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DIMENSIONE STRUTTURALE

- Uso ambientale: come compagnia - Uso regolativo: come

o intrattenimento di fondo accompagnamento ad attività quali i

pasti o lo sleeping time

DIMENSIONE RELAZIONALE

- Occasioni di comunicazione: - Appartenenza o esclusione: la tv

offre temi di discussione e può rafforzare i legami o portare a

interazione sottrarvisi

- Apprendimento di modelli e - Competenza e dominio: offre

valori sociali occasioni per dimostrare le proprie

competenze

Questi usi differiscono da quelli proposti nella teoria di usi e gratificazioni perché:

Questa studia gli usi sociali e non quelli privati

 Al centro c’è l’audience e vari momenti di comportamento

 Audience research

Sonia Livingstone (1998) definisce l’audience come concetto sia micro che macro,

senza ridurla a solo uno dei due concetti. Le persone e i media vengono concepiti in

connessione relazionale (non separatamente per poi risolvere il problema della loro

correlazione).

Il pubblico è diversificato culturalmente per classe, genere, etnia che costituiscono

segmenti particolari di pubblico con stessi modi di accostarsi ai media: si parla quindi

di comunità interpretativa per indicare le cornici sociali che danno forma ai diversi

tipi di pubblico e di reazione.

6.3 Il modello “encoding-decoding”

Secondo Stuart Hall (1982) il sistema mediale risponde a 3 risposte ideologiche:

1. Offerta e costruzione della conoscenza sociale Mantengono

2. Visibilità di una apparente pluralità delle situazioni della vita sociale

l’ordine sociale.

3. Organizzazione e direzione della società

Questo comporta un processo di codifica di una lettura preferita, tramite un

codice egemonico dei prodotti dei media. Secondo Hall:

Codice egemonico Codice professionale

- Riproduce tutti i significati che la - Accentua la professionalità,

società esprime, rappresenta il lasciando sullo sfondo il codice

punto di vista dominante, naturale dominante condiviso da tutti

e scontato per tutti

Codificare è un’attività che permette di introdurre elementi che necessitano di un

processo di decodifica.

Decodifica Decodifica negoziata Decodifica di

preferita/egemonic opposizione

a

Il soggetto interpreta Più diffusa, è possibile un duplice Il soggetto conosce il

il messaggio con lo atteggiamento: prevede una codice dominante ma gli

stesso codice con cui conoscenza del codice contrappone elementi

è stato costruito, si egemonico dominante ma si provenienti da una

adegua e coglie tutto riserva il diritto di elaborare situazione esterna. (es.

il messaggio. definizioni alternative partendo discorso su aumento

dalla situazione concreta e salariale per proprio

specifica. (es. sciopero ma interesse)

rivendico aumento salariale). l’ideologia emessa spesso

Così viene dato pieno potere al pubblico a tal punto che

non equivale a quella ricevuta.

6.4 Il modello semiotico-funzionale

Modello proposto da Eco e Fabbri nel 1978: al centro c’è il problema della

significazione con codici e sottocodici. La fonte elabora un messaggio con codici e

sottocodici; questo viene emesso come significante veicolante un certo significato.

Attraverso il canale, il significante arriva al destinatario che gli dà significato, tramite

codici e sottocodici. Se il destinatario

non conosce i

codici, ne uscirà

un’interpretazione distorta.

Se esistono codici e sottocodici diversi, il significato verrà negoziato tra mittente e

destinatario.

Cos’è il codice? Un sistema all’interno del quale sono organizzati segni mediante

regole che permettono a tutti di poterli usare. Gli elementi base sono:

1) Numero di unità di base da cui viene effettuata la selezione

2) Tutti i codici sono portatori di significato

3) Tutti dipendono dall’accordo tra chi li usa e dipendono dal background culturale

condiviso

4) Tutti i codici rappresentano un’identità sociale o una funzione comunicativa

5) Tutti possono essere trasmessi da media o canali appropriati

Secondo Fiske:

Broadcast codes Narrowcast codes

- Audience di massa - Audience specifica e limitata

- Sono semplici - Sono più definiti

- Non richiedono educazione per - Richiedono apprendimento

essere compresi - Sono orientati alla persona

status

- Sono orientati alla comunità - Possono conferire ponendo

- L’audience è fonte e destinatario: una differenza tra “noi” che

può originare il messaggio usiamo il codice e gli “altri”

broadcast rispetto a: -

contenuto: offerta che interessi

tutti per raggiungere un’audience

vasta

forma: struttura

attività istituzionale: le istituzioni

sono il prodotto della società

Problemi di decodifica: chi non possiede un codice narrowcast, potrebbe avere

problemi nel decodificare un prodotto costruito su quel codice, arrivando a una

decodifica aberrante; possiamo distinguerne 4 casi:

1. Incomprensione/rifiuto del messaggio per totale carenza di codice : i significati

passano come rumori

2. Incomprensione del messaggio per disparità di codici : il soggetto ha una

conoscenza parziale del codice che può essere denotativa (si conosce male il

significato del termine) o connotativa (si capisce il messaggio ma gli vengono

attribuite connotazioni diverse)

3. Incomprensione del messaggio per interferenze circostanziali : il soggetto

capisce il messaggio ma ha esigenze opposte a quello che il messaggio vuole

trasmettere, e cerca di renderlo conforme alle proprie aspettative

4. Rifiuto del messaggio per delegittimazione dell’emittente : il messaggio viene

compresa ma attribuito a fonte delegittimata.

