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La comprensione delle emozioni lungo il ciclo di vita

Gli indicatori che consentono la comprensione delle emozioni possono essere di natura non verbale (espressione del volto, tono della voce, gesti e postura) e di natura verbale che permettono di parlare in maniera sistematica delle emozioni. Già dai 2 ai 5 anni i bambini riescono a rievocare episodi emotivamente salienti del loro passato per poi usarli come base della conversazione.

Harris ha individuato due stadi dello sviluppo relativi alla comprensione delle emozioni: il primo va dai 2 ai 3 anni in cui il bambino riesce ad esaminare la realtà per vedere se corrisponde a ciò che desidera, quindi sono i desideri che orientano l'valutazione e determinano la qualità delle emozioni; il secondo va dai 4 ai 5 anni in cui il bambino riesce a capire lo stato d'animo dell'altro non associandolo a determinate situazioni, ma collocandolo in un ampio set di stati psicologici in cui il ruolo.

dell'aspettativa e della credenza è fondamentale. Il primo livello di comprensione dell'emozione propria e altrui si manifesta intorno ai 2-3 anni e poggia su indicatori espressivi (espressione del viso di una persona), inoltre si è in grado di capire che certe situazioni o ricordi di avvenimenti accaduti suscitano emozioni. A partire dai 5-6 anni i bambini riescono a considerare gli stati interni o mentali (desideri, credenze, intenzioni) come fattori determinanti l'emozione, inoltre il bambino riesce a dissimulare le emozioni ovvero comprende se una determinata emozione, manifestata, non corrisponde al vero stato emotivo dell'altro. A partire dagli 8 ai 9 anni si manifesta la componente riflessiva che permette di considerare le emozioni miste, di tenere in considerazione l'impatto dei valori morali sulla sfera emotiva e di essere consapevoli delle strategie atte a regolare l'esperienza emotiva. L'attribuzione di un senso

All'esperienza emotiva deriva dalla presenza di tre aspetti: il primo riguarda la natura dell'acomprensione emotiva che va dal semplice riconoscimento delle emozioni di base fino alla comprensione di emozioni complesse; il secondo riguarda l'ordine gerarchico che segue lo sviluppo e il definirsi delle differenze individuali nell'livello di comprensione dell'emozione; il terzo riguarda le conseguenze del modo in cui si comprendono le emozioni sulla qualità dei comportamenti sociali del bambino e sulle sue competenze sociali.

4.5. ESEMPI DI PERCORSI DI SVILUPPO ATIPICI

Non tutti i soggetti comprendono le emozioni nello stesso modo e perc comprendere questa differenza possiamo ricorrere ad esempi di percorsi atipici. Le caratteristiche di universalità dell'emozione hanno permesso di considerarla omogenea all'interno di diversi contesti socioculturali. Mentre gli studi transculturali hanno rivelato una sostanziale universalità delle capacità.

di riconoscimento emotivo delle espressioni faccili, in culure letterate e non letterate lacomprensione degli aspetti collegati a stati interni, come desideri e credenze, risulta meno univocamente connotata.

Tenenbaum ha condotto ricerche sul modo di comprendere l'emozione da parte di bambini peruviani ed i risulati hanno indicato che l'ordine gerarchico, secondo cui vengono acquisite le diverse componenti della comprensione emotiva, viene rispettato.

Altro aspetto per valutare le differenze individuali sulla comprensione delle emozioni riguarda la suanatura, ossia il fatto che essa sia alimentata da fattori situazionali piuttosto che mentali. Sono stato presi due gruppi di soggetti: il primo comprende soggetti che hanno subito maltrattamento, il secondo soggetti autistici. Nel primo caso ad essere inficiata risulta la capacità di accedere alla mente dell'altro, il soggetto non riesce a decodificare i fattori mentali implicati nell'esperienza emotiva.

Il secondo caso ad essere inficiata è la competenza che permette di comprendere lo stato emotivo degli altri a partire dall'osservazione delle loro modalità espressive come gesti, il tono della voce e il volto. Tale compromissione dipende dalla mancanza della competenza che ci permette di valutare gli stati mentali propri e altrui. I soggetti autistici non riescono ad acquisire strumenti per comprendere il valore soggettivo e privato delle emozioni.

