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Stimolazione magnetica transcranica (TMS): tecnica basata sul principio
dell’induzione elettromagnetica, secondo il quale un impulso di corrente elettrica
che passa attraverso una bobina di metallo genera un campo magnetico.
Le principali tecniche di visualizzazione dell’attività cerebrale in vivo sono due: la
tomografia ad emissione di positroni (PET) e la risonanza magnetica funzionale
(fMRI). La prima può essere usata per misurare sia il metabolismo cerebrale che il
flusso sanguigno. Rispetto alla PET la Risonanza magnetica funzionale comporta una
serie di vantaggi:
-maggiore risoluzione spaziale e temporale;
-fMRI completamente innocua;
-fMRI consente l’acquisizione di un numero molto più elevato di immagini funzionali
per ogni soggetto.
Il metodo della tomografia ottica (OT) dipende dalla diversa trasparenza dei tessuti
alla luce, in zone dello spettro prossime all’infrarosso. La OT è completamente non
invasiva. Esistono tecniche morfologiche e morfometriche in grado di darci
informazioni in vivo sulla struttura e non sulla funzione del sistema nervoso. Queste
sono la tomografia assiale computerizzata (TAC) e la risonanza magnerica (RSM) e
consentono di confrontare la sede e l’estensione di una data lesione cerebrale con i
deficit conseguenti ad essa. Le immagini ottenute sono tipicamente rappresentate
sul piano bidimensionale (TAC) e tridimensionale (RSM).
Cap. 5 Il disfarsi delle lingue I
Con il termine di afasia la moderna neurolinguistica indica quei quadri clinici di
alterazione più o meno grave della comprensione e della produzione del linguaggio
conseguente a lesioni cerebrali, in genere localizzate nell’emisfero sinistro,
successive all’acquisizione del linguaggio. Paul Broca nel 1861 studiò il caso di un
paziente di 51 anni che aveva perso la capacità di linguaggio e da tutti era chiamato
con il monosillabo Tan. La comprensione verbale era buona, ma se lo si interrogava
rispondeva sempre Tan. Dopo 10 anni dalla perdita del linguaggio, Tan cominciò a
presentare una paralisi che si estese a tutta la parte destra del corpo. Con questi
dati Broca sospettò che il paziente soffrisse di una lesione cerebrale progressiva che
aveva colpito l’emisfero sinistro. Dopo la morte di Tan l’autopsia dimostrò che la
struttura maggiormente colpita dalla lesione era il lobo frontale sinistro, poi
denominata area di Broca e riconosciuta anche come area 44 di Brodmann. Broca
per la prima volta aveva localizzato nel cervello una facoltà della mente umana. Nel
1874 un giovane neurologo tedesco, Wernicke, individuò un’altra area che si occupa
della comprensione linguistica e prenderà il suo nome. Nella prima interazione con
un paziente afasico adulto ci si deve sentire liberi di esplorarne i problemi linguistici.
In questa prima fase bisogna porre attenzione alle alterazioni della qualità e della
quantità dell’eloquio. Le alterazioni quantitative comportano un aumento o
riduzione del ritmo di produzione rispetto a valori medi, tipici di una data lingua. Nel
primo caso si parla di eloqui fluente, nel secondo di eloquio ridotto. Le principali
alterazioni qualitative sono:
-parafasia fonemica: sostituzione, omissione di uno o più fonemi all’interno della
parola;
-neologismo: produzione di parole impossibili da riconoscere;
-parafasia semantica: parola inadeguata nel contesto;
-parafasia verbale: parola inadeguata nel contesto e che non ha nessuna relazione
semantica con la parola target;
-anomia: incapacità di reperire una parola durante compiti di denominazione;
-circonlocuzione: quando il paziente non riesce a reperire una parola può sostituirla
con una frase che descrive l’oggetto e la sua funzione;
-ecolalia: involontaria e incontrollabile tendenza da parte del paziente a ripetere
quanto immediatamente espresso dall’interlocutore;
-perseverazione: ripetizione involontaria di sillabe, parole o sintagmi;
-stereotipia: uso ripetuto di parole o frasi;
-agrammatismo: è caratterizzato da un impoverimento della struttura sintattica
della frase;
-paragrammatismo: uso errato di morfemi grammaticali che non comporta
riduzione di eloquio;
-difficoltà articolatorie o aprassia verbale.
Bisogna inoltre considerare che un paziente afasico presenta molto spesso deficit
non strettamente linguistici, tra cui lentezza nella comprensione, riduzione
dell’attenzione, perdita di pensiero astratto, diminuzione della disponibilità di
strategie di problem-solving. Vanno infine considerati i sintomi che insorgono spesso
in concomitanza con quelli afasici perché legati a lesioni di strutture vicine o in parte
sovrapposte che inducono afasia:
-aprassia gestuale: incapacità o difficoltà di eseguire su imitazione o su comando
verbale le particolari classi di movimento complessi;
-aprassia costruttiva: corrisponde a un deficit nel disegnare o copiare figure;
-aprassia digitale: incapacità di collegare alle dita della propria mano il loro nome o
indicare su una figura di una mano il dito che è stato toccato dall’esaminatore sulla
mano del paziente.
