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astrazione MAASS, SALVI, ARCURI SEMIN
Sulla base del modello del bias linguistico intergruppo (LIB) proposto da e (1989), i
comportamenti positivi dell’ingroup e negativi dell’outgroup tendono ad essere descritti in termini relativamente astratti. Al
contrario i comportamenti negativi dell’ingroup e quelli positivi dell’outgroup tendono ad essere descritti in termini relativamente
SEMIN
concreti. Per rendere conto del grado di astrattezza che il linguaggio suggerisce, il modello di riferimento è quello di e
FIEDLER (1988, 1992), ossia quello delle categorie linguistiche (LCM): nell’ambito di tale modello vengono esaminate
prevalentemente le descrizioni degli episodi di interazione in cui 2 personaggi (A e B) appartengono a due gruppi contrapposti. 4
implicazioni psicologiche possono essere impiegate per descrivere l’ideale continuum che collega la più concreta alla più
astratta:
a) Verbo Descrittivo di Azione (DAV) che rimanda ad un’azione concreta
b) Verbo di Azione Interpretativo (IAV) meno concreto ma ancora legato alla situazione
c) Verbo di Stato (SV) stato psicologico di chi compie l’azione, ma slegato dalla situazione concreta
d) Aggettivo (Adj) descrive una caratteristica stabile della personalità
SEMINER FIEDLER(1988)
e hanno dimostrato che quanto più la formula linguistica è astratta tanto più implica una maggiore
stabilità nel tempo e risulta informativa circa le caratteristiche dell’autore, pur essendo meno facilmente sottoponibile a verifiche.
Quanto più invece la formula linguistica è di tipo concreto, tanto più è informativa della situazione e la sua corrispondenza
descrittiva è facilmente controllabile. La scelta della strategia linguistica avviene sulla base di una fondamentale motivazione,
quella di proteggere l’autostima collettiva. LE TEORIE SOCIOLOGICHE
3.1 La teoria dell’agenda setting
AGENDA SETTING: i media nella prospettiva dell’agenda setting indicano quali sono le informazioni a cui occorre prestare
attenzione e quale è la loro importanza relativa in un dato momento. I mezzi di comunicazione suggeriscono a cosa la gente
deve pensare.
Il modo in cui i fruitori della comunicazione definiscono le questioni più importanti, i problemi più urgenti, sarebbe il risultato di un
processo che si origina nell’enfasi e nella proprietà che i mezzi di comunicazione concedono ad ogni notizia. I temi di
discussione che attirano l’attenzione delle persone godono di momenti di improvviso successo per poi scivolare in posizione
sempre meno di testa, nella graduatoria di citazione, di importanza attribuita, di notorietà. I mezzi di comunicazione di massa
sono i principali agenti capaci di incidere sugli interessi nella hit parade della notizia così come si realizzano nella mente
dell’opinione pubblica.
Sono stati individuate 3 tipi di agenda setting:
a) Pubblica o dell’audience
b) Proposta dai mezzi di comunicazione
c) Quella della classe politica
I risultati di ricerca
McCOMBS e SHAW (1972): indagano per prima sull’idea di una corrispondenza tra l’agenda dei mezzi di comunicazione e
l’agenda dell’audience. Trovarono che esisteva una correlazione significativa tra la frequenza di citazione dei temi nelle
trasmissioni televisive proposte durante la campagna elettorale e il grado di importanza associato alle tematiche, così come
emergeva dai giudizi dei votanti che tali trasmissioni avevano seguito.
FUNKHOUSER (1973): trovò una sostanziale corrispondenza tra l’agenda pubblica e le informazioni trasmesse dai media, ma
non tra questi due e gli indici che rimandavano alla realtà storica.
setting
Secondo il modello dell’agenda i media aprirebbero una finestra alternativa all’esperienza diretta, giungendo a creare
strutture conoscitive ampiamente indipendenti dall’acquisizione di informazioni attraverso le tradizionali vie di socializzazione.
Modalità attraverso le quali è possibile manipolare la rilevanza di una notizia:
a) Ripetere frequentemente ciò che si vuole porre in primo piano.
b) Lo spazio dato ad una notizia e l’ordine
c) Aspetti retorici della comunicazione (persuasione)
Uno dei maggiori limiti del modello dell’agenda setting è quello di non considerare le componenti semantiche proprie del
messaggio e le preesistenti strutture conoscitive dell’individuoascoltatore. Gli effetti generali previsti dall’agenda setting vanno
ad interagire con gli stereotipi consolidati, i quali funzionano quali importanti filtri nell’elaborazione dei messaggi politici.
Uno dei tentativi di spiegare come l’agenda personale funzioni e possa influenzare i successivi giudizi, vien dagli studi delle
euristiche di giudizio.
EURISTICHE DI GIUDIZIO: (euristica della disponibilità) Dovendo stimare la numerosità di una categoria, o la probabilità di
accadimento di un evento, il giudizio sarà influenzato dalla facilità e dalla rapidità con cui determinati esemplari della categoria
riescono ad essere recuperati in memoria.
Nel caso dell’agenda setting si prevede che determinate informazioni e dimensioni di giudizio siano maggiormente rilevanti
proprio perché il loro recupero è stato reso più efficace dall’esposizione ai media.
