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Solventi e processo dissolutivo:
8) Sciroppi e elisir:
Preparazioni liquide per uso orale, o meglio preparazioni acquose dal sapore dolce e una consistenza viscosa. Possono
contenere saccarosio a una concentrazione pari almeno al 45%. Sono considerati la forma farmaceutica di elezione per i
bambini, anziani e coloro che hanno difficoltà a deglutire. Adatti a nascondere il sapore amaro di molti farmaci.
Possiamo distinguerli in vari tipi:
Sciroppo semplice: Costituito da 665 g di saccarosio sciolto in 335 g di acqua. Serve come veicolo edulcorante per la
preparazione di sciroppi medicati. La presenza dello zucchero dà alla soluzione una densità molto elevata e una
pressione osmotica non adatta allo sviluppo di microrganismi perciò non è necessario l’aggiunta di conservanti.
Sciroppo aromatizzato: Per la correzione del gusto ma non sempre da solo è sufficiente. Si aggiungono oli essenziali ad
alta polarità e alcool benzilico perché gli oli sono insolubili in acqua, e conservanti.
Sciroppo medicato: Costituito da uno sciroppo semplice contenente in soluzione uno o più farmaci. Si ottengono
sciogliendo i farmaci nello sciroppo o preparandoli in soluzione con acqua e poi aggiungendo lo zucchero richiesto. Il
primo metodo si può usare solo per un numero limitato di farmaci, cioè a quelli che sono solubili in acqua.
L’introduzione del farmaco può avvenire o a freddo o a caldo quando la temperatura è al di sotto dei 30-40°C o se esso
è termolabile a freddo in polvere finissima e sotto agitazione.
Elisir: Meno usati oggi. Sono soluzioni idroalcoliche con alcool al 15-18% non adatte per i bambini sotto i 6 anni.
9) Gocce:
Non son una forma farmaceutica ma un sistema di dispensazione accurato e preciso. Sono preparazioni liquide costituite
da soluzioni o da sospensioni acquose o oleose o emulsioni destinate ad essere somministrate per via orale, nasale,
auricolare e oftalmica. Vengono dispensate in recipienti muniti di un dispositivo che permette di contare le gocce o da
recipienti accompagnati da un dispositivo separato. Se il sistema è usato correttamente è molto preciso perché le gocce
hanno tutte la stessa massa, che dipende dal diametro esterno del contagocce e dalla tensione interfacciale fra il liquido
che vado a dispensare e il materiale del contagocce. Il vetro è il materiale d’elezione perché è chimicamente puro.
10) Geli e mucillaggini:
I geli sono preparazioni semisolide costituite da sistemi dispersi solido-liquido, la cui fase dispersa forma un reticolo
tridimensionale che trattiene la fase disperdente liquida. Le particelle inorganiche disperse nella fase continua formano
una struttura tridimensionale nel gel mentre quelle organiche per gelificare devono essere solvatate e aderire tra loro in
diversi punti per formare il reticolo. Le loro catene si estendono in un buon solvente come l’acqua formando legami
idrogeno tra l’acqua e il gruppo ossidrilico dell’agente gelificante. La reticolazione del polimero è responsabile della
viscosità e della struttura del gel. Il punto di gelificazione è la concentrazione dell’agente gelificante al di sotto della
quale non si forma il gel. I geli si classificano in base alla natura della fase disperdente suddividendoli in geli idrofobi e
idrofili. Un altro tipo di classificazione dei geli è quella basata sulle loro caratteristiche reologiche. Si dividono in:
Geli plastici: sono corpi più o meno deformabili.
Geli elastici: che subiscono trasformazioni reversibili in seguito a una sollecitazione e una volta cessata questa tornano
in forma originale.
Geli rigidi: non subiscono deformazioni dopo che si è formato il reticolo.
Mucillaggini?????
11) Dispersioni colloidali liofobe:
Sono materiali che hanno scarsa affinità e attrazione per il mezzo disperdente. Sono per la maggior parte composti
inorganici come oro, argento, zolfo eccetera. La dispersione colloidale, molto poco stabile e più sensibile alla presenza
di elettroliti, avviene per effetto di cariche elettriche apportate da ioni che vengono assorbiti dalle particelle e essendo
dello stesso segno si respingono impedendo l’aggregazione e la precipitazione. Divengono stabili quando il potenziale
d’azione supera i 25 milliVolt.
12) Colloidi d’associazione e solubilizzazione micellare:
Molecole amfifile, come i tensioattivi, che se sono presenti a basse concentrazioni in un mezzo liquido tendono a
esistere separatamente. Con l’aumentare della concentrazione formano aggregati costituiti da più molecole dette
micelle. La concentrazione alla quale esse si formano è detta concentrazione micellare critica (CMC). La
concentrazione del tensioattivo all’interfaccia aria-solvente aumenta finchè sia l’interfaccia che la soluzione siano