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LA RELAZIONE TRA INTENSITA’ DELLO STIMOLO E INTENSITA’ DELLA SENSAZIONE NON E’ LINEARE: a
una stessa variazione della stimolazione non corrisponde un equivalente variazione della sensazione ad essa
associata.
COME POSSO MISURARE RELAZIONE?
ATTRAVERSI METODI PSICOFISICI CHE CI PERMETTONO DI MISURARE LE SENSAZIONI
MISURARE LE SENSAZIONI - due criteri di misura
- SOGLIA ASSOLUTA: quantità minima di energia necessaria perché si produca una sensazione
riconosciuta dal percipiente (es frequenza sonora minima per essere percepita). Per qualsiasi sistema
sensoriale dipende da tre fattori:
- - soggetto (cambia da persona a persona)
- Stimolo
- Condizioni sperimentali
Si prendono in considerazioni uno stimolo percepito almeno il 50% dei casi. Lo vedi? Lo senti?
VALORE DI SOGLIA ASSOLUTA
Segna il confine tra gli stimoli che vengono rilevati dall’organismo (stimoli sopraliminari o
sovraliminali) e stimoli che, pur essendo presenti, non sono avvertiti dall’individuo, o comunque,
non sono rilevati in maniera consapevole (stimoli subliminali o infraliminari)
- SOGLIA DIFFERENZIALE: la variazione che deve subire l’intensità di un dato stimolo perché un
soggetto ne colga il cambiamento (sensibilità). - Dati due stimoli percepiti come uguali,
stabilisce di quanto deve essere
aumentata o ridotta l’intensità di uno
dei due perché risulti diverso dall’altro.
Es. un segmento lungo 1 m viene allungato
di 1 mm alla volta fino a che un osservatore
riesce a cogliere un mutamento della sua
lunghezza. Supponiamo che questo
avvenga dopo 12 mm, questo (12 mm)
sarà anche il valore della soglia
differenziale(detta anche differenza
appena percepibile) relativa ad uno stimolo di 1 m, e non generalizzabile ad altre lunghezze.
La sua misura è data dal lavoro che permette allo stimolo di essere riconosciuto come diverso il 50% delle volte.
Es: qual è il più grande dei due stimoli?
METODI FECHNERIANI PER MISURARE LE SOGLIE
Metodi sviluppati di Fechner. Permettono di calcolare soglie differenziali ( o diff appena percepibile – JND) e il
punto di uguaglianza soggettivo (PES)
- Metodo stimoli costanti – Si inizia con la scelta di una intensità standard, viene confrontata con
un numero di intensità di confronto(test), minori o maggiori, presentate in ordine casuale. Bisogna
indicare quale dei due stimoli è più intenso (Quello standard o dei test) NON E’ AMMESSA RISPOSTA
UGUALE
Su grafico otteniamo una curva ad S dalla quale è possibile stimare sia la soglia differenziale che il PES,
per stimare quest’ultimo si individua il livello di intensità sull’asse
x che corrisponde sulla curva sigmoide al 50% di risposte in una
direzione.
- Metodo dei limiti – si basa su un giudizio discriminativo fra
uno stimolo standard e uno stimolo test, e confronti maggiori e
minori presenti non a caso ma in ordine, dal più intenso al meno
intenso, passando attraverso il punto di uguaglianza (PES).
- I soggetti possono usare la risposta uguale
- Permette quindi di stimare l’intervallo di incertezza (PES)
esaminando i livelli di intensità in cui si verificano le
inversioni (cioè dal giudizio minori si passa a quello
maggiore e viceversa)
- Metodi dell’aggiustamento – e’ il partecipante che in
più serie modifica direttamente lo stimolo standard
(muovendo per esempio un cursore), facendo variare i valori
dell’intensità dello stimolo standard finchè comincia ad avvertire la differenza con lo stimolo che resta
costante (Stimolo test) – soglia differenziale. METODO RAPIDO DA APPLICARE
- Es: aggiustare la grandezza dello stimolo standard fino a che non viene percepito un cambiamento. Si
interrompe quando viene percepito un cambiamento – la direzione della modifica può essere crescente
o decrescente
WEBER
(1795 – 1878) Scoprì che il più piccolo cambiamento nelle caratteristiche di uno stimolo (per esempio il suo
peso) che si riesce a percepire (la soglia differenziale) è una proporzione costante dell’intensità dello stimolo –
LEGGE DI WEBER
LA COSTANTE DI WEBER
Ha un valore specifico per ogni modalità sensoriale.
- Es. per la valutazione della pesantezza K=0,02
- Se il peso iniziale è di 60g, la differenza appena percepibile = 60 x 0,02 =1,2 g
- Se il peso iniziale è di 600 g, quanto sarà la JND? 600 x 0,02 =12 g
Rappresenta la relazione fra soglia differenziale e l’intensità dello stimolo di partenza
ΔI /I = k
1 Il fatto che la capacità discriminativa(misurata dalla soglia differenziale) tenda a
diventare peggiore al crescere dell’intensità dello stimolo è una proprietà generale dei sistemi
sensoriali, e anche la legge di Weber riflette quindi un aspetto adattativo della percezione.
2
3 La costante di Weber misura l’intensità di uno stimolo, dicendoci di quanto esso debba variare per
essere percepito come diverso da un altro, ma non ci dice niente sulla variazione (intensità) della
sensazione.
FECHNER (1801 – 1887)
I suoi lavori riguardavano la relazione fra:
- I cambiamenti nel mondo fisico
- i cambiamenti nella nostra esperienza sensoriale (psicologica)
Trovò che fra l’intensità della sensazione e l’intensità dello stimolo vi è una relazione che consente di stabilire
l’intensità della sensazione in base allo stimolo.
