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Nel corso delle malattie infiammatorie croniche caratterizzate dalla formazione di granulomi, come
nella tbc, nella sifilide, nella lebbra, i macrofagi possono raggrupparsi insieme assumendo l'aspetto
di cellule epitelioidi. In queste infezioni croniche, o quando un corpo estraneo è troppo voluminoso
per essere ingerito da una sola cellula, numerosi macrofagi si raggruppano insieme e si fondono
formando una cellula gigante polinucleata (80/90 nuclei) chiamata cellula gigante da corpo
estraneo che è in grado di attaccare e fagocitare le particelle e frammenti di tessuti necrotici.
Una grande varietà di tipi cellulari distribuiti in diverse sedi dell'organismo, cui in passato erano
stati attribuiti altrettanti nomi specifici nella convinzione che si trattasse di tipi cellulari diversi, si
sono rivelati essere gli equivalenti locali dei macrofagi del T.C.P.D.
E' stata quindi coniata l'espressione sistema dei macrofagi per ricomporre in un insieme unitario
tali tipi cellulari apparentemente diversi. Le cellule di questo sistema sono identificabili per la loro
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capacità di assumere vitalmente coloranti colloidali e sono tutte dotate di capacità fagocitaria; altre
importanti proprietà distintive degli elementi costitutivi di questo sistema sono la capacità di legare
alla loro superficie gli anticorpi ed il complemento.. Le cellule del sistema dei macrofagi vengono
rapidamente attivate da vari agenti infettivi ed antigenici reagendo con una rapida proliferazione,
una vivace motilità ed una intensa attività fagocitaria. Esse costituiscono un sistema fisiologico
distribuito in diversi sedi diverse ma funzionalmente integrato e svolgono un ruolo fondamentale
nei processi di difesa contro qualsiasi agente estraneo o nocivo all'organismo e nell'eliminazione di
cellule morte o di detriti cellulari.
Nelle aree colpite da processi infiammatori i macrofagi aumentano considerevolmente di numero;
tale numero è dovuto a tre fattori: a)proliferazione locale dei macrofagi indotta dall'antigene e dai
materiali estranei; b) attrazione di macrofagi da aree vicine anche per via ematica; c) migrazione di
monociti dai vasi sanguigni e loro trasformazione in macrofagi.
Il macrofago attivato produce ossido di azoto e prostaglandine, che inducono vasodilatazione e
aumento della permeabilità capillare, una condizione che favorisce la migrazione di cellule nella
sede dell'infiammazione. Quindi il macrofago inizia a secernere interleuchina 1, che contribuisce
ad attirare linfociti nella sede dell'infiammazione.
I macrofagi, o più specificatamente le cellule dendritiche partecipano indirettamente alla
produzione di anticorpi. Essi intervengono infatti nella risposta immunitaria fagocitando antigeni
estranei, degradandoli parzialmente ed esponendoli infine sulla propria superficie. Lo scopo di
questa presentazione è quello di esibire tali antigeni ai linfociti T helper per attivare la risposta
immune. Pertanto tra linfociti e macrofagi esistono relazioni reciproche complesse che concorrono
ad una corretta risposta immunitaria.
• I MASTOCITI
I mastociti sono cellule grandi di forma tondeggiante o ovoidale, mobili. La loro caratteristica
morfologica più saliente consiste nella presenza nel citoplasma di numerosissimi granuli solubili in
acqua e dotati di particolari proprietà tintoriali: si colorano metacromaticamente con i coloranti
basici, quali la tionina, il blu di toluidina o l'azzurro A, ed assumono in genere i coloranti dei
glicosaminoglicani solfati, come l'Alcian Blu.
Al microscopio elettronico appaiono muniti di numerose, sottili espansioni della membrana; inoltre
il corredo di mitocondri, complesso di Golgi e cisterne del RE non è particolarmente notevole. La
cromatina è dispersa. I granuli della microscopia ottica appaiono circoscritti da membrana e
mostrano una struttura finemente granulare nei roditori, eterogenea e talvolta con contenuto
lamellare o cristalliforme nell'uomo. I granuli sono comunque vescicole contenenti materiale
destinato alla secrezione; contengono anche due sostanze di grande interesse fisiologico: l'eparina
e l'istamina.
L'eparina è una sostanza ad azione anticoagulante, è un GAG solforato unito ad una proteina con
la quale forma un proteoglicano di elevato peso molecolare; per la forte carica elettrica negativa è
responsabile delle proprietà tintoriali dei granuli dei mastociti (intensa basofilia metacromatica e
Alcian blu positività).
L'istamina invece ha un'azione vasodilatatrice ed alimenta la permeabilità dei capillari.
La serotonina, presente anch'essa nei granuli dei mastociti nei roditori ma non nell'uomo,
determina la costrizione dei piccoli vasi sanguigni ed influenza la pressione sanguigna.
I mastociti secernono anche numerose interleuchine, altre citochine e fattori chemiotattici per
neutrofili; l'attivazione dei mastociti comporta anche rapida produzione di leucotrieni a spese
dell'acido arachidonico contenuto nei corpi lidici: i leucotrieni inducono contrazione della
muscolatura liscia e sono coinvolti nella broncocostrizione tipica della crisi asmatica.
Queste sostanze possono essere liberate sperimentalmente dai granuli mediante shock osmotico
o per mezzo di trattamenti farmacologici che determinano la degranulazione dei mastociti.
