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LE CELLULE DEL TESSUTO OSSEO
Le cellule del tessuto osseo sono quattro: le cellule osteoprogenitrici o preosteoblasti,
osteoblasti, osteociti e gli osteoclasti.
I primi tre non sono tre tipi cellulari diversi, ma sono tre fasi differenziative di uno
stesso tipo di cellula. La funzione degli osteoblasti è quella di produrre la sostanza
intercellulare dell'osso e di mineralizzarla; sono anche coinvolti in maniera indiretta
nella degradazione della sostanza intercellulare.
Gli osteoclasti sono un'altra popolazione cellulare. Non derivano dal differenziamento
della cellula mesenchimale, ma il loro precursore sono i preosteoclasti: questi
viaggiano nel sangue e hanno a loro volta un precursore della famiglia dei monociti. La
funzione degli osteoclasti è quella di degradare il tessuto osseo.
Le cellule osteoprogenitrici si ritrovano in due particolari distretti dell'osso, e restano lì
ferme in attesa che ci sia bisogno di formare nuovo tessuto osseo; quando c'è bisogno
di nuovi osteoblasti, esse si attivano e diventano appunto osteoblasti. Si trovano a
livello del periostio e dell'endostio: entrambi sono dei tessuti connettivi propriamente
detti. Il periostio, che va ad avvolgere l'osso, è formato da due strati: lo strato più
esterno (fibroso, denso) poi, al di sotto di questo, lo strato osteogenico di Olier, a
contatto con l'osso, riccamente vascolarizzato e contenente appunto le cellule
osteoprogenitrici.
L'endostio è anche questo un tessuto connettivo propriamente detto, ma più lasso
rispetto al periostio; va a rivestire le cavità interne dell'osso. Anche qui ci sono le
cellule osteoprogenitrici che vanno a differenziarsi in osteoblasti.
GLi osteoblasti sono cellule metabolicamente attive, hanno citoplasma basofilo per la
presenza di reticolo endoplasmatico rugoso, evidente cromatina e nucleoli. Nelle fasi
iniziali di sintesi, gli osteoblasti sono posti in fila, uno accanto all'altro, a formare una
struttura epiteliale simile.
Ma come avviene la sintesi? Per prima cosa l'osteoblasto comincia a sintetizzare
sostanza intercellulare non ancora mineralizzata, per cui sintetizza fibre collagene e
sostanza fondamentale Anista; la sintetizza dalla parte della cellula rivolta verso la
trabecola ossea. Viene rilasciato per primo un tessuto osseo non mineralizzato, che
prende il nome di tessuto osteoide. Man mano che va avanti col tempo, l'osteoblasto
comincia ad un certo punto a sintetizzare e rilasciare la sostanza intercellulare da tutto
il suo corpo e non solo da un'unica porzione. Man mano che rilascia la sostanza
intercellulare, si allontana dagli oisteoblasti vicini. Rimane circondato dunque dalla
sostanza intercellulare che ha prodotto, occupando dunque uno spazio. Va poi a
mineralizzarla, formando così il tessuto osseo, ritrovandosi rinchiuso all'interno della
matrice ossea.
Quando il processo è esaurito, gli osteoblasti che si trovano a livello della matrice
ossea si trasformano in una membrana appiattita formata da cellule che prendono il
nome di cellule di rivestimento dell'osso.
La mineralizzazione è un processo molto complesso; il meccanismo con cui avviene
non è ancora noto con certezza. Ma come avviene il processo?
All'interno dell'osteoblasto si formano dei granuli che si chiamano globuli calcificanti;
essi compaiono all'interno dell'osteoblasto quando esso deve mineralizzare l'osteoide.
Essi contengono al loro interno degli enzimi necessari affinchè avvenga per la
mineralizzazione, come la fosfatasi alcalina che serve a togliere il gruppo fosfato da
determinati sostrati; oppure enzimi necessari anche a far sì che il fosfato e il calcio si
liberino da altre strutture. Al momento di mineralizzare, questi lobuli vengono rilasciati
nella sostanza intercellulare con un meccanismo fondamentale: la gemmazione. Dal
momento che vengono fuori per gemmazione, questi globuli hsono rivestiti da una
doppia membrana. Adesso il loro nome cambia: vengono chiamati vescicole della
matrice. La membrana esterna ha un ruolo fondamentale: sembra che i fosfolipidi
della membrana agiscano da catalizzatori e da centro di nucleazione dei fosfati di
calcio.
Successivamente si rompe la membrana esterna. Quando ciò avviene, i frammenti di
membrana si allontanano e si disperdono nella sostanza intercellulare, agendo da
ulteriori catalizzatori per le zone limitrofe. Si rompe poi anche la membrana interna,
dalla quale fuoriescono gli enzimi necessari per la formazione dei cristalli.
Una volta che gli osteoblasti hanno sintetizzato e mineralizzato la sostanza
intercellulare, diventano cellule più quiescienti, gli osteociti, cellule metabolicamente
meno attive che si dotano di prolungamenti. Il corpo cellulare dell'osteocita e
dell'osteoblasto è, come si è detto, circondato da sostanza intercellulare mineralizzata,
per cui era come alloggiato in una lacuna all'interno della matrice ossea. I
prolungamenti degli osteociti sono accolti all'interno dei canalicoli ossei. Tra la
membrana della cellula dell'osteocita e la matrice ossea vi è un sottile strato di
tessuto osteoide, matrice non mineralizzata.
