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La logica “monitorare per agire” non ha molta efficacia in questo senso.
Tuttavia possiede una duplice utilità:
1) alimentare il sistema informativo aziendale con dati e informazioni utili per programmare meglio in
futuro
2) procedere a una valutazione dei risultati dei vari manager e avviare così eventuali processi di
incentivazione dei medesimi (sistema premiante).
9. Rispetto alla pianificazione strategica come si colloca il processo di budgeting?
Il processo di budgeting non si colloca come un programma distinto (o addirittura indipendente) dalla
pianificazione strategica. Il vero contenuto del budget sono infatti i programmi di gestione relativi al
successivo esercizio, cioè l’insieme di scelte e modalità di attuazione, decise dalla direzione aziendale sia
nel campo di gestione operativa che finanziaria, al fine di dare attuazione ai piani strategici.
Non meno importante è la componente organizzativa: il budget è uno strumento di guida e
responsabilizzazione. Esso guida e responsabilizza i manager verso obiettivi di breve periodo, definiti
nell’ambito di un piano strategico di lungo periodo.
10. In cosa consiste la principale differenza tra il costo standard unitario di una risorsa come la materia
prima e il costo unitario dei costi fissi industriali (ci si aiuti nel rispondere attraverso un esempio)?
Il costo unitario standard:
a) è predeterminato in modo tecnico o ingegneristico
b) presuppone una chiara definizione delle condizioni operative standard della gestione
c) è un costo obiettivo da raggiungere
Il suo valore è determinato moltiplicando lo standard unitario fisico (ossia la quantità di risorsa necessaria
per ottenere un’unità di prodotto) per lo standard monetario (prezzo necessario per acquisire una risorsa).
ES. costo standard M.P. = 1 kg di legno x 15 euro al Kg di legno = 15 euro per produrre una sedia.
A differenza dei costi unitari industriali, il costo standard unitario non varia al variare del volume di
produzione o di vendita. Poiché CFu= CFT/Q, il costo unitario dei costi fissi industriali varia all’aumentare o
al diminuire della quantità prodotta.
11. Che cosa significa affermare che i costi di struttura o vincolati sono legati a decisioni di capacità?
I costi di struttura o vincolati sono legati a decisioni di capacità poiché derivano da scelte con le quali
l’impresa decide di dotarsi di risorse umane e tecniche con cui si delimita, per periodi diversi, da risorsa a
risorsa, la capacità di produrre. Esempio di costi di struttura/vincolati sono gli ammortamenti degli impianti:
derivano da decisioni prese in passato (acquisto del macchinario), non modificabili nel breve periodo, che
dotano l’azienda di capacità.
12. Volendo esemplificare lo scopo del controllo di gestione, si ricorre spesso alla metafora con il sistema
di condizionamento delle case o con il cruscotto dell’autovettura. Perché?
Perché in primo luogo fa intuire che spesso non bastano esperienza e buon senso per gestire correttamente
un organismo tanto complesso, ma occorrono strumenti idonei che “costringano” a monitorare il reale
andamento della gestione e evitare risultati spiacevoli. In secondo luogo, l’esempio mette in luce il fatto
che neanche il più sofisticato sistema di monitoraggio, da solo, è in grado di assicurare la bontà dei risultati
(es. se al bip del termometro non tengo i rubinetti questi finiranno per ghiacciarsi) – indispensabili sono
dunque le qualità manageriali.
13. Quali elementi informativi consente di ottenere il controllo a feed-forward rispetto al controllo a
feed-back? Si tratta di approcci alternativi?
Il meccanismo di controllo a feed-forward, a differenza del feed-back che confronta risultati attesi
intermedi con risultati effettivi intermedi, confronta risultati attesi accolti nel budget con risultati finali che
probabilmente si manifesteranno, stimati oggi con i dati disponibili, ipotizzando sostanziale assenza di
interventi correttivi - al riguardo si parla di forecast. Mediante il processo di forecasting è dunque possibile
effettuare un monitoraggio “precoce”, in modo tale da conoscere con anticipo il probabile evolversi della
situazione aziendale e porvi rimedio con tempestività (invece di intervenire a fatti avvenuti).
Si tratta di due approcci complementari e non alternativi.
14. Perché l’analisi dello scostamento di volume dei costi variabili ha un significato diverso dall’analisi
dello scostamento di volume dei costi fissi?
L’analisi dello scostamento dei volumi dei costi variabili viene effettuato per primo poiché può impedire di
apprezzare con chiarezza li scostamenti di efficienza di prezzo. Esso corrisponde infatti a costi che si
sostengono in più o in meno solo perché la quantità di produzione non coincide con quella a budget.
L’analisi degli scostamenti dei costi fissi è invece più significativa poiché può segnalare un
sottoassorbimento o un sovrassorbimento degli stessi. Nel primo caso la quantità effettiva è maggiore di
quella programma, nel secondo minore. In caso di sovrassorbimento poiché CFu=CFT/Q il profitto migliora
poiché prezzo – (Cvu+Cfu) aumenta; in caso si sottoassorbimento il CFu aumenta e dunque il profitto
diminuisce.
