Anteprima
Vedrai una selezione di 1 pagina su 5
Riassunto esame psicologia dinamica, prof.Tagini, Psicologia dinamica Modelli teorici a confronto, De Coro, Ortu Pag. 1
1 su 5
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

LA PSICOANALISI COME PSICOLOGIA GENERALE:

La normalità in Freud è descritta sempre come controparte alla patologia. Per creare una psicoanalisi che

potesse persuadere la gente che tutti noi siamo soggetti all’inconscio, Freud costituisce anche una normalità

che è basata sul funzionamento inconscio.

Quindi la normalità descritta da Freud appare perennemente imbevuta di manifestazioni dell’inconscio di

carattere micro – nevrotico o micro – psicotico (atti mancati, sogni…).

In Freud la differenza tra patologico e normale è essenzialmente quantitativa e non qualitativa.

Concentrando la sua osservazione sui fenomeni nevrotici, Freud descrive la normalità come minore quantità

di patologia rispetto alla condizione nevrotica.

 In Hartmann e nella psicologia dell’Io la normalità diviene invece oggetto di indagine di per sé.

Hartmann introduce lo studio della normalità, non più solo lo studio della clinica e si concentra sul ruolo che

ha la realtà. Nei pazienti psicotici la realtà centra poco (Freud dice che hanno disinvestito la libido dalla

realtà).

Aumenta l’autonomia dell’Io dall’Es, aumenta la complessità dell’Io perché per essere in contatto con la

realtà deve svolgere una serie di funzioni e non può essere limitati a svolgere funzioni difensive, perché le

difese distorcono la realtà.

Gli psicologi dell’Io danno anche molta più importanza non solo alla coscienza ma anche al preconscio

nell’attività mentale della persona normale.

Lo sviluppo riguarda essenzialmente ciò che Hartmann chiama “l’adattamento a un ambiente mediamente

prevedibile” (prevedibile dal punto di vista evoluzionistico  figure genitoriali).

Questo Io potentissimo con queste funzioni in più, con l’energia propria e funzioni primariamente autonome

diventa un’istanza che mantiene l’omeostasi del bambino e diventa un’istanza che riesce a controllare le

pulsioni.

Gli psicologi dell’Io non tolgono le pulsioni perché mantengono la continuità del pensiero freudiano.

L’Io viene visto da Hartmann come una variabile parzialmente indipendente dalle pulsioni.

Se l’Io esiste fin dalla nascita, il principio di realtà opera fin dalla nascita?

Esistono due accezioni del principio di realtà:

1) accezione ristretta: il principio di realtà opera contro il principio del piacere. Alla nascita sono presenti

entrambi e il principio di realtà cerca in qualche modo di combattere contro il principio del piacere.

2) accezione allargata: il principio di realtà sarebbe la tendenza di considerare caratteristiche reali

dell’oggetto attraverso la percezione, il pensiero, l’attività motoria, ecc… (es. percepire un’altra persona non

sulla base di meccanismi di difesa come proiezioni, ma nelle sue caratteristiche oggettive).

Secondo Freud, l’Io si sviluppa a partire dall’Es, mentre per Hartmann l’Io e l’Es si sviluppano

parallelamente, a partire da un serbatoio comune di energia.

Quindi l’Io si origina in parte indipendente rispetto all’Es e in parte autonomo rispetto ai conflitti.

 Dato che l’Io si sviluppa parallelamente all’Es, in maniera del tutto indipendente, c’è una parte dell’Io che

sarà autonoma/indipendente rispetto ai conflitti fra Es e Super – Io e Io – Es.

 Se il bambino sta lì ad allucinare su chi ha sentito, senza riconoscere fin dall’inizio la realtà, allora potrebbe

morire di fame. Allora deve esistere il principio di realtà fin dalla nascita. E quella parte dell’Io che possiede

l’autonomia primaria rispetto all’Es viene detta da Hartmann “sfera libera dai conflitti dell’Io”.

LIBERTÀ DAI CONFLITTI:

C’è una parte dell’Io che fin dalla nascita è autonoma, indipendente da conflitti, pulsioni e tutto ciò che

proviene dall’Es. Questa parte si chiama “sfera libera dai conflitti”.

Hartmann specifica che la libertà dai conflitti non costituisce un fatto definitivo e immodificabile: questa sfera

libera dai conflitti non necessariamente rimane libera dai conflitti per sempre, infatti può essere

successivamente coinvolta in conflitti stessi.

Un caso tipico a riguardo è costituito dal linguaggio: si può ordinariamente imparare a parlare senza

implicazioni conflittuali, ma può accadere che i sintomi di una nevrosi si esprimano ad esempio la con

balbuzie.

Quindi è una funzione che inizialmente è orientata verso la realtà e non verso l’inconscio. Poi viene investita

di inconscio, di conflitto e si manifesta come tale.

Viceversa ci sono delle funzioni che originariamente vanno a scontrarsi con l’Es, non sono

indipendenti/autonome dai conflitti, ma possono nel tempo acquisire un’autonomia, liberarsi dai conflitti e

quindi aiutare gli individui ad attaccarsi alla realtà. Si dice in questo caso che acquisiscono un’autonomia

secondaria.

Un esempio in questo ambito può essere la tendenza anale, che diventa libera dai conflitti quando diventa la

tendenza alla pulizia  opposta.

Può succedere che le conquiste ottenute dall’Io in termini di autonomia vengano perdute, ma in circostanze

normali ciò non avviene.

