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LO SVILUPPO EMOTIVO E AFFETTIVO

L’emozione: E’ una risposta fisiologica, motivazionale, cognitiva e comunicativa, accompagnata sempre da una

dimensione soggettiva e una dimensione sociale.

• cognitiva: il pensiero valuta e attribuisce un significato alle reazioni messe in atto dagli eventi elicitanti

• motivazionale: regolazione del comportamento in relazione ai desideri e agli scopi

• espressivo-comunicativo: presenza di configurazioni facciali e altre manifestazioni non verbali, universali e specifiche

per ogni emozione

• sociale (esperienziale): le relazioni interpersonali vissute o sono la sorgente principale delle reazioni emotive

- Variabili osservabili:

• comportamenti espressivi;

• le azioni manifeste,

• le reazioni fisiologiche,

• gli eventi contestuali che precedono una risposta emotiva.

- Variabili non osservabili:

• la valutazione cognitiva,

• il vissuto soggettivo,

• le relazioni tra persona e ambiente

Le varie componenti dell’emozione possono svilupparsi in momenti diversi.

La componente cognitiva, ovvero la consapevolezza dell’emozione vissuta, matura in momenti successivi rispetto alle

altre.

Esistono 2 circuiti neurali diversi che si possono attivare.

• CIRCUITO SOTTOCORTICALE (amigdala, talamo)

Emozioni primarie (fondamentali)

- Riconoscimento rapido, automatico e non consapevole del significato di un evento.

- No processi cognitivi

- Utile per risposte fisiologiche e motorie

• CIRCUITO CORTICALE (corteccia cerebrale)

Emozioni complesse (secondarie)

- Processi cognitivi: elaborazione, confronto, categorizzazione, inferenza.

- Via più lenta

- Costituisce l’esperienza soggettiva consapevole dell’emozione

• EMOZIONI PRIMARIE

- Condivise da tutti gli individui della nostra specie e presenti nei primati non umani;

- Si manifestano con le medesime espressioni facciali;

- Sono innate in quanto strutturate a livello biologico;

- Felicità, paura, collera, tristezza, interesse (disgusto)

• EMOZIONI SECONDARIE

- Sono il risultato di una evoluzione a cui concorrono l’esperienza, le info ambientali e culturali, lo sviluppo cognitivo,

sociale e comunicativo;

- Non emergono prima dei 18 mesi di vita;

- Hanno origine dalla coscienza di sé (autoriflessive)

LE EMOZIONI SONO INFLUENZATE DA: BASE BIOLOGICA FATTORI CULTURALI ED ESPERIENZA

BASE BIOLOGICA DELLE EMOZIONI

Sistema limbico (primitivo) -> Sviluppo dell’amigdala (adolescenza) ->Sviluppo corteccia frontale (adulta) 10

• TEORIA EVOLUZIONISTICA (Darwin, 1872)

L’evoluzione ha dotato gli esseri umani di un fondamento biologico per le emozioni, che coinvolge lo sviluppo del S.N.

Le espressioni facciali delle emozioni sono:

a) innate, non apprese

b) universali

c) a base evoluzionistica e si sono evolute dalle emozioni degli animali.

FATTORI CULTURALI ED ESPERIENZA

La regolazione e l’espressione delle emozioni sono modellate da caregivers e fattori culturali.

Le regole di espressione delle emozioni non sono universali, ma sono influenzate dalla cultura di appartenenza

I Caregivers giocano un ruolo nella regolazione neurobiologica delle emozioni del bambino

• APPROCCIO FUNZIONALISTA ALL’EMOZIONE (Kopp)

Sottolinea la natura funzionale delle emozioni nella regolazione delle interazioni individuo-ambiente.

