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HACCP - Sistema di autocontrollo per la sicurezza alimentare
HACCP è un sistema di autocontrollo che ha come obiettivo la garanzia della sicurezza igienica e della commestibilità nella produzione degli alimenti.
L'autocontrollo è un obbligo degli operatori nel servizio alimentare per controllare le proprie produzioni in materia di igiene e sicurezza.
HACCP permette l'applicazione di tale autocontrollo attraverso 12 step previsti per lo sviluppo del sistema.
I primi 5 step sono gli step preliminari per consentire la successiva analisi dei pericoli:
- Costituzione del team: equipe che riunisca le diverse conoscenze e competenze specifiche per il prodotto in questione
- Descrizione prodotto: devono essere descritte le caratteristiche del prodotto
- Identificazione destinazione d'uso: si individua l'uso a cui il prodotto è destinato
- Costruzione diagramma di flusso: descrizione schematica del processo produttivo
- Conferma diagramma flusso: conferma sul campo che quanto descritto è coerente con la realtà
- Analisi pericoli: identificare ogni pericolo, che va prevenuto, eliminato o ridotto a livelli accettabili. Livello di rischio = probabilità x gravità. Se < 4 è accettabile, se > 4 è significativo.
- Individuazione ccp (punti critici di controllo): per ogni pericolo significativo devono essere identificati i ccp mediante l’applicazione del diagramma decisionale. Un ccp non è il rischio, ma l’azione che posso fare per eliminarlo (esempio. Rischio: mo ccp: pastorizzazione). I pericoli possono essere eliminati o tenuti sotto controllo mediante 2 tipi di azioni (l’insieme delle misure di controllo è il piano di autocontrollo):
- Gestione ccp:
- Attuazione prp (procedure di prerequisito) (iso 22000): condizioni e attività di base necessarie per mantenere un ambiente igienico lungo tutta la filiera. È inutile fare il ccp se gli ambienti non
Sono igienici! 8. Stabilire i limiti critici: valori estremi accettabili per la sicurezza del prodotto. T, t, ph… i limiti critici devono essere misurabili. I limiti critici sono del ccp, non del prodotto!
9. Stabilire un sistema di monitoraggio che permetta di individuare immediatamente la perdita di controllo e attuare misure preventive
10. Stabilire un piano di azioni correttive per ogni ccp, da intraprendere quando i limiti critici vengono superati
11. Stabilire procedure di verifica per verificare che l’haccp funzioni correttamente. Le verifiche devono confermare che i prp siano attuati e che i livelli di pericolo rientrino nei limiti accettabili.
12. Stabilire la documentazione: le procedure del sistema haccp vanno documentate per permettere all’impresa di verificare che i controlli haccp siano mantenuti.
Chiara Pizzamiglio
DOMANDE E RISPOSTE
Autocontrollo igiene, metodo HACCP, descrivere metodo per analisi del rischio e definizione
di sistemi di controllo
PRPL’autocontrollo indica l’obbligo degli OSA a controllare le proprie produzioni in materia di igiene e sicurezza. L’HACCP è il sistema che permette l’applicazione di tale autocontrollo. È un insieme di principi relativi alla produzione di alimenti che mira a garantire il rispetto delle norme di igiene e salubrità degli alimenti.
12 step: 5 preliminari e 7 principi veri e propri.
- Costituzione team
- Descrizione prodotto
- Descrizione destinazione d’uso
- Diagramma di flusso
- Conferma diagramma di flusso
- Analisi pericoli: identificare ogni pericolo, che va prevenuto, eliminato o ridotto a livelli accettabili. Livello di Rischio = Probabilità x Gravità. Se < 4 è accettabile, se > 4 è significativo
- Identificazione CCP: Per ogni pericolo significativo devono essere identificati i CCP mediante l’applicazione del diagramma decisionale. Un CCP non è il rischio, ma l’azione che posso
fare per eliminare (esempio. Rischio: mo CCP: pastorizzazione). I pericoli possono essere eliminati o tenuti sotto controllo mediante 2 tipi di azioni (l'insieme delle misure di controllo è il piano di autocontrollo):
Gestione CCP- Attuazione PRP (Procedure di Prerequisito) (ISO 22000): condizioni e attività di base necessarie per mantenere un ambiente igienico lungo tutta la filiera. È inutile fare il CCP se gli ambienti non sono igienici!
h. Identificazione limiti critici: estremi accettabili per accettabilità prodotto
i. Monitoraggio
j. Identificazione fattori correttivi
k. Verifica
l. Documentazione
Chiara Pizzamiglio
Descrivere i sistemi di conservazione dei prodotti alimentari basati sulla diminuzione del contenuto di acqua
L'attività degli enzimi e la vita dei mo necessitano di acqua allo stato liquido. Per questo l'eliminazione completa o parziale dell'acqua disponibile costituisce un metodo di conservazione degli alimenti.
