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TENSIONI,
FRAMMENTI DI EMOZIONI CHE SONO PRESENTI NEL CAMPO.
Un pensiero che opera al di fuori dell’individuo.
Searles:
si è occupato dei pazienti molto gravi e del rapporto tra individuo e ambiente, come ambiente
umano
e non umano.
-la terapia per i pazienti gravi, richiede che determinate funzioni mentali, siano attivate, all’inizio,
fuori dall’individuo e che solo dopo, se ne possa appropriare.
Questo è legato con la capacità metabolica del pensiero di gruppo.
Uno spazio per il pensiero.
Possibilità che il pensiero di gruppo dà, una specie di supporto spaziale ai pensieri dell’individuo.
La possibilità che l’individuo posa usare la struttura poliedrica del gruppo come spazio particolare
che
si offre ai suoi pensieri.
In questa situazione, non c’è la necessità di una fantasia di fusione con il gruppo, ma il pensiero
dell’individuo cammina insieme con il pensiero del gruppo.
In ps.analisi a volte si è parlato di madre sensibile.
Questa sensibilità è anche del gruppo analitico, quindi ogni minima parola viene colta. A volte i
membri possono sembrare poco interessati verso un singolo che sta intervenendo e dei suoi
problemi. Ma non è insensibilità, è un modo per distanziarsi da alcuni argomenti difficili, per avere
tempo di pensarci e tornarci poi.
Tecnica.
Il discorso, nel gruppo a f.s., non deve volgere per forza a una sintesi unitaria. Possono essere
contemporaneamente tenuti presenti diversi punti di vista.
Questo facilita il fatto che possa essere ritrovata con gioia dai membri, tramite identificazione
plurispazializzata
con i diversi punti importanti presenti nel gruppo, una caratteristica che è anche nel
loro pensiero.
Cap.15
Condizioni per il pensiero di gruppo.
Una delle condizioni perchè il pensiero nel piccolo gruppo a f.a. possa operare in modo efficace è
LA
PRESENZA DEL GRUPPO, non la presenza fisica e mentale, (anche se anche questa condizione
è
necessaria), ma che si sia creato un punto di riferimento, che sia condensata una qualità di
emozioni,
realizzata una fantasia relativa all’esistenza del gruppo, a cui le persone fanno riferimento
proponendo i loro discorsi.
La presenza del gruppo è uno degli elementi importanti che dà spessore e f al pensiero di gruppo,
perchè
tutti sentono, nel parlare, di fare riferimento non solo all’altro, ma anche a un punto comune.
Per il funzionamento del pensiero di gruppo è importante anche che ci sia un’altra presenza, una
costellazione di emozioni, fantasie , sentimenti e pensieri.
PERCHÈ il pensiero di gruppo operi in modo efficace è richiesto che non si parli solo di
dipendenza e
ammirazione o malinconia, ma che nel gruppo siano presenti dipendenza, ammirazione,
malinconia,
e il corteo di fantasie che si accompagnano a ognuno di questi sentimenti.
Cap.16
Mimèsi.
Rapporto tra costellazione fantasmatica e piano del discorso.
Piano del discorso: quello che implicito e esplicito nel discorso.
Gli interventi dei membri del gruppo sono su 3 livelli:
1)TEMA ESPLICITO: quello di cui si parla nella seduta,
2)FANTASIA vicina a livello preconscio,
Questi due piani sono quelli a cui ci si riferisce parlando di piano del discorso.
3)RAPPORTO TRA IMEMBRI DEL GRUPPO che stabiliscono con qlc che non ha ancora preso la
forma
di una vera e propria fantasia, ma la cui forza fa in modo che i discorsi acquistino una certa
intensità.
Questo 3° livello identifica la costellazione emotivo-fantasmatica.
Mimesi.
La natura del rapporto che si viene a stabilire tra gli elementi del discorso (1° e 2° livello) e quelli
della costellazione emotivo-fantasmatica attiva nel gruppo (3° livello) può essere chiarita con il
concetto di capacità mimetica.
La più ala capacità di produrre somiglianze, propria dell’uomo, non è solo l’imitazione, ma
presupporre un fare, un costruire qlc.
Il rapporto stabilito con la mimesi, è attivo, non è solo un’operazione conoscitiva.
Il rapporto che si crea tra l’immagine sensibile e l’idea o la costellazione in addensamento, non può
essere descritto solo come che la prima imita la seconda: la mimèsi è nello stesso tempo
rappresentare qlc, attivarlo renderlo presente, nella situazione stessa in cui avviene la
rappresentazione.
Trasformazione in K ed evoluzione in O.
Bion:
la trasformazione in K, knowledge, indica conoscere qlc, con l’evoluzione in O si indica divenire
qlc.
Se si applica questa idea a quella che nel gruppo c’è una costellazione emotivo-fantasmatica, su
cui
operare la mimèsi, si può ipotizzare che, in certe situazioni, l’attività del parlare può svolgere la
funzione di mimèsi, stimolando la costellazione a evolvere verso il campo del conosciuto.
Allo stesso tempo, il discorso del gruppo è influenzato dalla presenza di questa costellazione.
Si può anche parlare di non costellazione, ma di pool, un’insieme di sensazioni, emozioni, fantasie,
ancora informi, che possono essere presenti sullo sfondo del gruppo e che lentamente vengono
delineandosi.
