Anteprima
Vedrai una selezione di 3 pagine su 6
Riassunto esame per l'esame di geografia sociale e culturale, prof.Amato, libro consigliato "Geografia umana" diC. Caldo, , Palumbo, Palermo, 1990 (capitoli 1,2 e 3) Pag. 1 Riassunto esame per l'esame di geografia sociale e culturale, prof.Amato, libro consigliato "Geografia umana" diC. Caldo, , Palumbo, Palermo, 1990 (capitoli 1,2 e 3) Pag. 2
Anteprima di 3 pagg. su 6.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame per l'esame di geografia sociale e culturale, prof.Amato, libro consigliato "Geografia umana" diC. Caldo, , Palumbo, Palermo, 1990 (capitoli 1,2 e 3) Pag. 6
1 su 6
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

I popoli sviluppano un certo interesse per i nuovi territori, intraprendendo viaggi dettati tanto da

esigenze di sopravvivenza( si pensi alle emigrazioni del passato delle popolazioni verso territori più

favorevoli dal punto di vista climatico e geografico) o economiche (dopo il 1492, la scoperta di

nuovi territori portò ad uno sviluppo economico notevole, si pensi anche alle colonie e alle

piantagioni).

Questo interesse portò alla diffusione di racconti più o meno veritieri da parte di chi aveva

compiuto questi viaggi e intendeva descriverli oggettivamente e/o soggettivamente; a questi

avventurieri, si aggiunsero anche coloro che non erano mai stati in nuovi territori e che quindi

mettevano in circolazione racconti del tutto immaginari. Tra i miti che presero piede, oltre a quelli

religiosi (il Paradiso Terrestre- l’Eden, il monte Sinai), vi era quello del leggendario mondo di

Atlantide ma anche del “selvaggio West”(nell’Ottocento americano).

I viaggi subirono una battuta di arresto durante in Medioevo, in quanto in questo periodo l’interesse

per la propria spiritualità offuscò quello per la scoperta/visita di nuove terre. Tuttavia , superato

questo momento di stavi, vengono riscoperti per motivi religiosi (compiere evangelizzazione) ed

economici( si sviluppa il commercio e si istaurano rapporti con l’Oriente -> si pensi al “Milione” di

Marco Polo sull’Asia.

Iniziano a diffondersi mappamondi, carte geografiche e mappe, ma poco accurate e talvolta del

tutto insufficienti per calcolare un tragitto. Nonostante ciò, questa diffusione cartografica evidenziò

come ormai la Geografia (dal greco “disegno della Terra”) stesse acquisendo importanza; tale

scienza ricercava cause, fenomeni e le relazioni che le legavano.

Durante il quindicesimo secolo si assistette ad uno sviluppo tecnologico che dette i migliori risultati

nel settore nautico (anche se le carte rappresentavano le coste quasi esclusivamente del

mediterraneo). I primi planisferi sono quelli di Ribero (in Portogallo) e di Gastaldi (in Italia).

Ricordiamo il contributo dato da Botero ,il quale fondò la “scienza statica” basata su relazioni

universali: riporta informazioni dettagliate e mette in evidenza i rapporti tra i fenomeni naturali e

cosmici con l’agire dell’uomo. Egli progetta uno Stato ben organizzato dove l’industria, il

commercio e l’agricoltura hanno un posto fisso ed immutabile e sono posti sotto il controllo del

Principe e della Chiesa. Nelle Fiandre, invece, ricordiamo l’opera di Mercatore il quale introdusse

la proiezione cilindrica. Questa tecnica permetteva di tracciare sulla carta con una retta che taglia

sulla Terra i meridiani con angoli tutti uguali (metodo tutt’ora impiegato per le carte nautiche).

