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Le attuali tecniche di smantellamento delle scorie prevedono un primo trattamento chimico o
meccanico di riduzione del volume e un successivo stoccaggio, che può essere di due tipologie:
1. Per le scorie a basso livello di radioattività si ricorre al deposito superficiale, ovvero il
confinamento in aree terrene protette e contenute all’interno di barriere ingegneristiche;
2. Per le scorie ad alto livello di radioattività si ricorre, invece, al deposito geologico, ovvero
allo stoccaggio in bunker sotterranei profondi e schermati in modo da evitare la fuoriuscita
di radioattività nell’ambiente esterno.
I siti geologici più adatti ad accogliere materiali radioattivi potrebbero essere formazioni granitiche
molto compatte o formazioni argillose a permeabilità molto bassa. I ricercatori stanno vagliando
altre possibilità, quali l’eliminazione delle scorie mediante invio nello spazio (su un’orbita solare) o
il riciclo del materiale radioattivo più pericoloso, mediante irraggiamento con neutroni e produzione
di materiale fissile riutilizzabile. 12
L’energia nucleare nel Mondo
La domanda mondiale di energia crescerà del 50% da qui al 2030 e raddoppierà entro il 2050.
Negli Stati Uniti la richiesta della forma più nobile di energia, quella elettrica, crescerà del 40 per
cento nei prossimi 18 anni, passando da circa 3,8 migliaia di miliardi di kilowattora a circa 5,3
migliaia di miliardi di kilowattora. Oggi l'80 per cento dei consumi mondiali (e americani) di energia
è soddisfatto dai combustibili fossili. Domani questa posizione dominante di petrolio, gas naturale e
carbone non sarà più possibile. D'altra parte tutti i paesi del mondo, a eccezione degli Stati Uniti, si
sono già impegnati a ridurre le emissioni di gas serra e, quindi, a limitare l'uso dei combustibili
fossili.
Il futuro è, dunque, delle fonti energetiche alternative. Entro il 2050, sostengono gli esperti
dell'istituto IIASA di Laxemburg, in Austria, almeno il 40 per cento dei consumi mondiali di energia
saranno soddisfatti da fonti a emissioni zero, che non producono gas serra. Le fonti emission-free
sono diverse: l'idroelettrico, l'eolico, il fotovoltaico, il geotermico e il nucleare. Con 438 impianti
attivi sparsi per il mondo, il nucleare copre oggi il sette per cento della torta energetica globale. Ma
rappresenta il 70 per cento dell'energia emission-free della massima potenza economica.
I rappresentanti di 18 diversi paesi e di quattro organizzazioni internazionali convenuti a Parigi dal
18 al 20 febbraio scorso, su invito dell'Agenzia per l'energia nucleare e dell'Agenzia internazionale
per l'energia atomica (IAEA) e in collaborazione con l'Unione europea, hanno sostenuto che
"l'energia nucleare deve restare o deve diventare parte integrante di quel mix di fonti che deve
soddisfare il bisogno mondiale crescente di energia, contribuendo sia alla sicurezza energetica sia
alla lotta ai cambiamenti del clima". In questa sua versione "verde", il nucleare non si propone
come alternativa ma come integrativa delle fonti rinnovabili.
Tuttavia, se gli scenari ecologici (cambiamento del clima) e geopolitici (instabilità del Medio
Oriente) ridanno forza all'"atomo amico", restano per ora inalterati i problemi strutturali di fondo
che, negli ultimi quindici anni, hanno fortemente rallentato il suo sviluppo: gli alti costi, lo
smaltimento delle scorie, le questioni di sicurezza sanitaria, ambientale e militare.
I fondamenti tecnici di un nucleare che potremmo definire "intrinsecamente pulito" si riferiscono
solo in parte ai reattori di generazione III, a sicurezza intrinseca, che sono stati progettati negli
ultimi anni per sostituire gli attuali reattori in uso, detti di generazione II. In realtà è opinione diffusa
che il rilancio del nucleare possa avvenire solo con una nuova generazione di reattori, la
generazione IV, quasi tutta ancora da progettare. Una generazione di reattori che, sostengono
Lake, Bennett e Kotek, si assume l'onere di rendere sostenibile l'intero ciclo nucleare,
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dall'estrazione dell'uranio nelle miniere, all'uso senza produzione di scorie in reattori ad altissima
sicurezza, con un obiettivo dichiarato: chiudere il cerchio del processo senza ipotecare, in nessun
modo, né il presente né il futuro delle prossime generazioni.
Quello della produzione di scorie è, forse, il problema tecnico più serio. Gli attuali reattori nucleari
bruciano solo l'uno per cento del materiale fissile con cui vengono alimentati. Dopo il ciclo, i
materiali radioattivi diventano rifiuti, costosi da stoccare ed estremamente pericolosi. I reattori di
generazione IV dovrebbero utilizzare tutto il combustibile, sia l'uranio originario sia il plutonio
eventualmente prodotto, portando praticamente a zero la quantità di rifiuti radioattivi prodotti. I
reattori di nuova generazione attualmente allo studio appartengono a tre grandi classi: quelli
raffreddati a gas, quelli raffreddati ad acqua e quelli a spettro veloce. I primi sono molto piccoli,
consentono una ricarica continua del combustibile nucleare, non possono fondere e sono
raffreddati con un gas nobile, l'elio, che non reagisce chimicamente con altre sostanze. Il primo
reattore raffreddato a gas diventerà operativo in Sudafrica nel 2006. La statunitense Westinghouse
Electric ha messo a punto un progetto innovativo del vecchio reattore raffreddato ad acqua, che
consente di aumentare la sicurezza e di diminuire la grandezza dell'impianto. Questo tipo di
reattore avrebbe un'alta efficienza energetica e quindi consentirebbe di diminuire i costi. Ma ha
ancora problemi di sicurezza irrisolti. L'ultimo tipo di reattori di nuova generazione che si sta
esplorando è quello cosiddetto a spettro veloce, perché produce neutroni ad alta energia. Anche in
questo caso si ha un forte aumento della efficienza. Tuttavia non viene definitivamente risolta la
questione delle scorie.
