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Volturno, costruite nel medesimo periodo nel territorio beneventano. Successivamente l’abate Sicardo di
Farfa decide di trasformare ka sua chiesa in abbazia di santa Maria con edificio a T . A Brescia venne fondata
l’abbazia di san salvatore fondata da re desiderio, che successivamente venne trasformata in basilica. Il sud
Italia invece si distinse con piccole chiese di origine bizantina, con volta a botte o cupola e duplice finestra
al centro dell’abside. Nel nord Italia dell’anno 900 le costruzioni si interrompono, ottone il grande riesce nel
955 a sconfiggere gli ungari ma nonostante tutto in Italia e Germania la produzione di blocca e nel 1000
cominciano i restauri delle chiese, e i nuovi edifici saranno caratterizzate dalle sfere di influenza.
III L’ambulacro e i tragitti di pellegrinaggio nelle chiese d’occidente sec X-XII
La guida del pellegrinaggio di Santiago elenca i corpi santi + venerati lungo le strade che portano a
Santiago. La guida da l’idea di una sorta di piano programmato del pellegrinaggio tra Francia e Spagna su 4
strade. Da qui nasce l’idea della via di pellegrinaggio come influenza culturale. Nel 2002 Beat Brenk ha
dimostrato l’inconsistenza della definizione architettura di pellegrinaggio. Non esisterebbe infatti nessun
edificio costruito appositamente, ma soltanto elementi che testimoniano la pretenzione del committente di
produrre architetture di prestigio in funzione personale e in rapporto al santo venerato. Riguardo il concetto
di strade di pellegrinaggio, quelle citate nella guida sono le principali in generale e non appositamente scelte,
non esistono inoltre delle chiese + importanti di quelle citate anche su quelle stesse vie. Quindi non esiste
un’architettura di pellegrinaggio che non fossero prima monastiche , cattedrali, canonicali. Al concetto di
chiesa di pellegrinaggio va sostituito quello di tragitto di pellegrinaggio, siamo informati di 3 tipologie di
edificio:
• Quelli a sviluppo longitudinale senza ambulacro
• Quelli centralizzati
• Quelli con deambulacro
Che corrispondono a 3 tipi di percorso:
• Longitudinale
• Circolare
• Misto
Per la struttura a deambulacro con cappelle radiali possiamo ricordare l’Anastasis di GERUSALEMME dove
in origine i pellegrini entravano su 3 porte allineate e ricavate dalla parete orientale, i pellegrini dovevano
percorrere il deambulacro ad anello intorno alla tomba senza accedere l nucleo centrale. Per l’ambulacro già
conosciuto in ambito cristiano al tempo di Costantino, si ricorda la basilica di Aquileia del Fondo Tullio alla
Beligna, un’imponente costruzione suburbana a transetto con abside esterna, dove le reliquie sarebbero
collocate sotto il marmo nell’ambulacro stesso. Insieme al caso della basilica di Aquileia va citata anche la
basilica di monastero del V sec con vano retrostante l’abside che pur non essendo ambulacro circolare poteva
esserlo visto che era accessibile dalle porte ai lati dell’abside. Per ambulacro semicircolare si può citare la
cripta semianulare di san Pietro a Roma nell’ambito di una riformulazione del presbiterio iniziata da Pelagio
II e realizzata da Gregorio Magno, lo scopo era separare spazio x pellegrini e clero e l’altare fu sovrapposto
alla tomba e lo spazio del saltuario sovrapposto a quello del pellegrinaggio. In Italia di deambulatorio
abbiamo 2 esempi: san Vincenzo in Volturno e santa Maria annunziata di Prata.
La Germania invece fu la patria della cripta a sala e frequentò di rado l’ambulacro. Di ambio ottoniano sono
gli esempi di santo Stefano a Verona e la cattedrale di Ivrea. In Francia a Tournus esistono tipi di ambulacri
semplici e doppi cioè quelli con cripta al livello inferiore e santuario al livello superiore. Un esempio di
doppio ambulacro sovrapposto è Saint Benoit sur Loire dove il tragitto di pellegrinaggio partiva da un lato
della chiesa ì, mentre in Santiago de Compostela e Saint Sernin a Tourlouse partiva da un braccio del
transetto. Il transetto diveniva una sorta di facciata monumentale da esibire al pellegrino, le porte apparivano
come archi trionfali dedicati al santo. Anche in Italia ci sono esempi simili come san Michele a Pavia dove il
braccio nord del transetto non è meno importante della facciata occidentale , orientato verso il cuore della
città. Una situazione simile è documentata a Piacenza con il santuario di Sant’Antonino. Vi sono inoltre i
tragitti invisibili cioè quelli che in assenza di ambulacro configurano un percorso a tratti ortogonali non
apparente, entro cripte e navate, tale percorso è spesso riconoscibile nelle cripte a sala protoromaniche. Le
cripte con ambulacro invece richiedevano il transito dietro le reliquie, a sant’Ambrogio si entra i una cripta
da una fianco, cioè da una navata laterale e si esce da quella simmetrica ma non sappiamo se anche
originariamente funzionava così. Per quanto riguarda invece il tragitto longitudinale esso non è mai stato
individuato come tale, tale tragitto comporta un ritorno su se stessi , il percorso di andata è uguale a quello di
ritorno, es:
• Chiesa abbaziale di Fulda
• Santuario di saint Benigne a Dijon
• Chiesa di sant’Eustorgio a Milano
I pellegrini non avevano accesso diretto alle reliquie ma attraverso teche a distanza. Per quanto riguarda
l’ambulacro possiamo distinguere delle fasi evolutive, prima si crearono a Roma le chiese cimiteriali al
ambulacro per estendere lo spazio delle sepolture dietro l’abside e poi ci si accorse del possibile ruolo
dell’ambulacro per il pellegrinaggio. Così si produsse il problema di accesso del pellegrino e infine rimase
l’accesso e il collegamento alle cripte. In età romanica il deambulacro divenne sempre + importante in
quanto la reliquia si trovava spesso nell’abside interna. Nel XII sec il deambulacro ha un vero successo in
Francia, che nelle cattedrali gotiche assumerà forme sempre + importanti con arrendi suntuosi.
