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COSI’ DANNOSE PER L’ECONOMIA
Se il capitale viene allocato per usi sbagliati, l’economia opererà in modo inefficiente.
L’analisi di come i problemi di asimmetria informativa possano generare selezione avversa e
azzardo morale prende il nome di teoria dell’agenzia. L’asimmetria funge da barriera al
trasferimento efficiente di fondi (frizioni finanziarie). Se si intensificano, risulta difficile per i
datori di fondi accettare la capacità di credito dei prenditori. Devono perciò richiedere un
tasso di interesse più elevato; ciò conduce a un più alto spread creditizio, ossia la differenza
fra i tassi di interesse sui prestiti alle imprese e i tassi di interesse sulle attività prive di
rischio.
Una crisi finanziaria si verifica quando i flussi informativi subiscono una perturbazione forte,
in conseguenza della quale sia le frizioni sia gli spread creditizi aumentano e i mercati
smettono di funzionare.
Dinamica delle crisi finanziarie nelle economie avanzate
Le crisi si sono sviluppate seguendo due o tre fasi.
Avvio della crisi. Le crisi possono cominciare in diversi modi:
o Espansione e contrazione dell’erogazione del credito. Quando un’economia
• introduce nuove tipologie di prestiti, avviando innovazione finanziaria, o
quando i paesi danno inizio alla liberalizzazione finanziaria, cioè
all’eliminazione delle restrizioni sugli intermediari. Nel lungo periodo, la
liberalizzazione promuove lo sviluppo e stimola la corretta gestione di un
sistema; nel breve periodo può spingere le istituzioni verso un’espansione
dell’erogazione del credito, chiamata credit boom. Essi finiscono per superare
l’abilità delle istituzioni nel vagliare il rischio di credito, facendo sì che nel
mercato circolino prestiti eccessivamente rischiosi.
Le safety net indeboliscono la disciplina del mercato e incrementano gli
incentivi di azzardo morale ad assumersi un livello di rischio che altrimenti non
avrebbero assunto. Poiché i creditori sanno che l’assicurazione garantita li
protegge, forniranno di fondi le banche indisciplinate. Gli altri intermediari
possono concedere prestiti rischiosi, sapendo che otterranno profitti se i debiti
saranno rimborsati e si affideranno all’assicurazione, se i debitori falliranno. Il
risk taking cresce ininterrottamente.
Le perdite iniziano ad aumentare e il valore dei prestiti cala, riducendo il
capitale netto di banche. Tali istituzioni procedono a un rientro dai loro prestiti
(deleveraging). Con meno capitale, diventano più rischiose, inducendo i
creditori a ritirare i propri fondi. Minori fondi significa minori prestiti e una
stretta creditizia (credit freeze). Il credit boom si trasforma in un credit crash.
Aumentano le frizioni finanziarie, limitando la capacità del sistema. I prenditori
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non sono più in grado di finanziare le loro attraenti opportunità di
investimento; diminuiscono le loro spese e l’attività economica si contrae.
Boom-and-bust dei prezzi delle attività. I prezzi di attività come i titoli
• azionari possono essere spinti sopra i valori economici fondamentali.
L’allontanamento al rialzo prende il nome di bolla dei prezzi delle attività. Le
bolle sono spesso innescate dai credit boom, nei quali il notevole incremento
viene usato per finanziare acquisti di attività che ne fanno aumentare i prezzi.
Quando le bolle scoppiano e i prezzi si riavvicinano ai loro fondamentali, i
prezzi azionari crollano e le società si trovano con il loro capitale diminuito.
Ora per queste società la posta in gioco è minore perché hanno meno skin in the
game, ed è più probabile che effettuino investimenti rischiosi. Le istituzioni
inaspriscono gli standard per la concessione di credito all’interno dei contratti
di prestito.
Il crollo dei prezzi azionari causa una riduzione del valore delle attività delle
istituzioni, determinando una diminuzione del loro patrimonio netto e un
deterioramento dei loro bilanci, inducendole a operare un deleveraging che
acuirà il declino.
Aumento dell’incertezza. Si verifica dopo un crollo del mercato o l’avvio di
• una recessione. In elevata incertezza, le informazioni diventano difficili da
reperire e le frizioni si aggravano, riducendo i prestiti e l’attività economica.
Crisi bancaria. Il deterioramento dei bilanci porta all’insolvenza, allorché il capitale
o netto diventa negativo. Certe banche finiscono col dichiarare fallimento. Questi fattori
possono condurre a un panico bancario, nel quale molteplici banche falliscono.
La fonte di contagio risiede nell’asimmetria informativa. I depositanti, temendo per la
sicurezza dei loro risparmi, chiedono la restituzione dei propri fondi, portando al
fallimento le banche. L’incertezza circa la salute del sistema può determinare una corsa
agli sportelli, che costringerà le banche a liquidare le proprie attività. A seguito della
vendita forzosa (fire sale), i loro prezzi possono diminuire tanto da condurre
all’insolvenza anche una banca che normalmente sarebbe sopravvissuta. Il contagio
può determinare degli effetti a catena.