I tre statunitensi nella loro relazione dimenticano il reattore ad alta sicurezza intrinseca immaginato
dall'italiano Carlo Rubbia. Tuttavia al di là della rivalità tra scuole di pensiero, tutti gli amici
dell'atomo sono convinti che il nucleare con centrali piccole, efficienti, sicure, a emissioni e
produzione di rifiuti zero, diventerà una delle opzioni energetiche per lo sviluppo sostenibile del
pianeta. Gli esperti del DOE sostengono che i reattori di generazione IV saranno commercialmente
operativi al massimo entro il 2030.
Sarebbe un peccato opporre a cotanta fiducia uno scetticismo pregiudiziale. Il nucleare può e deve
essere una delle piste da battere alla ricerca delle fonti d'energia sostenibili. Sarebbe tuttavia
imprudente ritenere che ogni problema sia risolto e che questa ricerca si sia già conclusa.
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L’energia nucleare e l’Italia
Sono passati 21 anni dal referendum che ha escluso dal panorama italiano le centrali nucleari. Da
allora sono stati fatti grandi progressi tecnologici e cresce anche in Italia il numero di sostenitori
dell’energia nucleare, che è vista sempre più come una fonte pulita ed economica.
Come è noto, il nostro Paese è un grande importatore di energia elettrica, pertanto, è alla mercé
dei problemi che possono sorgere in casa altri, come è successo nel 2005, quando un albero
caduto su una linea aerea svizzera tenne al buio mezza Italia per quasi un giorno. Segnali di quello
che ci attende sono quei black out di pochi minuti che hanno interessato il Paese nei tempi passati.
D’altra parte la corsa al nucleare è ripresa: infatti, un centinaio di reattori sono in progetto in tutto il
mondo da qui al 2020. E’ il secondo boom dopo quello degli anni sessanta - settanta, i cui reattori,
oggi, stanno entrando nella fase di declino. I paesi più avanzati progettano di chiudere le centrali
nucleari obsolete e costruire quelle di ultima generazione.
L’Italia, per insipienza, incompetenza e irresponsabilità è destinata a restare fuori da questo
mercato come è già successo con l’alta tecnologia, la chimica, la farmaceutica, l’aerospaziale tutti
settori ad elevato valore aggiunto. Con l’aggravante che vengono prospettate ai cittadini soluzioni
immaginifiche e in aperto contrasto con le conoscenze economiche, scientifiche e tecnologiche,
allontanando, pertanto, la possibilità di elaborare analisi critiche realistiche su scelte dotate di
prospettive concrete.
Con il greggio a 60 dollari al barile e la concentrazione di anidride carbonica che si avvicina alle
500 parti per milione, l’energia nucleare si presenta come la forma di energia pulita più economica
oggi disponibile. Si può affermare con assoluta certezza che l’uso dell’energia da fonte nucleare è
l’unica soluzione, sui grandi numeri, se si vuole realmente arginare l’effetto serra.
Per la prima volta dalla sua nascita l’International Atomic Energy Agency ha lanciato un appello per
spingere i paesi industrializzati a costruire centrali nucleari di nuova generazione. Nel suo ultimo
rapporto l’agenzia ha dipinto un futuro energetico “sporco, costoso e incerto” se non si darà
un’accelerazione allo sviluppo di reattori nucleari.
Sul fronte dei produttori si sono formati tre poli molto agguerriti: General Electric e Hitachi, Areva e
Mitsubishi, Toshiba e Westinghouse (incorporata dall’industria giapponese); questi gruppi hanno
già una trentina di reattori in costruzione, uno dei quali in Finlandia, paese tra i più sensibili alle
problematiche ambientali.
I reattori di ultima generazione progettati negli Usa sono mini-impianti da 500 MW che puntano
sulla sicurezza passiva, ottenuta innescando un rallentamento automatico della reazione nucleare
in alcuni casi di anomalia. Questo sistema aumenta la sicurezza e diminuisce i costi di
realizzazione.
I francesi dell’Areva puntano, invece sull’European Pressurized Water Reactor (Epwr) di terza
generazione, da 1.500 MW. A fronte di costi di gestione molto bassi l’energia nucleare ha costi di
realizzazione più elevati rispetto ad una centrale alimentata da combustibile fossile; l’entità
dell’investimento iniziale rappresenta l’ostacolo più impegnativo per la ripresa del nucleare,
pertanto, la tecnologia Usa dell’Economic Simplified Boiling Water Reactor (Esbwr) potrebbe avere
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maggior successo. Va comunque sottolineato che a fronte dello scenario di un’energia sporca,
costosa e incerta la soluzione nucleare non ha rivali.
Paese % Olio/altro % Carbone % Gas % Nucleare % Rinnovabili
naturale
Giappone 12 28 23 28 9
USA 4 50 18 19 9
Francia 1 5 4 79 11
Germania 2 49 11 26 12
Spagna 8 27 27 20 18
UK 1 35 39 20 5
Italia