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COGNITIVISMO:
Apprendimento comporta cambiamento processi mentali.
Implica rappresentazioni mentali e studia il mentale “nascosto”.
CRITICA a Pavlov:
Pavlov sosteneva l’apprendimento associato alla contingenza degli stimoli.
Studio su tavole di contingenza: misurano frequenza contingenze.
Pavlov + Skinner studiano contingenze (SC/SI) e (SC/-SI).
Sostenevano che: ripetizione contingenze, contiguità temporale e valori incentivanti dell’SI fossero
necessari e sufficienti per l’apprendimento -> COGNITIVISTI superano quest’idea ->
Contiguità, contingenza, rinforzo e ripetizione sono importanti, ma NON sono né necessari né sufficienti
per l’apprendimento.
Dimostrazione da parte Rescorla che PREDITTIVITÀ è più importante della CONTIGUITÀ TEMPORALE ->
apprendimento non è un processo di basso livello, ma necessita di acquisizione e rappresentazione.
∆P: è valore di predittività, tiene conto dei fenomeni che si presentano in presenza e in assenza di un
determinato stimolo -> [ P(C/S) – P(C/-S)].
1° OBIETTIVO: PREVISIONE => calcolare ∆P -> la concatenazione tra eventi.
2° OBIETTIVO: INTERVENTO: capacità prevedere quali comportamenti attivi produrranno determinate
conseguenze prevedibili.
Covariazione può suggerire variabilità.
Condizionamento classico e operante hanno entrambi buona approssimazione delle previsioni.
Per COGNITIVISTI, il condizionamento classico è risultato dell’associazione di SC alla rappresentazione
mentale dell’SI originario => RAPPRESENTAZIONE MENTALE è ASPETTATIVA e LEGAME INTERATTIVO.
RESCORLA: esperimento 4 gruppi topi:
fase pre-addestramento: apprendono che schiacciando leva ottengono cibo.
fase sperimentale: scossa + suono. ∆P = 0,4 diverso da P(C/-S).
fase post-sperimentale: verifica apprendimento tramite presentazione solo suono e osservazione
risposta di freezing dei topi.
RISULTATI: apprendimento non determinato dalle contingenze, ma dal ∆P.
RESCORLA & WAGNER: introducono componente cognitiva che rappresenti tutte possibili situazioni del
condizionamento classico.
Evento nuovo ha maggiori probabilità di essere appreso tramite condizionamento perché non ha ancora
un livello di predittività associato.
TEORIA DELL’ASPETTATIVA: 3 prove:
1) inefficacia condizionamento a stimoli
2) inefficacia condizionamento simultaneo
3) inefficacia condizionamento quando si ha già valore predittivo => EFFETTO BLOCCANTE
APPRENDIMENTO NON ASSOCIATIVO:
TOLMAN:
Apprendimento latente: senza rinforzo.
Comportamento: azioni finalizzate a uno scopo.
Se cavia lasciata libera di esplorare nuovo ambiente -> non apprende sequenza risposte, ma MAPPA
COGNITIVA => ruolo chiave dell’AZIONE ESPLORATIVA.
Esperimento Tolman e Honzik:
gruppo 1: ogni volta raggiungevano scopo -> rinforzo
gruppo 2: “ -> mai rinforzo
gruppo 3: da prova 1 a 10, no rinforzo da prova 11 a 20, rinforzo.
RISULTATO: il rinforzo predispone ad una certa azione, ma non all’apprendimento -> infatti tutti i gruppi
apprendono percorso.
BANDURA:
Apprendimento per osservazione.
BOBODOLL: dopo video -> 88% bambini aggressivi, dopo 8 mesi -> 40%.
Perché apprendimento sia efficace devono esserci processi cognitivi: autoconsapevolezza, capacità
attenzionali, capacità rappresentazione mnestica delle sequenze motorie e capacità di riprodurle
fisicamente.
