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CICLO DI VITA DEL PRODOTTO e FREQUENZA D’USO DEL PRODOTTO.
I ricavi ipotizzati in sede di sviluppo del piano devono essere sostenibili a livello produttivo con la
struttura attuale oppure devono essere previsti investimenti atti ad incrementare la capacità
produttiva. Bisogna inoltre ricordarsi di utilizzare tassi di crescita in linea con il settore e nel caso
mancassero dei dati si può analizzare la correlazione fra i tassi di crescita storici e l’andamento di
alcune macrovariabili (es. PIL) e ipotizzare che nel futuro rimangano invariati.
COSTI
Per i costi FISSI (lavoro e generali) si usa in genere il tasso di crescita ISTAT o CSC mentre per i
costi VARIABILI si può utilizzare il raporto in percentuale rispetto al fatturato.
SCORTE
Il numero di giorni a magazzino previsti si basa su dati storici (solamente nel caso non siano
previsti miglioramenti dal punto di vista logistico). Vado poi a moltiplicare il CdV per il rapporto
gg/365.
Per gli AMMORTAMENTI E INVESTIMENTI si deve fare riferimento al piano di investimenti futuri
della società mentre per gli ONERI FINANZIARI si determina il FABBISOGNO FINANZIARIO
applicando l’aliquota pari al costo del denaro. Bisogna inoltre conoscere l’evoluzione della
posizione bancaria al termine dell’esercizio.
L’elemento centrale del bilancio previsionale è l’identificazione del FABBISOGNO FINANZIARIO e
la sua analisi. Essi è determinato dall’entità dei mezzi finanziari necessari per coprire gli
investimenti che l’impresa ha programmato in un determinato periodo di tempo o in un preciso
istante.
Per la costruzione dei bilanci di previsione occorre seguire uno specifico procedimento (Esempio
Slide):
1. Costruzione del CE preventivo ma, dopo RO, diverrà necessario abbandonarlo;
2. Costruzione dello SP preventivo;
3. Individuo esistenza di un surplus o di un Fabbisogno Finanziario. Determino modalità di
copertura;
4. Oneri finanziari;
5. Imposte e gli utili netti;
6. Termine del Conto Economico;
7. Termine dello Stato Patrimoniale;
Finanziamento Imprese con Debito – Lezione
6
Negli ultimi anni la banca ha subito un’evoluzione normativa infatti nel 1993 si aveva il Testo Unico
Banca (banca come impresa e possibilità di acquisire partecipazioni azionarie in impresa) tuttavia
nel 2004 con la normativa Basilea 2 si ha la valutazione rischi dell’attività fino al Basilea 3 (2010)
con nuovi requisiti patrimoniali. Negli ultimi anni il trend è stato quello di una riduzione nel numero
di banche e di sportelli.
La banca è così passata da essere un’attività creditizia ad una Corporate e Investment banking
(insieme di servizi finanziari e non offerti alla clientela). La Banca investe quindi il suo denaro
(Corporate) e quello dei clienti (Investment) concentrandosi sulle seguenti aree d’affari: Corporate
lending (finanziamenti), Corporate finance (finanza straordinaria - M&A), Capital markets (IPO e
emissioni), Private Equity (imprese non quotate), Structured Finance (LBO, Project finance,
Securitization), Asset management (gestione patrimoni) e Risk management (derivati).
Essa si differenzia da una classica impresa industriale a causa della materia trattata (ossia
intermediazione di denaro), della soggetto vigilante (Banca d’Italia) e dai rischi “sociali”.
Nel 1962 la Banca d’Italia diventa anche Centrale dei Rischi, ossia una struttura alla quale le
banche sono tenute a comunicare i crediti accordati e i relativi utilizzi. A sua volta tale struttura
rende disponibili tali informazioni per ogni nominativo segnalato, fornendo l’importo globale
accordato per tipologia di credito e il relativo utilizzato, senza indicazione della banca affidante.
Essa permette quindi di conoscere la posizione di rischio globale del cliente. Vengono segnalati:
Affidamenti, Utilizzi, Sconfinamenti, Sofferenze e Garanzie.
Il rischio di un’attività può essere individuato attraverso l’analisi di tre tipologie di rischio:
- RISCHIO DI CREDITO = rischio di insolvenza della controparte;
- RISCHIO DI MERCATO = rischio di interesse, cambio e prezzo;
- RISCHIO OPERATIVO = rischio di perdite per frodi, errori, cadute distruttive dei sistemi
informativi.
Gli strumenti finanziari per raccogliere capitale di finanziamento, disponibili per un’impresa, si
dividono prevalentemente in due tipologie:
- FONTI FINANZIARIE A BREVE TERMINE: finalizzate a finanziare prevalentemente il
capitale circolante investimenti di piccole dimensioni a breve termine. La tipologia di
finanziamento è il capitale di debito a breve termine.
- FONTI FINANZIARIE A MEDIO-LUNGO TERMINE: finalizzate a finanziare gli investimenti
fissi. Le tipologie di finanziamento utilizzate sono: capitale di debito a medio – lungo
termine e strumenti ibridi;
L’apertura al credito da parte della banca può avvenire:
- per CASSA = contratto con cui la banca si impegna a mettere a disposizione una somma
di denaro al cliente, a tempo det. o indet., dandogli la facoltà di addebitare il c/c fino a un
certo limite (fido). La somma può essere usata in una o più volte e ripristinata. Alla sua
base sta la concessione di un fido. Il recesso può essere a tempo determinato, se la banca
recede solo per giusta causa, o indeterminato, con un preavviso da ambo le parti di almeno
15 giorni. Le forme possibili sono allo scoperto o garantita (immobili, titoli o merci).
