Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Capitolo 7 DAL FUTURISMO AL BAUHAUS: MODELLO MECCANICO E CIVILTA’
TECNOLOGICA
Lo spettacolo futurista
Avanguardia: concezione di uno spazio ricettivo ad ogni tipo di intervento, inclusa la
dissoluzione delle proprie coordinate, il capovolgimento e lo stravolgimento dello
spazio fisico.
Manifesto del futurismo 1909 di Filippo Tommaso Marinetti rifiuto drastico per ogni
espressione artistica ancorata al passato; esaltazione dei principi di cui è innervata la
vita moderna: velocità, sintesi, energia, meccanica, artificio; vitalità non mediata dalla
ragione.
Serata futurista: improvvisazione, provocazione, attivazione dello spettatore.
Improvvisazione comunque programmata: ogni spettacolo era costituito sempre dalle
stesse tre parti, cioè presentazione, lettura di programmi futuristi e opere futuriste,
gran finale. La serata costituisce uno spettacolo composito, concepito come unitario
sulla base di una struttura definita a priori, guidata da un’unica figura (generalmente
Marinetti).
Matrice della ritualità popolare che accomuna il movimento futurista a tutte le altre
avanguardie europee: forma vitale nel rovesciamento carnevalesco e parodico della
realtà.
Fucina per la successiva spettacolarità futurista.
1913 Manifesto del teatro di varietà: codificazione e diffusione tramite un
manifesto i principi che avevano animato le serate futuriste. Il teatro futurista
contrappone alla psicologia intrisa id pesante logicità la gaia leggerezza della
psicofollia. Si invocano il meraviglioso, il grottesco, l’assurdo. Esalta il teatro di
varietà, che privo di una tradizione fossilizzante, galvanizza il pubblico, svilisce
il sentimentalismo romantico inneggia all’artificio e alla luce elettrica. Il pubblico
va attivato con espedienti ludici. Insieme al varietà sfilano i generi popolari dello
spettacolo: music-hall e circo.
1915 Manifesto del teatro sintetico: si pongono i fondamenti di un teatro a
statuto nuovo. Composizioni drammaturgiche brevissime in grado di stringere in
pochi minuti, in poche parole e in pochi gesti innumerevoli situazioni, sensibilità,
idee, sensazioni, fatti e simboli. L’evento teatrale deve garantire un flusso
energetico tra platea, scena, retroscena. Uso di oggetti dove le cose inanimate
divengono personaggi e luce, colore e suono sono il motore dell’azione.
Il teatro sintetico viene portato in tournée dalla Compagnia diretta da Ettore Berti.
Non si può propriamente parlare di regia futurista ma ciò non toglie che i procedimenti
futuristi abbiano in sé caratteri propri della nuova organizzazione della scena e che il
futurismo abbia influenzato il teatro di regia successivo.
1915 Scenografia e coreografia futurista: scenografia-architettura sintetica rispetto
all’azione, integrata allo svolgimento drammatico e non più sfondo pittorico. Tragicità
e sensualità vengono suscitate dalla scenografia dinamica, che perciò assume vero
statuto di attore dello spettacolo.
La luce consente la presentificazione, la riduzione dello spazio-tempo al qui ed ora, è
strumento di fusione tra attore, oggetti e spettatore. Lontananza forte dalla visione
simbolista.
1927 Teatro di Pantomima di Prampolini il Futurismo approda al so punto più vicino al
teatro di regia. La pantomima appare per Prampolini la forma più consona per
esprimere lo spirito del tempo meccanizzato.
Il corpo si deve adeguare alle geometrie della scena e questa è concepita in modo
dinamico, così da potersi integrare al movimento dell’attore danzatore. Il ritmo ne
scandisce lo svolgimento e ne assicura l’omogeneità.
Balli plastici (1918) di Fortunato Depero l’immaginario meccanico futurista vira verso
la dimensione del fantastico, del grottesco e del meraviglioso:
Marionette variopinte propongono immagini quasi a se stanti, archetipi piuttosto
→ che personaggi drammatici;
La scena a prospettiva multipla, con volumi che avanzano o arretrano su linee
→ oblique, scardina al percezione di un unico piano della visione.
Due visione dell’attore:
1. Fino al 1916: attore come mezzo meccanico, sottomesso agli imperativi e alla
volontà del regista e dello scenografo;
2. Dal 1917: per rafforzare il senso geometrico dei costumi e ottenere maggiore
libertà nelle loro proporzioni si sarebbe dovuto eliminare l’elemento uomo e
sostituirlo con un automa.
1914 Manifesto della declamazione dinamica e sinottica: la recitazione deve
rispondere al dinamismo delle parole in libertà. La faccia, dove si concentra la
psicologia del personaggio, deve essere priva di espressione; anche la voce si deve
disumanizzare, perdendo modulazioni e sfumature per farsi una cosa sola con le
vibrazioni della materia.
Il clima futur-costruttivista in Russia e la biomeccanica di Mejerchol’d
Il Costruttivismo respira la temperie del Futurismo, che ha il suo corrispettivo russo nel
Cubofuturismo 1912 manifesto: Schiaffo al gusto del pubblico.
Tra 1913 e 1914 Majakovskij, che scrisse il manifesto, compie una tournée. Risale a
questo periodo il viaggio in Russia di Marinetti.
Gli oggetti vengono liberati grazie all’impianto fluttuante della scenografia:
spostano il loro significato e vengono investiti di vita e di dinamismo. Le cose si
rivoltano contro l’ambiente e il loro significato comune.