- Riduzione acqua totale:
- Concentrazione: riduzione solo parziale dell'acqua presente.
- Metodi per ridurre l'acqua:
- Evaporazione: allontana H2O facendola evaporare. Perdita di componenti volatili (altera le caratteristiche di alimenti ternosensibili).
- Crioconcentrazione: rimuove H2O sotto forma di cristalli di ghiaccio. Non altera le caratteristiche.
- Osmosi inversa: prodotto inviato a pressione elevata contro una membrana semipermeabile che fa passare H2O ma non i soluti.
- Metodi per rimuovere l'acqua:
- Essiccamento: rimuove la quasi totalità dell'acqua. Circolazione di aria calda e secca in essiccatori.
- Liofilizzazione: disidratazione per sublimazione del ghiaccio, che viene portato al di sotto del punto triplo, in condizioni di vuoto. Conserva le caratteristiche nutritive e sensoriali. Particolarità: facile da reidratare.
- Riduzione attività dell'acqua:
- Aggiunta zucchero: in concentrazioni elevate ha effetto batteriostatico: riduce l'aw e la solubilità.
caricaopposta generando calore, che si propaga nel prodotto per conduzione. L'ambiente rimane freddo.
Chiara Pizzamiglio
Nei prodotti che contengono molta acqua e sale è minore la penetrazione delle microonde e si hanno quindi profili di riscaldamento piuttosto disomogenei. Nei prodotti con inferiore contenuto di umidità il riscaldamento è più uniforme. Alimenti molto ricchi in acqua si riscaldano più velocemente di alimenti molto ricchi in grassi.
La velocità e la profondità del riscaldamento, nonché l'assenza di liquidi o condimenti, determinano una forte ritenzione di nutrienti (in particolare il patrimonio vitaminico). Inoltre le T raggiunte non superano i 100°C quindi il danno è moderato.
Effetto del calore sui grassi ed esempio riferito alla frittura4.
La cottura provoca nei lipidi fenomeni di ossidazione, polimerizzazione e idrolisi. La natura e composizione dei composti che si formano dipende dalla T e dal
grado di ossigenazione: in un primo momento si formano composti volatili; a T elevate, come nella frittura, la rottura delle molecole è più veloce e si formano diversi composti volatili (idrossiacidi, chetoacidi) e polimeri. La frittura è un processo di cottura degli alimenti che avviene per scambio diretto di calore con olio caldo (convezione). L'olio è mantenuto a T elevate (160-190°C) in presenza di aria e umidità. Avvengono 3 tipi di fenomeni:
- Ossidazione causata dall'ossigeno atmosferico disciolto nell'olio, con formazione di idroperossidi
- Idrolisi dei trigliceridi con formazione di acidi grassi liberi
- Polimerizzazione, che aumenta la viscosità dell'olio, causata dall'alta T.
L'olio subisce varie modifiche:
- Fisiche
- Aumento viscosità
- Riduzione punto di fumo
- Chimiche
- Aumento acidità libera
- Riduzione dell'insaturazione
La polarità dell'olio aumenta man mano che procede la cottura.
La quantità di prodotti polari e polimerici sono gli indici migliori per valutare la qualità di un olio.
Chiara Pizzamiglio
Cottura a vapore
La cottura a vapore consiste nel lessare gli alimenti immergendoli in vapore d'acqua fluente o sottopressione. Il trasferimento di calore avviene per convezione tra vapore e alimento e per conduzione e convezione dentro l'alimento. La cottura al vapore riduce la perdita di sostanze nutritive: oltre all'alta temperatura e ai tempi abbastanza rapidi, non c'è un liquido in cui i nutrienti potrebbero essere rilasciati, come nella bollitura.
Descrivere l'operazione di cottura per bollitura in termini di meccanismi di trasporto di calore e di materia e descrivere la cottura per bollitura di un prodotto a base di amido in termini di modificazione delle componenti di interesse alimentare e di modificazioni sensoriali (es. bollitura delle patate, cottura della pasta...)
Bollire consiste nel cuocere il cibo immergendolo in
vapore d'acqua o in un liquido a base acquosa, inizialmente freddi o già bollenti. La cottura avviene per convezione fra il liquido e l'alimento, per conduzione e convezione all'interno dell'alimento e per conduzione nel punto di contatto tra alimento e pentola. La bollitura causa la dispersione di principi nutritivi nel liquido di cottura.
Cottura della pasta per bollitura:
- Pasta immersa nell'acqua bollente. L'amido cristallino gelatinizza in superficie, formando una struttura morbida ed elastica.
- La gelatinizzazione procede negli strati più interni. Denaturazione delle proteine.
- Cottura al dente: l'amido è quasi del tutto gelatinizzato, la pasta è elastica, tenera ma non cedevole. Una parte di amilosio e amido gelatinizzato migrano nell'acqua di cottura.
- Se la cottura continua, la pasta continua ad inglobare acqua e perde sostanze nell'acqua.