SCONTO EFFETTI????
- per FIRMA (fideiussione dove la banca si impegna con la propria firma;
CESSIONE DI CREDITO. Si tratta di un finanziamento a fronte di crediti documentati da fatture
regolari o contratti contenenti impegni definitivi e circostanziati, reso disponibile in c/c
normalmente tramite un conto separato. Si realizza con un accredito diretto su c/c o attraverso un
conto transitorio fruttifero.
Ri.Ba. Procedura interbancaria realizzata per la gestione automatica degli incassi commerciali di
natura continuativa e su base fiduciaria. Attraverso la Ricevuta bancaria, ossia un documento che
permette all’impresa di incassare i crediti commerciali della propria clientela, l’impresa può
fatturare. Dopo questa procedura emette un RiBa con scadenza predefinita e la consegna alla sua
banca (Ufficio Fidi) che provvede all’incasso, inviando al debitore un avviso con comunicazione di
pagamento.
FACTORING . Contratto in cui un’impresa (CEDENTE) trasferisce i suoi crediti commerciali
presenti e futuri, limitatamente nel tempo e a titolo oneroso, ad una società specializzata
(FACTOR), ottenendone in cambio la gestione, l’incasso e, a seconda dei casi, l’anticipo parziale.
L’azienda debitrice è chiamata DEBITORE. Il factoring può essere PRO SOLUTO (rischio a carico
del factor) o PRO SOLVENDO (rischio del cedente).
Nonostante questo contratto preveda diversi costi (interessi sulle somme anticipate dal factor,
commissione di gestione e garanzia factoring e rimborso spese accessorie), esso presenta anche
diversi vantaggi quali la semplificazione della gestione commerciale, il miglioramento della
gestione del capitale circolante e la riduzione delle perdite su crediti per insolvenza (valutazione
della clientela).
FINANZIAMENTI A MEDIO TERMINE. Sono investimenti fissi e in scorte “permanenti”, in
brevetti e knowhow, in ricerca e allestimento di prototipi, in partecipazioni aziendali o lo smobilizzo
di crediti a scadenza prolungata.
Per ottenere tale finanziamento l’azienda deve predisporre una domanda di finanziamento
(elementi anagrafici aziendali; importo e durata rischiesti; garanzie offerte...). Ad esso seguono poi
diversi sopralluoghi con perizie tecniche, amministrative, immobliari. Vengono poi concordate le
condizioni del finanziamento per permettere alla banca di prendere una decisione. Nel caso viene
stipulato il contratto per l’atto pubblico notarile e quindi si ha l’erogazione. L’importo erogato varia
in base al caso considerato e l’erogazione può essere totale oppure tranches con pagamento a
rate da concordare (PERIODO: 18m–15y).
MUTUO . Contratto col quale una banca versa al cliente una somma si denaro con patto di
rimborso graduale nel tempo. I costi che derivano dal contratto sono legati agli interessi (fissi o
variabili), alle spese istruttorie, alle spese peritali, assicurative e legali. L’ammortamento del mutuo
può essere alla FRANCESE o PROGRESSIVO (Rata costante: interessi decrescono ma quota
capitale cresce) o all’ITALIANA o COSTANTE (Rata variabile: quota capitale costante ma interessi
decrescono).
Per i tassi d’interesse riguardanti i mutui è possibile consultare gli EURIBOR (Tasso interbancario
di riferimento diffuso giornalmente dalla Federazione Bancaria Europea come media ponderata dei
tassi di interesse ai quali le Banche operanti nell'Unione Europea cedono i depositi in prestito. E'
utilizzato come parametro di indicizzazione dei mutui ipotecari a tasso variabile) o gli EURIRS
(Tasso interbancario di riferimento utilizzato come parametro di indicizzazione dei mutui ipotecari a
tasso fisso. E' diffuso giornalmente dalla Federazione Bancaria Europea ed è pari ad una media
ponderata delle quotazioni alle quali le banche operanti nell'Unione Europea realizzano l'Interest
Rate Swap).
LEASING . Locazione di un bene dietro la corresponsione di un canone di affitto periodico, di
norma per un tempo prestabilito, al cui termine il locatario si riserva la facoltà di riscattare il bene
stesso ad un prezzo piuttosto contenuto o di rinnovare il relativo contratto ad un canone
decisamente più basso.
Oggetto del leasing possono essere di norma beni di produzione e beni di consumo durevole, ed in
questi casi la durata va normalmente da 3 a 5 anni, ma anche beni immobili, ed in tal caso la
durata può estendersi oltre 20 anni. Per quanto riguarda i soggetti locatari sono imprese, enti
pubblici o privati.
Questa forma di finanziamento permette di avere alcuni vantaggi quali l’evitare l’obsolescenza,
istruttoria semplificata, programmabilità delle uscite, assenza di garanzie collaterali, frazionamento
dell’IVA. Vi sono però anche svantaggi come l’elevata onerosità dei canoni, la mancanza del bene
nell’attivo, la rigidità delle scadenze e l’elevato costo complessivo. Esso può interessare
solitamente le imprese di recente costituzione, quelle in espansione, con attività fortemente
stagionali o con clientela dispersa o variabile.
LEASING OPERATIVO: 2 soggetti locatario e locatore (società di leasing) è realizzato da
costruttori o distributori di beni con mercato sufficientemente ampio, diretti a clientela interessata al
loro utilizzo in tempi variabili (in relazione ad esigenze produttive o di innovazione tecnologica),
con caratteristiche di agevole trasferibilità a soggetti aventi