana
in maniera molto più massiccia. Vediamo nel film che un mende descrive la vita di Gesù, invece furono
tempestati di messaggi cristiani fin dall’inizio tanto che permisero a un pastore di recitare una preghiera per
decesso di un compagno.
L’incontro tra Chiqué e Adams fa molto arrabbiare gli storici. Adams incontrò C. nel novembre del 1840,
visitò i prigionieri nella prigione di West Will, ma non fa nessun riferimento ad una conversazione avvenuta
con loro. L’ascendente di Chiqué su Adams è stato assolutamente enfatizzato.
Gli elementi di finzione sono stati usati in modo lecito? Alcune invenzioni sono molto utili e pertinenti, altre
non riescono a colmare le lacune e trascurano persone e fatti testimoniati in fonti reali. Ad esempio gli
autori hanno inventato il giudice Collins per il secondo processo la cui fede religiosa lo porta a proclamare
una soluzione favorevole agli africani. Il vero Baldwin non era sprovveduto, ma un tenace e esperto
avvocato abolizionista. Viene fornita un rapporto romantico e sentimentale tra Cinqué e Adams. Invenzioni
irrealistiche e improbabili. Queste invenzioni non fanno che complicare la storia e non sono giustificabili per
la resa del drammatico. C’è già un potenziale altamente drammatico nelle loro vere vite. Avrebbero potuto
sfruttare le loro vite reali per l’effetto drammatico. Queste invenzioni derivano dal desiderio di suggerire
analogia di intenti e comportamenti tra politica del passato e contemporanea. Non dovrebbe accedere
questo in un film storico.
Ci sono altre fonti che suggeriscono altre relazioni. Lui ha riportato una sensibilità tipica moderna. Ad
esempio un mende ha scritto una lettera a Adams. Una lettera vera. Molto bella sull’amicizia e Dio. C’è
un’altra fonde descrizione dell’ultimo addio tra africani e gli abolizionisti che gli avevano sostenuti. Un
abolizionista racconta le tribolazioni degli africani. Una delle 3 ragazze africane (uniche del gruppo) legge un
pezzo della bibbia, la scena si conclude con un inno abolizionista cantato in coro con commozione di tutti.
Questa scena era conosciuta, ma non viene usata. Le immagini che le fonti richiamano sono altrettanto
drammatiche.
Perché non sceglierle allora? Atteggiamento troppo disinvolto sulla documentazione. La documentazione
sarebbe l’unica base da cui partire! Bisogna accettare le testimonianze del passato! Inoltre si sottovalutava
tanto il pubblico: per essere commossi gli spettatori non hanno necessità che i film storici assomiglino al
presente! Ci si può benissimo accorgere che sono avvenimenti a noi lontani!
TRAPPOLE DEL FILM
1) Negli USA le aziende sono solite distribuire agli alunni e agli insegnanti dei kit di cultura di
pubblicità e propaganda nel dicembre 1987 un kit attirò molta attenzione su questo business. Il kit
trattava il film della Amistad. Il kit fu da subito accusato del rimaneggiamento della storia. Di non
essere reale. In effetti abbiamo visto che Spielberg esagera e si allontana dalla realtà. La falsità della
fiction è stata nascosta dai creatori del kit, hanno detto che il film era un resoconto di fatti storici
assolutamente veritiero. Si sperava che gli studenti avrebbero riproposto come attori la vicenda: è
uno studio di Hollywood. Kit di guida e apprendimento del film. Non è un contributo all’educazione,
ma la promozione di un’iniziativa commerciale. Addirittura nel kit non c’erano le immagini vere
(che si hanno) di Cinqué e gli altri, ma le immagini degli attori del film!
2) Articolo tutto sbagliato. Appigliandosi alle vicende false del film e alla volontà di farlo passare co