NEUTRALIZZAZIONE:

La concezione di un Io relativamente autonomo dai conflitti si lega anche a un nuovo modo di considerare la

trasformazione dell’energia. In Freud non abbiamo mai parlato di fasi dello sviluppo psico – aggressivo,

parlavamo sempre di fasi psico – sessuali. In Freud solo l’energia sessuale può essere deviata dalla sua

meta naturale e messa al servizio dell’Io: questo processo prende il nome di sublimazione.

Secondo Hartmann invece non solo l’energia libidica, ma anche quella aggressiva può essere utilizzata

dall’Io e a questo proposito viene introdotto il termine neutralizzazione.

Grazie alla neutralizzazione, l’Io è in grado di accumulare una riserva di energia che potrà utilizzare in

seguito per perseguire i propri fini e può sviluppare le proprie funzioni senza dover procedere ogni volta a

nuove trasfprmazioni di energia.

 Se l’Io deve avere energia per contrastare l’energia pulsionale dell’Es, una parte ce l’ha perché nasce con

l’Es da questa matrice indifferenziata di energia fin dalla nascita, ma può anche rubare energia all’Es,

neutralizzandola.

Quindi spinge l’individuo sempre più verso l’adattamento alla realtà.

 Quindi l’Io è in grado di avere una riserva di energia sempre maggiore per perseguire i propri fini (tenere a

bada l’Es e poi il Super – Io e adattare l’individuo alla realtà) e sviluppare le proprie funzioni.

PATOLOGIA:

La circostanza per cui l’autonomia ottenuta dall’Io non sia necessariamente ottenuta una volta per sempre si

spiega con l’esistenza di processi inversi alla neutralizzazione, che riportano l’energia alle tendenze

pulsionali.

Questi processi prendono il nome di sessualizzazione e aggressivizzazione.

 Nella patologia si ha una regressione a una fase dello sviluppo precedente e a volte una parte dell’Io viene

investita di libido o di pulsioni aggressive e quindi un comportamento diventa sessualizzato o

aggressivizzato.

RELAZIONI TRA IO E ES:

I rapporti tra Io e Es vengono riconsiderati per quanto riguarda la realizzazione dei rispettivi fini.

 L’Io può ammettere le tendenze pulsionali dell’Es e aiutarne la soddisfazione attraverso la propria energia.

L’Io da un lato può facilitare le tendenze pulsionali e aiutare la soddisfazione delle tendenze pulsionali, se

queste non si contrappongono al Super – Io e alla realtà.

 Oppure l’Io può tentare di impedire la realizzazione dei fini pulsionali tramite un investimento energetico

opposto : il “contro – investimento”.

L’Io può contrapporsi alle tendenze pulsionali dettate dall’Es. Siccome dal punto di vista energetico, se l’Es

sta tentando di scaricare energia pulsionale attraverso la soddisfazione, per evitare che ciò accada, secondo

gli psicologi dell’Io, l’Io deve contrapporre dell’energia a questa energia che vuole scaricarsi dell’Es. L’Io

deve contrapporre la propria energia e questo si chiama un “contro – investimento”.

 Oppure perseguire dei fini non difensivi (il sigaro).

L’Io grazie alla sua sfera autonoma dell’Io può anche operare in senso non difensivo. Il sigaro nel concetto

freudiano avrà sempre delle associazioni per esempio al pene e anche nel concetto kleiniano,

inconsciamente il sigaro rappresenterà sempre un oggetto genitale. Gli psicologi dell’Io, nel formulare il loro

tentativo di creare una psicologia generale, nell’aumentare il ruolo che ha la realtà rispetto alla psiche,

sottolineano che un sigaro può anche essere solo un sigaro, non deve essere necessariamente investito di

significati pulsionali.

AMBIENTE – ADATTAMENTO:

Abbiamo visto che il motivo per cui gli psicologi dell’Io hanno allargato il ruolo che ha l’Io rispetto all’Es era

perché si erano posti il problema del principio del piacere, che agiva fin dall’inizio della vita, e come un

bambino potesse adattarsi al proprio ambiente se era in balia del principio del piacere.

Per gli psicologi dell’Io, il bambino nasce in un “ambiente mediamente prevedibile” (dato dalla filogenesi).

L’ambiente quindi qui non viene descritto come la madre ma viene depersonalizzato, è un ambiente non

personificato, è una sorta di curva normale in cui il bambino dovrebbe trovarsi. Danno poca attenzione a

quella madre specifica di quel bambino specifico (non ontogenetico specifico).

Le relazioni oggettuali sono necessarie per la sopravvivenza del bambino: il bambino non può stare in

questo stato allucinatorio previsto dai freudiani o in preda alle sue fantasie inconsce previsto dai kleiniani.

Un mancato sviluppo dell’Io dovuto a carenze ambientali è fonte di patologia e uno sviluppo dell’Io

eccessivamente precoce può essere altrettanto pericoloso, potrebbe generare problematiche ossessive.

 l’adattamento a questo ambiente mediamente prevedibile può avvenire in tre modi diversi:

1) cambiamento autoplastico (cambiare sé): il bambino cambia se stesso.

2) cambiamento alloplastico (cambiare la realtà): il bambino induce un cambiamento nell’ambiente.

3) cambiamento dell’ambiente: il bambino va a cercare un ambiente del tutto diverso.

Quindi il primo compito del bambino è adattarsi all&rs

Dettagli
Publisher
A.A. 2014-2015
5 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/07 Psicologia dinamica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ali7877 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia dinamica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano - Bicocca o del prof Tangini Angela.