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Problema dell'equilibrio elastico
Ip di piccoli spostamenti che consente di riportare l'equilibrio del sistema con riferimento alla configurazione iniziale (oppure indeformata).
Obiettivo: Stabilire se esistono configurazioni di equilibrio diverse da quella iniziale e in quale ora l'esistenza occorre determinare la natura.
Valutare in particolare nella configurazione iniziale se l'equilibrio risulta essere stabile oppure indifferente/instabile.
Configurazione di equilibrio diverse = deformate!
Definizioni e teoremi sulla stabilità
- Coordinate del punto P x = xt = [x1, x2, ..., xn]
- Velocità del punto x = ẋt = [ẋ1, ẋ2, ..., ẋn]
- Funzione che lega la velocità ẋ con la posizione x
- Si supponga che un punto dello spazio n-dimensionale x = xe sia un punto di riposo e mai valga la relazionale xe(xe) = 0
- Mediante un cambiamento di coordinate è sempre possibile far coincidere le punto di riposo con l'origine in maniera tale che x(0) = 0
ẋ = X(x)
In funzione del tempo "scarno" ẋ = X(x, t)
INSTABILE
STABILE
ASINTOTICAMENTE STABILE
Indico con S(R) la regione sferica aperta dalla relazione ||x|| < R e con H(R) la superficie sferica media unica ||x|| = R.
Si supponga che in una certa regione sferica Ω: ||x|| < D la D > R siano soddisfatte le condizioni richieste dai teoremi di Jordan e di Brouwer date l'esistenza del supporto differenziale.
Si dice che l'origine è la posizione di equilibrio X0 rappresenta una configurazione di equilibrio.
- STABILE se per ogni R < D esiste un r < R tale che se una traiettoria ha origine in un punto X0 della regione sferica S(r) non riavvicina neppure regione sferica S(R) anche all'interno di t. S(H) non raggiunge mai la frontiera H(R).
- ASINTOTICAMENTE STABILE se è stabile e mostra ogni traiettoria che ha origine in S(H) tende all'origine oppure alla posizione di equilibrio per t→∞.
- INSTABILE se rimane un R < D e per qualunque r è comunque piccolo esiste sempre un punto X0 in S(H) tale che una traiettoria avendo origine in X0 raggiunge la frontiera H(R).
CRITERIO DI STABILITÀ
Si considera un generico sistema deformabile che, in un istante di tempo t = t0, si trovi in una configurazione di equilibrio T0 detta stato fondamentale.
Per valutare il tipo di equilibrio in T0 si suppone, di attribuire ai punti materiali X - X(x1, y1, z1) dello spostamenti ammissibili in campo definito come:
μ*(X, t) = μ*(X, t) = [μ(X, y, z, t) ν(X, y, z, t) ŵ(X, y, z, t)]
in modo tale che in un istante successivo i punti stessi occupino le nuove posizioni di una configurazione variata T*.
Il passaggio tra T0 a T* avviene nell'intervallo temporale Δt = t* - t0 con velocità:
ṁ* = ∂u / ∂t ė* = ∂ε / ∂t
dove μ*(X, t) è il vettore dello spostamento possibile e ė*(X, t) il vettore delle componenti di deformazione:
Ė*(X, t) = ∑T*(X, t) = [εX(x, y, z, t) εY(x, y, z, t) εZ(x, y, z, t) γYZ(x, y, z, t) γXZ(x, y, z, t) γXY(x, y, z, t)]
Nel passaggio del sistema da T0 a T* si definisce lavoro esterno, oppure lavoro dei carichi esterni,
il lavoro compiuto dal vettore f*(x, t) delle forze di massa e dal vettore ρ*(x, t) delle forze di superficie:
Le = Δt∫[ν∫f*μ* dν + ∫ρ* μ* dn] dt
ν volume occupato dal corpo materiale ∩ superficie
Analogamente si definisce lavoro relativo oppure lavoro interno, oppure lavoro compiuto dal vettore delle componenti al tensore di tensione interna:
σ*(x, t) = σ*(x, t) = [σX(x, y, z, t) σY(x, y, z, t) σZ(x, y, z, t) γYZ(x, y, z, t) τXZ(x, y, z, t) τXY(x, y, z, t)]
per effetto delle deformazioni del sistema
Li = Δt∫σ*ė dV dt
Dato che φ > 0 φL = 1
indipendente dalla rotazione φ coincide con unico eurotazione su cui non sono trascurate le potenze di φ rispetto al rotatore bewo
La linearizzazione permette di determinare il punto di biforcazione del carico P. Tuttavia, essa può stabilire tutte le informazioni sulla deformata ulteriore del carico critico stesso, cioè sul comportamento post-critico.
