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La dimensione interculturale: Mary Snell-Hornby e Susan Bassnett

La dimensione interculturale nello studio della traduzione: nella nostra panoramica diacronica l'importanza del contesto culturale è sempre più notata dagli studiosi; la traduzione non riguarda soltanto trasferimenti di natura linguistica, ma anche e soprattutto rapporti di trasferimenti culturali. La traduzione è un fenomeno culturale, interessa le culture, e non solo le lingue.

Si veda l'ipotesi di Sapir e Whorf del relativismo culturale: la lingua ha un'influenza sostanziale/determinante sul modo in cui i suoi parlanti percepiscono la loro realtà; determina quindi il modo in cui i parlanti vedono e comprendono il loro mondo. L'ipotesi si contrapponeva alle teorie che proponevano l'esistenza di proprietà linguistiche universali, cioè comuni a tutte le lingue (teoria Chomskiana). Il relativismo culturale rende più complesso il contesto in cui si situa.

La traduzione: ci sono complessità di naturalinguistica e di natura culturale di cui tenere conto; secondo alcuni studiosi le seconde sono più importanti. Oggi il processo traduttivo si definisce come una comunicazione che avviene tra culture diverse (interculturale), da questo possiamo dedurre che l'attenzione negli ultimi decenni si è spostato dal testo, quale unità di analisi per il processo traduttivo, alla cultura (contesto) dalla quale il testo ha origine. È difficile separare il testo dal suo contesto quando ci accingiamo a tradurre, la traduzione ci costringe infatti a prendere in esame il contesto che dà senso al testo stesso. Nel 1988, Mary Snell-Hornby (di origine britannica) pubblica Translation Studies: An integrated approach, che segna un momento fondamentale nell'evoluzione della disciplina dei Translation Studies, ovvero il passaggio dal testo alla cultura come unità di analisi. Secondo l'autrice, il testo deve

essere esaminato nel suo contesto culturale di origine, la traduzione non può riguardare le singole parole o frasi esaminate al di fuori del contesto da cui sono tratte (Catford invece esaminava gli aspetti linguistici della traduzione al di fuori del contesto; nel giro di trenta anni il paradigma si è rovesciato). Il problema dell'equivalenza tra lingue diverse, secondo Snell-Horbny, origina l'illusione di una simmetria tra lingue diverse, che è inesistente (ci sono elementi che non possono essere trasposti meccanicamente). Snell-Horbny afferma che la traduzione non riguarda il passaggio tra codici linguistici diversi quanto invece un atto di comunicazione, o cross-cultural transfer (comunicazione interculturale). La studiosa privilegia il polo della ricezione nell'analisi del processo traduttivo. Sostiene infatti che i problemi che riguardano la traduzione non dipendono essenzialmente dall'originale, ma dall'impatto/significato/ruolo del testo.

Tradotto sui lettori ai quali si rivolge. La traduzione dipende dalla sua stessa funzione quale testo di fatto importato nella cultura d'arrivo (richiede anche le modalità secondo le quali questa traduzione verrà effettuata), nella quale poi andrà a radicarsi. La traduzione è originata non tanto dal testo originale quanto dalla cultura di arrivo che riceve la traduzione: la cultura di arrivo richiede "l'originarsi" di una traduzione, ha bisogno di quella traduzione e perciò detta le regole più importanti che riguardano le modalità secondo le quali viene realizzata una traduzione.

Il processo traduttivo dovrebbe iniziare dall'analisi testuale condotta dall'alto in basso (top-down) dalla macro alla micro struttura del testo: prima di tutto bisogna identificare la traduzione in base al contesto culturale in cui essa stessa ha avuto origine, poi se ne analizza la struttura dagli elementi più generali.

(macro-testuali) finché si arriva a quelli maggiormente specifici (lessico, terminologia, ecc.). Poi si devono individuare le strategie che sono state utilizzate per effettuare una data traduzione, riflettendo sulla funzione che quella determinata traduzione andrà ad avere all'interno della cultura che la riceve. In sintesi:

  1. Si deve identificare il contesto culturale da cui ha avuto origine la traduzione;
  2. Poi si analizza la struttura, dagli elementi più generali (riferimenti culturali, struttura delle frasi ecc.) a quelli più specifici (lessico: coesione lessicale ecc.);
  3. Si individuano le strategie per la traduzione, riflettendo soprattutto sulla funzione che il TA dovrà svolgere all'interno della CA.

Il primo testo di Susan Bassnett (studiosa molto produttiva in termini di pubblicazioni) sulla traduzione, Translation Studies, fu pubblicato nel corso degli anni '80 e segnala l'affermazione di una nuova disciplina.

preposta allo studio dei fenomeni traduttivi. Bassnett vuole dimostrare che i Translation Studies sono ora una disciplina autonoma. Si tratta di un’introduzione allo studio della traduzione, e il volume è diviso in tre parti:

  1. La prima tratta di problemi di ordine teorico e dei fenomeni e degli elementi interculturali;
  2. La seconda di ordine storico – si propone una breve storia della traduzione in Occidente;
  3. La terza tratta di problemi specifici della traduzione della poesia, della prosa e dei testi teatrali.

