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Circa il ragionamento analogico in materia tributaria
Il fondamento del ragionamento analogico è nell'eguaglianza "come nucleo razionale"
Circa la consistenza della consuetudine
Santi Romano e Zanobini ritengono che: La consuetudine è un fatto
Circa l'ammissibilità giuridica di una pluralità di rationes legis
Si osserva: Solo quelle rationes coerenti e compatibili con il sistema, e cioè non assurde ovvero configgenti con altri valori del sistema, descriveranno un "ventaglio" di rationes giuridicamente ammissibili, all'interno delle quali l'interprete "sceglie"
Circa l'esistenza di un significato dell'espressione "ratio legis"
Si osserva: Si, nel suo variegato significato, la cd. "ratio legis" corrisponde o si riferisce alla volontà della legge quale scopo pratico o fine perseguito e realizzato dalla legge stessa
Coloro i quali criticano la cd. prima variante
della teoria eclettica osservano che: La cosiddetta open texture è riferibile esclusivamente alle regole, caratterizzate da una defettibilità potenziale, e non anche ai principi, di cui si predica, invece, una defettibilità attuale. Con il codice civile del 1942 (art. 12 co. 2 delle preleggi cit.) l'espressione "principii generali del diritto" è dunque sostituita dalla espressione: "principi generali dell'ordinamento giuridico dello Stato". Con sent. N. 11501, la Cassazione civile a Sezioni Unite ha affermato che: Ai fini dell'interpretazione di provvedimenti giurisdizionali - nella specie del decreto di liquidazione dei compensi al C.T.U. - si deve fare applicazione, in via analogica, dei canoni ermeneutici prescritti dagli art. 12 ss. disp. prel. c.c., in ragione dell'assimilabilità per natura ed effetti agli atti normativi, secondo l'esegesi delle norme (e non già degli atti e dei negozi giuridici).al pari del giudicato interno ed esterno e della sentenza rescindente, in quanto dotati di vis imperativa e indisponibilità per le parti; ne consegue che la predetta interpretazione si risolve nella ricerca del significato oggettivo della regola o del comando di cui il provvedimento è portatore
Con sentenza n. 4373 del 1989, la Cassazione civile, sez. lavoro, ha stabilito che: Il ricorso all'analogia è consentito per regolare un caso non preveduto dalla legge con la disciplina prevista per un caso analogo, che abbia, cioè, lo stesso fondamento razionale, e consiste in un processo logico per risalire dalle normeespresse e particolari, al principio generale che le governa
Cosa si intende per c.d. precedente: La capacità di una decisione giurisdizionale di vincolare successivigiudici a rispettarne il "dictum"
Co-testo e contesto costituiscono: Gli strumenti della interpretazione che rappresentano strumentiindispensabili dell'opera
un esame, anche sommario della giurisprudenza ralativamente alla formula "ubi eadem ratio, ibi eadem dispositio" è possibile affermare che: L'uso della formula è ancora vivo e, anzi, vivificato nel tempo attraverso una sua costante citazione. Da un punto di vista ermeneutico, l'operatore giuridico quando interpreta deve: Reperire una disposizione potenzialmente pertinente alla vicenda da decidere e far sì che si instaurino nessi di potenziale corrispondenza tra alcuni dei dati della vicenda umana e gli elementi della funzione normativa. Dal disposto dell'art 12 comma 2 si ricava che: Vi è il divieto a carico del giudicante, di non decidere (cd. non liquet) il caso sottoposto alla sua attenzione allorché non ne rinvenga la disciplina in una precisa disposizione. Dal divieto di analogia in materia penale è possibile trarre le seguenti considerazioni: Se è vietata l'analogia in malam partem è per conversoconsentita l'analogia in bonam partem; inoltre, divieto di applicazione analogica della norma penale non significa divieto di interpretazione estensiva della stessa
Dalla prassi giurisprudenziale emerge che: Ben poco si argomenta, in sentenza, sull'effettiva sussistenza del carattere analogo o simile fra due termini di confronti, sebbene una tale argomentazione sia poi essenzastessa dell'analogia
Degli argomenti interpretativi: Non potrebbe astrattamente escludersi un'analisi in termini gerarchici
Devono essere presenti, affinché si possa parlare di una consuetudine, i seguenti elementi: L'elemento materiale, cioè il comportamento osservato reiteratamente, in concreto, da una generalità di soggetti; l'elemento psicologico, cioè la convinzione, la opinio juris, che tale comportamento sia obbligatorio
È pacificamente ritenuta ammissibile l'interpretazione estensiva, nel: Diritto penale
Elementi costitutivi
dell'overruling sono: L'avere a oggetto una norma processuale; il rappresentare un mutamento imprevedibile ed il determinare un effetto preclusivo del diritto di azione o difesa Esiste tra gli atti giuridici e i fatti giuridici in senso stretto una differenza fondamentale: Gli atti giuridici sono dipendenti dalla volontà dell'uomo, mentre i fatti, sono da quella volontà indipendenti (fatti giuridici in senso stretto) Esiste un parallelismo tra ermeneutica filosofica ed ermeneutica giuridica perché: Entrambe si basano sull'utilizzo della metodologia gadameriana, riconducibile nella formula "precedenza della domanda" Esistono più rationes legis: Si, esistono senza dubbio più rationes legis F. Modugno in relazione all'interpretazione della consuetudine: Esclude - non meno autorevolmente - che, con riguardo alla consuetudine, si possa parlare di interpretazione giuridica in senso stretto Fracanzani ritiene che: èpossibile predicare l'interpretazione estensiva di una norma allorché caso disciplinato e caso non disciplinato rivelino identità di ratio e thelos. Fracanzani sostiene che sostiene che i due criteri ermeneutici posti, rispettivamente, dall'art. 12 e dall'art. 14 delle preleggi: Stanno in rapporto fra loro come "regola" ed "eccezione". Gentili dedica intensa attenzione al modo di combinazione tra regole di: Ermeneutica razionale e legale. Giannini ritiene che: Le norme tributarie non sono – almeno tutte - eccezionali e/o speciali, anzi sono norme ordinarie. Gli analitici ritengono il diritto: Il discorso del legislatore quale riformulato ed arricchito dagli interpreti. Gli argomenti interpretetativi possono essere: Argomento letterale, sistematico, a contrario. Gli interpreti ricorrono all'applicazione analogica di una norma ad una certa fattispecie: Quando non riscontrano una "precisa disposizione" che sia atta a regolarla.Istituti strumentali della metodologia giuridico-ermeneutica sono, rispetto agli ordinamenti giuspositivistici, antitetici seppure presenti.
