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La regola di relazione o di pertinenza invita a essere pertinenti
- Rimanere nel tema che si sta trattando e non cambiare rapidamente
discorso
La regola di modo invita a essere perspicui
- Essere chiari, sintetici, evidenti in quello che si dice senza ambiguità
Quando le regole non vengono rispettate si avverte un senso di
disagio che può creare tensione o conflitto
Le regole di cortesia
Le tre regole di cortesia di Lakoff invitano a chi parla di non imporsi, a
offrire alternative e a mettere l’interlocutore a suo agio
La cortesia nasce dall’adeguata considerazione dell’altra persona, dal
riconoscimento dei suoi desideri e dall’accettazione delle sue opinioni
Per agire in modo cortese si parte da 4 premesse:
1. Essere in grado di riconoscere adeguatamente le esigenze delle
persone
2. Avere una motivazione soggettiva all’agire cortese
3. Conoscere un repertorio di comportamenti cortesi
4. Selezionare la strategia cortese più appropriata alla persona
quando la cortesia è specificamente mirata a compensare una minaccia
mostra il suo aspetto più convenzionale, formale e talvolta ipocrita (‘scusi se
la disturbo’,’non vorrei essere offensivo’..)
la cortesia serve a mitigare, indebolire o annullare gli effetti negativi di
interventi minacciosi o squalificanti
Postulati conversazionali: sono espressioni idiomatiche di porgere
richieste senza mostrare l’intenzione imperativa e di porre domande senta
sembrare intrusivi. Ammorbidiscono richieste e domande. Alcuni postulati
conversazionali si avvalgono di diversi tipi di enunciati:
- Enunciati autoreferenziali: in cui il soggetto parla di se (vorrei
che tu, ti sarei grato se)
- Enunciati eteroreferenziali: esplorano la disponibilità
dell’interlocutore a compiere certi atti (saresti disposto a, vorresti
per favore)
- Dichiarative: descrivono un fenomeno osservabile e sottendono
una richiesta nascosta di esecuzione (fa freddo (chiudi la finestra),
non ho la penna (prestamela))
- Il condizionale o l’interrogativa negativa: sostituisce l’ordine
diretto (sarebbe meglio, non si potrebbe)
- Gli operatori modali: potere e sapere usati semplicemente per
attenuare l’imperativo o la richiesta (puoi passarmi il sale?, sa dov’è
piazza duomo?)
Il rispetto delle differenze: oggi si è a contatto con nazionalità, etnie,
culture diverse, bisogna quindi continuamente aggiornarsi linguisticamente
per essere al corrente con le trasformazioni della società. Per esempio
l’esperto di RP che oggi continua a privilegiare il linguaggio maschile (IL
vigile donna al posto che LA vigile donna) corre il rischio di mostrare
ignoranza nei confronti dell’evoluzione linguistica.
Le regole dell’ascolto
• Essere ascoltati e compresi aiuta a colmare al distanza che separa gli uni dagli
altri
• Ascoltare significa prestare attenzioni, interessarsi, legittimare, riconoscere,
apprezzare
• Un buon ascolto e un buon ascoltatore sono un insieme dello stare in silenzio,
consentire all’interlocutore di completare il discorso, mostrare segni analogici di
partecipazione emotiva, porre domande giuste al momento giusto,..
• Parlare rappresenta l’atto esecutivo e produttivo del processo linguistico,
ascoltare l’aspetto complementare ricettivo e anche ri-produttivo (si cerca di
dare un senso a quello che si ascolta)
• Ci sono TRE FASI di ascolto:
1. Ascolto come processo intrapsichico
Nell’atto di ascoltare si attivano abilità di natura psicologica che permettono
di comprendere la situazione
È forte la tendenza a cogliere aspetti che magari ci risultano più funzionali o
famigliari e ignorare quelli dissonanti o sgradevoli-> c’è quindi una selezione
percettiva che ci fanno comprendere il messaggio in modo soggettivo
L’ascolto richiede di superare questa pigrizia e di lasciare da parte tutto ciò
che è personale
L’ascolto diventa intelligente quando si serve delle capacità:
- Percettive: quando si osservano i segnali analogici di chi parla e la
loro congruenza
- Intuitive: per capire al volo cosa l’interlocutore sta per dire,
afferrare le allusioni.
- Intellettive: consentono di comprendere meglio contenuti
trasmessi, di collegare i diversi dati raccolti e di produrre ipotesi su
tali collegamenti
- Interpretative: per colmare lacune, spiegare fenomeni, chiarire
ambiguità perché le conoscenze da sole non bastano
- Valutative: quando si giudicano la rilevanza, pertinenza, peso e
valore, opportunità e necessità,…
- Empatiche: sono di natura psicologica e consentono di
comprendere emozioni, sensazioni, desideri,.. È una chiave
d’accesso al cuore dell’altra persona.
