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Il concetto di letteratura è legato alla forma scritta ma la sua esistenza e radici sono molto

+ lontane nel t xchè l’uomo, anche quando non aveva definito simboli o segni x poter

fissare il pensiero, ha sempre cercato di utilizzare forme di comunicazione x tramandare la

propria storia.

Mondo greco-romano: la storia dell’antica Grecia e Roma è un ambiente in cui gli dei

giocano un ruolo determinante nello svolgersi degli eventi sociopolitici; ci si confronta con

un periodo mitologico in cui le gesta degli eroi sono presentate in modo fantasioso.

Emerge il genere letterario del mito. La mitologia è rappresentativa di un periodo

temporale del mondo antico; le cadenze ritmiche consentono alla memoria di conservare il

racconto di queste gesta. La memoria aveva bisogno, x poter conservare il racconto, di

qualcosa che permettesse di ricordarle cantandole con un ritmo che consentisse una

memorabilità, strettamente legata all’oralità primaria. La mitologia ricopre un posto molto

importante nella letteratura poiché può esser considerata percorritrice della fiaba,

sebbene essa derivi in parte dal rito.

Il rito consente di trasmettere conoscenze attraverso usi/costumi. Il rito è un insieme di

4 comportamenti che, narrati sotto forma di racconto popolare, si è trasformato in

narrazione fiabesca. Tra mito-rito-fiaba esistono molte analogie (es. gli dei del mito si

presentano come gli antagonisti o aiutanti magici delle fiabe, l’eroe del mito si sovrappone

al protagonista fiabesco). Caratteristica unica della fiaba è xò la presenza di elementi

magici che intervengono x aiutare il protagonista a risolvere situazioni impossibili con i soli

mezzi umani.

Nel rito gli interventi sono invece reali, costruiti preventivamente dagli adulti, o naturali. La

fiaba interviene a modificare l’aspetto cruento del rituale, attraverso gli elementi magici.

Propp ha rilevato l’origine della fiaba nel rito (le fiabe hanno un’origine storica che può

essere storicamente/geograficamente definita). 2 teorie:

1. Monogenetica: la fiaba ha un’origine unica e si diffonde attraverso la trasmissione

orale in altri luoghi e in t successivi, producendo anche cambiamenti nella

narrazione pur mantenendo le similitudini proprie della naturale evoluzione umana

(la fiaba nascerebbe in India)

2. Poligenetica: le fiabe sono nate contemporaneamente, o in t diversi, in tutto il

mondo (il genere umano pur vivendo in luoghi diversi si comportava in maniera

simile)

La favola invece ha origini ben definite e collocabili: nasce con Esopo, a cui seguirà il latino

Fedro. Essa non nasce x l’infanzia ma x gli adulti con l’intento di dare insegnamenti morali

con caratteristiche ben precise: racconto breve, con poche e incisive battute, descrive

vizi/virtù umane e si conclude con un mess morale in cui vengono sottolineate le

conseguenze dei vizi. Molto spesso personaggi sono animali, che consentono di

caratterizzare vizi e virtù. La favola è anche uno strumento x criticare l’aristocrazia del t e la

suddivisione in classi sociali.

Spesso c’è confusione fiaba/favola, probabilmente xchè entrambi i generi sono entrati a

far parte della letteratura x l’infanzia contemporaneamente, sebbene siano nati

separatamente ed entrambi come rivolti agli adulti.

La tradizione fiabesca avrebbe mantenuto la caratteristica di oralità se non fosse nato un

interesse specifico che spinse alcuni studiosi a trascrivere queste storie popolari (es.

Grimm). L’elemento portante delle fiabe è la sopravvivenza e il contrasto

ricchezza/povertà; occorre ingegnarsi x trovare soluzioni x sopravvivere e modificare lo

status sociale. L’aspirazione dei personaggi è di inserirsi nella vita di corte. La bontà,

l’ingegno, la furbizia del protagonista permettono di far trionfare il bene e se non sono

sufficienti interviene la magia, rappresentazione della capacità di non rassegnarsi ma

comprendere il problema.

5 Perrault diede alle sue raccolte unt aglio che univa aspetti fiabeschi ad aspetti favolistici

(presenza di un finale moralistico). Mentre i Grimm riportarono fedelmente il contenuto

popolare, xciò non si concludono con un mess morale (la loro opera è una trasposizione

scritta dell’oralità primaria).

Andersen scrive x rivolgersi ai bambini, adottando il termine Eventyr (espressione

intraducibile che sottolinea l’assenza nei suoi racconti di elementi magici, poiché la magia è

quasi sempre sostituita dal fantastico e da forti elementi religiosi: i suoi ogg parlanti non

sono magici ma si animano x narrare la loro storia ai bambini che sanno ascoltarla).

Rodari è convinto di dover offrire all’infanzia storie vicine agli interessi e vita reale del

bambino.

Le fiabe aiutano il bambino ad assorbire inconsciamente risposte ai conflitti che sta

vivendo in un’età in cui ancora non riesce a esteriorizzarli: occorre lasciare che il bambino

individui da solo il simbolo che risponde ai suoi bisogni e che sia in grado di continuare a

usufruirne finché tale bisogno non sia superato. Il desiderio di ascoltare molte volte la

stessa fiaba p una risposta a tale bisogno: in quella fiaba c’è un elemento che l’adulto

narrante non conosce e che il bambino assorbe solo a liv inconscio, esprimendo il bisogno

di quel simbolo. Cercare di individuarlo e concretizzarlo sarebbe inutile poiché il ruolo della

fiaba è proprio di lavorare sull’inconscio infantile; potrebbe anche esser controproducente

xchè metterebbe il bambino di fronte a una realtà che non è ancora in grado di gestire.

