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L'IMPATTO DELLE NUOVE TECNOLOGIE NELLA SCUOLA

IL COMPUTER NELLA SCUOLA

Agli inizi degli anni Ottanta il PERSONAL comincia a diffondersi nelle scuole di tutti i paesi avanzati del mondo.

Il processo di diffusione dei nuovi media nella scuola avviene attraverso 4 fasi:

PRIMA FASE: inizi anni Ottanta; ha origini negli Stati Uniti e precede l'avvento del personal. È la fase dell'istruzione programmata e dei tutoriali in cui il computer è visto come una specie di sostituto dell'insegnante che gestisce il percorso di apprendimento dell'allievo (computer-tutor).

SECONDA FASE: metà degli anni Ottanta; Corrisponde nella scuola all'avvento della filosofia del computer come utensile cognitivo (computer tool). In questo caso, a differenza della situazione precedente, il controllo dell'apprendimento è nelle mani dell'utente e non del sistema informatico (è l'epoca dei general purpose: scrittura, archiviazione, disegno, ecc.).

foglio elettronicoe dei micromondi).

MICROMONDI: ambienti artificiali composti da oggetti ai quali si possono attribuire determinate regole.

TERZA FASE : primi anni Novanta; trova il suo emblema nel computer come utensile comunicativo multimediale.

QUARTA FASE : fine anni Novanta – Nuovo Millennio; vede ormai al centro il computer utensile cooperativo. Questa fase è caratterizzata dalla ricerca di ambienti idonei a favorire forme di apprendimento collaborativo a distanza. Nasce la TELEMATICA dall’incontro fra informatica e telecomunicazioni (comunicazioni a distanza) ed offre 3 tipi di servizi: accesso a risorse e info remote, comunicazione a distanza, cooperazione a distanza.

Anche nel nostro Paese agli inizi degli anni Ottanta appaiono i primi computer, in particolare nelle scuole superiori a indirizzo tecnico o professionale.

Nei primi approcci all’alfabetizzazione informatica si dà grande importanza al SAPER PROGRAMMARE.

Nella scuola di base comincia a

diffusione del LOGO, che è l'unico linguaggio nato espressamente con intenti educativi, con lo scopo di fornire all'alunno uno strumento per imparare a strutturare idee, dunque non un computer per insegnare, ma per pensare! Il LOGO è anche il più noto esempio di micromondo, cioè un ambiente artificiale composto di oggetti cui si possono attribuire determinate regole. Un certo interesse suscitano i VIDEOGIOCHI. Nel 1985 ha avvio il I° PIANO NAZIONALE (PN1) rivolto a studenti tra i 14 e i 16 anni che ha coinvolto circa 4000 scuole e 20.000 insegnanti di matematica e fisica delle superiori, orientato all'introduzione dei concetti teorici fondamentali dell'informatica e della programmazione. Nella seconda metà degli anni Ottanta l'attenzione si sposta verso gli ambienti general purpose (software come foglio di calcolo, database). La scoperta del potenziale formativo della videoscrittura rappresenta la grande svolta che sta alla diffusione del LOGO.basarsi su un'adeguata formazione dei docenti. È fondamentale che gli insegnanti vengano formati sull'utilizzo delle nuove tecnologie e su come integrarle efficacemente nella loro pratica didattica. La formazione dei docenti può avvenire attraverso corsi specifici, workshop e sessioni di formazione continua. È importante che gli insegnanti imparino a utilizzare i nuovi strumenti tecnologici in modo creativo e innovativo, in modo da poterli sfruttare appieno per arricchire l'esperienza di apprendimento degli studenti. Inoltre, la formazione dei docenti dovrebbe includere anche l'acquisizione di competenze digitali, come ad esempio la capacità di navigare in internet in modo sicuro e responsabile, di utilizzare software di produttività e di gestione delle informazioni, e di valutare criticamente le risorse digitali disponibili. Solo attraverso una formazione adeguata, gli insegnanti potranno diventare veri e propri facilitatori dell'apprendimento, in grado di guidare gli studenti nell'utilizzo consapevole e critico delle nuove tecnologie, e di sfruttarle per favorire l'acquisizione di competenze e conoscenze. In conclusione, la formazione dei docenti è un elemento fondamentale per sfruttare appieno le potenzialità delle nuove tecnologie nella didattica. Solo attraverso una formazione adeguata, gli insegnanti potranno diventare protagonisti del cambiamento e contribuire a creare un ambiente di apprendimento innovativo e stimolante.

senso di sicurezza del docente, infatti, è un aspetto fondamentale. Nella formazione tecnologica è ormai noto come particolare importanza assuma l'esistenza di servizi di assistenza continua e soprattutto disponibilità sul territorio di persone esperte (TUTOR).

Dagli anni Novanta si afferma, appunto, la figura del TUTOR, inteso non più come formatore, bensì come facilitatore, consulente e guida.

La formazione tecnologica deve presentarsi sin dall'inizio densa di significatività didattica.

C'è poi la questione dell'organizzazione temporale. Non ha senso pensare che dopo un corso (30 - 40 ore) gli insegnanti siano capaci di impiegare autonomamente le nuove tecnologie. Al termine del corso, infatti, si ha un rapido decadimento di quanto si è imparato, specie se non si passa subito alla fase attuativa.

