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SEQUENZE DI PAROLE DI SENSO COMPITUO

Premessa questa schematizzazione, un enunciato contenuto in una fonte esprime una norme manon è una norma, in quanto la norma non è l'enunciato stesso ma il suo significato estrapolato dall'interpretazione dell'enunciato normativo medesimo (disposizione).

Pertanto: l'interpretazione è l'attività che consiste nel determinare il significato degli enunciati delle fonti (disposizioni) ed è dunque un'attività che si esercita:

  1. su testi normativi;
  2. da essi (testi normativi) si ricava norme.

In questo senso, le norme non sono l'oggetto, ma piuttosto il prodotto dell'interpretazione.

Osservazioni:

  1. mai o quasi, un enunciato normativo si presenta con un significato univoco e ben definito;
  2. ciascuna norma è fatalmente vaga ed i suoi contorni indefiniti.

A proposito dell'equivocità normativa:

I testi normativi sono equivoci e l'equivocità

è fonte di dubbi e controversie interpretative. A loro volta, le controversie interpretative dipendono non dalla formulazione linguistica delle disposizioni, bensì da 3 fattori: I fattore => è rappresentato dal contesto in cui ciascun enunciato si colloca, in quanto se da un lato il contesto getta luce sul significato, dall'altro può anche renderlo equivoco e con esso l'ordinamento; difatti, il contesto stesso, oltre ad essere rappresentato dagli enunciati circostanti, è costituito anche dall'intero ordinamento giuridico. II fattore => esso è rappresentato dalla dogmatica. Difatti, gli interpreti in generale e i giudici si accostano all'interpretazione dei testi normativi assistiti da costruzioni dogmatiche (elaborate prima e indipendentemente dall'interpretazione di qualsivoglia enunciato normativo) destinate inevitabilmente a condizionare e ad orientare le decisioni interpretative. Es.: la dottrina dei principi.

costituzionali supremi.

III fattore => costituito dalla pluralità di tecniche interpretative. Difatti, nella maggioranza dei casi un medesimo enunciato esprime significati diversi a seconda che sia sottoposto all’una o all’altra tecnica interpretativa.

A proposito della vaghezza normativa Risolta l’equivocità di un testo i problemi di interpretazione non sono ancora terminati, giacché all’interprete si presentano ormai delle norme, ma ogni norma ha una trama aperta (teoria dell’opentexture), ossia contorni indefiniti, sicché possono darsi casi rispetto ai quali l’applicabilità della norma è dubbia e controvertibile.

A ciò si deve aggiungere che la vaghezza delle espressioni usate nel linguaggio delle fonti, fa sì che l’interprete di fronte ad un caso marginale, possa decidere discrezionalmente se la fattispecie in esame debba o non debba essere inclusa nel campo di applicazione della norma in questione.

19VI Capitolo

Riprendendo una distinzione fatta nel cap. III pag. 16 – 17 è possibile distinguere:

  1. l’interpretazione cognitiva => accertamento di un significato (giurista);
  2. l’interpretazione decisoria => decisione di un significato (giudice);
  3. l’interpretazione creativa => essa consiste nell’attribuire ad un enunciato un significato del tutto nuovo, non incluso nel novero dei significati accertati o accertabili in sede di interpretazione cognitiva, come tale quindi => creazione di un significato (legislatore). L’interpretazione creativa si esprime in enunciati non descrittivi, bensì ascrittivi e pertanto né veri né falsi.

Osservazioni:

a. l’interpretazione consiste nel: attribuire significato ad un testo normativo;

b. l’integrazione del diritto consiste nel: formulare norme inespresse, ossia che non costituiscono il significato di alcuna disposizione.

Proseguendo, è opportuno

distinguere tra: I) interpretazione in astratto (orientata ai testi) => consiste nel determinare quali norme un testo normativo esprima, senza riferimento ad alcun caso concreto. L'interpretazione in astratto può essere un': a. interpretazione cognitiva; b. interpretazione decisoria; c. interpretazione creativa. Osservazioni: l'interpretazione in astratto decisoria consiste nel riformulare l'enunciato interpretato. Il risultato è un nuovo enunciato che l'interprete assume come sinonimo dell'enunciato interpretato. II) interpretazione in concreto (orientata ai fatti) => consiste nell'applicare o no ad una singola fattispecie la norma previamente individuata in sede di interpretazione in astratto. Osservazioni: 1. l'applicazione di una norma ad una fattispecie concreta è ciò che si dice "sussunzione". 4. Sussumere: filos., ricondurre un concetto particolare a un concetto più generale; dir., riferire un caso specifico allanorma di legge che lo contempla 202. se l'interpretazione in astratto mette in luce o risolve l'equivocità dei testi normativi, l'interpretazione in concreto riduce o risolve la vaghezza delle norme; 3. ogni interpretazione in concreto presuppone logicamente un'interpretazione in astratto; 4. l'interpretazione in concreto quando è compiuta da un giudice è ciò che si usa chiamare applicazione (di una norma ad un caso concreto). La distinzione sopra esposta ci introduce alla comprensione di un'ulteriore distinzione riferita a specifici soggetti interpretanti: I) interpretazione dottrinale => è quella compiuta dai giuristi accademici nei loro studi. Essa può essere: a. essenzialmente interpretazione in astratto; b. indifferentemente: - attività cognitiva => di accertamento contribuendo alla conoscenza del diritto; - attività decisoria => c.d. politica del diritto tesa a proporre (e influenzare) gli
  1. Organidell'applicazione
    1. Interpretazione dottrinale
    2. Interpretazione giudiziale
    3. Interpretazione autentica
    1. Interpretazione dottrinale
      1. È sempre interpretazione in concreto
      2. Non è sempre interpretazione decisoria
      3. Non ha effetti giuridici per le parti, i loro eredi o aventi causa
      4. Non è efficace inter partes
      1. È sempre interpretazione in concreto
      2. È sempre interpretazione decisoria
      3. L'interpretazione giudiziale ha effetti giuridici per le parti, i loro eredi o aventi causa
      4. È efficace solo inter partes
      1. È un'interpretazione in astratto
      2. È un'interpretazione decisoria
      3. È contenuta in una legge successiva