3.2 Usi e gratificazioni
Partiamo dall’ipotesi che il problema più importante nello studio delle comunicazioni di massa non è ciò che i media
produrrebbero in termini di effetti sull’audience, bensì ciò che spinge i soggetti ad utilizzare i media.
L’assunto da cui muove questa prospettiva teorica è che tra tutte le offerte disponibili, ogni individuo seleziona quelle che
maggiormente lo gratificano. Ciascun membro dell’audience attivamente si espone in modo selettivo a determinati programmi, e
le scelte effettuate riflettono le sue caratteristiche psicologiche. Inoltre gli individui sono tanto più coinvolti nella fruizione del
programma, quanto più sono disposti ad investire in termini di risorse attentive a proposito dei contenuti proposti.
I bisogni principali che si ritiene possano essere soddisfatti grazie ai media sono:
La ricerca delle informazioni utili
La possibilità di ottenere argomenti con cui sostenere la proprie posizioni durante le comunicazioni interpersonali
La possibilità di realizzare delle interazioni parasociali
Il desiderio di intrattenimento e di svago
A quali bisogni la TV sembra dare un risposta?
Interazioni parasociali
Ottenere informazioni utili
Comunicazioni interpersonali
Funzione sociale
Intrattenimento
Distrazione
GREENBERG (1974): trovò che la relazione più forte tra visione televisiva e comportamenti violenti si aveva per quei bambini
che guardavano la Tv spinti dalla ricerca di eccitazione (arosual).
RUBIN (1979): evidenziò che i soggetti utilizzavano la Tv per desiderio di imparare qualcosa.
IL MODELLO PROBABILITÀ DI ELABORAZIONE DELL’INFORMAZIONE : PETTY e
(Elaboration Likelyhood Model)
CACIOPPO ipotizzano che i soggetti siano tanto più portati ad elaborare in maniera approfondita un messaggio e tanto più
bisogni)
permanenti siano i risultati ottenuti quanto più essi sono spinti da una forte componente motivazionale (i e quanto più
coinvolgimento).
considerano il problema importante per la propria esistenza (il
Le differenze di sesso nelle reazioni ai fil dell’orrore: una interpretazione.
TEORIA DEL TRASFERIMENTO DELL’EMOZIONE
ZILLMANN (1984): i maschi, essendo stati abituati a mostrare controllo emotivo nel caso di esposizione ad un film dell’orrore,
sono portati a trasferire ed interpretare le esperienze di angoscia provate durante il film verso una susseguente sensazione di
piacere.
ZILLMANN (1986): notò che la bassa corrispondenza fra angoscia e piacere che fu trovata per le femmine sembra essere diretto
risultato di questa difficoltà ad influenzare positivamente le conseguenze spiacevoli del terrore.
SPARKS (1991): per misurare il grado di attivazione impiegò la conduzione elettrica della pelle durante una scena
particolarmente impressionante di un film, a cui seguirono domande sul grado di paura, ansia e turbamento: essi dovevano
rispondere su scale graduate. Inoltre dovevano indicare il loro grado di turbamento e di divertimento.
I risultati furono che: i maschi riportavano meno angoscia delle femmine, e gli indici di piacere erano uguali. Quanto alla
relazione tra paura durante la visione e piacere dimostrato successivamente, per i maschi la correlazione era più significativa. Un
test dimostrò che le femmine erano caratterizzate da una conduzione elettrica della pelle più alta dei maschi. Infine si calcolò la
correlazione tra la misura della conduzione elettrica della pelle con la stima del piacere provato alla fine del film, e tale
correlazione fu significativa per i maschi.
3.3 Teoria della coltivazione
TEORIA DELLA COLTIVAZIONE: prevede che i media ci dicano non solo quali siano le cose a cui pensare, ma anche, e
soprattutto, in che modo dobbiamo pensare ad esse. La funzione principale di mezzi di comunicazione di massa è quella di
agenti di socializzazione in grado di plasmare le percezioni, gli atteggiamenti, i valori ed i comportamenti dell’audience, cioè della
mainstreaming resonsance.
quasi totalità degli individui. I due concetti chiave all’interno di questo approccio teorico sono il e la
MAINSTREMING: si intende il processo attraverso il quale la visione televisiva conduce ad una omogeneizzazione nelle
concezioni dell’audience. Questa ipotesi viene testata in due modi: il primo si basa sulla rilevazione dello scarto che separa le
concezioni delle persone che fanno un ampio uso del mezzo Tv (heavy viewers) dalle concezioni di coloro che al contrario
guardano relativamente poco la televisione (light viewers). Si ritiene che questi due gruppi, a parità di altre condizioni,
posseggano differenti idee dovute alla differente quantità di esposizione e che quanto maggiore è la differenza nelle abitudini di
fruizione, tanto maggiore sarà tale scarto.
RISONANZA: si fa riferimento all’accentuazione degli effetti dei media nei casi in cui vi siano altre cause esterne che si muovano
nella medesima direzione.
mainstreaming
L’effetto primario del viene ipotizzato non mutare direzione, ma soltanto di intensità poiché sostenuto da altri
fattori concomitanti. Il cittadino membro dell’audience verrebbe in tal caso sottoposto ad una doppia dose di messaggi
teoria della coltivazione
congruenti. Una delle principali critiche mosse alla riguarda la natura esclusivamente correlazionale dei
risultati ottenuti. In secondo luogo, le correlazioni riscontrate sono in grado di spiegare solo porzioni assai ridotte della varianz