Quest'ultimo processo può avvenire con diverse modalità. La liberazione delle amine
biologicamente attive dai mastociti si verifica in varie condizioni, comprese le reazioni
immunologiche, specialmente quelle di ipersensibilità immediata che avvengono quando un
individuo già sensibilizzato contro un antigene viene di nuovo in contatto con esso. Queste reazioni
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immunitarie comprendono le reazioni allergiche, quelle di ipersensibilità ritardata e le reazioni
anafilattiche.
A seguito dell'esposizione ad alcuni tipi di antigeni, detti allergeni, le plasmacellule secernono
immunoglobuline E che si legano a recettori specifici presenti sulla membrana plasmatica dei
mastociti. Il legame dell'antigene da parte di almeno due immunoglobuline E innesca
l'aggregazione dei recettori e scatena l'attività secretoria che porta alla degranulazione dei
mastociti.
In alcune situazioni patologiche la risposta può estendersi ad interi apparati fino a diventare
generalizzata: in questi casi si può instaurare lo shock anafilattico che può portare alla morte.in
queste situazioni si assiste ad una degranulazione esplosiva, denominata degranulazione
anafilattica: gruppi di vescicole si fondono tra loro, il loro contenuto viene quindi violentemente
espulso dalla cellula.
• I LINFOCITI
Linfociti sono sempre presenti nei tessuti connettivi ma sono più numerosi nella tonaca propria e
nella sottomucosa delle vie alimentare e respiratoria, dove è più facile la penetrazione di antigeni.
Aumentano considerevolmente di numero nei siti di infiammazione. Si accumulano in grande
numero nel tessuto linfoide. I linfociti provengono dal sangue circolante, attraversano la parete dei
capillari e migrano nei tessuti connettivi dove svolgono le loro funzioni. Si dividono in linfociti B e T,
i primi intervengono nella produzione di anticorpi in risposta all'antigene e danno origine
plasmacellule che provvedono alla sintesi e alla secrezione di immunoglobuline.
• LE PLASMACELLULE
Sono elementi ovali o rotondi di 10-20 nm di diametro, con abbondante citoplasma intensamente
basofilo. Il nucleo, eccentrico, contiene cromatina; il citoplasma è pieno di cisterne di RER. Le
plasmacellule, a differenza dei linfociti, si dividono molto raramente, mostrano una motilità molto
modesta e sono sprovviste di attività fagocitaria. Secernono grandi quantità di anticorpi che non
accumulano nel citoplasma ma che secernono costitutivamente mediante piccole vescicole che si
originano dal Golgi.
• I GRANULOCITI
Tra le cellule migranti dei tessuti connettivi bisogna considerare anche i granulociti, che si
sviluppano nel midollo osseo e, attraverso il circolo sanguigno, passano nello stroma dagli organi
dove si stanno sviluppando reazioni infiammatorie, attirati anche da citochine prodotte dai
macrofagi che, nel tessuto connettivo, entrano in contatto con agenti patogeni. Sono dotati di
notevole motilità e di attività fagocitaria, giungono anch'essi nelle sedi di infiammazione
attraversando la parete dei capillari là dove le cellule endoteliali esprimono sulla loro superficie
luminale una molecola di adesione. I residui di materiale digerito e dei neutrofili degenerati
costituiscono il pus che si forma nel focolaio di infiammazioni acute.
Anche i granulociti eosinofili o acidofili giungono nel tessuto connettivo dal sangue, migrando
attraverso la parete dei capillari. I granulociti eosinofili sono presenti nella tonaca propria
dell'intestino tenue e delle vie respiratorie, nello stroma della ghiandola mammaria in lattazione,
nel sottocutaneo nel corso di patologie allergiche o di infestazioni da parassiti. Gli eosinofili non
fagocitano batteri ma intervengono nella difesa da parassiti rilasciando numerosi fattori che ledono
la membrana dei parassiti (tra questi il perossido di idrogeno).
Intervengono inoltre nelle reazioni allergiche e nei fenomeni di ipersensibilità, moderandoli: infatti
riconoscono e ingeriscono immunocomplessi e producono enzimi che idrolizzano mediatori delle
reazioni allergiche, quali l'eparina e l'istamina.
• PERICITI
Nei vasi sanguigni più piccoli, nei quali la parete è costituita essenzialmente da cellule endoteliali e
dalla loro lamina basale, si trovano i periciti: cellule connettivali che presentano somiglianze con le
cellule muscolari lisce presenti nella parete di vasi più grandi.
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Varietà di tessuto connettivo
• IL TESSUTO CONNETTIVO LASSO
Il tessuto connettivo lasso costituisce le tonache che accompagnano la cute e le mucose degli
organi cavi comunicanti con l'esterno (l'apparato digerente, respiratorio, vie urinarie, vie genitali,
…), di cui forma sia la tonaca propria che la tonaca sottomucosa. Questo tipo di tessuto connettivo
è il più diffuso nell'organismo, avvolge tutti gli organi e penetra nella loro compagine
interponendosi tra gli elementi parenchimali.
Il tessuto connettivo lasso forma la tonaca intima, insieme all'endotelio, e la tonaca avventizia delle
arterie e, insieme alle fibrocellule muscolari lisce, le tonache media ed avventizia delle vene.
Riempie gli spazi liberi situati tra gli organi interponendosi tra questi e connettendoli tra loro.
Circonda i muscoli ed i nervi e penetra nel loro interno avvolgendo i fasci di fibre muscolari o
nervose e le singole fibre.
Sostanza amorfa relativamente più abbondante rispetto alle fibre, che sono lassamente intrecciate;
una componente cellulare ben rappresentata in tutti i suoi tipi: adipociti, f