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Estratto del documento

In generale i GAG sono simili tra loro ma molto diversi e sintetizzati da vari tipi cellulari. I GAG,

tranne l'acido ialuronico, sono sempre legati a proteine a formare i proteoglicani, che sono

sintetizzati nella cellula e poi esocitati. Essi costituiscono dei filtri molecolari a porosità variabile in

base ai GAG che li formano e regolano la diffusione di molecole da e verso i capillari, potendo

anche intrappolare nello spazio intercellulare molecole come fattori di crescita. Un esempio è il

TGF-beta che può legarsi alla decorina, la quale impedisce a questo fattore di agire con il bersaglio.

Più proteoglicani si uniscono a formare un aggregato proteoglicanico insieme ad una molecola di

acido ialuronico. Per esempio, nella cartilagine, un'asse di acido ialuronico è legato da circa 100

​ ​

molecole​ di​ aggrecano.

La membrana basale è molto ricca di macromolecole della matrice, PAS positiva e metacromatica.

Essa si divide in una lamina lucida - addossata alla membrana delle cellule epiteliali, ricca di

glicoproteine come laminina ed entactina, di integrine e di perlecano - e poi una lamina densa,

ricca di filamenti di collagene di tipo IV. Sul versante connettivale vi è la lamina reticolare che è

​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​

ricca​ di​ collagene​ di​ tipo​ III,​ VII​ e di​ fibrillina.

​ ​ ​ ​

Le​ cellule​ del​ tessuto​ connettivo

Le cellule svolgono varie funzioni come la sintesi e secrezione di macromolecole della matrice,

riserva e metabolismo dei lipidi, difesa immunitaria e non. Inoltre queste possono essere cellule

​ ​

​ ​

residenti o migranti. Le cellule più numerose sono i fibroblasti e i macrofagi

, gli adipociti sono

sempre presenti. Tutti discendono dalla cellula mesenchimale, la cellula staminale pluripotente del

connettivo embrionale, si ritiene che alcune rimangano nei tessuti connettivi dell'adulto dando

​ ​ ​ ​ ​ ​

origine​ ad​ elementi​ dei​ diversi​ tipi​ cellulari.

​ ​

- I fibroblasti elaborano la componente fibrosa della matrice e sintetizzano glicoproteine e

proteoglicani della sostanza amorfa. Sono elementi fusati con un nucleo allungato ed un

citoscheletro ben rappresentato, i cui filamenti intermedi sono fatti di vimentina.

Presentano varie strutture di adesione come i podosomi e le adesioni focali. Nel connettivo

adulto il citoplasma è spesso debolmente acidofilo e le cisterne del reticolo

endoplasmatico poco sviluppate, questi elementi sono in riposo e sono denominati

fibrociti. Quando invece sono attivi il citoplasma diventa basofilo. I fibroblasti sono

generalmente poco mobili ma in alcune sostanze possono avere proprietà migratorie e non

​ ​ ​

presentano​ alcuna​ proprietà​ fagocitaria.

​ ​

- Gli adipociti mantengono costante il rifornimento energetico e possono trovarsi dispersi o

in piccoli gruppi in qualsiasi connettivo come cellule residenti. La cellula adiposa può essere

​ ​

uniloculare , tipica del tessuto adiposo bianco e multiloculare

, tipica del bruno. Le

uniloculari sono sferiche di circa 100 micron e per via della goccia lipidica che contengono il

nucleo è schiacciato in periferia e il citoplasma ridotto ad un sottile anello. La goccia lipidica

non è contornata da una membrana ma da filamenti intermedi di vimentina. Alle gocce

lipidiche sono associate proteine come la perilipina, che viene associata alla cellula quando

serve che la goccia sia utilizzata. L’adipocita deriva dal lipoblasto (via differenziativa

autonoma e diversa tra bianchi e bruni, le bianche non possono dividersi ma possono

secernere fattori che stimolano la proliferazione e il differenziamento dei lipoblasti, le

brune si sviluppano solo nella vita embrionale e non si formano poi nuovi depositi) che

accumula lipidi finché non attiva la secrezione di adipochine stimolando le cellule

preadipocitiche a differenziare. Le multiloculari sono piccole e presentano varie gocce

​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​

lipidiche​ pertanto​ il​ nucleo​ risulta​ centrale,​ hanno​ molti​ mitocondri.

L'adipocita è costantemente attivo dal punto di vista metabolico poiché non solo accumula

lipidi, ma li rinnova continuamente. Questi possono essere di origine alimentare quindi

esogeni oppure derivare da neosintesi epatica, quindi endogeni. I trigliceridi alimentari

sono scissi in glicerolo ed acidi grassi nel duodeno, risintetizzati in trigliceridi nella mucosa

intestinale venendo esocitati dalle cellule endoteliali sotto forma di chilomicroni, questi poi

si legano a VLDL. Tutto questo è controllato da vari ormoni come glucagone, ACTH,

tiroxina, TSH, che sono lipolitici. Quando una lipasi è attiva, i trigliceridi immagazzinati nel

deposito sono scissi in acidi grassi e glicerolo, gli acidi grassi si legano all'albumina e sono

​ ​ ​ ​

utilizzati​ come​ fonte​ di​ energia.

Gli adipociti possono produrre anche ormoni e fattori di crescita. Le adipochine

sono i fattori di crescita dell'adipocita e questi svolgono una funzione locale, autocrina e

paracrina ed altri addirittura endocrina come la leptina , capace di regolare il peso corporeo

​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​

e​ la​ massa​ grassa​ inibendo​ l’appetito​ e stimolando​ l'ossidazione​ degli​ acidi​ grassi.

