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Teologia e cinema
L'uomo che vuole farsi Dio
Una settimana da Dio
Titolo film: Una settimana da Dio
Paese: Stati Uniti
Regia: Tom Shadyac
Cast: Jim Carrey, Morgan Freeman, Jennifer Aniston, Steve Carell
Anno di uscita: 2003
Sceneggiatura: Steve Koren, Mark O'Keefe, Steve Odekerk
Montaggio: Scott Hill
Fotografia: Dean Semler
Musiche: John Debney
Soggetto: Il film parla di Bruce Nolan (Jim Carrey), un reporter la cui vita sembra andare sempre per il verso sbagliato, a lavoro viene messo in secondo piano e la relazione con la sua fidanzata Grace con la quale convive da tempo si sta incrinando. La situazione per lui continua a peggiorare e se la prende con Dio, che tuttavia non ascolta le sue preghiere. Dio (Morgan Freeman) stanco di sentire le sue lamentele e che il suo operato sia messo in discussione, decide di passare tutti i suoi poteri a Bruce.
Si tratta di una commedia, con una costruzione temporale cronologica, la vicenda si svolge in una settimana circa, utilizzando per la maggior parte un linguaggio
ironico e superficiale. La maggior parte delle canzoni utilizzate per la colonna sonora non le conoscevo, ma ho trovato davvero bella la canzone The power – Snap!, (gruppo anni 90). Ho scelto questo film perché lo reputo un film importante per entrare a pieno, anche se in maniera leggera, nel mio cineforum. Nonostante la superficialità di questa commedia, per me ha un significato profondo in quanto mi rivedo molto nel protagonista. Sono una persona che vorrebbe il potere di decidere il suo futuro, vorrei cambiare le cose che secondo me non sono giuste nella mia vita e averne il pieno controllo. Vorrei essere appunto il dio di me stesso, della mia vita. Ma vedo anche come nel film viene spiegato quanto questa visione sia così egoistica e erronea. Nel film ci sono molti errori di inquadratura e discontinuità tra di esse. Un esempio è quando all'inizio del film dei teppisti crepano il finestrino della macchina a Bruce, nella scena in cui lui se ne va dalpalazzone di Dio, questo è intero. Successivamentelo si rivede rotto.
Nel complesso a me il film non è piaciuto particolarmente, tolto qualche scena particolarmente ironica che mi ha fatto sorridere.
Io, io, io... e gli altri
Titolo film: Paese: Italia
Regia: Alessandro Blasetti
Cast: Walter Chiari, Gina Lollobrigida, Vittorio de Sica, Marcello Mastroianni, Silvana Mangano, Nino Manfredi
Anno di uscita: 1965
Sceneggiatura: Alessandro Blasetti, Carlo Romano, Suso Cecchi d'Amico, Ennio Flaiano, Giorgio Rossi, Age, Furio Scarpelli, Adriano Baracco, Leo Benvenuti, Piero De Bernardi, Lianella Carell, Libero Solaroli, Vincenzo Talarico
Montaggio: Tatiana Casini Morigi
Fotografia: Aldo Giordani
Musiche: Carlo Rustichelli
Soggetto: Il film parla di un famoso giornalista e scrittore che decide di iniziare una inchiesta sull'egoismo. Durante dei normali giorni lavorativi, il lavoro pensato dal protagonista inizia ad assumere una forma. Tuttavia con il tempo inizia a sostituirsi
Ai personaggi sui quali stava indagando e la narrazione diventa una sorta di confessione, riscoprendo attraverso ricordi e incontri e scoperte varie anche tutto il suo egoismo.
Alla fine del suo lavoro Sandro, il giornalista arriverà alla conclusione che la vita vada invece vissuta in funzione degli altri.
Si tratta di una commedia italiana, quindi il film nel suo complesso è una forte critica al sistema Italia e al comportamento dell'italiano persona singola, usando tuttavia un linguaggio per far ridere.
La fotografia è realizzata in bianco e nero e sono molto originali le musiche usate.
Ho scelto questo film per dare un taglio diverso e più serio al mio cineforum, iniziato in maniera molto leggera con il primo film, "Io, io, io... e gli altri", sempre con un linguaggio ironico riesce ad essere una feroce critica verso l'egoismo e il solipsismo nella quale molte persone vivono, riuscendo anche ad essere sotto certi aspetti profetico e molto attuale anche.
