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Il tessuto muscolare scheletrico deriva dal mesoderma somatico, infatti la maggior
parte dei precursori cellulari miogenici si originano nel dermomiotomo, che si sviluppa nella
regione dorsale del somite. Le cellule della regione mediale vanno a costituire il miotomo
primario, dove si differenziano il mioblasti e poi i miociti miotomici. Altre cellule confluiscono nel
miotomo e partecipano alla formazione della muscolatura epiassiale del dorso. Nella regione
laterale del dermomiotomo si differenziano i precursori che danno origine alla muscolatura
ipoassiale e poi quelli che migreranno negli abbozzi degli arti. Eccezioni alla derivazione somitica
sono alcuni muscoli del collo e del capo, che si ritiene originino dal mesoderma parassiale nel
dermomiotomo. Sono presenti due fattori trascrizionali che hanno un ruolo principale nello
sviluppo del muscolo scheletrico: Pax3 è richiesto per la formazione del dermomiotomo mentre
Pax7 è espresso dalle cellule che derivano da quelle esprimenti Pax3 ed è nella regione centrale
del dermomiotomo. Pax7 è necessario per il mantenimento delle cellule satelliti ma è assente nei
mionuclei differenziati. I fattori miogenici principali sono MyoD, Myf5, miogenina e Mrf4.
Tessuto muscolare cardiaco
Caratteri generali. Presenta analogie e differenze con quello scheletrico. Il carattere distintivo più
evidente è che il miocardio non è un sincizio polinucleato ma è fatto di cellule mononucleate
grandi e allungate, di aspetto cilindrico, di circa 80 μm di lunghezza e 15 μm di diametro, e sono
denominate cardiomiociti
. Il 25% è binucleato e molti nuclei sono poliploidi per duplicazione del
DNA non seguita da citocinesi. I cardiomiociti si ramificano all'estremità e si connettono tra loro
per mezzo di dischi intercalari, formando una rete tridimensionale. La cellula è striata
trasversalmente con organizzazione sarcomerica identica alla fibra scheletrica; sebbene i
costituenti molecolari dei miofilamenti siano simili a quelli della muscolatura scheletrica, essi
presentano differenze dovute alla presenza di isoforme specifiche. I miofilamenti formano una
massa continua qua e là interrotta da setti incompleti di reticolo sarcoplasmatico e da grandi
mitocondri. Il sarcoplasma è ricco di granuli di glicogeno e gocce lipidiche. L'attività contrattile del
miocardio è inoltre regolata dal sistema nervoso autonomo, è quindi involontaria a differenza dei
muscoli scheletrici. I cardiomiociti hanno una contrazione spontanea e quindi l'innervazione
autonoma è necessaria non per iniziare il battito cardiaco ma per modificarne frequenza e forza
contrattile . Il battito insorge spontaneamente in maniera ritmica dalle cellule del nodo senoatriale
e si propaga attraverso il sistema di conduzione a tutte le cellule. Qui non vi sono mai giunzioni
neuromuscolari, vi sono invece apparati di giunzione tra cellule adiacenti: gap junctions.
Reticolo sarcoplasmatico e tubuli T
Il reticolo sarcoplasmatico non forma una guaina continua ma formazioni incomplete che creano
ampi settori senza una vera organizzazione miofibrillare. Non si osservano le cisterne trasversali
fenestrate e mancano le cisterne terminali continue con decorso trasversale ai lati del tubulo T,
invece delle cisterne terminali continue si riscontrano piccole espansioni terminali dei tubuli
longitudinali che aderiscono strettamente alla membrana dei tubuli T a formare le cosiddette
diadi, fatte da un tubulo T e una sola espansione trasversale circoscritta del reticolo. Questi sono
situati a livello delle linee Z anziché nella giunzione A-I, e la membrana basale glicoproteica che
avvolge la membrana plasmatica si continua nel tubulo T rivestendone la superficie interna.
Dischi intercalari. Sono zone di contatto e adesione tra le due estremità di cardiomiociti vicini,
possono decorrere in modo rettilineo per tutto lo spessore ma più spesso sono divisi in segmenti
trasversali collegati da segmenti longitudinali chiamati strie scalariformi . Tra le due membrane vi è
un interstizio di 20 nm e si possono distinguere aree simili a desmosomi e giunzioni aderenti che
però interessano aree lineari di estensione limitata delle superfici cellulari adiacenti e non si
estendono come cinture formano quindi fasciae adhaerentes . Nei tratti longitudinali del disco vi
sono giunzioni gap che sono ancora più frequenti nella stria scalariforme. Essendo siti di bassa
resistenza elettrica, queste permettono la rapida diffusione dell'impulso da un elemento cellulare
all'altro quindi il miocardio si comporta come un sincizio funzionale. Le altre giunzioni specializzate
hanno funzione meccanica e assicurano la coesione.
Tessuto di conduzione e innervazione. Nel miocardio l'impulso ritmico per la contrazione insorge
spontaneamente in cellule che formano il tessuto di conduzione del cuore e da queste si propaga ai
cardiomiociti comuni. Questo è costituito dal nodo seno atriale, dove si origina spontaneamente e
ritmicamente l'impulso, che poi si propaga raggiungendo il nodo atrioventricolare e quindi il
tronco comune e le branche destra e sinistra del fascio atrioventricolare o fascio di His.