legge (per tanto) è (v. d);d. efficace erga omnes;

Osservazioni:le leggi di interpretazione autentica non innovano il diritto ma si limitano a determinare il significato di una legge preesistente non statuendo, pertanto, norme nuove ma semplicemente riconoscitive di norme preesistenti. Per questa ragione esse sono comunemente ritenuto retroattive e cioè perché si suppone che la legge avesse già il significato che ora il legislatore le attribuisce.

Quesiti:

I) come identificare una legge interpretativa da una innovativa?

a. Le leggi interpretative si identificano sulla base di indizi puramente testuali quali il titolo della legge (es.: Legge di interpretazione autentica);

b. le leggi interpretative sarebbero identificabili precisamente per la circostanza che esse dettano non propriamente norme ma meta – norme (o norme di II grado) che hanno a oggetto solo il significato delle disposizioni interpretate.

Osservazione: una legge interpretativa è tale a

condizionare l'applicazione della legge. La legge interpretativa, quindi, non può essere considerata un atto di interpretazione genuino. b. Al contrario, chi ritiene che la legge interpretativa costituisca un atto di interpretazione sostiene che il legislatore, agendo sulle disposizioni della legge, sta interpretando le norme in modo da chiarirne il significato e l'applicazione. Pertanto, la legge interpretativa sarebbe un atto di interpretazione autentico. In conclusione, la legge interpretativa non può essere considerata autentica nel senso di essere vincolante per gli organi dell'applicazione come la legge interpretata. Inoltre, la sua retroattività non ha una giustificazione plausibile. Infine, la legge interpretativa può essere considerata un atto di interpretazione solo se si ritiene che il legislatore stia operando sulle norme attraverso le disposizioni.

posizione di nuovo diritto scritto;

b. chi ritiene di si sostiene che. È vera la premessa che il legislatore non può fare altro che disposizioni e le leggi interpretative constano appunto di disposizioni, ma la conclusione non può essere condivisa perché se è vera la premessa è ugualmente vero che anche l'interpretazione si esprime attraverso enunciati in lingua (disposizioni). 22

Osservazioni punto (b): l'interpretazione di un enunciato normativo consiste nel formulare un enunciato che si assume sinonimo dell'enunciato interpreto => l'enunciato interpretante (prodotto dell'attività interpretativa) non è che una riformulazione dell'enunciato interpretato

IV) l'interpretazione autentica ha natura dichiarativa/ricognitive o decisoria e innovativa del diritto vigente?

I) L'interpretazione autentica costituisce atto di decisione (decisorio) e non di conoscenza (non cognitivo);

II) è

possibile introdurre una distinzione tra varie ipotesi: a. esiste una cornice di molteplici interpretazioni giurisprudenziali preesistenti e divergenti e la legge interpretativa sceglie un significato nell'ambito di questa cornice => in questo caso l'interpretazione autentica è una genuina interpretazione e non innova il diritto. b. esiste una cornice di molteplici interpretazioni giurisprudenziali preesistenti, ma la legge interpretativa sceglie un significato al di fuori di questa cornice => in questo caso vi è creazione di una nuova norma. c. non vi è affatto una molteplicità di interpretazioni divergenti ma vi è invece diritto vivente (diritto vivente => ossia un'interpretazione giudiziale determinata ormai consolidata) e la legge interpretativa impone un significato diverso da quello ormai accettato => in questo caso vi è creazione di una nuova norma. Osservazione sub (b) e (c): non vi è nulla di s
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A.A. 2012-2013
40 pagine
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SSD Scienze giuridiche IUS/20 Filosofia del diritto

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Menzo di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Teoria dell'interpretazione e dell'argomentazione giuridica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Suor Orsola Benincasa di Napoli o del prof Omaggio Vincenzo.