Cinquanta anni dopo la sua distribuzione. Il film mi è piaciuto nonostante io sia abituato ad una velocità più elevata delle scene e della costruzione della storia, comunque superata la prima parte, il film prosegue bene senza risultare pesante.
The Truman Show
Titolo film: The Truman Show
Paese: Stati Uniti
Regia: Peter Weir
Cast: Jim Carrey, Laura Linney, Noah Emmerich, Natascha McElhone, Holland Taylor, Ed Harris
Anno di uscita: 1998
Sceneggiatura: Andrew Niccol
Montaggio: William Anderson
Fotografia: Peter Biziou
Musiche: Burkhard Dallwitz
Soggetto: Il film racconta la storia di Truman Burbank (Jim Carrey), un uomo sposato, con un lavoro che sembra vivere una vita normale, tuttavia la sua vita inizia a stressarlo e decide così di voler un po' uscire dall'ordinarietà della sua vita decidendo di viaggiare magari in altri paesi, ma ogni volta si vede occludere questa possibilità per motivi diversi, frustrato da ciò lo rivela al suo migliore amico.
checommetterà l'errore fatale che farà scoprire a Truman la terribile verità che si nasconde dietro tutto. Si tratta di una commedia drammatica, il film è costruito in ordine cronologico, nel quale però si inseriscono spesso flashback della vita passata di Truman, che viene ripreso da quando ancora era un'embrione nella pancia di sua madre, il programma finisce quando Truman riesce ad uscire dal set. La colonna sonora era da me interamente sconosciuta. Ho scelto questo film perché a mio parere affronta in maniera molto esaustiva il tema da me scelto, se vediamo il film dal punto di vista del regista, un uomo che decide di creare un mondo apparentemente perfetto nel quale Truman, il protagonista, è immerso fin dalla sua nascita, e nel quale il film è ambientato. Questo è un film a me caro perché interpreta alla perfezione ciò che era ed è la mia visione un po' infantile di genitore, che in ogni modo eMezzo cerca di volere crescere suo figlio in un mondo senza difetti, senza permettere che viva mai esperienze negative o dannose per la sua vita, come divertimenti sbagliati o amicizie sbagliate anche se spesso sono anche esperienze negative o delusioni che permettono una crescita individuale.
Questo film nonostante non sia uno dei miei preferiti mi colpisce, e mi suscita riflessioni, soprattutto perché nonostante sia stato realizzato ormai quasi venti anni fa, riesce benissimo a descrivere la vita della mia generazione, una generazione pervasa dall'uso eccessivo e ossessivo dei social network.
Limitless
Titolo film: Limitless
Paese: Stati Uniti
Regia: Neil Burger
Cast: Bradley Cooper, Robert De Niro, Anna Friel, Andrew Howard, Abbie Cornish, Johnny Whitworth, Robert John Burke, Darren Goldstein
Anno di uscita: 2011 tratto dal romanzo "The Dark Fields" di Alan Glynn
Sceneggiatura: Leslie Dixon
Montaggio: Naomi Geraghty, Tracy Adams
Fotografia: Jo Willems
Musiche: Paul Leonard
Morgan-Soggetto: Il film, tratto dal romanzo "The Dark Fields" di Alan Glynn, racconta di Eddie (Bradley Cooper), un uomo che si accorge di essere un fallito: in amore, ed anche nel lavoro, lui che è un aspirante scrittore, che non riesce a sfondare per via di un blocco, la sua vita cambia di colpo quando incontra il fratello della sua ex-moglie che gli fa provare la NTZ, una potentissima droga che aumenta in maniera incredibile le potenzialità celebrali, rimuoverà il suo blocco, e cambierà la sua vita in maniera inaspettata.
Si tratta di un thriller fantascientifico ambientato prevalentemente a New York.
La colonna sonora era da me interamente sconosciuta.
Mi è particolarmente piaciuta l'interpretazione di Bradley Cooper del protagonista sia sotto effetto della droga che non, e di fatto ho trovato questo film molto divertente essendo colpito dalla facilità da parte di chi guarda il film nel rivedersi nel protagonista, trovo inoltre che molte
Le tematiche che affrontiamo sono attuali, come ad esempio l'utilizzo di sostanze per estraniarsi e fuggire dalla situazione di vita attuale, dalla depressione e dalle sofferenze presenti nella vita.