15. È corretto affermare che l’aumento del tasso di rotazione dei debiti verso fornitori migliora – a parità
di altre condizioni – la redditività del capitale investito operativo?
No. Tale affermazione non è corretta poiché il ROI (redditività del capitale investito operativo) migliora se
aumenta l’indice di rotazione del capitale investito (RCI). Quest’ultimo è a sua volta influenzato
positivamente dal fatto che il capitale circolante netto della gestione operativa diminuisca e, poiché è dato
da crediti + magazzino - debiti commerciali, è necessario che i debiti non “girino”- ovvero che il tasso di
rotazione dei debiti commerciali diminuisca.
16. Perché per la risoluzione dei calcoli di convenienza economica, sia di breve che di lungo periodo, è
opportuno utilizzare il ragionamento differenziale?
Per la risoluzione dei calcoli di convenienza economica è opportuno utilizzare il ragionamento differenziale
poiché permette di formulare decisioni economicamente corrette. È proprio la misurazione sull’impatto
economico atteso che richiede l’uso del ragionamento differenziale. Si tratta di prendere in considerazione
solo le variazioni dei ricavi e dei costi che la decisione in esame comporta.
Quest’ultima può riguardare i seguenti punti:
- variare i prezzi
- decisioni di make or buy
- scelte di mix
- accettare o meno un ordine speciale
- mantenere o eliminare un prodotto dalla gamma aziendale
17. Perché si sostiene che il budget abbia tra, le altre funzioni, quella di guidare e responsabilizzare i
manager?
Il budget non è solo un bilancio a preventivo – importante è la componente organizzativa che lo
contraddistingue. Esso è infatti uno strumento di guida e responsabilizzazione del management poiché
impegna precisi soggetti verso obiettivi prestabiliti, responsabilizzandoli sui risultati.
Alla luce di questi fatti il budget si può definire così: “il budget è un programma di gestione aziendale,
tradotto in termini economico finanziari, che guida e responsabilizza i manager verso obiettivi di breve
periodo, definiti nell’ambito di un piano strategico o di lungo periodo”.
Come tale rappresenta un modello di comportamento per il successivo esercizio.
18. Quali elementi vengono ignorati se si considerata il budget un semplice bilancio a preventivo?
La veste di bilancio preventivo viene assunta dal budget come atto finale del processo della sua
costruzione. Il vero contenuto del budget sono i programmi di gestione relativi al successivo esercizio, cioè
l’insieme delle scelte prese dalla direzione aziendale sia in materia di gestione operativa, sia in materia di
gestione finanziaria. Non meno importante è la componente organizzativa che contraddistingue il budget:
si tratta di uno strumento di guida del management, che impegna i soggetti verso obiettivi prestabiliti,
responsabilizzandoli altresì sui risultati. È dunque un modello di comportamento.
19. Quali differenze presentano il budget di cassa e il budget fonti-impieghi?
Budget di cassa e budget fonti-impieghi sono due programmi strettamente correlati che concorrono a
formare il budget finanziario. Si tratta di due programmi complementari e non alternativi. La principale
differenza tra i due risiede nel fatto che il budget di cassa è temporizzato.
Sebbene infatti il budget fonti-impieghi metta in evidenzia la fattibilità finanziaria di un programma di
gestione a livello globale annuo, esso può non mettere in luce eventuali ingenti fabbisogni di mezzi liquidi
(poiché non temporizzato). Il budget fonti-impieghi accogli i flussi globali finanziari; mentre il budget di
cassa prevede la determinazione di saldo iniziale, saldo mensile e saldo progressivo.
20. Perché il programma delle funzioni generali non è diretta conseguenza del programma del budget di
produzione?
Il programma delle funzioni generali non è diretta conseguenza del budget di produzione poiché la
determinazione dei costi è affidata in larga parte al giudizio personale dei manager, mancando un legame
quantitativo preciso. I costi del budget delle funzioni generali sono principalmente discrezionali - legati a
obiettivi di sviluppo - diversamente dall’area di produzione che vede una prevalenza di ingenti costi
tecnico-parametrici.
21. Perché il budget delle fonti e degli impieghi deriva sia da programmi operativi che da altri programmi
extra-operativi?
Il budget fonti-impieghi mette in luce non solo i mezzi finanziari occorrenti per la copertura di investimenti
operativi (es. acquisti di impianti e scorte di prodotti), ma più in generale il fabbisogno determinato dalla
gestione (es. rimborso di debiti e di capitale proprio). Questi due ultimi impieghi costituiscono un problema
squisitamente finanziario (gestione extra-operativa). Dal lato delle fonti, tale budget tiene conto dei vari
finanziamenti. Si tratta nuovamente di programmi extra-operativi poiché riguardano non la gestione
caratteristica, ma la gestione finanziaria.
22. Come si calcolano i costi fissi secondo le loro modalità di imputazione agli oggetti di calcolo?
I costi fissi sono quei costi la cui entità non dipende dal volume di produzione, almeno fino al
raggiungimento di una certa capacità produttiva. Secondo le modalità di imputazione agli oggetti di calcolo
si distinguono costi fissi diretti e costi fissi indiretti.
I primi (costi fissi d