Propose il concetto di FUNZIONE PSICOFISICA (1860) che esprime, da un punto di vista matematico, questa
relazione
LEGGE DI WEBER – FECHNER
Le relazioni tra la sensazione esperita e le corrispondenti variabili fisiche sono rappresentate da funzioni in cui
una dimensione ha l’unità di misura fisica appropriata (es. grammi) e l’altra invece è misurata in unità
psicologiche basate sulle soglie differenziali (JND).
L’IDEA DI FONDO: LE JND POSSONO COSTITUIRE L’ UNITÀ DI MISURA DELLE
SENSAZIONI IN QUANTO INDIPENDENTEMENTE DALL’INTENSITÀ DELLO STIMOLO DI
PARTENZA INDICANO UN CAMBIAMENTO NELLA SENSAZIONE.
La legge di Fechner dice che la dimensione della sensazione
soggettiva cresce in maniera proporzionale al logaritmo dell’intensità
della stimolazione. S = c log (I)
S=l’intensità percepita
c=costante (inversamente proporzionale alla costante di Weber)
I=l’intensità dello stimolo fisico 1 Aumenti costanti della sensazione (S) si ottengono con
valori sempre maggiori dell’intensità dello stimolo (I)
2 All’aumentare in maniera graduale e costante dell’intensità
dello stimolo corrisponde un aumento sempre più debole
della sensazione.
3
4 Gli intervalli sull’ordinata hanno tutti la stessa dimensione
(=aumento costante), mentre gli intervalli in ascissa
diventano via via più grandi (curva logaritmica).
5 es. fermi ad un semaforo avvertiamo il suono di un clacson,
se si aggiunge un secondo non ci provocherà una
sensazione d’intensità doppia. Perché questo accada l’intensità dello stimolo deve aumentare molto di
più (Es 3 volte) STEVENS
Sia la costante di Weber che la legge di Fechner si sono dimostrare non
sempre corrette soprattutto a livelli alti di intensità.
Secondo Stevens i metodi che usano nella psicofisica classica (metodi
indiretti) non riescono a giungere direttamente al giudizio sensoriale del
soggetto.
Si possono impiegare dei METODI DI RILEVAZIONE DIRETTA in cui i
partecipanti valutano dirett l’intensità percepita attribuendole un numero:
- STIMA DI GRANDEZZA – assegnare un valore numerico
convenzionale ad uno stimolo iniziale e dare un punteggio a ogni
stimolo successivo in rapporto al primo presentato
- PRODUZIONE DI GRANDEZZA – produrre uno stimolo uguale a quello presentato.
LEGGE ESPONENZIALE DI STEVENS
Con questi metodi Stevens rilevò una notevole omogeneità nelle valutazioni e arrivò a proporre che la forma
generale delle funzioni psicofisiche non sia la curva logaritmica di Fechner, piuttosto una famiglia di curve
esponenziali. La funzione che meglio descrive il rapporto tra giudizio sensoriale (S) e intensità di stimolazione
I è la seguente: S = k I N
1 dove K e N sono costanti che dipendono, la prima dal tipo di stimolo (unità di misura) e
la seconda dal canale sensoriale scelto.
2 L’intensità della sensazione è proporzionale all’intensità fisica dello stimolo
elevata a esponenti caratteristici del canale sensoriale indagato.
PSICOFISICA: applicazioni pratiche – studio delle funzioni residue dopo danni cerebrali. Studio dei processi
consapevoli. PERCEPIRE E RICONOSCERE GLI OGGETTI
PRIMO LIVELLO - Il nostro sistema percettivo è in grado di organizzare e raggruppare in modo coerente
l’informazione sensoriale che colpisce i nostri organi di senso in unità percettive dotate di un qualche significato
- La percezione dei contorni
- La segmentazione e l’articolazione (raggruppamento) figura sfondo.
SECONDO LIVELLO – si passa a categorizzare ed assegnare un significato a questa info così organizzata
(es vedo un oggetto tondo sul tavolo., riconosco che oggetto è una mela)
Il ns sistema percettivo applica delle regole che ci permettono di organizzare la scena visiva in unità significative,
nonostante l’insufficienza dell’info contenuta nello stimolo prossimale. E’ grazie al raggruppamento percettivo
(unificazione) che cogliamo la realtà come unità significative (e non un insieme di sensazioni slegate).
LE LEGGI DELL’ORGANIZZAZIONE PERCETTIVA SONO STATE INDIVIDUATE DALLA GESTALT
LEGGI DI WERTHEIMER (1923)
- Legge della prossimità – la tendenza di due elementi a unirsi aumenta con il diminuire della loro
distanza
- Legge della somiglianza – la tendenza di due elementi a unirsi aumenta con il crescere della loro
somiglianza
- Legge del destino comune – gli elementi visivi tendono a unirsi se vanno in una direzione
- Legge della buona continuazione – preferita organizz che comporta meno cambiamenti di curvatura (si
trovano in continuità di direzione)
- Legge della chiusura – le linee che formano figure chiuse tendono ad essere viste come unità formali.
LEGGE IMPOSTAZIONE OGGETTIVA – tendono a formare unità quegli elementi che si erano unificati
immediatamente e spontaneamente, cioè il sistema tende a mantenere le unificazioni raggiunte
LEGGE IMPOSTAZIONE SOGGETTIVA – tendono a formarsi quelle unità sulle quali l’osservatore imposta
la propria attenzione o sono coerenti con le proprie conoscenze.
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