Nella scenografia il motivo della metropoli compare un dedalo di strade e di
case assiepate su cui spiccano insegne.
La regia non si discosta dagli stilemi simbolisti.
Rapporto fortissimo tra scenografie teatrali costruttiviste e le altre arti
figurative.
Mejerchol’d: distacco dal Simbolismo, tappa necessaria nel suo percorso di rifiuto del
Naturalismo trasferire sulla scena una realtà in divenire, mobile e dinamica, che la
macchina, percepita come potenzialità di affermazione sul reale e non ancora come
minaccia, imponeva di comprendere secondo il proprio modello.
Applicare lo stesso tipo di funzionalità alla macchina umana dell’attore,
contrapponendo l’azione fisica all’azione interiore, in linea con il concetto di regia
unitaria che impone di adottare un unico criterio tanto per la scenografia che per il
corpo.
Biomeccanica: sistema di allenamento globale dell’attore in funzione della recitazione,
una vera scienza del corpo, che ne permette la padronanza con esiti di precisione da
strumento meccanico. Non si tratta però di uno svuotamento dell’elemento umano
quanto di una rivalutazione della sua parte animale, capace di armonia e di ritmo non
guastati da psicologia e ragione. L’emozione teatrale, cioè il rapporto dell’attore con
spazio, ritmo e oggetti scenici, è di primaria importanza.
N = A1+ A2 dove N è l’attore, risultante della somma tra il cervello che dà avvio al
compito e il corpo che lo mette in atto. L’attore deve scomporre il movimento in fasi
ben distinte, giungendo anche alla segmentazione in decine di frammenti. Lo stesso
vale per il collettivo degli attori, dove il movimento di ogni singolo è in relazione
dinamica con gli altri e condiziona l’esito complessivo.
L’acquisizione del ritmo consente di memorizzare la sequenza su una base musicale,
anche interiore.
L’attore a cui pensa Mejerchol’d , pur staccandosi dalla tradizione, ne ha assimilato il
patrimonio: deve essere in grado di sfruttare tutti i modelli che la storia del teatro gli
offre per raggiungere una gestualità antimimetica, un metodo che liberi le potenzialità,
pur sottoponendolo a una rigorosa disciplina. Sulla base dell’ossatura proposta del
regista, l’attore organizza il proprio materiale in una sorta di montaggio.
Recupero dello schema dei ruoli, tanto avversato dai registi, ma qui rivalutato come
perimetro entro cui inserire il lavoro d’attore per sfuggire alla psicologia naturalista.
Importanza della partecipazione comunitaria all’evento scenico nel nuovo contesto
rivoluzionario acquista anche un significato politico e sociale. La vitalità che segue alla
Rivoluzione d’Ottobre, l’irrompere di forze esterne, le influenze delle tecniche
biomeccaniche, influiscono anche sul metodo Stanislavskij il sistema delle
riviviscenze viene incrinato, Stanislavskij si accorge che esso è sbilanciato dalla parte
dell’esperienza interiore, a scapito della duttilità corporea. Il nuovo metodo delle azioni
fisiche impone all’attore una serie si esercizi di improvvisazione che tessono una
trama di gesti capaci di determinare l’emozione necessaria all’interpretazione di una
data parte.
I principi di sperimentazione biomeccanica trovano la loro realizzazione nel 1922, nella
messinscena di Le cocu magnifique di Teatro degli Attori di Mosca:
Praticabilità dello spazio: struttura aperta, tridimensionale e praticabile.
→ Attore sperimenta il rischio della scena in senso letterale. La praticabilità dello
→ spazio richiede le nuove competenze attoriche, ginniche e acrobatiche della
biomeccanica.
Il costume è semplice e non appariscente deve emergere il collettivo degli
→ attori, non il singolo.
Ejzenstejn, direttore del Proletkul’t di Mosca, vi esercizi biomeccanici di Mejerchol’d. la
prima formulazione della teoria è quella del montaggio delle attrazioni attrazione è
per il regista qualsiasi elemento capace di produrre una scossa emotiva nello
spettatore, un effetto sensoriale o psicologico calcolabile. Il montaggio delle attrazioni
deve essere libero, ma rispondere allo scopo di suscitare un unico effetto. Fa molto
riferimento al procedimento teorico futurista.
Il Bauhaus
Nel 1919 Walter Gropius fonda a Weimar il Bauhaus convocando nove esponenti di Der
Sturm; ciò dà conto della continuità esistente tra la prima avanguardia tedesca,
l’Espressionismo, e l’evoluzione della scena verso Astrattismo e Costruttivismo. Vi è
dunque all’interno del Bauhaus un nucleo originario espressionista, l’ala organicista
rappresentata da Schreyer.
Rapporto forte con l’architettura, sia concretamente, nella progettazione degli spazi
nuovi, sia per l’analogia tra le due discipline, entrambe improntate all’organicità di una
costruzione che si articola secondo un unico punto di vista teatro totale, luogo più
consono per superare la frammentarietà dell’individuo e abbattere le barriere che
separano l’arte dalla vita.
Teatri hanno in comune la concezione di uno spazio pluridimensionale, che permetta di
spostare l’azione in mezzo al pubblico, integrando tutte le sfere dell’esperienza
sensoriale.
La totalità implica una regia intesa nel senso più forte. Tale aspirazione alla totalità
<