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TESTUALIZZAZIONE
• I discorsi si concretizzano in testi
• I linguaggi acquisiscono le loro specificità
Questo modello non rappresenta l’effettiva costruzione di un determinato testo: un musicista
che vuole comporre una sinfonia, lo farà senza preoccuparsi di ordinare i suoi elementi nei vari
livelli di pertinenza semiotica. È compito dell’analisi semiotica proiettare il percorso generativo
sul testo, ordinando così i suoi elementi in vari livelli di pertinenza. L’analisi semiotica parte
dalla superficie (dal livello della testualità), per scendere poi, a poco a poco, ai livelli più
profondi.
Testo e cultura.
Un testo può contenere al suo interno un’intera cultura. Un qualsiasi testo (ad esempio una
poesia o un oggetto di design) non è un oggetto chiuso: la significazione non è limitata dai
confini più o meno ampi del testo (il divano, ad esempio, non è soltanto un oggetto per sedersi,
ma anche la manifestazione estetica di un certo modo di stare in salotto, di interagire con gli
altri e di fare arredamento accoppiandosi con altri oggetti).
L’analisi testuale non consiste nell’adattare i testi ai contesti, cercando di spiegare i primi a
partire dai secondi. Fra testo e contesto, infatti, non esiste una differenza ontologica a priori,
ma solo una gerarchia variabile di relazioni: così, un testo, secondo una prospettiva diversa, può
diventare contesto (ad esempio, una poesia che diventa modello di produzione estetica).
Il testo della cultura è sia il singolo testo che la cultura produce al suo interno, sia la testualità
intera di quella cultura. Ogni testo emana la sua aura di contesto e, quando viene estirpato dal
suo contesto originario, ne produce un altro (ad esempio il crocifisso che, portato via da una
chiesa, in cui valeva come oggetto religioso, e spostato in un museo, diventa un’opera d’arte).
Ogni testo entra in dialogo con l’esterno, come un edificio che con il suo stile dà senso a tutti gli
altri che lo circondano, per similitudine o per contrasto.
CONTESTO
TESTO
PRINCIPIO DELLA NARRATIVITÁ.
Narrazione e narratività.
Non bisogna confondere narrazione e narratività:
NARRAZIONE.
• Riguarda tutti i prodotti testuali che vengono intesi come racconti (fiabe,
o leggende, novelle) o che raccontano storie (romanzi, poemi, film, opere
teatrali…);
Si usa per designare certe opere come narrative.
o
NARRATIVITÁ.
• Concerne le caratteristiche costanti, essenziali, formali e astratte che si trovano
o in tutti i prodotti testuali (anche quelli molto diversi dai racconti propriamente
detti, come ad esempio un balletto, l’architettura di un edificio, un’immagine
pubblicitaria…);
Accomuna una serie di fenomeni discorsivi diversi, ritrovando in essi alcune
o costanti formali.
Tra narrazione e narratività c’è una parziale sovrapposizione: c’è narratività in ogni narrazione,
ma non sempre narrazione dove c’è narratività.
NARRATIVITÁ
NARRAZIONE
È proprio la struttura narrativa del testo a garantirne il potere significativo e l’efficacia
comunicativa.
Strutture elementari della significazione.
La narratività è un processo orientato di trasformazione. Nessun significato e nessun racconto,
infatti, si danno alla staticità assoluta: nessuna cosa, persona o situazione acquista significato se
non paragonata a ciò che era prima, a ciò che potrà diventare e a qualcosa che potrebbe stare al
suo posto.
Il quadrato semiotico è lo schema mediante il quale si rappresentano le strutture elementari
della significazione.
Statica: relazioni fondamentali.
Il quadrato semiotico è la rappresentazione visiva dell’articolazione logica di una qualsiasi
categoria semantica (S). Esso illustra le relazioni che i quattro termini della categoria semantica
intrattengono fra loro:
CONTRARIETÁ o OPPOSIZIONE QUALITATIVA.
• I due termini in gioco all’interno della relazione possiedono proprietà fra loro opposte
(bianco vs nero).
CONTRADDIZIONE o OPPOSIZIONE PRIVATIVA.
• Mette in relazione un termine dotato di una proprietà con un altro termine nel quale
questa proprietà non è presente (bianco vs non bianco).
COMPLEMENTARIETÁ.
• Mette in relazione elementi apparentemente sinonimi che derivano dall’incrocio fra
contrarietà e contraddizione (bianco vs non nero). Nella relazione, il termine negativo
copre un’area semantica molto più ampia di quello positivo (bianco indica solo qualcosa
di bianco, mentre non nero indica tutto ciò che non è nero, non solo ciò che è bianco.
Per questo non sono sinonimi).
Questi elementi sono solo apparentemente sinonimi. Ad esempio, se mi chiedono come
sto, è diverso rispondere “bene” o “non male”: se dico “bene” vuol dire che sto bene,
ma se dico “non male”, significa che non sto male, ma non necessariamente che io stia
bene. S
2
S
1 (nero)
(bianco)
Non s Non s
2 1
(non nero) (non bianco)
Dinamica: operazioni di base.
Il quadrato semiotico non si esaurisce in questa combinazione statica fra relazioni: occorre
introdurre la dimensione dinamica. Accanto alle relazioni, così, si aggiungono le operazioni,
ovvero i percorsi che è possibile effettuare per passare da un termine all’altro.
