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CONTO
ECONOMICO Pernottamento Ristorazione Impianti Sportivi TOTALE
€
€ € € 6.010.000,0
3.822.000,00 1.794.000,00 394.000,00 0
Ricavi -€
-€ -€ -€ 1.157.000,0
146.000,00 975.000,00 36.000,00 0
Noleggi -€ -€ -€ -€
182.000,00 76.000,00 6.000,00 264.000,00
Consumo €
4.589.000,0
€ € €
I° Margine di 0
3.494.000,00 743.000,00 352.000,00
contribuzione -€
-€ -€ -€ 2.430.000,0
1.710.000,00 640.000,00 80.000,00 0
Costo Personale Annuo -€ € -€ -€
720.000,00 - 72.000,00 792.000,00
Costo Personale Stagionale -€ -€ -€ -€
24.000,00 42.000,00 4.000,00 70.000,00
Acquisto Servizi Esterni -€ -€ -€ -€
165.000,00 24.000,00 38.000,00 227.000,00
Manutenzione -€ -€ -€ -€
Ammortamenti a strutture 155.000,00 64.000,00 88.000,00 307.000,00
specifiche €
€ -€ €
II° Margine di 763.000,00
720.000,00 27.000,00 70.000,00
Contribuzione -€ -€ -€
Costo Personale Annuale 120.000,00 120.000,00 240.000,00
Specifico €
€ -€ €
III° Margine di 523.000,00
600.000,00 147.000,00 70.000,00
Contribuzione -€
Ammortamento strutture 219.000,00
comuni * -€
costi commerciali (da 67.000,00
Conto Econ.) -€
costi amministrativi (da 75.000,00
Conto Econ.) -€
costi generali (da Conto 104.000,00
Econ.) €
58.000,00
Reddito Operativo -€
13.000,00
Oneri finanziari €
45.000,00
Reddito di Competenza -€
3.000,00
Componenti Straordinarie €
42.000,00
Reddito ante imposte -€
17.000,00
Imposte €
25.000,00
REDITO NETTO
Il costo può essere definito come la quantità di moneta necessaria per una determinata quantità di bene,
inteso come fattore produttivo, oppure su di un servizio.
Quindi, il costo è la quantità di moneta impiegata per l’impiego delle risorse. Mentre la spesa è il costo che
l’azienda sostiene per dei determinati consumi, non destinato al processo produttivo.
I costi, all’interno della contabilità analitica o contabilità dei costi, richiedono una classificazione in base alla
loro natura e impiego, a quale scopo vengono sostenuti, in riferimento all’oggetto di calcolo. Da ciò
possiamo distinguere:
Costi Variabili
Costi Fissi
Costi Diretti – oggi chiamati Costi Specifici
Costi Indiretti – oggi chiamati Costi Comuni
I costi variabili e i costi fissi sono definiti quei costi che sono legati al volume di produzione. Più
precisamente i costi variabili sono quei costi che variano al variare di una singola uiìnità del volume di
produzione.Il costo variabile può essere di tre tipi: crescente in misura più che proporzionale, crescente in
maniera meno che proporzionale, e costante.
Mentre il costo fisso è quel costo che non varia al variare del volume di produzione, ma massimo sulla
capacità produttiva data. Il costo fisso di un’azienda è sempre fisso.
Un ulteriore classificazione dei costi può essere:
- Costo Specifico: costi calcolabili sono ad univoche e oggettive relazioni all’oggetto prodotto. Essi
possono essere eliminati solamente eliminando l’oggetto in questione.
- Costo Comune: calcolabili su fattori produttivi relativamente comuni a vari tipi di prodotto in via di
produzione.
Per calcolare i costi sopra elencati in modo analitico, si applica la contabilità analitica che riconosce 3 metodi
di calcolo di costi:
1) Variable Costing – Direct Costing
2) Full Costing
3) Treceables Costing
Il metodo Variable Costing prevede l’inserimento nell’oggetto di calcolo (processo, unità, prodoto,
servizio, centro di responsabilità ecc) il solo costo variabile imputabile ad esso. Come primo passo di questo
metodo è la distinzione tra Costo Variabile e i Costi Fissi, ed inserisce solo i costi variabili. Ricapitolando, il
costo variabile è quel costo che varia al variare del volume di produzione.
La configurazione di costo, tramite questo metodo, sottraendolo ai ricavi, ci da un risultato di un margine di
contribuzione destinato alla copertura dei costi fissi.
Il procedimento è sottrarre i costi variabili dai ricavi di vendita per ottenere il Margine di Contribuzione, per
poi detrarre i Costi Fissi per arrivare al Reddito Operativo (EBITA).
In base al tipo d’Impresa che stiamo analizzando, cambia anche l’imputazione dei costi:
- Impresa Commerciale: la differenza tra ricavi e costi da il Margine di Contribuzione Commerciale;
da esso deducendo i costi variabili commerciali si arriva al Reddito Operativo
- Impresa Creditizia:la differenza tra interessi attivi e interessi passivi determina il Margine di
Contribuzione finanziaria. Deducendo eventuali costi variabili di natura finanziaria, si arriva al
Reddito Operativo;
Il Metodo Full Costing, chiamato anche metodo di costo pieno, vengono imputati al singolo prodotto tutti i
costi, indipendentemente se essi sono fissi, variabili, comuni o specifici. Tramite il metodo Full Costing si
cerca una configurazione di costo che comprenda una sola area gestionale (rispetto al variable costing che
cercava di configuare i costi relativi al singolo prodotto). Esistono varie metodologie di calcolo del costo
pieno in relazione all’ampiezza degli elementi di costo considerati nel calcolo.