RINFORZO VICARIO: quantità azioni ripetibili dipende da INCENTIVI ricevuti dal modello.
osservatore deve essere in grado di: osservare esiti, valutare esiti e capire se esiti sono legati o meno
agli incentivi.
Dimostra che rinforzo è necessario per l’esecuzione della risposta.
EMOZIONI:
le emozioni sono risposte complesse e intense a eventi rilevanti, sono modulate dalla soggettività e
dall’esperienza, sono circoscritte nel tempo e di breve durata, sono caratterizzate dai vissuti soggettivi e
dalle reazioni biologiche.
Le emozioni non sono:
Emozioni Stati d’animo Sentimenti Affetto
Risposte complesse e Meno intenso Intenso Considerato in maniera più ampia
intense
Circoscritte nel tempo Meno circoscritte Meno circoscritte Permette dare valenza
positiva/negativa alle situazioni
Breve durata Lunga durata Lunga durata
Risposte a eventi Eventi meno Fissazione verso
specifici/rilevanti identificabili oggetto/persona
Caratterizzati da vissuto Stati d’animo
soggettivo e reazione sono meno
biologica specifici
Davidson: emozioni -> comportamento; stati d’animo -> valutazione e processi attentivi.
Sentimenti e stati d’animo possono predisporre a determinate emozioni.
emozioni sono multifattoriali: hanno 3 componenti:
1) NEUROFISIOLOGICA: emozione = cambiamento biochimico dell’organismo.
2) ESPRESSIVA: emozione = cambiamento comportamentale. Soprattutto espressione facciale.
3) COGNITIVA: emozione = cambiamento dell’esperienza o della consapevolezza soggettiva.
& SOGGETTIVA: emozione = ciò che ha significato per me un evento/oggetto etc…
tradizioni di ricerca: COGNITIVISTE, NEUROFISOLOGICHE E EVOLUZIONISTICHE.
Teorie di ricerca: EVOLUZIONISTE, PSICOFISIOLOGICHE, COGNITIVE & SOCIOCOSTRUTTIVISTE.
FUNZIONI:
- natura sociale.
- funzione comunicativa -> stabiliscono-mantengono-rompono relazioni sociali.
- preparano all’azione -> aiutano alla sopravvivenza.
- contagio emotivo: emissione di uno stimolo emotigeno generante una risposta emotiva simile
all’emozione emessa da un’altra persona.
TIPI DI EMOZIONI:
1) MODELLI DIMENSIONALI: trovano i fattori e le dimensioni che caratterizzano lo spazio affettivo
universale di una determinata emozione.
Sono descritti da assi cartesiani in cui: gli assi x/y sono i due fattori, mentre i riquadri sono gli spazi
affettivi.
Si ha similarità delle emozioni quando sono vicine allo stesso spazio affettivo.
Mappa AFFETTIVA di Russel e Barrett: basata su VALENZA e INTENSITÀ emozioni;
Watson e Tellegen: tendenze a sperimentare affetti positivi o negativi avviene in modo indipendente.
Esistono stati emotivi complessi in cui possono coesistere sia affetti positivi che negativi.
Critiche: questi modelli non trovano differenze qualitative tra le emozioni.
2) MODELLI CATEGORIALI: funzioni diverse generano fenomeni qualitativamente diversi.
Ci sono 2 tipi di famiglie di emozioni:
A) basati sul linguaggio naturale: studio su conoscenze persone -> raggruppare emozioni in 5 categorie:
RABBIA, PAURA, TRISTEZZA, GIOIA, AMORE.
B) basati sulle funzioni biologiche: a emozioni diverse corrispondono diversi meccanismi biologici ->
correlazione fisiologica differente.
Es: risposte emotive fisiologiche dovute all’emozione paura: aumento frequenza cardiaca e respiratoria,
calo saliva e di zuccheri, sangue concentrato ai muscoli.
metodi indagine neurofisiologica: resoconto verbale, indici di comportamento e bio-segnali.