CAP.55.1. EMOZIONE E CONTESTO SOCIALE

Le emozioni sono inestricabilmente legate al contesto sociale. Per comprendere cos'è un contesto sociale dobbiamo risalire a 4 definizioni: contesto sociale come ambiente di crescita; contesto sociale come ambiente dove hanno luogo i processi di socializzazione; contesto sociale come insieme di significati veicolato dai termini del lessico emotivo; contesto sociale come luogo di espressione dei processi di influenza sociale.

Il contesto sociale ci permette di disambiguare le emozioni,

infatti può succedere di non riuscire a cogliere il significato di un'espressione emotiva senza conoscere il contesto, e definisce le regole di esibizione ossia le situazioni in cui è adeguato esprimere un'emozione che permettono la creazione di un codice condiviso. Anche se è stata sanata da alcuni studi l'universalità delle emozioni tuttavia le variabili di tipo evolutivo, di genere e socioculturali riescono a differenziare la risposta emotiva. Le emozioni possono essere viste sotto il duplice aspetto di mezzo e di messaggio dei processi di socializzazione, infatti, anche se valutiamo la risposta emotiva del bambino, è in rapporto alle relazioni interpersonali con cui si confronta quel bambino che la risposta si definisce. Entrambe le posizioni del costruttivismo sociale, forte e debole, considerano il contesto sociale come determinante dell'esperienza emotiva. Tuttavia la prima ritiene che il contesto sociale ha sia un ruolo

normativo sia un ruolo prescrittivo nei confronti della risposta emotiva, mentre la secondo, quella debole, riconosce alle differenze individuali uno spazio all'interno della relatività culturale e dei processi di apprendimento. A questo punto, dunque, bisogna definire le caretteristiche di questo contesto dividendolo in più contesti diversi che riguardano: il rapporto con la madre, con il padre, con i fratelli, con i pari, con gli amici e così via. In ciascun contesto elencato saranno presenti apprendimenti di regole e influenze sociali.

5.2. IL CONTESTO SOCIALE DIADICO

Grazie al contesto diadico il bambino riesce a leggere e ad interpretare i segnali e le espressioni emotive altrui. L'interazione tra madre e figlio risulta essere un vero e proprio dialogo in cui ognuno dei partecipanti utilizza un proprio specifico repertorio di competenze. Per quanto riguarda la figura materna, la prima fonte di influenza proviene da ciò che essa comunica attraverso il

