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Per quanto riguarda la valutazione della presenza di alterazioni psicopatologiche da trauma

sessuale, il primo dato da sottolineare e che per quanto siano stati proposti numerosi modelli per la

spiegazioni della psicopatologia da trauma sessuale, nessuna di essi é cosi precise da consentire la

previsione della sofferenza che può sviluppare il singolo individuo in conseguenza di un abusa

sessuale. L’assenza di un modello scientificamente valido comporta che nessuna alterazione

psicopatologica può essere considerata come la prova di un avvento abuso sessuale. L’abuso é un

evento inaspettato e spesso incomprensibile, che incrina la capacità di aver fiducia negli altri,

alimentando la percezione di un mondo pieno di pericoli insidiosi. Per tale motivo, la vittima spesso

sperimenta un forte senso di impotenza ed una riduzione consistente dell’autostima e

dell’autoefficacia, unitamente a forti sentimenti di vergogna che, involontariamente, emergono in

reazione all’incapacità di evitare l’abuso ed all’esperienza di violazione dell’intimità corporea ed

emotiva. Nei primi momenti successivi all’evento, la vittima può sperimentare una forte chiusura

emotiva, sentimenti di rabbia, acting out sessuali, comportamenti autolesionistici ed abuso di

sostanze. Un’altra specifica alterazione della personalità é l’interiorizzazione di schemi di

malevolenza. L’aver subito abusi sessuali cosi come altre forme di abuso genera, infatti,

1’interiorizzazione di rappresentazioni relazionali disfunzionali. L’abuso, in tal senso, produce una

forma di diffidenza per cui viene persa la fiducia nei confronti delle persone, le cui intenzioni

tendono ad essere eccessivamente e soventemente interpretate in termini malevoli anche quando

non lo sono. La "mispercezione" di tali intenzioni malevole, infatti, serve ad evitare l’investimento

affettivo negli altri, per la paura del rinnovarsi del pregresso dolore da trauma. Frequenti sono i

sensi colpa, che emergono come un tentativo disperato di assumere il controllo di quanto accaduto

sentendosi in parte la causa degli episodi. Da un punto sintomatologico, sono molto frequenti il

disturbo post-traumatico da stress, la depressione, i disturbi dell’alimentazione e del sonno.

Il perito non deve mai accogliere una consegna che preveda la compatibilità tra alterazioni

psicopatologiche riscontrate ed episodi di abuso sessuale, bensì può accettare esclusivamente il

quesito relativo alla valutazione della presenza di alterazione psicopatologiche da trauma non

specifico. Non esistono argomentazioni post hoc che il consulente può utilizzare per avere la

certezza o quasi certezza che la condizione clinica riscontrata sia stata causata dagli eventi

dichiarati. Vi è un modello di valutazione dell’abuso che prevede l’uso integrato di colloqui,

interviste semi-strutturate, test, ed analisi della documentazione disponibile ai fini di ottenere

informazione sui seguenti aspetti:

- condizioni di vita, familiari e relazionali attuali e pregresse;

- eventuali alterazioni psicopatologiche personali o familiari;

- eventuali comportamenti antisociali e di abuso di sostanze;

- scolarità, rendimento accademico/scolastico o lavorativo;

- informazioni sull’abuso dichiarato.

La valutazione sulla probabilità di associazione tra l`abuso dichiarato e le alterazioni cliniche

riscontrate può avvenire grazie ad un uso ragionato delle conoscenze scientifiche e dell’esperienza

clinica. In effetti é bene evitare un giudizio di compatibilità tra abuso sessuale e condizione

psicopatologica, in quanto a prescindere dal grado di probabilità, tale valutazione può essere

facilmente interpretata come un giudizio di causa-effetto tra abuso sessuale ed alterazione

psicopatologica. La psicodiagnostica nel campo dell’abuso ha il compito di descrivere la personalità

e la psicopatologia in atto, evitando di trarre delle inferenze su esperienze psicologiche o

comportamenti accaduti in passato o, ancora, di effettuare previsioni su comportamenti futuri, in

quanto questi dipendono anche da innumerevoli ed imprevedibili fattori (tra cui quelli situazionali).

Le tre caratteristiche essenziali che rendono un evento traumatico possono essere considerate le

seguenti:

— la valenza estremamente negativa dell’evento;

— l’evenienza improvvisa;

— l’impossibilità di controllare e quindi evitare l’evento.

La valenza estremamente negativa di un evento traumatico è data dal fatto che esso provoca — o

minaccia di provocare — un’esperienza molto dolorosa da un punto di vista fisico e/o emotivo.

L’evenienza improvvisa è un elemento essenziale in quanto la consapevolezza di poter affrontare un

evento doloroso consente un graduale adattamento cognitivo ed emotivo ad esso, che a sua volta ne

diminuisce la successiva portata dolorosa l’accadere improvviso dell’evento, invece, fa si che la

persona sia letteralmente sopraffatta dal dolore. La mancanza di controllo fa riferimento al sentirsi

impotenti, incapaci di evitare 1’evento doloroso.