O di O, un elemento evolutivo in trasformazione che influenza la vita del gruppo stesso.
Correale:
il gruppo a f.a. a volte è pervaso da un’emozione che non trova adeguato riscontro nelle possibilità
espressive del gruppo stesso, acquista lentamente consistenza e trasmissibilità.
Evoluzione in O:
la crescita è effetto del pensiero che conosce, ma in particolare l’evolversi della realtà stessa,
(evoluzione in O).
La 1° forma di trasformazioni(K) può essere descritta come un pensiero simile all’essere a
conoscenza di qlc, la funzione chiarificatrice dell’analisi.
L’ampliamento di conoscenza non può xò esaurire la funzione dell’analisi.
Quando ci si occupa della personalità, c’è in gioco qlc di più che conoscere e accettare se stesso.
Il punto in discussione è come passare dal conoscere fenomeni all’essere ciò che è reale.
In analisi, il processo responsabile dello sviluppo di fatti mentali nuovi è stato def.evoluzione in O.
Si tratta di non conoscere fantasie, ma i porsi all’unisono con quello che non è ancora evoluto, e
stimolarlo a una crescita e a una differenziazione.
Questo sviluppo implica l’attivazione di tensioni,che sono legate alle forze a forze e terrori di cui si
è
occupata solo la religione.
Le interpretazioni che effettuano questa transizione dal sapere circa la realtà psichica al divenire
realtà psichica sono temente e suscitano resistenza.
Somiglianze immateriali.
Il gruppo nella sua attività di pensiero e parola opera un rapporto di mimèsi con il non detto, con
una
costellazione in via di formazione e def.
Nel corso delle sedute, coglie, sceglie, plasma qlc.
A volte quello che viene attualizzato con l’imitazione mimetica non è una costellazione o
un’emozione
del gruppo, ma il vissuto di uno dei membri.
La corrispondenza stabilita con la mimèsi, non implica che il vissuto dei partecipanti venga
riprodotto
dal gruppo con gli stessi temi che sono propri dell’individuo, ma possono essere somiglianze
immateriali.
es.un membro non parla di uno stato d’animo particolare, rimane inespresso, il gruppo può
succedere che non parli visto che l’ha colta questa emozione dell’emozione stessa, ma che parli
del
suo opposto, o che lo presenti trasformato, e il membro avverte lo stesso che il discorso del
gruppo
ha un rapporto profondo con lo stato d’animo presente in lui.
Il bambino che gioca, parla di somiglianze immateriali. Giocando e imitando, può catturare un
movimento ma anche la qualità di una qlc.
La mimèsi del bambino che gioca non è solo rappresentazione. Il bambino sceglie nella
configurazione esterna, un particolare elemento e vive un sentimento.
La scelta e il sentimento relativo si accompagnano a una identificazione con l’oggetto. Il bambino
diventa oggetto e ne assume contemporaneamente le qualità.
La finzione presente nel gioco non è un’alternativa rispetto alla realtà, ma uno degli elementi
essenziali per lo sviluppo delle facoltà mentali.
D dalla finzione l’apprendimento infantile e il modo delle relazioni dell’individuo e contribuisce a
creare senso di relazione di sé con gli altri e con le forze della natura.
Concretezza nella mimèsi del gruppo.
-nel piccolo gruppo condividere passa per il sedersi insieme. Implica attraversare fantasie
percepite
concretamente e quasi allucinate.
-la mimèsi corrisponde all’attivazione di funzioni più primitive di quelle d dall’immagine del bambino
che gioca. c’è concretezza nell’esperienza. Mentre nel bambino che gioca si può pensare a
un’attività
della fantasia, cattura qlc per mezzo della mimèsi passa per una presenza quasi allucinata.
Anche se c’è questa concretezza, il rendere attuale per mimèsi, nel piccolo gruppo non
esclude,ma si
accompagna a un successivo prendere le distanze per conoscere e trasformare. C’è una presa
diretta
di contatto, solo dopo,xò, c’è la possibilità di conoscenza.
Tecnica.
Il ruolo del conduttore.
Il processo empatico dell’analista del gruppo non è come quello nella situazione psicoanalitica
tradizionale, in cui l’analista coglie lo stato affettivo dell’altro.
Nel gruppo l’analista coglie per empatia(intuizione emotiva) non l’atmosfera della seduta, ma la
costellazione che è dentro, dietro e al di là dell’atmosfera della seduta.
Così facilita l’istaurarsi dei processi di mimèsi nel gruppo e la possibilità che anche gli altri membri
del gruppo possano mettersi all’unisono con O.
Cap.17
Complementarità tra passione e pensiero.
Conoscenza classica e conoscenza psicoanalitica.
La psicoanalisi mette al centro della sua riflessione il problema delle condizioni che xmettono a un
osservatore appassionato e partecipe di arrivare alla conoscenza, e considera le passioni non solo
come fenomeni da capire, ma come strumenti conoscitivi.
Non pone poi come meta la repressione delle passioni, la trasformazione ricercata nella terapia
analitica non si raggiunge con un loro smorzamento, ma è la metamorfosi delle passioni in affetti,
quindi mettere in collegamento passioni, conoscenza, relazioni.
Non separa la conoscenza dal processo a cui va incontro la persona che conosce.
Pensa che la persona subisca una