Leida fu un centro molto attivo dal punto di vista dello studio geografico:Cluverio propose “l’Italia

antiqua” dove la geografia era interconnessa ai classici e alla storia); Varenio vide la geografia

come una parte della matematica che spiega stato e parti della terra con elementi quantitativi

(ampiezza,sito,movimento). A lui si debbono le due diciture:

-“geografia universale o generale”

-“geografia speciale o corografica”(ovvero lo studio differenziato per le singole regioni di

clima,proprietà terrestri e umane, quali i popoli, l’arte, il commercio,la religione e la lingua).

Fino all’Ottocento le descrizioni geografiche erano utilizzate dai principi essenzialmente per

esercitare un controllo più agevole sul territorio.

Altro nome legato allo sviluppo della Geografia è Eratostene; questi voleva accertare i caratteri del

mondo,le leggi della natura,il rapporto tra universo cosmico e superficie terrestre. Ricordiamo

anche Strabone che compilò gli “itinerari”,ovvero descrizioni precise sui luoghi più battuti dai

viaggiatori.

Durante il diciottesimo secolo furono portati avanti processi sulla cartografia: i monticelli erano

disegnati come del mucchietti di terra prima di arrivare a precise misurazioni di altitudini con il

barometro( si passa al tratteggio per rivelare le reali forme del suolo e poi alle curve di livello).A

metà del ‘700 abbiamo la Carte Geometrique de France(carta topografica). Dal punto di vista

teorico, pochi sono i passi avanti fatti tra il ‘600 e il ‘700. Per molto tempo il mondo è stato

considerato un corpo immutabile che ha preso vita in un solo colpo da un impulso esterno. La

geologia vede il proprio fondamento nel diluvio universale, poi Cuvier si interroga sui fossili

rinvenuti (forme di vita esistite in altre ere e che quindi indicavano che il miracolo dell’impulso

divino si era avuto più volte).

Finalità della geografia di Ratzel:

1)analisi del modo di distribuzione dei gruppi umani e delle relative culture

2)interpretazione di tali distribuzioni sulla base dell’influenza esercitata dal mondo circostante

naturale

3)effetti dell’ambiente su individui e società (effetti dovuti al clima, alla configurazione del sole…)

Prendono vita due principi:

1)DETERMINISMO: l’uomo emigra in cerca di condizioni favorevoli allo sviluppo personale e della

propria comunità. Si cercano conferme più nelle civiltà primitive che in quelle moderne poiché in

quelle arcaiche lo sviluppo con consente molte varianti nelle reazioni agli stimoli ambientali

(soprattutto in caso di scarsezza di risorse). L’uomo si contrappone alla Natura.

2)DIFFUSIONISMO: si sviluppano i tratti culturali di un popolo (come le scoperte tecnologiche)

dove le condizioni sono favorevoli e di qui si diffondono in varie aree, anche lontane.

A Vienna, nel primo Novecento, si formula l’ipotesi di “cicli storico-culturali”, ovvero l’idea che le

tecniche culturali diffusesi nel tempo si sovrappongano nel tempo e nello spazio (dalle primitive –

ciclo di raccoglitori, alle più evolute-ciclo della zappa).

Nasce la Geografia politica: studio dell’ampliarsi e del restringersi della superficie

territoriale(indicano, quindi, progresso e regresso) e alla cui base vi è il condizionamento

ambientale.

Altro nome importante, è quello di Hettner, il quale considerò la geografia come lo studio delle

singole unità distinte per le loro differenze. Introduce quindi il “regionalismo” ovvero il guardare ad

ogni aspetto di una regione, non solo il rapporto uomo-natura

Con Paul de la Blache abbiamo il “possibilismo”:qui notiamo l’influenza degli studi di sociologia. Il

Possibilismo afferma che lo stile di vita di un gruppo umano è l’insieme dei comportamenti abituali

di un popolo nel suo modo di organizzarsi e gestire cosa gli offre l’ambiente. Questa è la reazione

possibile adottata dal gruppo umano sulla base delle proprie esperienze storiche e sociali, in

risposta agli stimoli ambientali.

