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Scuola di Baden di Windelband solleva la questione: filosofia come scienza critica dei valori
universali. Esiste una morale e un agire che abbiano valore di bene assoluto e necessario? Il valore
deve essere fissato da norme procedurali a cui il pensiero etico deve conformarsi = il bene assoluto
è esito di una procedura.
Kant aveva individuato la moralità non nei contenuti delle norme e agire ma nella forma =
conformità al tu devi (autodeterminazione del sog morale). Se l’azione morale dipendesse dai
contenuti non avrebbe valore assoluto o universale. I contenuti della morale variano a seconda delle
condizioni spaziotemporali.
Windelband afferma che la filosofia non può fissare i contenuti dei valori ma solo le forme ideali in
grado di normare le realtà empiriche = i valori del giudizio devono sempre valere x tutti.
Rickert: esiste un mondo di valori distinto da quello empirico, è un mondo di realtà formali assolute,
non psicologiche, basate su una procedura che viene a sostanziare la norma.
Scuola di Marburgo (fig. di Cohen) = colloca al centro dell’etica il dover essere come regola x l’uso
pratico della ragione, opposto al desiderio. Dall’imperativo categorico fa una critica all’economia
capitalistica: la dignità della persona è calpestata da determinazione del valore del lavoro a opera
del mercato.
Nietzsche distingue fra valori della vita ascendente e decadente: “che cos’è il bene? Tutto ciò che
aumenta nell’uomo il senso di potenza, la volontà di potenza. Che cos’è il male? Tutto ciò che procede
dalla debolezza. Che cos’è la felicità? Avvertire che la potenza aumenta”. Valore e realtà coincidono,
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ciò che vale di + è l’accrescimento della potenza, la realtà si configura come lotta x la potenza xchè
ogni forma vitale (anche i deboli) tendenza conservarsi e crescere. Il problema della relatività dei
valori posto da Nietzsche incide direttamente su filosofia pangermanistiche.
Chamberlain: “+ persuasivo di qualsiasi altro elemento è il possesso della razza nella propria
coscienza”. La coscienza di valore = appartenenza razziale; è un dato immediato che si manifesta nel
comportamento. Scompare il problema dell’oggettività della conoscenza: il valore della scienza non
sta nel suo contenuto di verità, ma nella sua possibilità di applicazione metodica nella prassi e nel
suo significato formativo x fantasia e carattere.
La metafisica e i valori
Posizione di Scheler è controtendenza rispetto a neo-criticismo e relativizzazione dei valori: i valori
assumono un significato assoluto se si dispone di una prospettiva metafenomenica e metastorica. I
valori sono sostanza, aldilà del t/spazio, idea in senso platonico.
Scheler si rifà all’insegnamento di R. Eucken al cui centro vi è la nozione di spirito = la forza che
pervade l’intero cosmo, dà luogo alle esistenze singole e ai processi di autodifferenziazione degli
enti, è l’unità della vita. Opposto a visione del mondo positivistica: natura come tot’ di connessioni
meccaniche, i cui elementi principali sono corpo/moto; x spiegare il divenire del reale sono
sufficienti le leggi della meccanica.
Scheler coglie l’antinomia fra spirito universale – esistenza del sé come persona ma la sua riflessione
è tutta int al paradigma spiritualistico, la cui validità globale non è mai messa in discussione. Il valore
non ha consistenza ontologica, i valori sono termini di riferimento reali di un vissuto, sono medium
che permettono di attuare lo spirito come essere in sé e realtà soprannaturale, il valore non è cosa,
non è entità logica, non è essere, non è vero. La sua consistenza è etica.
Scheler fra fenomenologia e vitalismo
Critica di Scheler al positivismo (riduzione scientista del mondo a pura misurabilità, insieme di datità
che possono aver rilevanza x le manipolazioni tecniche e nulla di +). Il sapere x Scheler è un offrirsi
spontaneo al contenuto intuitivo delle cose con un’adesione amorosa al mondo: esatto opposto
della regola deontologica del non coinvolgimento emotivo dell’osservazione del positivismo.
Attraverso l’intuizione si manifesta lo spirito, è necessario ricostruire il contatto immediato con
l’esperienza vissuta dello scambio col mondo. = continuità spirituale tra mondo vitale e coscienza.
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Le prime esperienze che il vivente acquisisce sono pratiche – esistentive e collocate nel t (lo spirito
è presupposto ontologico del t-spazio). L’attività dello spirito non si risolve nel t-spazio ma dà luogo
ad essi.
L’analisi fenomenologica mette tra parentesi l’ogg naturale nella sua singolarità e opera una
riduzione eidetica che conduce alle essenze come si danno nell’intuizione della coscienza.
Fenomenologia ed etica
Tematica del t assoluto di Scheler: scenario metafisico della filosofia; intende fondare la sua teoria
della vita emotiva su individuazione dell’intenzionalità del sentire e alla sua descrizione eidetica,
finalizzata a cogliere i dati costitutivi del sentire emotivo.
Per Scheler la fenomenologia è 1 tipi di conoscenza capace di ricostruire gradualmente l’origine
dell’agire implicito nel rapporto di scambio tra spirito e mondo e recuperare le singole forme dello
scambio. Lo spirito è il centro degli atti intenzionali, è il fondamento dell’esperienza e della
ricettività nei confronti del mondo, è persona (pura attualità i cui elementi non sono oggettivabili).