- le emozioni sono fenomeni relazionali

- Funzione biologica per la sopravvivenza (es. disgusto);

- Funzione comunicativa negli scambi sociali (es. riferimento sociale);

- Le emozioni sono collegate in molti modi agli obiettivi individuali

• TEORIA DIFFERENZIALE DELLE EMOZIONI Izard

- Fin dalle prime settimane di vita le emozioni sono già presenti e differenziate;

- Ogni emozione primaria è considerata come un pacchetto innato, ciascuno con una configurazione specifica di sintomi

fisiologici e con un’espressione facciale distintiva;

- Per ciascuna emozione vi sono programmi neurali innati ed universali e nel corso dello sviluppo la comparsa delle

espressioni per le diverse emozioni corrisponde alla maturazione neurobiologica.

- Le emozioni secondarie, complesse compaiono successivamente in relazione all’emergere della consapevolezza di sé,

dalla fine del 1° anno di vita.

(Es la paura emerge dopo il 6°mese quando il b è in grado di gattonare, è quindi adattivo riconoscere situazioni pericolose.)

Le emozioni che compaiono per prime sono utili perché motivano il neonato ad interagire con l’ambiente e segnalano alla

madre lo stato del neonato.

- Nascita: Disgusto, interesse per il volto umano, sconforto in presenza di stimoli dolorosi

- 2° mese: sorriso sociale (volto e voce m/a) + sorpresa

- 4°mese: gioia, tristezza, rabbia e collera

- 6°mese: paura

TEORIA DELLA DIFFERENZIAZIONE DELLE EMOZIONI Sroufe

- L’origine delle emozioni scaturisce da un processo nel quale intervengono l’esperienza e lo sviluppo cognitivo e sociale

- Le diverse emozioni hanno origine da uno stato indifferenziato, lo stato di attivazione che si manifesta quando il neonato

è in stato di veglia -> da qui si differenziano le emozioni

-Iniziale stato di eccitazione indifferenziata.

Attraverso l’attività cognitiva (sv. Cognitivo) il b. interpreta, assegna significato, ai segnali interni di tipo fisiologico.

Emergono gradualmente le diverse emozioni che inizialmente sono segnalate da precursori delle emozioni e intorno ai 3-

4 mesi si evolvono in reazioni emotive puntuali.

0-3 mesi: inizio della differenziazione

↓ ↓

Stato emotivo negativo di sconforto Stato emotivo positivo di piacere

3-6 mesi Collera, Disgusto, Paura, frustrazione Gioia Affetto per gli altri

7-8 mesi Le emozioni iniziano ad essere prodotte in risposta ad eventi specifici

- Le emozioni non insorgono all’improvviso, ma durante lo sviluppo per differenziazione dei sistemi-precursori: (es.

frustrazione come precursore della rabbia)

- Il neonato con le sue espressioni facciali non esprime già emozioni vere e proprie, ma un precursore delle emozioni. (Il

neonato non è capace di provare rabbia, ma generalizzata per stimoli che provocano malessere)

Es. SISTEMA PIACERE-GIOIA: il sorriso endogeno evolve a 3 m. in sorriso sociale e selettivo, a 4 m. in riso attivo e gioia

determinati da oggetti/eventi, a 8 m. in riso e gioia determinati dal significato dell’evento. 11

LA COMPETENZA EMOTIVA: Abilità di affrontare in maniera funzionale le proprie e le altrui emozioni

LA COMPETENZA EMOTIVA IMPLICA, DIVERSE ABILITÀ

• Consapevolezza dei propri stati emotivi

• Capacità di riconoscere le emozioni degli altri

• Conoscenza ed utilizzo del lessico emozionale in modo socialmente e culturalmente appropriato

• Sensibilità empatica e solidale alle esperienze emotive degli altri

• Comprensione della differenziazione tra stato emotivo interno ed espressione esterna

• Capacità di affrontare in maniera adattiva le emozioni negative (coping adattivo)

• Regolazione interattiva delle emozioni

• Autoefficacia emozionale.