2. Ascolto come processo interpersonale
Chi ascolta una persona che parla rispetta la regola dei turni, presta
attenzione e sta in silenzio
Il silenzio piu partecipativo è quello di assenso e di attenzione, attivo ed
empatico accompagnato da micro e macro segnali analogici indicatori di
ascolto
I macro segnali riguardano però anche i comportamenti collaterali: la
persona che ascolta non deve essere impegnata in altre attività, deve
concentrare lo sguardo sull’interlocutore
Ascoltare non significa necessariamente dover stare in silenzio per tutto il
tempo: può essere interrotto da brevi accompagnamenti paraverbali, micro
espressioni, frasi idiomatiche (procedi pure, e già, pensa), domande che
possono servire a ottenere info e chiarimenti
Per stimolare l’attenzione dell’interlocutore si può ricorre ad alcune mosse
preliminari usando frasi anticipatorie che servono ad attirare l’attenzione:
precedono il contenuto (quello che sto per dire è importante), propongono
un commento, chiedono all’ascoltatore il tipo di ascolto che si vorrebbe
ottenere (è importante, ti posso parlare ora o in un altro momento?)
3. Ascolto come verifica di comprensione
L’ascolto e la comprensione è frutto di un continuo processo di associazioni
che fluiscono: pensieri, sensazioni, esperienze, ricordi.
Si può inoltre utilizzare quanto detto dall’interlocutore per verificarne la
comprensione attraverso diverse tecniche:
- La riformulazione: dire con parole proprie quanto appena ascoltato
salvaguardando il senso principale
- La ridefinizione: riformulare il concetto utilizzando termini dalla
connotazione più appropriata alla situazione presentata (la paura ->
timore; problema -> questione)
- La sintesi: abbreviare il resoconto precedente dopo aver colto
l’essenziale
- L’estensione: allargamento o generalizzazione di quanto ascoltato
- L’empatia: coglie il sottofondo emotivo di chi ha parlato (ha preso 18,
sei contento? Ha preso 30, chissa come sei contento!)
• Stili e strategie di comunicazione
• Lo stile rappresenta un elemento caratteristico per ogni persona, un tratto
distintivo e svolge due funzioni : rinforza,sminuisce il contenuto e crea
anticipazioni/aspettative circa l’interazione che avrà luogo con quella persona
• La strategia è invece la consapevole utilizzazione di uno stile perché
considerato più funzionale al raggiungimento dell’obiettivo
I quattro stili
Stile passivo: le comu in cui prevale questo stile sono caratterizzate da un
atteggiamento di minimizzare le proprie posizioni, rinuncia di esprimere le
proprie idee per timore. La caratteristica principale è l’evitamento (forse,ci
provo, non so se ce la faccio). Questo stile mostra una persona poco
motivata a impegnarsi nella relazione, che sfugge la responsabilità ed evita
conflitti forti
Stile aggressivo: caratterizzate da atteggiamenti tesi a mostrare la
superiorità di chi parla nei confronti del suo interlocutore. C’è la tendenza a
ipervalutare se stessi e sottovalutare gli altri. Può essere utile per difendere
e far valere i nostri diritti e che non ci facciamo intimidire
Stile manipolativo: caratterizzato da atteggiamenti tesi a raggirare l’altra
persona in modo da ottenere una risposta a proprio vantaggio:
- Manipolazione delle informazioni-> porta ad alterare,distorcere le
conoscenze e trasmetterle in modo parziale, non pertinente,
dissimulare nascondendo la verità. La manipolazione delle info è utile
quando fare info complete può significare fare confidenze inopportune
a livello professionale
- Manipolazione delle emozioni-> comportamenti di seduzione,
dissimulazione dei propri sentimenti,emozioni e pensieri tesi a
ottenere qualcosa dall’interlocutore che crede alla veridicità di quanto
dichiarato. Essa può essere utile quando l’altra persona ama le
lusinghe o teme le minacce
Stile assertivo: caratterizzato da atteggiamenti tesi a far valere le proprie
opinioni, meriti, diritti, nel pieno riconoscimento e rispetto di quelli degli altri
IL VALORE DELL’ASSERTIVITÀ: rappresenta uno stile maturo che porta a
riconoscere la differenza tra la persona e il suo comportamento, ad
apprezzare i meriti di ciascuno e rispettare le regole
- I principi assertivi riguardano anche riconoscere gli errori,
assumersene le responsabilità e porvi rimedio
- Riguardano anche cambiare idea, scegliere i diversi tipi di stile a
seconda dell’esigenza
La comunicazione persuasiva
La comu persuasiva intende stimolare nell’ascoltatore l’adesione alla tesi
contenuta nel messaggio usando la forza della parola
Il linguaggio persuasivo è prevalentemente indiretto, è suggestivo e
metaforico
Il messaggio persuasivo si avvale di elementi strutturali (organizzazione
del discorso, scelta di contenuti e argomentazioni); valoriali (valori
universali e quelli dell’ascoltatore); affettivi (utilizzare emozioni come leva
motivazionale)
La persuasione nasce dal presupposto che l’interlocutore abbia una
determinata credenza, creda ad una certa eventualità senza esserne
cosciente
Fattori di forza del messaggio persuasivo:
1. persuasione centrata sul persuasore:
- credibilità, autorevolezza, attrattiva, forza espressiva di chi parla
- la sua presenza, il suo ruolo, il suo potere professionale sono
sufficienti per persuadere
- possiede un fascino personale che basta per farsi ascoltare e ottenere
ciò che desidera
2. persuasione centrata sul contenuto:
- affidabilità, attendibilità, veridicità del contenuto che trasmette
- il relatore bada più ai contenuti che alla sua persona e cura di piu la
presentazione dei dati e l’ordinam