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TRANSAZIONE.
Di Nicola individua quattro livelli di riflessione per l’analisi delle diverse forme familiari:
1. Livello statico: individuare forme di coabitazione.
2. Livello di tendenze emergenti: la configurazione delle forme familiari è modificata da
numerose dinamiche.
3. Livello dinamico: analizzare i cicli di vita delle famiglie, influenzate dalle regole del
come e quando fare famiglia.
4. Livello socio-culturale: considerare il livello di ripercussione della pluralizzazione
degli stili di vita sulle relazioni familiari.
Secondo Fruggeri le famiglie costituiscono entità complesse, multiformi e multiprocessuali in
quanto, oltre a porsi come contesti nei quali prendono forma interazioni e relazioni
complesse, sono caratterizzate da due processi di segno opposto:
● Coniugare la realizzazione della coesione gruppale con la facilitazione dello sviluppo
delle autonomie individuali.
● Coniugare processi morfostatici e morfogenetici.
Si delinea quindi un modello di analisi multiprocessuale delle relazioni familiari. Le relazioni
nella famiglia e tra questa e l’ambiente sono l’esito dei processi interpersonali alimentati da
differenze individuali riconducibili a processi sociali, mantenuti e trasformati attraverso le
relazioni intra ed extra familiari.
La classificazione trasversale delle famiglie segue cinque criteri:
1. Struttura della genitorialità.
2. Struttura della famiglia.
3. Appartenenza etnica.
4. Orientamento sessuale.
5. Provenienza geografica.
Ogni nucleo familiare va considerato come potenziale produttore di modelli educativi
singolari.
Dizard e Gadlin parlano di familismo, intendendo la sollecitudine, l’amore incondizionato, la
fedeltà, il desiderio di sacrificarsi per gli altri. Secondo Leonini il nostro stato sociale è
fortemente familista.
Secondo Gigli, i rapidi cambiamenti che hanno investito le famiglie contemporanee
riguardano anche:
● le caratteristiche morfologico-strutturali (più tipologie familiari possibili).
● il piano relazionale (famiglia come unità di affetti).
● le modalità con cui vengono interpretate le differenze di genere (maggiore parità nei
rapporti uomo-donna).
● gli stili genitoriali (affermarsi del genitore autorevole e non autoritario).
● l’idea stessa di educazione.
● le basi valoriali che regolano i comportamenti: si è passati da un “dover essere”,
socialmente definito e controllato, ad una dimensione maggiormente individualizzata
per cui i legami familiari sono frutto di scelte soggettive, che sono comunque
specchio della società.
Per questo le famiglie contemporanee devono essere studiate attraverso un approccio
contestuale che ne riconosca la pluralità.
Con il termine pedagogia per le famiglie si intende una prospettiva di studio, ricerca e azione
educativa che si basa sul carattere plurale della famiglia.
Brofenbrenner concepisce la famiglia come ecosistema di educazione relazionalmente e
transazionalmente aperto al contesto, da considerarsi in quattro livelli di analisi:
1. Microsistema. Si riferisce al singolo e alle sue relazioni con i partner in ambito
familiare ed extrafamiliare.
2. Mesosistema. Si riferisce alle relazioni tra i microsistemi in cui è immerso il singolo.
3. Esosistema. Si riferisce agli ambiti esterni al sistema famiglia.
4. Macrosistema. Si riferisce al contesto socio-economico e culturale nel quale si
colloca la famiglia.
Formenti individua cinque dimensioni su cui concentrare l’attenzione:
1. L’educazione familiare tout court (insieme di teorie pedagogiche e pratiche educative
sulla famiglia, educazione istituzionalizzata, modelli di intervento di tipo esortativo,
riparativo e rieducativo, modello di famiglia ideale desiderabile)
2. L’educazione in famiglia (pratiche educative esistenti, elaborate e agite
autonomamente e spontaneamente all’interno del gruppo familiare, che scandiscono
la vita familiare, come i processi di trasmissione di comportamenti, valori e
conoscenze, la suddivisione dei ruoli, gli stili educativi genitoriali, i metodi adottati, la
ritualità della vita familiare).
3. L’educazione alla vita familiare (visione soggettivistica della famiglia, il focus tende a
spostarsi dal sistema complessivo ai singoli soggetti).
4. L’educazione della famiglia (famiglia intesa come un tutto cui rivolgere interventi di
tipo riparatorio e/o ri-educativo, stigmatizzando e focalizzando l’attenzione sugli
aspetti disfunzionali di relazioni e comportamenti verso i quali indirizzare interventi
istruttivi.
5. L’educazione con la famiglia (attenzione al contesto dell’intervento e alla
“conversazione generativa” – approccio riflessivo e trasformativo).
La pedagogia per le famiglie secondo l’approccio educativo transazionale.
Il concetto di transazione richiama l’intreccio di operazioni con le quali si realizza l’incontro di
esigenze e interessi diversi nel luogo di una mediazione reale e costante. Ale centro della
transazione c’è l’uomo in azione nel mondo di cui è parte integrante, per cui non è possibile
ritenere adeguata alcuna preconoscenza né del solo organismo né del solo ambiente.