6.5 Dal messaggio al testo: il modello semiotico-testuale

Secondo Eco e Fabbri (1978) bisogna parlare di testo e non solo di messaggio; il

soggetto riceve:

a) Non messaggi singoli, ma insiemi testuali

b) Non codici riconoscibili ma insieme di pratiche testuali

c) Più messaggi, in senso sincronico e diacronico

Secondo Grandi (1992):

a) Se il messaggio è legato a un’unica modalità espressiva (verbale, visiva), il testo

comporta più sostanze e codici (verbale + visiva + …)

b) Il messaggio è esplicito, il testo ha anche un significato non detto, implicito, per

la cui comprensione è necessaria la competenza testuale => in riferimento ai

prodotti già presenti nell’esperienza mediale del soggetto, che stimolano il

confronto intertestuale.

Nel modello semiotico-testuale si assiste all’incontro tra emittente e destinatario su

esperienze condivise: il significato ha carattere negoziale e non può essere

determinato prima dell’interazione comunicativa, le parti sono tali solo nel momento in

cui il testo viene investito, trasformandolo, di significato e quindi producendolo di

nuovo.

7. La teoria dell “agenda setting”

7.1 Media e costruzione sociale della realtà

Luhamnn (1996) “Ciò che sappiamo della società e del mondo in cui viviamo lo

sappiamo dai mass media”.

Gli uomini agiscono in conseguenza di ciò che ritengono reale; ma questo non è detto

che sia tale (es. sulla caverna di Platone si rincorrono ombre).

L’approccio massmediologico riduce le esperienze di prima mano a vantaggio di

quelle di seconda: la secondhand deriva 1) dalle trasformazioni delle società industriali

e da 2) opportunità offerta dai media di vivere esperienze altrimenti impossibili.

Public Opinion

Il primo contributo a questo approccio viene da di Walter Lippmann

(1922):

La stampa (e i mass media in generale) permettono di conoscere eventi

 estranei alla propria realtà, attraverso stereotipi che permettono di creare uno

pseudo-environment

Permettono di assumere condotte in base all’immagine che forniscono della

 realtà.

Queste direttrici caratterizzano l’approccio massmediologico che focalizza

l’attenzione sull’impatto dei media sull’immagine soggettiva della realtà

sociale.

7.2 Dall’agenda dei media all’agenda del pubblico

l’agenda setting

Cohen presenta (1963) con una metafora: la stampa non dice ai

lettori cosa pensare, ma intorno a cosa pensare => anticipa di 10 anni la teoria di

McCombs e Shaw (1972) che analizzano il rapporto media-individui: la stampa offre

problemi intorno a cui pensare, non costringe ad un punto di vista, ma organizza

l’orizzonte tematico.

Gli individui risentono dell’influenza dei media per l’individuazione dei temi, ma non

per la loro valutazione e soluzione.

ELEMENTI CHIAVE DELL’AGENDA SETTING

1. Potere dei media di determinare e ordinare gerarchicamente la presenza dei

temi nell’agenda

2. Costruzione dell’agenda degli individui come conseguenza di ciò che è

nell’agenda dei media

The Agenda-Setting Function of Mass Media è un articolo pubblicato nel 1972 da Shaw

e McCombs a seguito di un’analisi effettuata durante le elezioni presidenziali del 1968

a Chapel Hill: l’attenzione era sul contributo offerto dai media alla determinazione dei

temi discussi durante la campagna. Due fasi:

Prima fase: interviste a 100 soggetti (non ancora decisi sul voto) per individuare

 i temi da loro segnalati

Seconda fase: analisi degli argomenti presenti nei medi per individuare i temi

 presentati dai media

ATTENZIONE:

Eyal (1981) sostiene la teoria della centralità dei temi: la possibilità di esperienze

dirette con i problemi (es. aumento dei prezzi, disoccupazione) riduce il potere di

agenda dei media, e viene enfatizzato quando non è possibile l’esperienza diretta!

Lang (1981) parla di temi:

A soglia alta A soglia bassa

- Lontani dalla vita quotidiana dei - Temi vicini ai soggetti per

soggetti esperienza diretta o perché già

discussi

Affinchè un tema entri nell’agenda del pubblico, deve essere un tema a soglia bassa

ed è necessaria un’ampia e costante copertura mediale (si può anche in questo modo

far sì che un tema a soglia alta diventi a soglia bassa).

Patterson e McClure (1976) (basandosi sulle elezioni presidenziale del 1972) indica

come l’effetto di agenda sia correlato al consumo di carta stampata: le notizie su

carta stampata hanno un effetto maggiore rispetto alla televisione con messaggi

veloci e poco efficaci.

Benton e Frazier (1976) individuano 3 livelli informativi: Solo la stampa conduce al

1. Semplice indicazione del tema livello più alto; la televisione

2. Individuazione di problemi, cause, soluzioni non porta oltre il primo.

3. Individuazione di pro e contro alle soluzioni proposte

Secondo McCombs (1976):

- I giornali or

Dettagli
A.A. 2018-2019
31 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/08 Sociologia dei processi culturali e comunicativi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Stefania_negrini di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sociologia della comunicazione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano - Bicocca o del prof Cerroni Andrea.