L'adipocita bruno ha mitocondri caratteristici e numerosi che occupano gran parte

del citoplasma. Questa cellula ha principalmente un ruolo termogenico, per cui l'energia

liberata dall'ossidazione degli acidi grassi è dissipata sotto forma di calore piuttosto che

utilizzata per la produzione di ATP. Questo lipoblasto si modifica dalla fanciullezza in poi

​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​

anche​ se​ negli​ adulti​ è presente​ in​ forma​ attiva. ​ ​

- La seconda classe per frequenza numerica è costituita dai macrofagi​ , che hanno attività

fagocitaria. I loro precursori sono i monociti che si formano nel midollo osseo, e durano

circa due mesi una volta riversati nel sangue. I macrofagi possono essere fissi o liberi anche

se questi sono stati funzionali diversi dello stesso tipo cellulare quindi la cellula migrante è

la forma attiva di quella fissa. Quando i macrofagi sono attivati ritirano i loro classici

prolungamenti fusiformi e si staccano dalle fibre divenendo liberi e provvisti di elevata

attività fagocitaria e motilità. Presentano molti lisosomi, fagosomi e invaginazioni

pinocitotiche, ma anche uno strutturato citoscheletro la cui proteina principale è la

vimentina. La loro attività ameboide è diretta dalla chemiotassi. I macrofagi sono vari nei

vari tessuti e quindi si parla di sistema dei macrofagi , tutti questi sono in grado di legare

alla loro superficie gli anticorpi e il complemento e sono attivati da agenti infettivi ed

antigenici. Un esempio sono le cellule di Langherans per l'epidermide, la microglia del

tessuto nervoso e gli osteoclasti del tessuto osseo. La fagocitosi è stimolata da vari fattori

che comprendono le opsonine. Essi aumentano di numero nelle aree infiammate grazie a

tre fattori: 1. la proliferazione locale indotta dall’antigene, 2. l'attrazione dai vicini per via

ematica, 3. la migrazione dei monociti e la loro trasformazione. Il macrofago attivato

produce rapidamente ossido di azoto e prostaglandine, questi inducono vasodilatazione e

aumento della permeabilità capillare favorendo la migrazione di cellule nella sede

dell'infiammazione. Quindi il macrofago attivato secerne interleuchina 1 che attira i linfociti

e neutrofili, inoltre rilascia varie molecole segnale come le citochine, interleuchine ed

eritropoietina, che agiscono sul midollo osseo stimolando la produzione di globuli bianchi e

rossi, interferone, TNF e PDGF. La fagocitosi può essere divisa in due fasi: la fase

dell'infiammazione e l'ingestione. Ad esempio, cellule invecchiate o danneggiate che

presentano autoantigeni, provocano la formazione di anticorpi che si legano a recettori

specifici della superficie dei macrofagi stessi. Sostanze immunologicamente inerti, invece,

entrando in contatto con i fluidi dell'organismo, si rivestono di albumina che altera la sua

conformazione sterica e diviene così riconoscibile da parte del macrofago. Le cellule

dendritiche del sistema dei macrofagi possono partecipare indirettamente anche alla

produzione di anticorpi avendo un’attività di presentazione degli antigeni non specifica al

​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​

contrario​ di​ quella​ operata​ da​ linfociti​ B che​ è specifica.

​ ​

- I mastociti sono grandi cellule che presentano molti granuli solubili nel citoplasma e che si

colorano metacromaticamente con i coloranti basici. Questi si concentrano lungo i vasi

sanguigni, hanno varie estensioni di membrana, mitocondri. Il loro granuli contengono

importanti sostanze come l'eparina e l'istamina. La serotonina è presente nei mastociti del

topo ma non dell'uomo, che la ha nelle piastrine. L'eparina ha azione anticoagulante, è un

GAG solforato che forma un proteoglicano ad elevato peso molecolare. L'istamina è un

prodotto di decarbossilazione dell'amminoacido istidina ed ha azione vasodilatatrice e di

aumento di permeabilità dei capillari. I mastociti secernono varie interleuchine, citochine

come TNF-alfa e TGF-beta, fattori chemiotattici per eosinofili e neutrofili. L'attivazione dei

mastociti comporta rapida produzione di leucotrieni a spese dell'acido arachidonico

contenuto nei corpi lipidici, questi inducono contrazione della muscolatura liscia e

broncocostrizione. Lo shock osmotico e trattamenti farmacologici possono determinare

degranulazione che è tipica delle reazioni immunologiche. A seguito dell'esposizione ad

alcuni antigeni, detti allergeni, le plasmacellule secernono immunoglobuline, che si legano

a recettori specifici per la porzione Fc delle IgE presenti sulla membrana plasmatica dei

mastociti e granulociti basofili. Questi possono così riconoscere l'antigene, il che innesca

l'aggregazione dei recettori e scatena la attività secretoria che porta la degranulazione dei

mastociti. La risposta è solitamente confinata, tuttavia può estendersi a interi apparati fino

a diventare generalizzata instaurando uno shock anafilattico. In questi casi si parla di

degranulazione esplosiva, in cui tutte le vescicole si fondono tra loro e poi vengono

violentemente espulse dalla cellula. I progenitori dei mastociti si trovano nel midollo osseo

dell'adulto e si differenziano grazie all'induzione da parte di Stem Cell Factor (SCF) prodotto

​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​

da​ fibroblasti​ e cellule​

Dettagli
Publisher
A.A. 2016-2017
7 pagine
1 download
SSD Scienze biologiche BIO/17 Istologia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher vale78420 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Istologia e embriologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Filippini Antonio.