S
2
S
1 (cultura)
(natura)
Non s Non s
2 1
(non cultura) (non natura)
Ad esempio, la cultura può essere un valore di una certa società. Il quadrato semiotico spiega il
percorso che porta alla formazione di questo valore: si può passare da un termine ad un altro
tramite la sua preventiva negazione (natura non natura cultura).
! !
Termine complesso e termine neutro.
I sèmi visti fin qui si chiamano sèmi di prima generazione. Occorre ora introdurne altri, detti
sèmi di seconda generazione, che costituiscono forme di convergenza (ermafrodita) fra termini
contrari (maschile vs femminile). ermafrodita donna
uomo femminile
maschile
Non-femminile Non-maschile
Il termine che riunisce i semi contrari (ermafrodita) viene detto complesso, mentre quello che
angelo
riunisce i sub-contrari (angelo) viene detto neutro.
Questi termini vengono utilizzati quando la negazione di entrambi i termini di un’opposizione
(ad esempio non-alto e non-basso) comporta l’elisione di un’intera categoria semantica (in
questo caso, quella della statura). La lingua comune è piena di questo tipo di termini (ad
esempio, il termine tiepido è il termine neutro dell’opposizione non-freddo vs non-caldo), di cui
la comunicazione pubblicitaria fa ampio utilizzo.
È importante ricordare che dietro ogni termine complesso si nasconde un termine neutro:
qualcosa che viene definito dalla pubblicità come economico e al tempo stesso elegante, spesso
finisce per essere né l’uno né l’altro.
Costituzione delle assiologie.
Il quadrato semiotico ha anche il compito di produrre le assiologie (ovvero sistemi di valori),
garantendo al contempo la loro variabilità socioculturale. Nel quadrato semiotico che rende
conto dell’opposizione bianco vs nero, ogni termine può assumere, a seconda della cultura e del
contesto, un valore positivo o negativo.
Ad esempio, nel contesto del matrimonio, il colore bianco riferito all’abito della sposa assume
un valore positivo. Nel contesto di un funerale, al contrario, è il nero ad acquisire valore
positivo. Questo vale nella nostra cultura, mentre in altre culture può valere il contrario.
Nel contesto dell’abito nuziale della sposa nella nostra cultura, il bianco assumerà un valore
positivo, mentre il contraddittorio non-bianco assumerà un valore negativo.
Nero
Bianco
(euforia)+
Non-nero Non-bianco
(disforia)-
Per generare valori in modo diverso a seconda dei contesti culturali, è necessario utilizzare
un’altra categoria semantica, detta timica, che distribuisce ai vari termini l’opposizione euforia
vs disforia.
L’euforia attribuisce valore positivo al termine a cui si riferisce, mentre la disforia attribuisce un
valore negativo.
Inoltre, la categoria timica va a sua volta inserita nel quadrato:
Diaforia Disforia
Euforia
Non-disforia Non-euforia
Adiaforia
Il termine complesso (diaforia) e il termine neutro (adiaforia) sono molto utili per spiegare, ad
esempio, le pulsioni verso qualcosa o qualcuno che ancora non sono distinte in positive o
negative (attrazioni o repulsioni). I media spesso lavorano per ottenere questo risultato: mirano
ad attirare la nostra attenzione e a creare tensioni verso un oggetto, senza che queste siano
chiaramente distinte in positive o negative.
Elementi di grammatica narrativa.
Spesso accade che i racconti descrivano certi contenuti (la guerra) e si concludano sui contenuti
opposti (la pace). In questi casi si dice che il racconto è il passaggio da un contenuto invertito
(la guerra) ad un contenuto posto (la pace) e il messaggio del racconto non sta né all’inizio né
alla fine, ma nel passaggio da un contenuto all’altro.
Il racconto si configura come un progressiva trasformazione di stati.
• Lo ‘stato’ è una relazione di congiunzione o di disgiunzione fra due attanti narrativi, un
• Soggetto e un Oggetto.
Le trasformazioni sono da intendere come passaggio da una congiunzione ad una
• disgiunzione o, all’inverso, da una disgiunzione a una congiunzione (trasformazione
congiuntiva o disgiuntiva).
Quindi, il racconto non è una semplice serie di azioni, ma è una successione non casuale di
trasformazioni di stati, ora congiuntive, ora disgiuntive, che mira a un qualche risultato finale.
Attanti
(non sono individui o
cose già dati, che
Soggetto Oggetto
(elemento narrativo (elemento narrativo
che è congiunto o che è dato dalla sua
Operatore Di stato
(mette in atto le (è congiunto o
trasformazioni. disgiunto
Per quanto riguarda gli attanti:
L’Oggetto non è importante di per sé, ma per il valore che il Soggetto gli
attribuisce. Non esiste prima l’Oggetto e dopo l’attribuzione di senso, né i
valori esistono come entità a sé stanti. L’Oggetto non esiste se non è
dotato di senso e il senso, per esistere, ha sempre bisogno di una
Esempio: ad un re (Soggetto) viene rapita la principessa (Oggetto). Se è il re stesso che si
adopera per recuperarla, il re è al tempo stesso Soggetto operatore e Soggetto di stato. Se,