Ogni famiglia è una microcultura, una comunità nella quale si sviluppano transazioni.
Il processo di formazione ingloba le azioni e i processi di educazione. Formare significa dare
forma a qualcosa., condurre a maturità di forma o sviluppo mediante una serie di azioni
intenzionali o non, incidere sul processo di crescita che è globale è caratterizzato da
continue rotture e ricostruzioni. Il formare è legato alle trasformazioni culturali, sociali,
politiche ed economiche e non può prescindere dal formarsi.
L’educazione non è un processo naturale ma qualcosa che interviene e apre lo spazio di
libertà del soggetto. Si può intendere come azione del trarre fuori, allevare, promuovendo lo
sviluppo di facoltà della persona attraverso l’esempio e l'insegnamento, e come un processo
intenzionale finalizzato a produrre cambiamenti valoriali e comportamentali più o meno
stabili.
L’educazione o è emancipazione o non è educazione, in quanto un’azione educativa deve
essere capace di produrre cambiamento. L’educazione è un processo intenzionale, che
risponde cioè a un’intenzione soggettiva, individuale o collettiva, ma è anche un processo di
significazione dell’azione umana che attiene alla sfera della cognizione e dell’emozione.
L’educare come atto intenzionale ha un carattere prevalentemente pratico e si realizza in
uno spazio relazionale che è sempre asimmetrico. La pratica educativa è intenzionata nella
misura in cui c’è un educatore che sia in grado di attribuire a ogni azione educativa una
precisa dimensione di senso.
L’atto dell’educare è axiologicamente, socialmente e culturalmente orientato, di tipo
transazionale e spazio costante di conflitto e dialogo. Le autentiche relazioni educative sono
frutto di operazioni di scelta. Non è detto che siano sempre scelte coerenti e adeguate,
anche perché non sempre derivano da un controllo razionale e consapevole.
La famiglia come comunità che educa non può essere interpretata secondo modelli
predefiniti perché in quel contesto prendono vita situazioni problematiche che si connotano
quali espressione della cifra relazionale di quel contesto. La famiglia abita il mutamento in
quanto ne è parte: è spalmata nella città e lo spazio e il tempo della stanzialità restano vuoti,
pur essendo il nido familiare abitato da tutti i membri della famiglia; manca una
volontà-capacità-cultura di vivere la co-esistenza.
Un professionista che opera con la famiglia dovrà comprendere il paradigma che ne
determina il funzionamento; deve supportare la famiglia nell’individuare modelli che
specificano come indagare il mondo e come trarre conclusioni. La nozione di paradigma sta
a identificare un complesso di presupposti, immagini reali e ideali, rappresentazioni, concetti,
che coincide con la visione complessiva del mondo e di sé.
I parametri di analisi del paradigma familiare secondo Reiss sono:
● configurazione.
● coordinazione.
● atteggiamento rispetto all’informazione.
Reiss individua poi quattro paradigmi familiari:
1. Famiglia orientata al consenso.
2. Famiglia orientata alla distanza.
3. Famiglia orientata all’ambiente.
4. Famiglia orientata al risultato.
Il pedagogista che lavora con le famiglie dovrà porsi come facilitatore della disposizione
riflessiva. Egli fornisce all’utenza il supporto necessario a formulare correttamente i problemi
e quindi facilitare il processo di analisi dell’esperienza, per mettere a nudo credenze e
postulati taciti. Il pedagogista deve inoltre definire il proprio paradigma epistemologico di
riferimento e adottare uno sguardo epistemico, approcciando la realtà familiare in maniera
ecologica (approccio sistemico), pensandola come rete di eventi e fenomeni interconnessi
tra loro.
CAPITOLO 3. GENITORIALITÀ IN TRASFORMAZIONE.
La genitorialità, una forma di apprendimento in età adulta.
Pati parla di sparsamente relazionale in riferimento a coloro che si trovano a dover far fronte
ai cambiamenti legati al ruolo genitoriale.
La genitorialità è una funzione autonoma e processuale dell’essere umano, preesistente
all’atto di concepire, che non dipende dall’orientamento sessuale della persona e/o dal
funzionamento di altre dimensioni personali; è la risultante delle funzioni di cura che l’adulto
rivolge a colui di cui si occupa. Le caratteristiche della genitorialità non sono
necessariamente connesse alla generatività, alla coniugalità, alla condivisione degli spazi e
alla eterosessualità.
Attualmente il mestiere di genitore richiede di far fronte a maggiori difficoltà rispetto al
passato e c’è bisogno quindi di formazione e apprendimento.
Diventare genitore significa assumersi delle responsabilità che si è spesso impreparati a
gestire. La responsabilità è caratterizzata da originarietà e radicamento, si esprime come
prossimità al figlio e si esercita mediante il dialogo con l’altro.
I rapporti tra i membri della famiglia danno vita a diversi sottoinsiemi ai quali i genitori
possono scegliere o meno di chiedere supporto nell’esercizio della responsabilità parentale.
La responsabilità parentale è connessa al coraggio di una scelta ma anche all’ansia
derivante dalla scelta di avere o adottare un figlio o da un evento non previsto e non cercato.
Il patenting (responsabilità genitoriale) si esp