STABILE P < Pcr INSTABILE P > Pcr
INDIFFERENTE P = Pcr
Quando il carico applicato risulta maggiore di Pcr l’equilibrio può venire realizzato solo per φ > 0 ossia in una configurazione diversa da quella originaria.
La configurazione di equilibrio variata risulta essere stabile per P > Pcr, infatti quando il carico supera questo critico la struttura ha più di una minima linea con configurazione variata equilibrata; ma tende di trasferrsi nella configurazione di equilibrio possibile corrispondente alle minime d’energia o soluzione di P = 4kψ
Per P > Pcr l’equilibrio risulta instabile per la configurazione fondamentale.
CRITERIO ENERGETICO
RICORDARE
• DIRICHLET → posizioni di equilibrio stabili in corrispondenza delle quali l’energia potenziale del sistema presenta un minimo isolato
LIUPANOV * CHETAYEV → equilibrio instabile quando l'energia potenziale presenta massimi isolati o in generale non sia minima
Il potenziale del carico nel nostro caso vale
H = - pe (1 - cosφ)
L’energia potenziale elastica della molla vale
Φ = (1/2) 4k (2ψ)2
Per decidere la natura dell'equilibrio in corrispondenza del carico critico calcolo le derivate di ordine superiore:
d3Π/dψ3 = -4kℓ2cosψsenψ + Pℓsenψ
d4Π/dψ4 = 4kℓ2(sen2ψ - cos2ψ) + Pℓ cosψ
in particolare ΠIV(0) = -3kℓ2 < 0, EQUILIBRIO INSTABILE
Per PCR = kℓ la derivata seconda dell'energia è negativa e l'equilibrio è instabile.
Nel piano (P, ψ) la retta P = PCR corrispondente alla linearizzazione viene indicata con una linea orizzontale tratteggiata.
Anche in questo caso la linearizzazione non dà informazioni sul comportamento post critico del sistema ma permette di valutare le variazioni del carico critico.
COMPORTAMENTO POST CRITICO SIMMETRICO INSTABILE O SISTEMA RIGIDO-SOFTENING
Al contrario delle strutture e dei sistemi precedenti qui non ho un aumento di rigidezza, bensì una perdita a partire dal punto di innesco α.
Susseguira alle imperfezioni
u = l (1 - cos φ0)
Imperfezione
Per una imperfezione iniziale (φ0 piccolo), si osservano quattro famiglie di curve:
- due per φ0 > 0
- e due per φ0 < 0.
Le curve che intersecano l'asse delle ascisse prendono il nome di curve di equilibrio naturale, mentre le altre sono curve di equilibrio non naturale.
Al tendere di φ0 a zero, le curve di equilibrio della struttura imperfetta tendono a quelle della struttura perfetta.
I punti (P,φ) di equilibrio stabile sono caratterizzati dalla condizione:
- d2T/dφ2 > 0
- e sono ubicati a sinistra della retta P* calcolata tramite d2T/dφ2 = 0.
Vale P* = kE/2 (1 - √3 φ0).
φc0 < 0 φc0 > 0 φc0
Una piccola imperfezione causa una drastica riduzione del carico di collasso rispetto al carico di collasso della struttura perfetta.