Gli osteoclasti sono le cellule deputate alla degradazione del tessuto osseo. Essi
derivano, come detto, dai preosteoclasti. Derivano, e non si differenziano, perchè gli
osteoclasti sono dei sincizi, ossia delle grosse cellule plurinucleate, che possono
arrivare ad avere anche cinquanta nuclei, originatesi dalla fusione di elementi
mononucleati, appunto i preosteoclsti. Quando c'è bisogno di rimuovere un segmento
osseo, dal torrente circolatorio arrivano in quella sede i preosteolasti, che si fondono
tra di loro dando origine all'osteoclasto, che si attacca al segmento osseo e comincia a
degradarlo.
L'osteoclasto è una cellula che ha una disposizione particolare dei propri organuli. I
vari nuclei dell'osteoclasto si ritrovano nella porzione della cellula più lontana da
quella che guarda la trabecola ossea. Ci sono poi i vari organuli e ci sono tanti
lisosomi, che servono per la degradazione. Dopo di che, particolare è la porzione della
membrana dell'osteoclasto che guarda verso la trabecola ossea: è fatta da delle
porzioni più periferiche, aventi una membrana a profilo liscio, chiamate zone chiare
(due regioni), ricche di microfilamenti; tra le due zone chiare, la membrana fa una
sorta di piega e forma una struttura chiamata orletto increspato. La zona compresa tra
le due cavità si chiama zona sigillata, poichè tutto cio che avviene all'interno di questa
zona resta lì e non va altrove.
Attraverso le zone chiare, l'osteoclasto prende contatto con la superficie dell'osso. La
zona sigillata viene sigillata dalle zone chiare e tutto ciò che succede lì non viene fuori.
Una volta che, attraverso le zone chiare, si è formata la zona sigillata, c'è bisogno di
distruggere il tessuto osseo. La prima componente della matrice ossea che viene
distrutta è la componente minerale. Essa si dissolve perchè avviene l'acidificazione
della zona sigillata: il PH della zona sigillata diventa acido, e questo dissolve i cristalli
di fosfato di calcio. All'interno di un'enzima c'è una cellula, l'anidrasi carbonica, che
prende l'acqua e forma l'acido carbonico. Lo ione H+ viene preso da delle terminasi di
membrana che si trovano sull'orletto increspato, che lo portano nella zona sigillata,
acidificandola. L'orletto increspato serve ad aumentare la superficie di membrana per
poter mettere un numero maggiore di permeasi, ossia le proteine di membrana di
trasporto. In questo modo si sono disciolti i cristalli di fosfato di calcio.
A questo punto c'è da distruggere la componente della sostanza fondamentale Anista;
per questo viene esocitato il contenuto dei lisosomi. Le idrolasi acide vanno a
distruggere le proteine, e tutto il contenuto dei lisosomi distrugge le componenti della
sostanza fondamentale Anista.
Le fibre collagene vengono invece distrutte dall'enzima collagenasi, che viene attivato
anche dagli osteoblasti. In questo modo si è formata una sorta di lacuna dall'azione
erosiva dell'osteoblasto. Questa lalacuna si chiama lacuna di Auship.
Le cellule che costituiscono il tessuto osseo interagiscono tra di loro, e il metabolismo
del tessuto osseo è anche regolato da sitmoli ormonali. Il paratormone e la calcitonina
concorrono alla regolazione della calcemia, ossia lac concentrazione del livello di
calcio nel sangue. Se la calcemia diminuisce, questa variazione della concentrazione di
calcio viene avvertita dalle paratiroidi, le quali vanno a rilasciare il paratormone nel
torrente circolatorio. Gli osteoblasti hanno un recettore per il paratormone. Quando il
paratormone si lega al recettore, gli osteoblasti rilasciano all'esterno delle molecole, la
cui natura chimica non è nota, che vengono chiamate in sigla OAF (osteoblast
activating factor); questi fattori vanno ad attivare sugli osteoclasti, ceh agiscono
rimuovendo matrice ossea. Il calcio viene dunque portato nel torrente osseo e la
calcemia viene riportata nei valori normali.
Azione opposta viene svolta dalla calcitonina, che viene rilasciata dalle cellule
follicolari (o cellule C) della paratiroide. La calcitonina va ad agire sugli osteoclasti, che
sono le uniche cellule del tesusto osseo che hanno un recettore per questo tipo di
ormone. La calcitonina si lega al recettore sugli osteoclasti, che in ultima analisi si
staccano dall'osso, evitando di continuare a degradarlo. Viene dunque immessa una
quantità minore di calcio nel torrente circolatorio.
LA CLASSIFICAZIONE DEL TESSUTO OSSEO
Il tessuto osseo è di due tipi:
- tessuto osseo fibroso, detto anche primario, perchè è il primo che si forma durante la
vita embrionale e l'ossificazione, e anche il primo a formarsi dopo le fratture ossee;
- il tessuto osseo lamellare, o osso maturo, o osso secondario, che è quello più diffuso.
Esistono due forme di tessuto lamellare: quello semplice e quello osteonico.
IL TESSUTO OSSEO FIBROSO
Lo ritroviamo come osso primario, il primo che si forma dopo l'ossificaizone, che verrà
poi sostituito dal tessuto osseo maturo, oppure come primo tesusto osseo che si forma
dopo la rottura. NElla maggior parte dei casi viene sostituito dal tessuto osseo maturo,
ma rimane per esempio nel cemento dei denti o nei livelli delle inserzioni dei
legamenti. Il tessuto osseo fibroso è fatto da fibre collagene che si organizzano a
formare dei veri e propri fasci di fibre. Questo è il tipo di tessuto osseo dove la fibra
raggiunge le massime dimensioni. Questi fasci di fibre sono disposti in tutte le
direzioni dello spazio, in modo che possano andare a rispondere alle forze che
arrivanod alle varie direzioni. Gli os