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CMT;
Predisposizione dei materiali di comunicazione di base: serve per ridurre i tempi di
• risposta alla richiesta di informazioni avanzate da parte dei giornalisti.
Il materiale di comunicazione di base comprende, ad esempio, le schede informative
sull’azienda, gli archivi fotografici, i rendiconti economici…
5.3.4 La redazione del manuale di crisi.
Il manuale di crisi è un documento aziendale che contiene i principi, le regole e le procedure
che guidano e uniformano l’agire dei membri dell’organizzazione in caso di crisi, consentendo di
gestire la crisi in modo rapido e organizzato.
Ogni organizzazione elabora secondo le proprie esigenze e le proprie caratteristiche il manuale
di crisi, i cui contenuti possono essere articolati in questo modo:
Introduzione: sintesi dei valori aziendali, atteggiamento da adottare in caso di crisi,
• modalità di utilizzo del manuale di crisi;
Procedure: riassume le procedure che il personale front-line deve adottare in caso di
• crisi;
Descrizione del CMT: elenco completo dei nomi, dei ruoli e delle responsabilità dei
• membri del CMT. Contiene anche gli indirizzi email e i recapiti telefonici;
Pubblici di riferimento: lista dei principali stakeholder di riferimento e delle modalità
• con cui raggiungerli (indirizzi e numeri telefonici);
Messaggi : tipi di messaggi da veicolare durante la crisi;
• Risorse disponibili: definisce la collocazione della Camera di crisi e l’
• Documenti e brochure aziendali: indica quali documenti ufficiali dell’organizzazione
• utilizzare;
Altri numeri utili: numeri di emergenza.
•
La programmazione della gestione della crisi nel web.
Il professionista di relazioni pubbliche dovrebbe:
Sviluppare il manuale di crisi in formato elettronico, per poterlo facilmente aggiornare e
• modificare;
Aggiornare sistematicamente la mailing list e i contatti;
• Registrare tutti i possibili nomi di dominio aziendali ;
• Predisporre linee guida per rispondere tempestivamente alle critiche online;
• Predisporre link informativi di supporto in caso di crisi;
• Identificare i potenziali pubblici rilevanti;
• Valutare le competenze del team di relazioni pubbliche, per rilevare l’eventuale bisogno
• di affidarsi a servizi esterni di relazioni pubbliche online.
5.4 Comunicare e gestire la crisi.
Quando la crisi si manifesta, il CMT ha il compito di applicare il piano di crisi, tentando di
contenere gli effetti negativi e di evitare che i danni si estendano anche alle aree
dell’organizzazione non direttamente coinvolte.
La centralità della comunicazione nella gestione di crisi.
La comunicazione di crisi è il dialogo attivato sistematicamente fra l’organizzazione e i suoi
pubblici prima, durante e dopo il manifestarsi di un evento critico.
L’obiettivo è quello di gestire il flusso di informazioni interno ed esterno all’organizzazione per
contenere gli effetti negativi sulla reputazione aziendale e per mantenere il rapporto fiduciario
con i pubblici. 5.4.1 Per una comunicazione efficace.
La comunicazione, per essere efficace nella gestione della crisi, deve essere:
Tempestiva ed esaustiva: se si verificano dei vuoti di informazione possono essere
• riempiti con dicerie infondate;
Continuamente aggiornata: sottolinea la capacità del management di gestire la
• situazione;
Incisiva: per far sì che gli interlocutori strategici comprendano e accettino i messaggi
• chiave a loro diretti;
Centralizzata, per essere coerente: l’informazione deve essere affidata al team di
• gestione della crisi e al portavoce unico, per non rischiare di perdere il controllo della
comunicazione;
Trasparente e fortemente riferita a valori etici dichiarati: per uscire da una crisi è
• importante fare affidamento su una solida reputazione, costruita negli anni attraverso un
comportamento coerente con i valori aziendali;
Rivolta sia all’interno che all’esterno dell’organizzazione: è importante comunicare con
• tutti gli interlocutori aziendali, sia interni che esterni, creando un piano di
comunicazione integrato.
5.4.2 Quali contenuti e quali messaggi.
Tre tipi di crisi:
Victim crisis: non dipende dall'azienda.
• Caso Tylenol: un pazzo ha sostituito compresse di Tylenol con compresse
o avvelenate, causando la morte di sette persone, per avvelenamento da cianuro.
La responsabilità non è dell'azienda, che tuttavia ha adottato un atteggiamento
fortemente orientato agli stakeholder, mirato alla salvaguardia della salute.
Accidental criris: la responsabilità è dell'azienda, ma l'evento è accidentale.
• Caso Odwalla: un bambino muore e 60 persone si ammalano dopo aver bevuto un
o succo di frutta Odwalla.
Fondamentale comunicare vicinanza e rammarico.
La comunicazione deve essere tempestiva ed efficace e coinvolgere non solo gli
esterni, ma anche i dipendenti, perchè anche i dipendenti sono dei comunicatori
(comunicano con l'esterno).
Quando, in situazione di crisi, viene indetta una conferenza stampa, bisogna
presentarsi preparati e avere una black list delle domande scottanti, che possono
mettere in difficoltà.
Inoltre, è fondamentale avere un rapporto continuativo e tempestivo con i media.
Intentional crisis: causata dell'azienda, con un alto livello di responsabilità.
