Riassunto esame Storia dell'educazione e della letteratura per l'infanzia, prof. Valiani, libro consigliato La Grammatica della fantasia, di Rodari
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Occorre una certa distanza tra le 2 parole, che una sia sufficientemente strane
all’altra e il loro accostamento discretamente insolito xchè l’immaginazione sia
costretta a mettersi in moto x istituire tra loro una parentela, x costruire un insieme
fantastico in cui i 2 elementi estranei possano convivere (es. le 2 parole sono dettate
da bambini, estratte a sorte, etc). nel binomio fantastico le 2 parole non sono prese
nel loro significato quotidiano ma liberate dalle catene verbali di cui fanno parte
quotidianamente.
Le ipotesi fantastiche: tecnica semplicissima che prende avvio dalla
domanda “che cosa succederebbe se…” (x formulare la domanda si scelgono a caso
un sogg e un predicato, la loro unione fornirà l’ipotesi su cui lavorare: gli avvenimenti
narrativi si moltiplicano all’infinito). Es. che cosa succederebbe se la Sicilia perdesse
i bottoni? L’ipotesi fantastica è un caso particolare di binomio fantastico
rappresentato dall’unione arbitraria tra un sogg e un predicato; mutano i componenti
del binomio ma non la loro funzione.
Il prefisso arbitrario: un modo x rendere produttive, in senso fantastico, le
parole è quello di deformarle (i bambini lo fanno x gioco: consente di esplorare la
possibilità delle parole, a dominarle, forzandole in declinazioni inedite). Es il prefisso
“s” (lo stemperino: ogg fantastico che fa ricrescere le punte). Altre possibilità:
Il prefisso bis, tri (es. la trimucca)
- Il prefisso anti (es. antiombrello)
- Il prefisso super (es. superman)
- I prefissi maxi/micro
-
È anch’esso un particolare binomio fantastico (prefisso + sostantivo).
L’errore creativo: da un lapsus può nascere una storia (Lamponia anziché
Lapponia, l’ago di Como anziché lago). Un es. noto di errore creativo è la scarpetta di
Cenerentola di Perrault: la scarpina originale doveva essere in vaire (pelliccia) ma è
stata trascritto verre (vetro). L’errore ortografico, se ben considerato, può dar luogo a
storie comiche e istruttive. Ridere degli errori è già un modo x distaccarsene, la
parola giusta esiste solo in opposizione a quella sbagliata.
La ricerca del tema fantastico può avvenire anche x mezzo dei giochi praticati
da dadaisti/surrealisti. Es. il gioco dei bigliettini a domanda e risposta. Si parte da una
serie di domande che configurano una narrazione:
Chi era?
Dove si trovava?
Che cosa faceva?
Che cosa ha detto?
Che cosa ha detto al gente?
Com’è andata a finire?
Il 1° del gruppo risponde alla 1° domanda, piega il foglio e passa al 2° e così
via. Le fiabe popolari come materia prima: i Grimm erano interessati a costruire
un vivente monumento della lingua tedesca a partire dalle narrazioni popolari.
Andersen prende spunto dalle fiabe del suo paese e le rivive nella sua memoria,
come un modo personale x accostarsi e riscattare la sua infanzia; poi si stacca dalla
fiaba tradizionale x crearne una nuova tipologia, popolata di personaggi romantici e
ogg quotidiani, anche vendette personali. È il creatore della fiaba contemporanea.
Collodi con Pinocchio vive a sua volta di paesaggi della fiaba popolare toscana.
Grimm, Andersen e collodi sono stati i grandi liberatori della letteratura infantile dai
compiti edificanti che le avevano assegnato alle sue origini.
I bambini sono abbastanza conservatori sulle storie, le vogliono ascoltare
sempre con le stesse parole, x il piacere di riconoscerle, di imparare l’esatta
sequenza, di riprovare le emozioni del 1° incontro (sorpresa, paura, gratificazione),
hanno bisogno di ordine e rassicurazione. Tuttavia, x stimolare la fantasia si può fare
il gioco di sbagliare le storie (es. Cappuccetto Giallo) o fare le fiabe a rovescio
(rovesciamento del tema che consente di ottenere una parodia della fiaba). Altra
possibilità è domandare che cosa accade dopo: i bambini lo chiedono
spontaneamente a conclusione della fiaba, c’è sempre la possibilità di un dopo, i
personaggi sono pronti ad agire, si conosce il comportamento. Oppure fare l’insalata
di favole (cappuccetto incontra Pollicino).
Le carte di Propp: nel libro “le radici storiche dei racconti di fate” espone in
modo avvincente la teoria x cui il nucleo + antico delle fiabe magiche deriva dai rituali
I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Ankh79 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'educazione e della letteratura per l'infanzia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Torino - Unito o del prof Valiani Leo.
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