Quando il bambino non vuole ascoltare una 2° volta la stessa storia: non contiene elementi

utili ai suoi bisogni o è stata raccontata in un momento in cui il contenuto ha provocato

angoscia.

I generi principali della letteratura x l’infanzia: fiaba, avventura, fantascienza, horror

(accomunati dal fantastico). Altri generi sono la leggenda (non contiene elementi magici,

cerca di restare fedele alla ricostruzione storica dei fatti e personaggi in genere realmente

esistiti) e Il racconto popolare.

Nell’avventura il percorso si fa + ampio, le esperienze + dettagliate, le prove + impegnative

e dipendono dall’ingegno del protagonista anziché da elementi magici. È un genere molto

amato in adolescenza.

Il racconto di fantascienza ha anch’esso il bisogno di allontanarsi dagli schemi

convenzionali e propone avventure aldilà della realtà.

L’horror propone sotto forma + matura gli stessi elementi della fiaba.

Il fantastico è la componente di tutti questi generi, rappresenta la capacità di liberarsi dalle

6 ambiguità del reale. L’essere umano non può far a meno del fantastico xchè consente di

uscire dagli schemi imposti x creare un’irrealtà composta da fantasia.

Il XVII e XVIII sec. sono pieni di fermento: si sviluppa il genere favolistico con La Fontaine e

si comincia a pensare all’indottrinamento del popolo e istruzione dei bambini. Le

rivoluzioni in campo educativo arrivano con Rousseau che abbia in discorso tot nuovo sul

tipo di letture da destinare all’infanzia, che possano essere anche piacevoli e gradite e non

solo istruttive. Si comincia a pensare di scrivere appositamente x l’infanzia: i primi libri

destinati a bambini non hanno carattere divulgativo ma didascalico (libri di lettura x la

scuola).

L’avventura inizia a diffondersi con Robinson Crusoe, la fiaba con Perrault, tradotta da

Collodi, ma è soprattutto nel 900 che si afferma una 1° distinzione in generi e > attenzione

agli scritti dedicati all’infanzia. La 1° letteratura x l’infanzia è rivolta solo a scolari, ma

bisogna considerare l’alto tasso di analfabetismo e la breve durata della frequenza

scolastica. La scuola fatica a decollare, il libro si presenta in veste poco attraente. Nascono

in parallelo i primi giornalini x bambini, + agili e gradevoli, arricchiti di qualche

illustrazione: sul Giornale dei bambini iniziano a essere pubblicate a puntate le avventure

di Pinocchio (1883). Esse rappresentano una vera ventata di novità, xchè i moralismi pur

non essendo del tutto assenti sono presentati come ammonimenti piuttosto che regole

rigide e il premio finale arriva dopo una serie di avventure che ricordano le prove delle

fiabe.

In Pinocchio convivono i generi principali della letteratura x l’infanzia: fiaba (presenza della

magia), avventura (la sopravvivenza è legata alle capacità del protagonista, compaiono i 2

elementi simbolici dell’avventura: acqua e isola), favola (grillo parlante).

Col 900 la letteratura x ragazzi comincia ad arricchirsi di generi e spogliarsi di mess morali

espliciti e pedanti, anche le classi meno abbienti cominciano a usufruire di una base di

istruzione.

Scrivere x bambini

La letteratura x l’infanzia raggiunge un’ufficialità nell’800 quando si afferma come

letteratura didascalica ma nasce molto prima come letteratura orale. I generi che oggi

sono stati acquisiti come appartenenti a questa materia (fiaba, favola, leggenda, mitologia,

rito) nell’antichità svolgevano funzioni molto + complesse e facevano parte del bagaglio di

conoscenze su cui l’uomo costruiva l’evoluzione della civiltà.

Una volta avviata come genere letterario, la letteratura x l’infanzia inizia a essere

7 sottoposta a studi e analisi critico-letterarie:

Benedetto Croce Esamina non tanto i contenuti ma il linguaggio e ritiene che

esso non possa acquisire la dignità estetica della letteratura x

adulti; definisce la letteratura x l’infanzia un prodotto

esclusivamente pedagogico

Giuseppe Lombardo Sostiene la grande importanza che la lettura ha

Radice nell’educazione del bambino, essa è un momento

fondamentale di crescita. È promotore di molte iniziative tra

cui: istituzione di biblioteche popolari e itineranti che

raggiungevano le campagne, la creazione di una specifica

collana di educazione popolare x gli adulti che imparavano a

leggere, la creazione di molte collane di lettura x ragazzi

Luigi Volpicelli Apre un interessante dibattito sull’importanza che ogni

mezzo di comunicazione può avere sullo sviluppo del

bambino: teatro, cinema, fumetto hanno numerose

potenzialità educative. Il libro non è l’unico mezzo efficace di

comunicazione e didattico

Giovanni Maria Bertin Importanza dell’educazione alla lettura e necessità che i libri

x ragazzi siano soprattutto divertenti e stimolanti; se un libro

è noioso, ripetitivo e moralistico produce l’effetto di

allontanamento

Ancora nella 2° metà del 900 la letteratura x l’infanzia si differenzia x genere: discorsi

patriottici ed

Dettagli
Publisher
A.A. 2004-2005
9 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/04 Psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Ankh79 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'educazione e della letteratura per l'infanzia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Pinottini Marzio.