vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Repubblica (2° metà del I sec a.C. al 14 d.C.): un aiuto per ricostruire la storia?
Questo interrogativo venne posto da Louis De Beaufort verso la metà del diciottesimo secolo. A suo avviso solo i trattati di pace e di alleanza erano utili a questo scopo, mentre altri documenti come la legge delle XII tavole (metà del 5° secolo) e i libri dei pontefici erano certamente utili a far conoscere.
la costituzione dell’antico governo, a scoprire l’origine di certi costumi o cerimonie religiose; ma non potevano essere di aiuto per accertare i fatti, per fissare le date e ordinare gli avvenimenti; in pratica ciò che è essenziale alla storia.
De Beaufort nella sua critica fa una distinzione fra antiquaria(scienza relativa allo studio dell’antichità) e storiografia (elaborazione di opere storiche); la storiografia che vede
l'avvenimento
al
centro
del
discorso
storico,
e
l'antiquaria
fatta
di
istituzioni.
Avvenimenti
e
istituzioni
dipendono
dal
consapevole
agire
degli
uomini,
per
fare
un
esempio
la
legge
delle
XII
tavole
ci
interessa
come
il
risultato
di
uno
scontro
sociale
nella
comunità
romana
dal
quinto
secolo
a.C.
;
e
contemporaneamente
nel
suo
profilo
formale
come
testo
normativo
che
disciplina
una
rete
di
rapporti;
mentre
viene
trascurato
il
sottile
lavoro
che
si
svolse
su
di
esso,
il
modo
in
cui
le
generazioni
se
ne
è
trasmisero
il
ricordo
nel
tempo.
Anche
se
il
testo
delle
XII
tavole
non
fosse
andato
perduto
e
sarebbe
rimasto
inciso
nel
legno
di
quercia
o
nel
bronzo,
sarebbe
stato
ripetuto
di
bocca
in
bocca
in
vari
modi
,
e
gli
esperti
lo
avrebbero
interpretato
in
vari
modi,
ma
esso
non
era
più
leggibile
già
alcuni
Decenni dopo la sua pubblicazione. Quanto ne conosciamo è il risultato di un'incerta tradizione letteraria che, col passare del tempo, l'ha ammodernato e modificato non solo nella sua forma linguistica ma anche nei contenuti. La storia della cultura giuridica richiede l'assemblaggio dei frammenti, anche le opere dei giuristi della tarda Repubblica sono ricostruibili in questo modo, ma il rischio di alterazioni e aggiornamenti, o difalsificazioni
era
radicato
nella
loro
natura
pragmatica.
Queste
opere
apparvero,
però,
protette
in
qualche
modo
dagli
interventi
normativi
di
Costantino
e
,
un
secolo
dopo,
di
Valentiniano
III
e
Teodosio
II.
Solo
del
“manuale”
di
Gaio(decenni
centrali
del
secondo
secolo
d.C.),
in
tutta
la
giurisprudenza
classica
,
abbiamo
una
conoscenza
diretta.
Nel
1816
Barthold
Georg
Niebuhr
venne
in
possesso
di
una
copia,
che
trovo
nella
Biblioteca
Capitolare
di
Verona,
che
riconobbe
presto
malgrado
fosse
privo
di
nome
,
questo
ritrovo
apri
grandi
speranze
per
la
storia
giuridica,
mentre
altri
scrittori
come
Pomponio
o
Giuliano,
Papiniano,
Paolo
e
Ulpiano
ci
sono
noti
solo
attraverso
la
compilazione
giustinianea.
I
commissari
imperiali
avevano
ancora
nelle
loro
biblioteche
(
inizi
del
6°
secolo)
il
commento
a
Quinto
Mucio
e
a
Masurio
Sabino
di
Pomponio,
mentre
il
suo
commento
all’editto
si
conosceva
solo
dai
numerosi
richiami
dei
giuristi
successivi.
I
libri
di
diritto
civile
di
Q.
Mucio
Scevolo,
composti
nella
tarda
Repubblica,
erano
difficilmente
leggibili
dopo
la
grande
stagione
Severiana,
nonostante
ciò
furono
un
avvenimento
letterario
che
alimentarono
la
tradizione
nel
profilo
civilistico
costituendo
il
fondamento
del
pensiero
giuridico
in
Europa.
Molti
altri
esempi
potrebbero
essere
menzionati
solo
una
piccola
parte
di
ciò
che è accaduto è stato detto o scritto, e solo una minima parte di ciò che è stato scritto è rimasto. Quanti libri e quanti autori non sono neanche stati nominati nel Digesto ( Parte del corpus iuris civilis che raccoglie frammenti di opere dei maggiori giuristi romani, tra cui Papiniano, Ulpiano e Paolo, vissuti tra il 30 a.C. e il 300 compilata per ordine dell'imperatore Giustiniano nel
533)
d'altra parte i giuristi non diedro forma scritta ad ogni loro pensiero. Le parole da loro pronunciate che non furono tradotte in libri non vennero neanche annotate da i loro discepoli, come fece Gellio con Cecilio Africano, ma bisogna sapere che quelle parole erano ugualmente importanti. Ogni testo e dunque un problema nel suo costruirsi come testo e possiamo scorge di volta in volta profili diversi. Jacob Burckhardt
scriveva
<<il
passato
è
da
principio
sempre
qualcosa
di
estraneo
e
l’appropriarsene
è
un
lavoro>>
gli
autori
antichi
devono
essere
letti
interamente
lottando
con
le
difficoltà
di
lingua
e
contenuto.
2.Fonti
letterarie
e
altre
fonti
Noi
cerchiamo
di
ricostruire
il
passato
in
molti
modi,ad
esempio
attraverso
le
parole
che
gli
uomini
hanno
scritto,
le
opere
degli
autori
che
sono
giunte
sino
a
noi.
Ma
accanto
alle
fonti
letterarie
ci
sono
altre
fonti:
epigrafiche,
papirologiche,
numismatiche,
iconografiche,
archeologiche.
Quindi
tutto
quello
che
l’uomo
scrive
,
dice
tocca
costruisce
può
e
deve
fornire
informazioni
su
di
lui.
Marc
Bloch
pensava
che
era
sbagliato
associare
un
solo
tipo
di
documento
a
ciascun
problema