Dunque la formazione tecnologica deve essere dilazionata nel tempo in piccole dosi ricorrenti sostenuta

Costantemente dal sostegno di persone più esperte. Dovrebbe in sostanza trasformarsi in attività sperimentale e infine in attività ordinaria. Il processo di acquisizione delle tecnologie solo in parte ha un carattere tecnico; fondamentalmente rimangono le problematiche dell'insicurezza e la gestione dell'ansia dinanzi all'innovazione da parte degli insegnanti. 15 Si ha l'impressione di vivere alla giornata, il senso di avanzare a tentoni, la perplessità nel sacrificare parti del programma. La SOMEKH propone delle strategie nell'avvicinamento degli insegnanti alle nuove tecnologie:

  1. L'acquisizione di conoscenza teorica deve avvenire congiunta nello stesso tempo a una forte esperienza operativa.
  2. Mentre gli insegnanti acquisiscono competenza tecnologica, essi devono nello stesso tempo sperimentare le tecniche del loro insegnamento.
  3. Gli insegnanti devono disporre di opportunità di discussione dei loro piani e delle eventuali

Riserve e difficoltà che incontrano. In generale le teorie sulla formazione tecnologica vanno cambiando. Rispetto al modello tradizionale in cui l'insegnante veniva alfabetizzato attraverso un'esperienza massiccia, oggi sono preferibili percorsi più articolati che partono da problemi e aspettative degli insegnanti piuttosto che non dalla tecnologia affiancati da un supporto continuativo di colleghi più esperti (tutors).

Seguendo le indicazioni della Somekh è possibile stilare un "vademecum" per la formazione tecnologica degli insegnanti.

È importante che la formazione tecnologica dei docenti sia:

  1. Completamente alleggerita da tecnicismi
  2. Non si presenti come obbligatoria; l'insegnante deve partecipare solo se realmente motivato
  3. Non sia concentrata tutta in una fase, ma sia articolata nel tempo
  4. Sia subito situata sul piano metodologico - didattico
  5. Tenga in considerazione i problemi emotivi dell'insegnante

(ansia, insicurezza…) 166) Sia costantemente accompagnata dal supporto di insegnanti più esperti

INNOVAZIONE TECNOLOGICO – DIDATTICA

Huberman

Secondo Huberman l’errore più frequente consiste nell’identificare l’innovazione tecnologico – didattica con la sua semplice adozione.

I Dirigenti scolastici considerano attuata l’innovazione nel momento in cui l’hanno accolta. Ma una cosa è introdurre un’innovazione istituzionalmente e un’altra è farla riuscire operativamente!

Quali sono i rischi? Es. la cattiva pertinenza d’impiego, l’abuso di strumenti sofisticati in circostanze in cui è più pratico usarne di più semplici. L’insegnante coinvolto nella tecnologia può essere incautamente indotto a giustificare qualunque impiego del computer pensando che questo abbia comunque una qualche valenza educativa (es. la lettura sul monitor: se si ha a che fare con un lungo testo

sequenziale è meno vantaggiosa rispetto al più agevole testo stampato). Accade il più delle volte che gli insegnanti facciano delle cose senza sapere il perché. Bisogna allora sviluppare consapevolezza critica sull'innovazione didattica. Come sviluppare tale consapevolezza? In primo luogo bisogna accettare che l'attività sia oggetto di "rendiconto".

Accountability: problema della rendincontazione Un'esperienza didattica che intenda offrire un contributo innovativo deve rispondere a:

Le pretese di significatività: sapere che cosa si sta facendo e perché;

Le pretese di esplicitezza: rendere trasparente l'intero processo;

Le pretese di gestibilità: l'azione intrapresa deve essere anche giustificabile dal punto di vista di una ragionevole efficienza ed efficacia (risparmio di fatica e contenibilità in tempi ragionevoli). Non è raro il caso che

un’innovazione didattica anche suggestiva debba in realtà il suo successo a uno sforzo del tutto eccezionale, il che rende l’esperienza del tutto unica e irripetibile; Le pretese di validità: l'innovazione introdotta apporta evidenti vantaggi in termini di acquisizione di conoscenze o di abilita'? A questo punto bisogna chiedersi se l’innovazione tecnologica può favorire il miglioramento qualitativo della scuola e sotto quali condizioni. QUALITA’ E SISTEMA SCUOLA Oggi si parla molto della QUALITA’ della SCUOLA. Ci si domanda se l’innovazione tecnologica possa favorire il miglioramento qualitativo della scuola. Ci sono alcuni cattivi modi di intendere la qualità. Il rischio maggiore è il cambiamento di facciata, il voler ottenere a tutti i costi il riconoscimento di istituzione eccellente (il bollino): “la nostra scuola ha parecchi laboratori…ecc..”. In particolare la tecnologia funge da

“specchietto”:PRODUCIAMO CD-ROM, ABBIAMO UN SITO INTERNET. Magari però nellastessa scuola i rapporti umani sono pessimi, gli insegnanti sono frustrati, i più tiranoavanti senza convinzione.Inoltre è ormai nota la profonda frattura esistente fra l’insegnante e la scuola come“burocrazia”.L’insegnante sa benissimo che la vita della classe è completamentediversa da quanto viene scritto per soddisfare la burocrazia. C’è un discreto accordosul fatto che la tecnologia da sola non è sufficiente per favorire un cambiamento diqualità della scuola. Essa diventa, tuttavia, efficace in sinergia con altri elementi,come componente di un più generale processo di cambiamento organizzativo.Ci sono poi aree specifiche per le quali l’innovazione tecnologica può fornire unapporto rilevante:

  • Allestimento di ambienti integrati per l’autoapprendimento;
Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
90 pagine
1 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/03 Didattica e pedagogia speciale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Sara F di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Tecnologie dell'istruzione e dell'apprendimento e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Suor Orsola Benincasa di Napoli o del prof Ferri Paolo.