Scheler sviluppa la fenomenologia husserliana (“andare alle cose stesse”) = strappare i vestiti ideali
alle cose x coglierle intuitivamente nella loro essenza eliminando i presupposti, considerare la sfera
complessiva del dato visibile.
Nozione fenomenologica di evidenza = pervenire alla cosa stessa a vista spirituale.
Bisogna rendere oggettivi gli atti molteplici della coscienza (trasformarli da aspetti soggettivi della
coscienza in forma di fronte al sogg pronte x essere comprese); l’essenza degli atti di coscienza è
nella loro intenzionalità: ogni atto di coscienza è un riferirsi a qualcosa. L’essenza è cogliibile solo
sospendendosi dalla posizione che si occupa, lasciando filtrare la realtà complessiva del mondo. Lo
sguardo fenomenologico è ridotto a vita della coscienza e alle correlazioni con gli atti della coscienza
visti nella loro intenzionalità = lasciare filtrare le essenze nella coscienza.
Il dato, colto nel compimento di 1 atto di coscienza, è immediatamente presente x effetto della
sospensione e riduzione fenomenologica: i contenuti dell’esperienza così delineati non sono
universali, ma strutture eidetiche presenti nelle cose stesse.
La fenomenologia è un atteggiamento teoretico atto a cogliere nella singola esperienza un’unità
dotata di significato in modo apriorico. La singola esperienza appartiene al sogg non come sog
trascendentale ma come esistenza personale (apertura al mondo).
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Fenomenologia dell’etica
I valori costituiscono un mondo oggettivo caratterizzato da leggi proprie (l’etica ha il compito di
evidenziarle e descriverle). Indagine dell’universo dei valori equivale alla raffigurazione dei valori
come essenze + individuazione di una gerarchia di valori (non deve esser arbitraria ma fondata su
preferenze motivabili non attraverso procedimenti deduttivi-induttivi in grado di portare
l’indagatore a qualche evidenza).
Lo sguardo fenomenologico è in grado di coglier ei valori nelle loro strutture eidetiche. I valori sono
colti non come immobili universali ma strutture dinamiche che reggono e conformano l’esistenza
nella storicità.
Dove trovare il criterio con cui i valori possono essere posti gerarchicamente? Dato che i valori si
incarnano in tipologie esistenziali, com’è possibile fondare la gerarchia etico-politica che ne potrebbe
derivare?
I valori x Scheler non son o opera di un processo di astrazione a partire dai beni ma hanno una
consistenza autonoma: “ogni volta che si osa indicare il bene o male ricorrendo a un contrassegno
extra assiologico, si è scambiato i possibili portatori del bene con gli stessi valori corrispondenti e con
l’essenza dei valori di cui erano un semplice supporto”.
Il valore bene, inteso in senso assoluto, è quel valore che, x una legge di natura eidetica, apapre
nell’atto di realizzazione come il valore + elevato.
L’atto del preferire stabilisce cosa sia +/- elevato, non si tratta di dedurre-indurre ma di spogliare di
ogni preconcetto l’atto empiricamente cogliibile della preferenza e farne emergere la struttura pura
(eidos).
Il sog della preferenza del volere è la persona come unità concreta di tutti gli atti possibili: solo le
persone possono essere portatrici di valore, non cose/eventi. I valori sono tanto + elevati quanto +
duraturi (esistere nel t indipendentemente da durata del portatore reale) e < è la loro estensione e
suddivisibilità, quanto meno sono fondati su altri valori, quanto + è profonda la soddisfazione
correlata alla loro percezione affettiva.
Il senso morale ultimo del mondo è la possibilità che esistano persone dotate dei + elevati e positivi
valori xciò bisogna individuare a priori tipi qualitativi distinti come portatori di valori. Ciò che conta
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non è una norma ma un modello personale intuibile e del tutto svincolato da esperienze storiche.
Tutte le norme hanno valore/disvalore solo se la persona che le pone può fungere da modello.
Esiste un intero sistema di persone sociali che fungono da modelli tipico-ideali. Sono in ordine:
- Santo
- Genio
- Eroe
- Spirito egemonico della Zivilisation
- Maestro dell’arte del vivere
Un uomo è eroico xchè corrisponde al tipo assiologico-personale dell’eroe come modello.
Fenomenologia e politica
Per Scheler la democrazia parlamentare è una realtà di transizione (segni di instabilità manifestati
da repubblica Weimer). Il sistema capitalistico sembra giunto in Germania a un punto di non ritorno.
La guerra è lotta dello spirito contro la pura potenza materiale. Il capitalismo è capovolgimento dei
valori, prodotto di un certo tipo umano (calvinista-puritano) a cui si oppone il tipo germanico.
Scheler è critico della modernità in quanto tale. La kultur deve svolgere un ruolo di orientamento
rispetto a politica e non viceversa.
Le idee e la società
23-24, interesse di Scheler x sociologia della conoscenza e antropologia filosofica. Le idee acquistano
capacità di incidere attivamente su realtà solo qu