Gli istituti strumentali della metodologia giuridico-ermeneutica riguardano lo studio del tanto delquid jus, quanto del quid juris.
Guastini, a differenza di Betti, ritiene opinabile che il processo di interpretazione implichi sempre e comunque l'attribuzione di significato ad un qualcosa.
Hart intende dare una visione più completa del fenomeno giuridico e tenta di correggere il kelsenismo in quanto ritiene che il normativismo kelseniano ragiona in termini esclusivamente di validità e trascura il "punto di vista esterno".
Hart, nel capitolo VII del saggio "The concept of law", evidenzia l'esistenza di un'irriducibile indeterminatezza di ogni disposizione normativa, la quale accanto ad un nocciolo di significato certo e stabile, contiene altresì una zona di penombra.
I canoni attinenti al soggetto
dell'interpretazione si riferiscono: Alla precomprensione critica
I canoni ermeneutici della filosofia romantica miravano: A stabilire un criterio di scientificità esteso anche alle scienze umane
I canoni ermeneutici nell'interpretazione del diritto garantiscono: Una possibilità di interpretare il diritto anche in assenza della norma scritta
I canoni ermeneutici sono presenti all'interno del nostro ordinamento giuridico: Nelle norme previste dal codice civile per l'interpretazione del contratto
I maggiori contributi sullo studio dell'analogia nel diritto amministrativo, si devono a: I contributi principali in tema si debbono, per quanto consta, ai saggi di Camerlengo, Fracanzani, Baccarini e Romano Tassone
I principi di diritto espressi dalla Corte di Giustizia UE: Vincolano i giudici nazionali
I principi fondamentali costituiscono: Non rientrano tra le fonti normative scritte dell'ordinamento
I principi fondamentali del diritto riguardano
valori: Forti dell'ordinamento anche estranei alle norme I principi fondamentali del diritto riguardano: Valori portanti dell'ordinamento anche estranei alle norme I principi fondamentali dell'ordinamento si ricavano: Dai valori presenti nell'ordinamento giuridico I principi fondamentali dell'ordinamento: Vengono prima dell'ordinamento I principi possono essere classificati in: Espressi/inespressi I quattro canoni ermeneutici si riferiscono: Al soggetto e all'oggetto dell'interpretazione Il canone dell'adeguazione dell'intendere prevede che: L'interprete deve mettere in armonia la propria attualità con il messaggio che proviene dal testo Il canone dell'autonomia dell'intendere presuppone che: Il soggetto interpretante è autonomo nell'attribuire il significato al documento normativo Il codice semantico utilizzato per l'attività interpretativa: È quello del linguaggio comune eIl cognitivismo moderno è una delle teorie facenti parte della classificazione sulle teorie proposta da: Diciotti
Il combinato disposto può permettere: Di combinare due frammenti di disposizioni per ricavare una norma completa
Il comune denominatore tra il realismo scandinavo e il realismo americano è: Che il diritto è fatto
Il Consiglio di Stato in due recenti decisioni (Sez. IV, nn. 5799 e 5939 del 2011) ha stabilito che: Le norme eccezionali non possono essere interpretate analogicamente, ma potrebbero essere interpretate estensivamente
Il Consiglio di Stato, sez. V, con sent. del 05/10/2005, n. 5316, ha statuito che: Il principio dell'etero-integrazione negoziale, sancito dall'art. 1339 c.c., risulta assolutamente inapplicabile alla materia controversa neanche in via analogica, in considerazione della diversità delle due situazioni ("ubi eadem ratio, ibi eadem iuris dispositio")
Il Consiglio di Stato, V sezione, con
sentenza n. 806 del 2015, ha affermato che: "l'applicazione al giudizio amministrativo impugnatorio dell'art. 273 c.p.c è possibile, per analogia legis, in quanto espressiva di una esigenza comune a tutti i processi, ovvero di rimediare ad una semplice anomalia del procedimento, da eliminarsi con mezzi interni onde prevenire l'inutile ripetizione di attività processuali ed eventuali contrasti di giudicati."