Il primo capitolo di questo testo si intitola Language and Culture: gli aspetti culturali sono enfatizzati (il testo sottolinea la dimensione interculturale dei fenomeni traduttivi). Bassnett sostiene che la traduzione rientra nell’ambito della semiotica, la scienza che si occupa dei sistemi di segni. La traduzione è fatta di elementi linguistici, ma anche e soprattutto extra-linguistici.

Secondo Susan Bassnett il processo traduttivo consiste in una

Decodificazione del TP e poi in una ricodificazione che dà origine al TA, ovvero la nostra traduzione stessa. In questo ambito sono presenti degli esempi sulla difficoltà di traduzione di natura culturale, come per esempio tradurre "Buon appetito" (contesto di uso situazionale) in inglese, ponendo delle problematiche da superare in base alla formalità o informalità dei testi. Si ricorre ad espressioni da contestualizzare: "Dig in", "Tuck in" sono informali, più formale "Do start" e molto convenzionale "I hope you like it" (che non ha una corrispondenza molto marcata con "buon appetito"). Un altro esempio riguarda la traduzione di un termine culturalmente specifico quale l'italiano "tamponamento" (contesto di uso situazionale e culturale) in inglese: per tradurlo la Bassnett ricorre ad una spiegazione del modo di guidare degli italiani, la frequenza con cui avvengono questi.

incidenti e l'importanza che la società attribuisce loro. Nel corso del processo traduttivo si verificano perdite ma anche "guadagni", loss and gain. Quando si traduce si possono verificare delle perdite, ma anche dei guadagli, degli elementi che finiscono per arricchire il testo di partenza, che esplicitano dei significati nascosti. Ciò che viene considerato una "perdita" rispetto al testo di partenza può non essere considerato tale se ciò che importa maggiormente è la realizzazione della traduzione e come la traduzione risponde alle necessità e ai bisogni che si manifestano sul polo della cultura di arrivo invece che da quella di partenza. Si discute sempre di ciò che si perde nel trasferimento tra due lingue e culture, ma non si lascia spazio ai guadagni che si possono realizzare. I traduttori possono spesso arricchire o rendere più chiaro il TP. Inoltre, ciò che noi consideriamo una perdita in base

ad un esame condotto a partire dalTP può non rivelarsi tale se prendiamo come punto di partenza per la nostra analisi lacultura di arrivo. Lo scopo principale deiTranslation Studies è quello di aiutarci a comprendere i fenomeni e processi che avvengono nel corso dei fenomeni traduttivi: abbiamo bisogno di teorie, modelli di ricerca e ipotesi che ci aiutano ad analizzarne la loro complessità. Questo corrisponde a quanto avviene sul versante dellacritica letteraria, che non ci offre delleregole per realizzare una bella poesia o romanzo, ma ci aiuta a comprendere lestrutture che operano sia all'interno che all'esterno di un prodotto letterario. La disciplina deiTranslation Studies dovrebbe proporsi lo scopo di investigare il processo traduttivo. La parte teorica (=schema di Holmes) della disciplina potrebbe sviluppare una teoria abbastanza ampia e complessa da poter essere usata come una serie di linee guida e tendenze per produrre delle traduzioni. Bassnettpropongono e promuovono una determinata visione della letteratura. Questi professionisti influenzano la traduzione attraverso le loro scelte editoriali, le loro recensioni e le loro opinioni. Dall'altro lato, la struttura di patrocinio, che può essere rappresentata da istituzioni culturali, governative o da gruppi di potere, esercita un controllo sull'ideologia che viene trasmessa attraverso la traduzione. Questo controllo può influenzare la selezione dei testi da tradurre, le scelte linguistiche e culturali fatte durante il processo di traduzione. Lefevre sostiene che la traduzione non può essere considerata come un'attività neutra e oggettiva, ma come un processo influenzato da molteplici fattori sociali, culturali e politici. La traduzione è quindi un fenomeno complesso che richiede una comprensione approfondita del contesto in cui avviene. In conclusione, la traduzione perfetta non può essere definita in modo assoluto, ma dipende dalle scelte e dalle influenze dei professionisti della letteratura e della struttura di patrocinio. La teoria e la pratica devono essere integrate per garantire una traduzione efficace e fedele al contesto culturale di riferimento.

Si occupano di letteratura anche a livello ministeriale ed ambiti educativi e quindi decidono chi deve essere contenuto, trasmesso dagli operatori educativi. Queste persone propongono una certa poetica, che comprende sia le caratteristiche formali di una data letteratura (i generi letterali) che le tematiche. La struttura di patrocinio può coincidere con i professionisti della letteratura, ma in questo caso più che i contenuti interessa un controllo a livello ideologico ed economico: coloro che pagano i professionisti della letteratura, tutto l'apparato burocratico a livello ministeriale che sostiene chi lavora in questo ambito.

Domanda: perché sorge la necessità di avere degli strumenti di controllo sulla produzione letteraria?

Lefevre introduce il termine rewriting, o riscritture/rifacimenti con il quale indica i fenomeni traduttivi insieme ad altri fenomeni di rifacimento letterario, come gli adattamenti (cinema, teatro, letteratura per i bambini), le antologie, ecc.

Le immagini che questi rifacimenti letterari e non propongono dei loro originali possono differire di molto.

Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
30 pagine
1 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/12 Lingua e traduzione - lingua inglese

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher 885233 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Teoria e tecnica della traduzione inglese e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Ca' Foscari di Venezia o del prof Agorni Mirella.