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PUS
forma il
macrofagi cellule dendritiche
—I e le dopo aver frammentato il patogeno, lo immagazzinano in
corpi residui e poi viene espulso ed eventualmente degradato.
La frammentazione permette di fare a pezzi tutti i costituenti proteici o saccaridici del patogeno
che servono per innescare una difesa più specifica.
Presentazione dell’antigene
Il materiale digerito corpo
• Può essere immagazzinato in corpi residui all’interno dei fagociti e poi degradato (
residuo) esocitosi
• Può essere espulso dalle cellule mediante
peptidi antigenici
I possono essere espressi sulla superficie dei fagociti in associazione alle
Sistema Maggiore di Istocompatibilità (MHC)
molecole del ed essere presentati
successivamente ai linfociti T negli organi linfoidi secondari (presentazione dell’antigene)
macrofagi cellule dendritiche
Tale funzione è svolta da e
Cellule che presentano l’antigene
Originano dai monociti
macrofagi cellule dendritiche
I del tessuto connettivo e le derivano dai monociti del sangue
monociti:
Caratteristiche dei
leucociti
- sono 6% dei del sangue
diametro10-18 microns
- Rotondegggianti, grandi, o più
Golgi
- ben sviluppato
- Non evidenziano granulazioni visibili al microscopio ottico
Nucleo reniforme,
- poichè hanno un’insenatura su un loro margine
8-72 h
- Circolano per midollo osseo extravasazione
- Stanno poco nel sangue, sono prodotti nel e dopo 48 h danno e
macrofagi cellule dendritiche
raggiungono il tessuto connettivo per diventare o
un’emivita breve
- Hanno perchè poi si specializzano, sono precursori
- Non ritornano nel torrente circolatorio—>Si trasformano in poche ore in macrofagi o cellule
dendritiche
Modificazioni cui vanno incontro:
- Aumento volume
- Nucleo diviene ovale, grande e presenta delle indentature, diviene più irregolare quindi
- Citoplasma più abbondante perchè aumenta il contenuto di lisosomi
- Emettono espansioni della membrana: pseudopodi e lamellipodi che rendono la membrana
ondulante, in continuo movimento per esplorare la matrice, e vi si lega, prendendo rapporti e
disattivandoli con laminina e fibronectina.
Il citoscheletro si modifica, la tubulina emette pseudopodi l’actina permette di muoverli.
Aspetti morfologici dei macrofagi:
- citoplasma eosinofilo perchè ricco di lisosomi, proteine a reazione basica
- Nucleo irregolare
- Posso mettere in evidenza i macrofagi mediante la loro capacità fagocitaria, perchè la loro
forma irregolare non permette di individuarli bene.
Allora uso coloranti vitali: blu pirrolo, tripan blu, non interferiscono con le attività fisiologiche
della cellula ma alcuni derivano dal catrame e sono cancerogeni;
questi coloranti sono usati nei tatuaggi e i macrofagi residenti si impregnano di questo
colorante.
Solo i macrofagi inglobano questi coloranti, così si mettono in evidenza 3
Macrofagi residenti: milza
nella svolgono emocateresi, nelle ossa formano sincizi di macrofagi
osteoclasti, cellule di Kupffer
che sono detti nel fegato le con funzione emocateretica, nel
cellule della microglia
sistema nervoso sono detti con attività fagocitaria di neuroni che sono
andati incontro ad apoptosi
Altre funzioni dei macrofagi
Possiedono altri recettori:
—Recettori per il mannosio, zucchero esposto sulla membrana dei globuli rossi desializzati, cioè
che hanno perso l’acido sialico in seguito a invecchiamento
—Recettori per fosfatidilserina, esposta sulle cellule in apoptosi
Altre funzioni dei macrofagi
produzione di varie sostanze:
- Lisozima (antibiotico naturale presente anche nella saliva)
- interferone (azione antivirale, interferisce con la replicazione del DNA virale)
- interleuchine
- TNF (fattore di necrosi tumorale)
In condizioni particolari (sistemi di patogeni che promuovono la loro permanenza
nell’organismo es. micobatterio della tubercolosi o della sifilide) per fagocitare corpi estranei di
barriera epitelioide
rilevanti dimensioni, possono formare una a segregare questa zona dal
resto dell’organismo;
oppure si possono fondere tra loro costituendo un sincizio, dei complessi polinucleati che
cellule giganti da corpo estraneo.
vengono denominati Es. reumatismo articolare acuto
Particolarità dei macrofagi: non ce la fanno a distruggere i corpi estranei talvolta, in particolare
la polvere di silicio svesto,
e la polvere di amianto, sono inglobate dai macrofagi residenti nei
polmoni, e tentano di distruggerle, ma quando liberano il contenuto dei lisosomi queste polveri
e cristalli non vengono distrutti asbestosi
—>patologie perchè questo meccanismo si ripete e si ha infiammazione= e
esotelioma tumore.