Vi sono due essenziali modalità di risposta psicopatologica al trauma, consistenti nel rivivere

l’evento traumatico e nell’evitamento di tutto ciò che e associabile ad esso. Tali modalità di risposta

si manifestano attraverso diversi correlati psicologici che possono assumere un’intensità di carattere

clinico: la diagnosi del disturbo post-traumatico da stress si basa essenzialmente su queste due

tipologie di risposta. Il rivivere il trauma ha lo scopo di motivare la persona ad elaborare l’evento,

integrandolo nei propri schemi di sé e del mondo. Poiché il rivivere il trauma comporta l’attivazione

di emozioni dolorose, la nostra mente si difenderebbe riducendo l’intensità di tali emozioni

attraverso le reazioni di evitamento quali gli sforzi per evitare i pensieri traumatici, la riduzione

della reattività affettiva/emotiva o l’evitamento dei luoghi in cui é avvenuto il trauma. Queste due

esperienze si alternano ciclicamente finché la persona non elabora il trauma, esse non possono che

essere presenti se una persona ha sviluppato una reazione psicopatologica da trauma: per tale

motivo l’indagine psicodiagnostica non può limitarsi alla verifica di un disturbo post-traumatico da

stress conclamato ma anche analizzare la presenza di tali risposte psicologiche qualora queste si

sviluppino in intensità sub-clinica.

Successivamente a questo primo nucleo di reazioni psicopatologiche da trauma, si possono

sviluppare ulteriori sintomi definiti secondari o associati. Le reazioni secondarie si sviluppano come

conseguenza della difficoltà di gestire ed accettare le alterazioni primarie da trauma

(rivivere/evitare). Le alterazioni associate si sviluppano in relazione a conseguenze più distali dei

sintomi primari coinvolgendo la percezione di sé o della vita. Ad esempio sintomi depressivi

associati possono svilupparsi in conseguenza sentirsi incapaci ed impotenti di fronte ai pericoli in

generale. Le alterazioni psicopatologiche secondarie ed associate più frequenti sono la depressione,

l’aggressività, interferenze sull’auto-stima, problemi di identità, difficoltà nelle relazioni

interpersonali, senso di colpa e vergogna. Sintetizzando, in conseguenza di tale modello diagnostic-

psicopatologico, é bene che il consulente giustifichi la presenza di alterazioni psicopatologiche da

trauma in termini di reazioni primarie (rivivere-evitamento) e di sintomi secondari o associati. Il

consulente può e deve far notare e mettere a disposizione del magistrato tutte le conoscenze

scientifiche e cliniche che ritiene più opportune affinché questi - perito peritorum - possa trarre le

sue conclusioni sui fatti, avendo l’attenzione di chiarirne la portata metodologica. Tali conoscenze

non consentono giudizi di compatibilità, in quanto non possiedono la precisione statistica necessaria

a formulare previsioni altamente probabili ma, di certo, permettono l’osservazione di alcune

regolarità che possono essere opportunamente evidenziate. Seppur il consulente non deve

esprimere giudizi di compatibilità non può non far notare delle eventuali incongruenze presenti,

lasciando al magistrato il compito di utilizzarle nel modo più opportuno.

Un’altro aspetto da considerare e la valutazione di ulteriori eventi traumatici o condizioni cliniche,

attraverso colloqui effettuati non solo con la vittima dell’abuso ma anche, laddove sia possibile, con

familiari ed altri figure professionali coinvolti nelle vicende (assistenti sociali, educatori, medici di

famiglia).

Un ultimo aspetto da considerare riguarda la possibilità di utilizzare dichiarazioni effettuate da

persone altre dalla vittima (parenti, insegnati, educatori, amici): in alcuni casi, queste riferiscono di

visibili segni di sofferenza mentale nella vittima, in successione temporale agli eventi di abuso

dichiarati, o anche di diminuzioni di tali sofferenze in corrispondenza dell’allontanamento

dall’autore dell’abuso o anche in corrispondenza all’espressione della sofferenza relativa alle

violenze.

Sintetizzando i motivi per cui la valutazione psicologica sull’abuso non può offrire giudizi di

compatibilità sono i seguenti:

- la possibile fallacia della capacita di osservazione ed intuizione dello psicologo clinico;

- la mancanza di "precisione" delle ricerche scientifiche sull’abuso che offrono informazioni

di massima senza consentire di trarre conclusioni sul singolo.

Lo specifico apporto della psicodiagnastica nell’assessment degli esiti da trauma é la possibilità di

migliorare la valutaziane clinica attraversa il combinarsi di molteplici fonti di osservazione e

misurazione: colloquio, intervista, questionari e reattivi proiettivi. Il convergere di molteplici

osservazioni aumenta la probabilità di rilevare con esattezza la forma di psicopatologia

eventualmente riscontrata, sia sulla personalità che sulla sintomatologia.

Sintetizzando quanto finora trattato, obiettivo del consulente é:

— rilevare la presenza di esiti da trauma aspecifico;

— quantificarli nel modo più completo e preciso possibile;

— evidenziare al magistrato tutti gli elementi psicopatologici a disposizione affinché questi svolga

il suo lavoro di accertamento dei fatti.

3. GLI STRUMENTI UTILIZZATI

La valutazione psicodiagnostica e avvenuta attraverso l’esame degli atti, l’osservazione clinica

effettuata durante il corso della testimonianza e dei colloqui e l’applicazione di alcuni teste ed

interviste, tra i quali:

— Wechsler Adult Intelligence Scale-Revised o Wechsler Intelligence Scale for Chi

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Publisher
A.A. 2013-2014
9 pagine
1 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/04 Psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher caranzame di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sviluppo tipico e atipico dall'infanzia all'adolescenza e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Libera Università della Sicilia Centrale "KORE" di Enna o del prof Pace Ugo.