LE ABILITÀ DELLA COMPETENZA EMOTIVA RIGUARDANO 4 ASPETTI (Denham, 1998):

1. L’ ESPRESSIONE DELLE EMOZIONI: comunicazione delle emozioni, linguaggio verbale e non verb.

Le espressioni del bambino non denotano emozioni ma sensazioni

2. LE REGOLE DI ESPRESSIONE: come le emozioni devono essere espresse (dipendono da cultura..)

3. LA COMPRENSIONE DELLE EMOZIONI: necessario per scambi sociali adeguati

Teoria della Mente: Capacità di riconoscere le cause

4. LA REGOLAZIONE DELLE EMOZIONI: controllare il proprio stato di attivazione (arausal)

Avviene in modo graduale rispetto a ciascuno di questi aspetti:

4 anni-> Comprensione causa emozioni -> i bambini sono molto competenti nell’attribuire le cause delle emozioni a

fratelli, genitori, amici.

5-6 anni -

> COMPRENSIONE RUOLO DEI RICORDI -> Ascolto di storie in cui il protagonista provava tristezza -> ricordo evento triste

dopo un certo lasso di tempo

9-10 anni -> RUOLO DEI VALORI MORALI COME CAUSA DELLE EMOZIONI ->rievocare episodi in cui si sono sentiti in colpa

o hanno provato vergogna in conseguenza di comportamenti inadeguati o sbagliati.

DINAMICHE EVOLUTIVE NELLA REGOLAZIONE DELLE EMOZIONI DURANTE L’INFANZIA

- Stimoli da esterni a interni (l’intervento dei genitori è fondamentale nel primo anno di vita)

- Strategie cognitive. Es. focalizzazione dell’attenzione, evitamento cognitivo, punto di vista positivo. Aumentano con l’età.

- Attivazione (arousal) emotiva: aumenta con l’età la sua regolazione.

- Scegliere e gestire contesti e relazioni (per ridurre emozioni negative)

- Fronteggiare lo stress (strategie di coping)

LO SVILUPPO DELLE EMOZIONI: PRIMA INFANZIA

Espressione delle emozioni primarie (o fondamentali)

La comunicazione delle emozioni permette l’instaurarsi di interazioni coordinate con i caregivers e l’inizio di un legame

emotivo. Grazie a questa coordinazione, tali interazioni sono descritte come reciproche o sincroniche

IL PIANTO è il meccanismo più importante che i neonati hanno a disposizione per comunicare col mondo.

• Pianto di base: un modello ritmico. Alcuni studiosi del comportamento infantile pensano che la fame sia una delle

condizioni atte a stimolare il pianto di base.

• Pianto di rabbia: una variazione del pianto di base in cui viene spinta una maggiore quantità di aria attraverso le corde

vocali.

• Pianto di dolore: un improvviso iniziale lungo pianto sonoro seguito dal trattenimento del respiro, senza la presenza di

un lamento preliminare. Il pianto di dolore è provocato da stimoli molto intensi.

- Il pianto segnala il corretto funzionamento del SNC -> anomalie nella frequenza fondamentale F0 riflettono alterazioni

del SNC

- Il pianto è comunicazione -> studi su come la mamma o il caregiver si rapporta al pianto del bambino dà indicazioni circa

la loro relazione.

IL SORRISO

È un altro importante mezzo che i bambini hanno a disposizione per comunicare le emozioni.

0-1.5 mesi: Sorriso endogeno o riflesso: un sorriso che non avviene in risposta a stimoli esterni; appare generalmente

durante il sonno.

1.5-3 mesi: Sorriso esogeno: un sorriso prodotto da sveglio in risposta a stimoli visivi o acustici, soprattutto il volto e la

voce dei genitori. Gli stimoli in grado di produrlo sono ancora indifferenziati.

Dai 3 mesi: Sorriso sociale: un sorriso che si verifica come risposta specifica alle persone familiari con le quali si instaura

uno scambio reciproco 12

LA PAURA

- È una delle prime emozioni espresse dal bambino (valore adattivo)

- Appare attorno ai 6 mesi ed ha il suo apice verso i 18 mesi.

• Paura dell’estraneo: la forma più comune della paura, per effetto della quale il bambino mostra paura e diffide

Dettagli
Publisher
A.A. 2018-2019
37 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/04 Psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Smn95 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia dello sviluppo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Padova o del prof Benavides Varela Silvia Elena.