->parallelo tra geografia e sociologia:

Reclus no immobilismo; la superficie terrestre si modifica così come l’economia (si intravede un

socialismo anarchico)

Reclus ispira Durkheimla società capitalista di fine Ottocento segue fattori razionali e non; la

società mantiene l’ordine mediante la coscienza collettiva, dove le credenze comuni si esprimono

in norme regolatrici della vita sociale. L’attività degli individui risulta influenzata dalla società.

Ricordiamo il contributo di Bergson, per cui l’intuizione è uno slancio vitale, è la sintesi di istinto ed

intelligenza per permette di liberarsi dagli schemi e dalle necessità biologiche.

Vengono tracciati i limiti del possibilismo: la regione non permette un’interpretazione approfondita

del territorio. Nella società moderna, i cui connotati sono analoghi in molte regioni, la mancanza di

elementi tradizionali riduce la possibilità di un’analisi possibilista (non si individua la “personalità” di

un popolo). Ci si riduce a ponderare vari elementi tra una vasta gamma di soluzioni del rapporto

ambiente-società ritornando al determinismo che si voleva abbandonare.

*La geografia classica trova la forza nella capacità descrittiva*

Analizziamo le idee di tre influenti personalità:Mackinder,Davis e Semple.

1)Mackinder tenta una correlazione tra le generalizzazioni geografiche e storiche. Individua nel

continente euroasiatico due grandi regioni: quella del centro nord(pianeggiante, favorisce gli

spostamenti) e quella dell’ovest-est-sud(terre “a mezza luna” accessibili bene alle navi. Essa è

divisibile in quattro zone, ognuna con una maggioranza religiosa:cristianesimo, buddismo,

induismo ed islamismo. La zona centrale è detta “pivot” ed è la Russia, centro della politica

mondiale che è passata da vasti imperi ad agibili reti stradali. La “pivot area” è il fulcro, un’area

vastissima dove gli imperi zaristi hanno lasciato il posto a moderne reti stradali (si ripete in termini

moderni la viabilità antica). Lo stimolo a collegare condizioni geografiche e situazioni, sviluppa una

geografia politica che riguarda grandi aree e i rapporti di forza che esse hanno tra loro.

2)Davis propone i “cicli di erosione” dove l’erosione dovuta ai fiumi è normale mentre quella dovuta

ad altri agenti è accidentale. Si tratta di un processo antropomorfo: la prima fase è quella della

giovinezza(il fiume scorre impetuoso e scava il suolo),la seconda è quella dell’età adulta (fase

media, il fiume deposita i sedimenti) e l’ultima è quella della vecchiaia(scorre quasi immobile sul

penepiano e quando il penepiano si inclina il ciclo ricomincia daccapo).

3)Semple inquadra gli eventi storici americani nella cornice naturale in cui si sono svolti; le

diversità geografiche e climatiche hanno portato monocolture a Sud e agricoltura individualista a

Nord-est).

Parliamo ora del Positivismo. Questa corrente vede la geografia come lo studio delle connessioni

tra fenomeni naturali e umani,cercando la spiegazione di causa ed effetto. Quest’analisi si effettua

tramite un’osservazione dettagliata (studi locali, di piccole aree). A seguito della rottura tra

borghesia e cattolicesimo, si ha poi il connubio tra fede laica e classe dirigente. Si mira alla vittoria

dell’uomo sulla natura(l’adattamento si è avuto grazie alla scienza e pertanto le sconfitte sono

dovute a carenze tecniche).

Nel periodo delle Due Guerre si riprendono le vicende dei viaggiatori italiani (Colombo,

Vespucci…) e si ricerca nella geografia storica il periodo classico e la grandezza romana (-

>ideologia nazionalista).

Dobbiamo ricordare due grandi geografi:

-Almagia,a cui si devono scritti di cartografia storica dove la struttura sociale non è vista legata

all’organizzazione del territorio,

-Biasut

Dettagli
Publisher
A.A. 2015-2016
6 pagine
1 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-GGR/01 Geografia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Morgana393 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Geografia sociale e culturale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi L'Orientale di Napoli o del prof Amato Fabio.