Quest'ultimo origina dal nodo di Tawara, cammina lungo il margine posteriore e inferiore della
membranosa del setto interventricolare e poi si divide in due rami (destro e sinistro) che si
distribuiscono ai corrispondenti ventricoli. Ciascuna branca viaggia e si ramifica sotto l'endocardio
e le ramificazioni penetrano nel miocardio entrando in contatto con i cardiomiociti e trasmettendo
l'impulso contrattile a queste cellule deputate alla contrazione. Il cuore è innervato inoltre dal
sistema nervoso autonomo parasimpatico (nervo vago) e simpatico. Le fibre autonome amieliniche
assumono contatti con il plasmalemma dei cardiomiociti e modulano l'attività del miocardio
modificando frequenza del battito e forza contrattile. Infatti il nervo vago rilascia ACh rallentando
il battito e la noradrenalina da parte di terminazioni nervose simpatiche lo accelera quindi l’ACh ha
effetti opposti nel muscolo scheletrico e cardiaco. I recettori per l'acetilcolina del cuore sono
muscarinici, accoppiati a proteine G, e provocano indirettamente l'apertura dei canali per il
potassio con iperpolarizzazione e inibizione mentre nelle giunzioni neuromuscolari l'acetilcolina
nei recettori nicotinici, che sono essi stessi canali per il sodio, provoca l'apertura e la
depolarizzazione con attivazione e contrazione.
Differenze tra cellule muscolari cardiache. Le cellule del nodo seno atriale e nodo
atrioventricolare sono più piccole dei cardiomiociti comuni, le cellule del fascio atrioventricolare
sono dette cellule del Purkinje e non hanno tubuli T. I cardiomiociti atriali e ventricolari sono tra
loro diversi, i primi sono più piccoli e questo è dovuto al minor lavoro compiuto dall'atrio per
vincere una resistenza molto inferiore a quella del ventricolo. Inoltre hanno un sistema di tubuli T
poco sviluppato e più giunzioni gap, per questo la conduzione dell'impulso contrattile è più veloce.
Vi sono differenze anche nelle isoforme di miosina e quindi la catena pesante della miosina atriale
è diversa dalla ventricolare, che invece è uguale a quella delle cellule del Purkinje. Vi sono inoltre
cellule neuroendocrine con granuli che contengono il fattore natriuretico atriale (ANS), che ha una
funzione endocrina per il mantenimento dell'equilibrio idrosalino e quindi regolazione della
pressione arteriosa. Lo stimolo sembra essere la distensione degli altri che si ha quando aumenta
la volemia, l'ormone in circolo agisce sul rene, provocando vasodilatazione, aumento di
eliminazione del sodio e aumento di diuresi con conseguente riduzione del volume plasmatico.
Istogenesi: Il miocardio ha origine mesodermica, si sviluppa dal tratto di splancnopleura che
circonda il tubo endoteliale cardiaco.
Tessuto muscolare liscio
Generalità e distribuzione. Forma la tonaca muscolare della parete del tubo digerente, delle vie
respiratorie, genitali e urinarie, è presente nella parete delle arterie, vene e tronchi linfatici
maggiori. Nella tonaca muscolare esterna dell'intestino si distribuisce in uno strato longitudinale e
uno trasversale che contraendosi determina la comparsa di costrizione della parete che si
propagano come onde peristaltiche. In altre zone serve a modificare il diametro del lume. Ha
origine mesenchimale e mesodermica, invece quello liscio dell'iride ha origine ectodermica. Il
tessuto connettivo lasso accompagna quello muscolare interponendosi tra le cellule. Fibre
reticolari accompagnate da sostanza amorfa penetrano anche negli interstizi tra i singoli elementi
cellulari formando una rete chiamata guaina reticolare, che è paragonabile alla membrana basale
degli epiteli. In alcune sedi le cellule sono implicate nella produzione di matrice come nella parete
delle arterie in cui le fibre elastiche della tonaca media è prodotta dalle cellule stesse.
Struttura delle cellule e organizzazione dei miofilamenti. Le cellule sono lunghe e fusiformi,
mononucleate, e si dispongono in fasci, sfasate tra loro in modo che la regione centrale, più
spessa, si giustappone alle estremità assottigliate di quelle adiacenti. Possono presentarsi anche
riunite o in piccoli gruppi come nella tonaca propria dei villi intestinali. Sono separate tra loro da
un interstizio di 60-90 nm che è occupato dalle lamine basali delle cellule adiacenti. Il sarcolemma
presenta molte invaginazioni di tipo micropinocitotico denominate caveole
. Queste sono in
contatto stretto con elementi tubolari del REL e sono l'equivalente dei tubuli T della muscolatura
striata. Lo spazio intercellulare è attraversato da propaggini cellulari mediante le quali cellule
adiacenti entrano in contatto tra loro, in particolare le giunzioni sono di tipo gap, grazie alle quali
si verifica accoppiamento ionico tra cellule con diffusione dell'onda di depolarizzazione. Il
sarcoplasma presenta strutture fibrillari orientate parallelamente all'asse maggiore della fibra, che
non hanno bande trasversali e che derivano dalla presenza di filamenti. Inolt