IV Scultura romanica e liturgia
Fino al X sec il decoro delle chiese era limitato a mosaici e dipinti murali, successivamente dal XII sec
compaiono nuovi arredi, in particolare la scultura lapidea sui capitelli portali e facciate, dove vengono
rappresentale le storie sacre. Nel XI sec compare il portico di Sain Benoit sur Loire con i capitelli istoriati, le
prime facciate frontespizio si trovano a Saint Maxme de Chiriati. Vi sono inoltre diverse teofanie con
madonne con bambino episodi biblici o agiografici. Vi sono anche lotte tra uomo e animale e in qualche caso
lotta tra bene e male oltre i richiami al tema eucaristico. La funzione di queste immagini era didattica,
moralizzatrice o politica. La scultura avrà un ruolo fondamentale per la divisione dello spazio liturgico e
quello del fedele. Il coro liturgico si suddivide in 2 parti, il santuario e il coro dei cantori, la barriera si
trovava o all’ingresso del coro oppure nell’ingresso del transetto o della navata. Tale divisione divenne
peculiare nell’arte bizantina con la creazione dell’iconostasi con marmo e stucco. Inoltre gli spazi erano
divisi con delle decorazioni diverse. La preminenza gerarchica del coro liturgico è rafforzata dal simbolismo
che la vede come spazio celeste o della Gerusalemme. Nelle prime chiese cristiane si trovano delle teofanie
absidali con immagini di cristo glorioso tra angeli dove sono presenti anche i 4 fiumi del paradiso es santa
Pudenziana a Roma. Tali immagini restano x tutto il medioevo. Altrove il paradiso si evoca anche con flora e
fauna oppure si trovano rappresentazioni di uccelli e albero della vita sulle recinzioni del coro. Non vi sono
molte rappresentazioni demoniache se non per qualche eccezione. In alcuni casi nel coro si trovano anche
delle allusioni al messaggio eucaristico come nei candelabri di Capua e san Giovanni del toro. Importanti
sono le teofanie che si vedono nelle chiese romaniche sin dal catino absidale, con immagini di agnello e
visioni con il ritorno del cristo alla fine dei tempi. Le immagini sono spesso legate alla liturgia e alla
preghiera, si ritrova spesso cristo in gloria tra angeli. Le stesse immagini con cherubini e serafini anche su
dossali e paliotti. Si trovano teofanie anche nel ciborio come succede a Civate con cristo in gloria sul lato sud
del ciborio, nel centro e sud Italia è spesso visibile la rappresentazione di scene legate alla passione di cristo
nel ciborio come resurrezione e crocifissione. Inoltre molti tempi nell’antico testamento sono stati tradotti
come allusioni al sacrificio eucaristico quindi figurano spesso nelle chiese romaniche scene di sacrifici come
Abele e Abramo. I sacrifici sono rari nei capitelli come anche i cicli della passione. Tra le scene di sacrificio
eucaristico , + importanti si ricorda la cena di Emmaus che si trova con maggior frequenza su capitelli perché
rispetto l’ultima cena vi sono meno personaggi. Oltre i temi biblici compaiono spesso anche animali o grifoni
che bevono dal calice che hanno un preciso rapporto con l’eucarestia. Nella facciata che è la
rappresentazione verticale dei programmi del coro e della navata figurano spesso storie bibliche e scene di
sacrificio, oltre che teofanie di madonne con bambino seguite da adorazione dei magi e pastori. I temi sui
portali sono molto generici perché possono andare dalla rappresentazione dl patrono della chiesa a scene
bibliche, ma spesso compare l’agnello. Tra i sacrifici, quello di Abramo il + frequente come in Saint Michel
de Lescure e di Jaca. Tra i temi ricorrenti anche ultima cena, crocifissione e in minor misura la lavanda dei
piedi, inoltre anche animali, uccelli che bevono da calici. Tra i vari amboni toscani si ricorda quello di Pisa di
Guglielmo con simboli degli evangelisti e cristo. Mentre su amboni del sud Italia figura spesso il serpente e
la storia d Giona. I riti praticati in occasioni funebri sono spesso raffigurati nelle vite dei santi e su
monumenti funerari. Per quanto riguarda la pubblica penitenza 2 volte l’anno uno dei portali della chiesa
veniva usata come fondale per rituali di penitenza la chiesa imponeva x i peccati pubblici una penitenza che
si manifestava attraverso 2 cerimonie , l’espulsione del penitente il mercoledì delle ceneri e la riammissione
il giovedì santo. Durante l’espulsione l’uomo doveva inginocchiarsi + volte , fu paragonato alla cacciata dal
paradiso. Importanti erano inoltre le processioni dove veniva portato in giro la statua oppure la reliquia del
patrono o del santo con le stazioni in punti strategici della chiesa.
V Il decoro dipinto degli edifici romanici. Percorsi narrativi e dinamica assiale della chiesa
Le opere che il medioevo ci ha lasciato sono immagini oggetto, non si potrebbero comprendere le pitture
senza considerare lo status sociale dei luoghi rituali. La chiesa romanica è ben + che un luogo di culto. Nel
medioevo questi edifici avevano una grande importanza perché rappresentavano il potere . nel XI XII sec vi
sarà una riorgan