Metodo poligrafo: misura stato fisiologico dell’organismo e lo correla all’emozione -> attivazione
fisiologica conseguente a stato emotivo. In realtà non si è ancora sicuri dei pattern di attivazione
fisiologici relativi a stato emotivo.
Aree cerebrali corticali: controllano le emozioni e le risposte emotive
Aree cerebrali sottocorticali: controllano gli eventi emotigeni
AMIGDALA: controlla risposte comportamentali, vegetative e ormonali di rabbia, paura e ansia. La sua
disattivazione farmacologica produce un abbassamento delle risposte emotive.
Se osserviamo figura volto impaurito -> attivazione bilaterale dell’amigdala.
Importante per elaborazione e valutazione rapida eventi.
Lavora su due diversi tipi di afferenze:
- sottocorticale e talamica: informazioni sulle emozioni con caratteristiche poco dettagliate e chiare, ma
sufficienti per elaborazione di una risposta differenziata.
- aree corticali primarie e secondarie che integrano informazioni semantiche e percettive sufficienti a
preparare una risposta completa.
CORTECCIA ORBITOFRONTALE:
afferenze da corteccia limbica, da amigdala, lobo temporale e frontale
efferenze all’amigdala e giro del cingolo.
Permette elaborazione situazioni sociali complesse, porta al comportamento pro-sociale, valuta il
rischio e introduce la prudenza.
Cognizione sociale: processi sottostanti a reazioni comportamentali ed emotive rivolte ai conspecifici.
eventuali lesioni portano all’incapacità di tradurre il giudizio sociale in comportamenti adeguati.
Anticamente: emozioni viste come elemento di disturbo del comportamento razionale, riconducibili
solo a istinti e comportamenti animaleschi.
TEORIE PSICOEVOLUZIONISTICHE:
DARWIN: emozioni sono strumento di adattamento per la sopravvivenza delle specie.
1872 “Le espressioni delle emozioni nell’uomo e negli animali”.
Le espressioni facciali sono INNATE in quanto sono uguali sia nei bambini che negli adulti e sia in
soggetti ciechi che normovedenti.
Le espressioni facciali sono UNIVERSALI perché sono condivise sia dagli uomini che dai primati e sono
simili anche in razze molto diverse e appartenenti ad aree geografiche molto diverse.
Evoluzione delle espressioni facciali è avvenuta con scopo evoluzionistico, di adattamento e
sopravvivenza. Inoltre sono universali anche perché provengono da antenati comuni.
TRADIZIONE EVOLUZIONISTICA DI DARWIN:
Espressione emozioni è ATTO MOTORIO che permette la modifica dell’interfaccia con l’ambiente
esterno. Ha funzione COMUNICATIVA (soprattutto con la postura e la mimica).
Darwin pose l’accento della necessità di studi antropologici (per verificarne l’universalità e innatismo) in
risposta alle critiche che sostenevano il legame delle espressioni emotive con l’ambiente socio-culturale
e con le esperienze dirette.
HP DARWIN sull’UNIVERSALITÀ: se tutte le persone usano le stesse espressioni facciali emotive,
indipendentemente dal luogo in cui abitano e dalla lingua che parlano => espressioni universali.
PROVE A FAVORE: studi interculturali condotti da EKMAN e FREISEN tra soggetti Occidentali e
appartenenti a tribù della Nuova Guinea.
TOMKINS: emozioni = schemi innati di risposte.
IZARD: DIFFERENTIAL EMOTION THEORY: emozioni di base: paura, rabbia, disprezzo, disgusto, gioia,
sorpresa, interesse, vergogna, colpa, disagio.
EKMAN & FRAISEN: 6 EMOZIONI PRIMARIE UNIVERSALI: RABBIA, PAURA, TRISTEZZA, DISGUSTO,
SORPRESA, GIOIA.
Ogni famiglia di emozioni ha un TEMA COMUNE, BIOLOGICAMENTE radicato, con programmi di
risposta INNATI e numerose variazioni legate all’ESPERIENZA.
Caratteristiche di base delle emozioni:
- gestalt universali, - hann