infine a carico della pleura e provoca
Cellule dendritiche
Tutti i loro prolungamenti le fanno somigliare a cellule nervose con albero dendritdico
• Sono cellule fagocitarie di agenti patogeni, hanno la più elevata capacità di presentazione
dell’antigene (ponte tra meccanismo di difesa specifico e innato)
risposte precoci del sistema immunitario innato,
• Sono coinvolte nelle poichè hanno un’alta
capacità di internalizzare i patogeni
cellule staminali ematopoietiche
• Derivano dalle che si trovano nel midollo osseo
monociti, cellule
—>Poi diventano che migrano nel tessuto connettivo e diventano
dendridiche immature cellule dendridiche mature
—>Quando incontrano un patogeno diventano
nei linfonodi,
• Si portano negli organi linfoidi, soprattutto dove presentano l’antigene
precedentemente fagocitato ai linfociti T
• Esistono vari tipi di cellule dendridiche, in base al fatto che alcune sono residenti nei vari
organi o tessuti dell’organismo
Dc interstiziali, presenti in vari organi, sono le dc mieloidi classici
Cellule di Langerhans presenti nell’epidermide
Dc plasmacitoidi, presenti nel sangue, nei tessuti periferici infiammati e negli organi linfoidi
secondari
Dc interdigitate, presenti in organi linfoidi secondari (es. paracortiale dei linfonodi) e primari
(timo)
interagiscono con i linfociti T nei linfonodi inducendo stimoli proliferativi ed espansione clonale
Le cellule dendridiche immature derivano dai monociti per differenziazione delle cellule
andate incontro a extravasazione citochine e
L’extravasazione dei monociti, precursori delle cellule dendritiche, avviene grazie a
chemochine, mediatori rilasciati nei tessuti infiammati dalle cellule residenti
- Esprimono recettori per chemochine infiammatorie
- hanno maggiormente espressi recettori per patogeno (TLR)
- Spiccata attività fagocitaria
- Bassa espressione di molecole MHC di classe I e II, non sono ancora presentanti l’antigene a
tutti gli effetti—> sono passibili di distruzione mediata da cellule NK 4
Quando diventano cellule dendritiche mature, ovvero incontrano il patogeno:
- riduzione dei recettori per patogeno
- Up-regolazione delle molecole di MHC classe I e II
- Gli antigeni fagocitati vengono presentati nei lisosomi, tagliati in frammenti di 13-17
amminoacidi, e associati alle stesse proteine MHC
- Espressione di:
molecole MHC di classe I e II
• molecole costimolatorie,
• come CD40, CD58, CD80, CD86
molecole di adesione,
• come la lectina DC-SIGN
l’antigene APC
• Alta capacità di presentare
homing receptor (CCR7),
• che permette di riconoscere la sede dove dovranno esplicare la
loro funzione nei linfonodi
I macrofagi e le cellule dendritiche associano: funzione fagocitica + funzione
immunoregolatoria (rilascio di citochine) + funzione di cellule presentanti l’antigene (APC)
dopo aver formato il fagolisosoma, riducono il patogeno a peptidi antigenici che vengono
associati alle proteine del MHC, questa associazione permette di
presentazione
portare i peptidi antigenici in superficie ed esporli=
dell’antigene
Le cellule dell’immunità specifica, soprattutto i linfociti T, possono
riconoscere l’antigene e attivarsi
Le proteine dell’MHC:
Le molecole MHC di classe I sono espresse da tutte le cellule
nucleate, sono geneticamente determinate
i soli elementi che non hanno nucleo sono i globuli rossi del sangue
e le piastrine, che quindi non hanno questa molecola di membrana.
—Proteina della Classe I: costituite da due catene polipeptidiche
(alfa e beta), unite tra loro in modo non covalente
catena alfa,
- La ha un polimero infracellulare con estremità
dominio intramembrana, dominio
carbossiterminale, e un
extracellulare con le catene alfa1 e alfa2 che formano un incavo,
in cui viene alloggiato il peptide antigenico per la presentazione
catena beta extracellulare
- La è simmetrica al tratto alfa3 della catena alfa, è
catena alfa beta, domini
—Proteina della Classe II: eterodimero di e queste hanno
immunoglobulinici domini amminoterminali
vicino alla membrana e che servono ad accogliere
l’antigene. Alfa 1 e beta1 formano la tasca in cui è inserito il peptide antigenico per la
presentazione.
La proteina di classe II è più specifica nella presentazione dell’antigene.
Linfociti NK
- cellule effettrici della immunità naturale grandi linfociti granulari”
- Sono linfociti più grandi degli altri, erano indicati come “ perchè al
enzimi litici
loro interno hanno granulazioni azzurrofile ricche di
nucleo irregolare, indentato
- Il loro è
Non markers dei linfociti T (CD3 e TCR)
- hanno i
Non immunoglobuline di superficie,
- esprimono caratteristica dei linfociti B (BCR, altra
immunoglobulina)
markers CD16 CD56
- Esprimono di superficie come e subito
- Riconosciuto il patogeno o cellula alterata, esercitano attività citotossica di
distruzione;
mentre, i linfociti B e T (immunità specifica) hanno bisogno di un processo di attivazione
- Sono così detti perchè non hanno bisogno di un complesso meccanismo di attivazione
TLR frammento 5 delle Ig
• Riconoscono patogeno mediante espressione dei e recettori per il
• Possono distruggere la cellula: ciò che li frena è il fatto che si deve creare un disequilibrio tra
recettori che attivano la distruzione recettori inibitori,
e i che inibiscono l’attività distruttiva.
Queste cellule, se svincolate dall’inbizione, potrebbero distruggere i costituenti
dell’organismo
recettori inibitori
• I sono recettori che riconoscono le proteine della classe I del sistema
molecole di HLA di classe I,
maggiore di istocompatibilità, glicoproteine di membrana
espresse da tutte le cellule umane nucleate 5
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