Una precisa analisi di afasia deve basarsi su test standardizzati che possono
esplorare uno o più livelli organizzativi del linguaggio: il livello fonologico, fonemico,
semantico, sintattico. I test standardizzati sono fondamentali per assicurarsi che la
valutazione sia effettivamente rappresentativa delle capacità del paziente al
momento del test. Consentono di poter confrontare statisticamente le prestazioni in
diversi compiti, consentono paragoni fra pazienti diversi. Luzzati e altri colleghi
hanno adattato alla lingua italiana un test per lo studio dell’afasia messo a punto
dall’Università di Aquisgrana: l’AAT. Questo test è composto da sei sezioni che
valutano sei aspetti delle funzioni linguistiche:
-linguaggio spontaneo, valutato durante una conversazione con il paziente;
- comprensione acontestuale, valutata tramite il Token Test, in cui al paziente viene
effettuata la richiesta verbale di indicare, toccare o prendere oggetti chiamati
gettoni co determinate caratteristiche con difficoltà crescente;
-capacità di ripetizione, valutata in compiti dove viene chiesto al paziente di ripetere
suoni isolati, parole bisillabiche;
-linguaggio scritto, nelle cui prove il paziente deve scrivere sotto dettatura;
-denominazione, in cui al paziente viene chiesto di denominare oggetti
rappresentati;
comprensione, in cui viene valutata la comprensione orale di parole isolate.
L’AAT permette di classificare i pazienti all’interno di una determinata sindrome di
ottenere una diagnosi del tipo di afasia.
Cap. 6 Il disfarsi delle lingue II
Una delle classificazioni più sistematiche sull’afasia fu proposta nel 1885 dal
neurologo tedesco Lichtheim, che ampliò lo schema del linguaggio proposto da
Wernicke. Una delle più diffuse classificazioni in uso oggi consiste in un
aggiornamento dei tipi di afasia proposti da Lichtheim e prevede otto tipi di
sindrome afasiche.
Afasia globale: è la forma clinica più grave, l’eloquio è abolito o ridotto a pochi
elementi sillabici, la comprensione è praticamente nulla, la scrittura è gravemente
compromessa, la lettura è impossibile. Le lesioni sono vaste e centrate su tutte le
aree del linguaggio.
Afasia di Broca: l’eloquio e la ripetizione sono ridotti, lenti, con difficoltà
articolatorie, la comprensione è relativamente buona, la scrittura è in genere
compromessa, la lettura è a volte compromessa. Le lesioni sono centarte nell’area di
Broca, ovvero l’area 44 di Broadmann.
Afasia trancorticale motoria: l’eloquio e la ripetizione sono ridotti, lenti, la
comprensione è buona, la scrittura è compromessa non gravemente, la lettura può
essere compromessa. Le lesioni sono centrate sulle regioni anteriori e superiori
dell’area 44 di Broadmann.
Afasia transcorticale mista: è una forma clinica molto rara e grave, l’eloquio è
gravemente ridotto, la ripetizione è relativamente buona, la comprensione è
compromessa, la scrittura è compromessa, così come la lettura. Le lesioni sono
centrate sulle regioni posteriori e anteriori dell’area di Broca.
Afasia di Wernicke: l’eloquio è fluente, la ripetizione è compromessa, così come la
comprensione, la scrittura e la lettura. Le lesioni sono centrate sulla parte posteriore
dell’area 22 di Broadmann.
Afasia di conduzione: l’eloquio è fluente, la ripetizione è compromessa, la
comprensione è in genere conservata, la scrittura e la lettura sono in genere
compromesse. Le lesioni sono centrate nel fascicolo arcuato che occupa l’area 40 di
Broadmann.
Afasia transcorticale sensoriale: l’eloquio è fluente, la comprensione, la lettura e la
scrittura compromesse. Le lesioni sono centrate sull’area 37 e 39 di Broadmann.
Afasia anomica: l’eloquio è fluente, la ripetizione è in genere conservata e lo stesso
vale anche per la lettura, mentre la comprensione e la lettura sono compromesse.
Le lesioni sono centrate sulle aree 37 e 39 di Broadmann.
Di rilievo per la neurolinguistica è conoscere le diverse lingue che un soggetto
bilingue utilizza sono rappresentate nelle stesse strutture cerebrali e sono invece
rappresentate in strutture cerebrali diverse. La ricerca in questo campo è diretta
sull’analisi del recupero delle varie lingue. Sono state descritte diverse modalità di
recupero:
-selettivo, quando soltanto una lingua recupera mentre l’altra non presenta alcun
miglioramento;
-successivo, quando si assiste al miglioramento di una lingua e solo successivamente
delle altre;
-antagonista, quando al miglioramento delle prestazioni in una lingua corrisponde il
peggioramento delle prestazioni in un’altra.
Tra le variabili che influenzano il recupero sono state chiamate in gioco l’età di
acquisizione, la competenza in una data lingua, oltre che ovviamente la sede e
l’estensione della lesione. I disturbi del linguaggio caratteristici dei poliglotti sono
principalmente lo switching, ovvero il passaggio più o meno frequente da una lingua
all’altra, e il mixing, ovvero il mescolamento di due o più lingue all’interno della
stessa frase. Le lingue dei segni presentano una doppia articolazione essendo
costituite da unità non significanti (unità motorie minime) che si uniscono per
formare unità significanti (gesti più complessi che ricordano le parole). Lesioni
cerebrali dell’emisfero sinistro inducono afasie dei segni che ricordano quelle
indotte da lesioni analoghe in soggetti che usano le lingue storico-natura