Le informazioni sul merito di credito svaniscono. I problemi di selezione avversa e
azzardo morale inaspriscono la crisi, provocando flessioni nei prezzi e il fallimento di
imprese in tutti il sistema, che così si trova in carenza di fondi.
Le autorità pubbliche e private impongono l’uscita dal mercato delle imprese
insolventi e le mettono in liquidazione. L’incertezza si riduce, i mercati recuperano e i
bilanci migliorano. Le frizioni diminuiscono e la crisi si attenua. Nel momento in cui i
mercati ritornano a funzionare, può avviarsi la ripresa economica.
Deflazione del debito. Se la contrazione porta a un netto calo dei prezzi, si verifica
o deflazione del debito, nel quale sopraggiunge il declino del livello dei prezzi che
comporta un deterioramento del capitale netto delle aziende.
Nelle economie in cui l’inflazione è contenuta, molti contratti di debito con tassi fissi
hanno scadenze lunghe; un inatteso calo del livello dei prezzi accresce il valore delle
passività delle imprese in termini reali, ma non il valore reale delle loro attività. Il
capitale netto in termini reali diminuisce. Un abbassamento del livello dei prezzi causa
una riduzione del capitale netto in termini reali per le imprese indebitate e un
aggravamento dei problemi di selezione avversa e di azzardo morale. I prestiti
subiscono un ridimensionamento e un rallentamento.
La più significativa crisi è stata la Grande Depressione.
La Grande Depressione 2
Crollo del mercato azionario. Il boom del mercato azionario del 1928, quando i
o prezzi delle azioni raddoppiarono, fu controllato dalla Fed, che attuò una politica
restrittiva, destinata ad aumentare i tassi e a limitare l’ascesa dei prezzi: ma il mercato
crollò nel 1929 perdendo il 40%.
Panici bancari. Nel 1930 i titoli avevano recuperati quasi la metà delle loro perdite. Le
o drammatiche siccità che colpirono il Midwest determinarono un calo della produzione
agricola: gli agricoltori non poterono rimborsare i prestiti. Le insolvenze provocarono
vaste perdite nei bilanci. La debolezza scatenò corse agli sportelli, che sfociarono in un
panico e in una netta flessione del mercato azionario. Per due anni la Fed si astenne
dall’intervenire. Nel 1933 Roosvelt decretò una vacanza bancaria, cioè una chiusura di
tutte le banche statunitensi. Più di un terzo delle banche commerciali statunitensi era
fallito.
Calo ininterrotto dei prezzi azionari. I prezzi azionari continuarono a scendere.
o L’aumento dell’incertezza aggravò i problemi di selezione avversa e azzardo morale,
che si intensificarono a causa della forte riduzione del numero di intermediari in
attività. L’ammontare dei prestiti si dimezzò e la spesa per investimenti crollò. La
crescita delle frizioni finanziarie si manifestò nel fatto che i datori cominciarono a far
pagare tassi più elevati sui prestiti allo scopo di proteggersi dalle perdite, con
conseguente aumento degli spread creditizi.
Deflazione del debito. La deflazione nel 1930 portò a una diminuzione nel livello dei
o prezzi. Innescò una deflazione del debito, a seguito della quale il grado di
indebitamento delle aziende aumentò e il capitale netto si ridusse. Il 25% della forza
lavoro si trovò disoccupata.
Dimensioni internazionali. Il suo raggio d’azione non si esaurì in ambito
o statunitense. I panici si diffusero nel resto del mondo e la contrazione dell’economia
fece abbassare la domanda di beni esteri. La recessione creò milioni di disoccupati,
causando disagi a livello sociale, e contribuì all’affermazione del fascismo e del
nazismo.
Crisi del 2007-2009
Le principali cause furono:
Innovazione finanziaria nel mercato dei mutui ipotecari.I progressi della
o tecnologia condussero a un miglioramento della valutazione quantitativa del rischio
per una nuova classe di mutui rischiosi. A qualunque famiglia poteva essere assegnato
un punteggio numerico (FICO score), il quale avrebbe predetto la probabilità di
insolvenza. Abbassando i costi, la tecnologia rese possibile l’inserimento di pacchetti di
piccoli prestiti all’interno di titoli di debito standardizzati (securitization).
Consentirono alle banche di offrire mutui subprime ai prenditori con un mediocre
merito di credito.
Il confezionamento nei pacchetti (MBS, Mortgage-Backed Security) fornì una nuova
fonte di finanziamento. L’ingegneria finanziaria portò alla creazione di prodotti del
credito strutturato, derivati dai flussi di cassa delle attività sottostanti e ideati per
attrarre categorie di investitori con differenti propensioni al rischio (es. CDO,
Collateralized Debt Obligation). 3