suo volto, la sua voce, le sue mani e il suo corpo. Le espressioni facciali che la madre mostra al bambino sono spesso esagerate nella loro entità, sia temporale sia spaziale, e presentano un carattere di ripetitività e stereotipia che ne facilitano la familiarizzazione. Le vocalizzazioni seguono un percorso particolare in cui viene semplificata la sintassi e vengono emessi suoni senza senso. La madre fissa il proprio bambino più a lungo rispetto alle comuni regole sociali e coordina lo sguardo con la parola integrando poi altri gesti, come il movimento della testa. Anche la prossemica, lo spazio interpersonale, sembra essere violato dalla madre in quanto le usuali convenzioni della distanza sono superate. Per quanto riguarda il repertorio del bambino, gli strumenti socioemotivi di cui dispone e che gli permettono di orientarsi verso la madre sono: attenzione selettiva per il volto, la precoce capacità di fissare lo sguardo, l'iniziale preferenza per gli oggetti animati.l'innata competenza di espressione facciale delle emozioni di base e il precoce sviluppo dell'intenzionalità e della consapevolezza. Stern ritiene che attraverso la relazione diadica il bambino realizzi l'esperienza della sintonizzazione affettiva mediante la quale il bambino può realizzare il modo in cui è avvertito dall'altro e, sulla base di questa esperienza, percepire i propri stati mentali ed emotivi. È attraverso questa esperienza che il bambino può percepire i propri stati interni riconoscendoli in maniera adeguata. Il contesto sociale diadico è un'occasione in cui attraverso l'emozione si riesce ad organizzare l'esperienza. 5.3. IL CONTESTO FAMILIARE E SOCIOCULTURALE Il contesto familiare rappresenta un referente fondamentale per lo sviluppo emotivo, un luogo che va a costituire il bagaglio di competenze che la persona utilizza nell'ambito dell'ampio contesto sociale d'interazione.ma avviene attraverso una reciproca influenza tra genitori e figli. - Un secondo aspetto riguarda la presenza di figure di riferimento stabili e affettivamente disponibili. La presenza di figure come i nonni, gli zii o altri parenti stretti può contribuire a fornire al bambino un senso di sicurezza e stabilità emotiva. Queste figure possono anche svolgere un ruolo importante nel trasmettere valori culturali e tradizioni familiari. - Un terzo aspetto riguarda la qualità delle interazioni familiari. Un ambiente familiare caratterizzato da comunicazione aperta, rispetto reciproco e supporto emotivo favorisce lo sviluppo di una buona autostima e di abilità sociali. Al contrario, un ambiente familiare caratterizzato da conflitti frequenti, mancanza di comunicazione e supporto emotivo può avere un impatto negativo sul benessere psicologico del bambino. - Infine, l'ambiente fisico in cui il bambino cresce può influenzare il suo sviluppo. Un ambiente sicuro, stimolante e adatto alle esigenze del bambino favorisce la sua crescita cognitiva e motoria. Al contrario, un ambiente poco sicuro o poco stimolante può limitare le opportunità di apprendimento e sviluppo del bambino. In conclusione, il contesto familiare svolge un ruolo fondamentale nello sviluppo psicologico del bambino. È importante che i genitori creino un ambiente familiare positivo, caratterizzato da relazioni affettuose, comunicazione aperta e supporto emotivo, al fine di favorire una crescita sana e equilibrata del bambino.ossia dai genitori verso i figli, ma è un processo di influenza reciproca, dove la direzione degli affetti è circolare. Questa conflittualità, inoltre, non tende a rimanere unicamente nel contesto familiare ma si espande in contesti esterni. Schaffer ha individuato fattori esterni ed interni che vanno ad influenzare la vulnerabilità emotiva infantile. I fattori interni sono: il genere, il temperamento, le condizioni alla nascita e il livello di sviluppo emotivo. I fattori esterni sono: l'armonia familiare, il tipo di attaccamento con le figure genitoriali, il numero dei figli e la differenza di età, la presenza di condizioni psicopatologiche nei genitori, lo status socioeconomico e la rottura del rapporto tra i genitori. Un secondo aspetto riguarda lo stile del genitore e il ruolo differenziato di padre e madre nello sviluppo socioemotivo dei figli. I modi in cui le madri si rivolgono ai figli ha un riflesso diretto sullo sviluppo socioemotivo: alcunerecedente gruppo di madri sviluppano una maggiore consapevolezza delle proprie emozioni e una migliore capacità di comunicazione verbale. Per formattare il testo utilizzando tag html, puoi utilizzare i seguenti tag: - `

` per creare un paragrafo - `` per evidenziare il testo in grassetto - `` per evidenziare il testo in corsivo Ecco come potrebbe apparire il testo formattato: ```html

Alcune madri si rivolgono al bambino considerandolo un agente mentale, ossia ritenendolo un soggetto dotato di una mente contenente intenzioni, emozioni, desideri e credenze; altre madri trattano il bambino senza una specifica propensione ad attribuire un senso alle loro iniziali espressioni verbali. Solo i figli del precedente gruppo di madri sviluppano una maggiore consapevolezza delle proprie emozioni e una migliore capacità di comunicazione verbale.

``` Il testo formattato apparirà così: Alcune madri si rivolgono al bambino considerandolo un agente mentale, ossia ritenendolo un soggetto dotato di una mente contenente intenzioni, emozioni, desideri e credenze; altre madri trattano il bambino senza una specifica propensione ad attribuire un senso alle loro iniziali espressioni verbali. Solo i figli del precedente gruppo di madri sviluppano una maggiore consapevolezza delle proprie emozioni e una migliore capacità di comunicazione verbale.
Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
13 pagine
1 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/01 Psicologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Sara F di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Teoria delle emozioni e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Suor Orsola Benincasa di Napoli o del prof De Sanctis Ornella.