• Caso Exxon: una petroliera Exxom rimane incagliata in un golfo il Alaska e provoca
o un disastro ecologico. L'azienda convoca la prima conferenza stampa dopo una
settimana e istituisce un centro di crisi, che però è isolato dall'esterno.
Il livello di responsabilità dell'impresa nello scoppio della crisi è via via crescente.
5.4.3 Con chi comunicare.
In una situazione di crisi bisogna comunicare con tre categorie di stakeholder:
I dipendenti.
• Due obiettivi della comunicazione interna:
Rassicurare i dipendenti sulla serietà dell’azienda e sulla sua capacità di gestire la
o crisi;
Dimostrare attenzione e sensibilità nei confronti dei dipendenti, favorendo il loro
o senso di appartenenza e di solidarietà.
Gli strumenti ci comunicazione interna sono:
Strumenti cartacei: hanno tempi tecnici di elaborazione lunghi;
o Strumenti informatici: maggiore rapidità di diffusione e aggiornamento delle
o notizie;
E-mail interne: presentano il rischio che il contenuto del messaggio venga reso
o pubblico;
Comunicazioni interpersonali: strumenti più adatti ad informare e coinvolgere i
o soggetti interni.
La comunicazione interna deve essere alimentata anche dopo la fase iniziale della crisi,
perché i dipendenti devono essere continuamente aggiornati sugli sviluppi della
situazione.
Le persone coinvolte direttamente nella crisi.
• Sono le persone che hanno subito o potrebbero subire i danni derivanti dalla crisi.
Le iniziative attuabili più rilevanti sono le seguenti:
Individuare e rimuovere al più presto le cause della crisi;
o Evidenziare prontamente i rischi ancora esistenti;
o Adottare misure precauzionali (come il ritiro del prodotto dal mercato per evitare
o altre vittime);
Identificare le persone direttamente colpite;
o Fornire loro informazioni tempestive e costantemente aggiornate;
o Assicurare il risarcimento dei danni subiti.
o
Il rapporto con le persone direttamente coinvolte nella crisi deve essere alimentato
anche nelle settimane successive al verificarsi dell’evento critico.
Tutte le persone esterne.
• La comunicazione con le persone esterne avviene attraverso i media.
5.4.4 Comunicare con le persone esterne attraverso i media.
È importante, in situazioni di crisi, aver precedentemente costruito un buon rapporto con i
giornalisti.
Nelle relazioni con i media, inoltre, bisogna tener conto di alcuni fattori che rendono un evento
critico più interessante dal punto di vista mediatico:
Il settore in cui l’azienda opera;
• La natura dell’incidente;
• Il momento in cui si verifica l’evento critico;
• Il luogo in cui si verifica l’evento critico;
• La tipologia delle vittime;
• La reputazione pregressa dell’azienda.
•
La copertura mediatica di una crisi.
La copertura di un evento critico segue un processo articolato in cinque fasi:
Le notizie flash:sintetiche e oggettive, spesso sono una copia di quanto comunicato dalle
• agenzie stampa;
Il telegiornale della sera e la prima pagina dei quotidiani del giorno successivo: il taglio
• della copertura mediatica è delineato, nonostante manchino ancora molte informazioni;
Le successive 48 ore: tempesta mediatica in cui tutti i soggetti coinvolti rilasciano la
• propria opinione;
Le successive settimane: le notizie perdono di attrattiva;
• Gli anni seguenti: i media ripropongono immagini e reportage relativi all’evento critico.
•
Esistono alcuni principi guida da seguire nella gestione delle relazioni con i media in circostanze
critiche:
Prendere l’iniziativa: inviare al più presto ai giornalisti la dichiarazione iniziale;
• Garantire un flusso continuo di informazioni: mantenere aggiornati i giornalisti;
• Rivolgersi a tutti i media tenendo conto delle loro diverse esigenze;
• Adattare i messaggi a seconda dei segmenti di pubblico dei media;
• Mostrare ai giornalisti le misure di sicurezza di cui dispone l’organizzazione;
• Essere chiari ed esaustivi: evitare il no comment;
• Non pubblicare sul sito aziendale notizie non ancora comunicate ai giornalisti;
• Monitorare costantemente le informazioni veicolate dai media: per assicurarsi che
• vengano riportate in modo corretto.
Gli strumenti da utilizzare per dialogare con i media sono gli stessi utilizzati nella gestione
ordinaria:
E-mail e telefono: l’e-mail è utile per comunicare brevi aggiornamenti, mentre per le
• questioni delicate il telefono è da preferire, in quanto consente di adeguare il tono e i
contenuti dei messaggi secondo la reazione del giornalista;
Comunicato stampa: deve evidenziare gli aspetti della crisi più rilevanti per gli
• interessati, i numeri verdi da contattare e le azioni attivate per risolvere la crisi;
Conferenza stampa: confronto diretto fra il portavoce e i giornalisti, utile nel caso in cui
• l’organizzazione disponga di informazioni importanti;
Interviste: vengono rilasciate dal portavoce ufficiale, che deve avere la capacità di
• guidare l’intervista stimolando l’interesse del giornalista sugli aspetti positivi
dell’azienda;
Press-room online: deve contenere, oltre alle consuete informazioni, tutti i comunicati
• stampa emessi dall’organiz