Si può optare per l’imputazione dei costi comuni direttamente agli oggetti di calcolo (calcolo del costo pieno
su base unica aziendale), oppure si imputa prima i costi a centri di costo (singole determinate attività) e poi
agli oggetti di calcolo finali (calcolo del costo pieno su base multipla).
Nel calcolo del costo pieno su base aziendale si usa un’unica base di calcolo da cui si ripartiscono i costi
(ad e sempio le ore macchine ecc.) ottenendo un coefficiente, da cui si imputano tutti i costi dei fattori
produttivi non direttamente attribuibile all’oggetto di calcolo.
E’ sufficiente attribuire al singolo prodotto, che è l’oggetto di calcolo, il costo delle materie prime
consumate, ed eventualmente, anche il costo della manodopera diretta. Il resto dei costi sostenuti
dall’azienda si sommano, per poi ripartirli tra i prodotti.
Nel calcolo del costo pieno su base multipla si fa uso di basi di allocazione diversa, ossia su diversi cntri di
costo. Il centro di costo può seguire diverse logiche:
- Logica per Aree Funzionali;
- Logica Gerarchio-Casuale
- Logica per Attività.
La logica per Aree Funzionali dispone che i centri di costo sono imputabili alle macro-funzioni
dell’azienda:approvigionamento, fabbricazione, commercio, amministrativa, Ricerca e Sviluppo, ecc. Ogni
macr-sezione di costo, può essere suddiviso in micro-costo oppure micro-sezione: ad esempio la sezione
commercio, suddivisibile in area vendita al dettaglio, post vendita, pre vendita ecc.
La logica Gerarchico-Casuale dispone che i centri di costo sono in riferimento alle Unità Organizzative: essi
consumano le risorse per produrre beni intermedi o servizi interni all’azienda, entrambi collegati al nodo
principale di attività di trasformazione. Questo nodo principale di trasformazione porta ai prodotti e servizi
finali destinati alla clientela. Perciò possono essere individuati:
- Reparto produttivo principale: reparto di fabbricazione, magazzino di materie prime, filiale
commerciale ecc;
- Centri Ausialiari di trasformazione: unità organizzative che svolgono manutenzione;
- Centri di servizi comuni: ufficio di contabilità generale, centralino servizio ecc.
Il numero dei centri e reparti varia da impresa a impresa in base alla loro struttura organizzativa volta a
rispondere in modo efficace ai bisogni e ai servizi suppletivi interni dell’azienda.
Perciò in base al tipo di centro di costo, avremo diverse basi di imputazione di costo:
Reparto di Approvigionamento:
- ammontare degli acquisti
- ammontare dele vendite
- valore quantitativo di materie prime
Uffici ausiliari:
- Superifici utilizzate
Centralino servizio:
- Numero scatti telefonoci
Magazzino:
- Metri quadri occupati
Reparto produzione:
- Ore lavorazione
- Ore macchina
- Numeri prodotti creati
La Logica per Attività prevede che i piani di costi siano imputabili alle sole attività svolte in impresa, per
ottenere il prodotto/servizio offerto al cliente esterno.
La differenza dalla logica Gerarchio-Casuale è che la Logica per Attività imputa i costi non in base al
luogo, ma in base all’attività svolta. Quindi rientrano tutti i costi relativi allo svolgimento di quella
determinata attività che si sta analizzando. Per esempio l’attività a tornio deve comprende i soli costi
sostenuti per il consumo delle risorse per questa attività – ore di elettricità, ore pc, ore di manodopoera
ecc - , indipendentemente dall’unità organizzativa a cui fa capo.
Quindi suggerisce di ricercare,a riferimento alla micro-attività rientrante nell’unità organizzativa, il
fattore produttivo che ne determina il costo. In poche parole si ricerca il cost-driver: a livello di processo
di trasformazione, il numero di riattrezzaggio oppure il numero di ordini lanciati in produzione, mentre
a livello amministrativo potrà essere come cost-driver le bolle di accompagnamento.
Il calcolo del costo pieno a basi multiple, indipendentemente dalla logica utilizzata, segue questo
procedimento:
I) Individuazione dei costi relativi a ciascun centro di costo
II) Selezione di basi di calcolo del costo su ciascun centro di costo con successiva imputazione in
maniera diretta o indiretta;
III) Ripartizione a cascata dei costi localizzati su ciascun centro di costo: in altre parole si procede
alla chiusura dei costi non imputabili direttamente al prodotto/servizio finale destinato al cliente
IV) Imputazione al prodotto/servizio finale dei centro dei costi direttamente collegati all’ottenimento
del prodoto al cliente finale.
Infine, il Metodo del Traceable Cost, suggerisce di imputare agli oggetti di calcolo semplicemente i costi
specifici. Vengono classificati come costi specifici quegli elementi di costo, siano essi fissi o variabili, in
maniere oggettiva attribuibili all’oggetto di calcolo.
Ritenuti specifici quegli elementi che si riferiscono a fattori produttivi utilizzati per l’oggetto di calcolo, in
via diretta o indiretta. Di conseguenza verranno esclusi i costi comuni, ossia quei costi gli elementi di costo
che con riferimento all’oggetto di calcolo attengono a fattori produttivi senza un legame diretto.
Nella pratica aziendale, venivano definiti gli obiettivi in