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Da un lato il dramma porta all’estremo la condanna del mito, dall’altro non lo prende troppo sul
serio.
Destino e natura
Ogg del dramma è la storia-natura (si identificano in quanto la storia è soggiogata dalla natura); ma
la storia affetta da natura coincide con lo svolgimento del destino.
Dramma = “rappresentazione del decorso naturale destinato e privo di vita”.
Destino-natura sono sinonimi, la storia naturale è la storia come destino. Ha come centro la morte,
espressione della sottomissione della vita gravata di colpa alla legge naturale. Il destino ha carattere
necessariamente catastrofico del decorso storico.
Il contenuto del destino è la colpa intesa come naturale (non morale), non dipende da un atto
trasgressivo. L’uomo, nella colpa naturale, incappa nella colpa comunque si comporti anche nella
tot’ passività. L’uomo è libero solo di scegliere come precipitare nell’abisso della colpa.
4 La storia naturale è lo sviluppo necessario e predeterminato del necessario agire colpevole. Il
destino non è contesto causale del determinismo xchè il decorso non deve necessariamente
compiersi tramite leggi fisico-naturali. La storia naturale è costretta al sempre = della catastrofe e
violenza inibendo il carattere tipicamente storico cioè la produzione di novità. La storia naturale è
astorica xchè, affinchè ci sia storia, occorre un trascendimento di una cultura altrimenti sempre
identica a sè.
Sinonimi: gli altri nomi della ripetizione
Storia naturale:
- Un precipitato della secolarizzazione
- Spazializzazione del t
- Ripetizione
Precipitato della secolarizzazione: la storia ogg del dramma è concepita secondo i canoni del
pensiero del 600 (naturalizzata e antistorica). È un sec. ossessionato dallo stato di eccezione (guerre,
rivolte, catastrofi) xciò sviluppa un ideale di piena stabilizzazione: il mantenimento della stabilità è
compito del sovrano, detentore di un potere dittatoriale nello stato di eccezione. Qui la libertà
degenera facilmente in anarchia, s’instaura un clima di terrore/violenza e la libertà diventa
impossibile xchè il despota tutela i sudditi dalla sovversione violenta dell’ordine esistente. La
sovversione non compare come rivolta politica, l’eccezione che rischia di irrompere nel quotidiano
è sovramondana, è la trascendenza divina da cui il sec. intende guarirsi e contro cui invoca stabilità.
L’irrompere del divino è lo stato di eccezione che sottare all’uomo tutto ciò che possiede: il sovrano
deve rimandare l’irruzione divina (rinviare l’eskaton) x cui l’ideale del sec.è il mondo in cui è raccolto
ogni valore (“meccanismo che raccoglie ed esalta tutto ciò che è nato sulla terra”).
La fig. del tiranno è culmine rappresentativo dell’umanità, ma la mondanità non può mai essere
semplicemente gioioso e glorificato: è caducità, martirizzato. La sovranità rappresenta la
nullificazione del mondo. Il compito del tiranno è arginare la trascendenza e porre, al posto
dell’instabile divenire storico, la ferrea costruzione delle leggi di natura. Il sovrano non può ritardare
l’eschaton senza fermare la storia (in una concezione medievale storia-eschaton sono in continuità);
il giudizio conclude la storia come ultimo atto di un dramma dopo che gli atti precedenti sono già
conclusi.
5 Nel dramma barocco la continuità storia-eschaton è conservata ma cambiata di segno xchè la storia
è tragedia e l’eschaton è la triste conclusione della storia, il dis-valore divino che segue al valore
mondano è il valore supremo. L’unico mezzo del sovrano x rinviare l’eschaton è l’interruzione della
serie: il t mondano deve essere arrestato, sostituito dalle leggi immutabili di natura.
Spazializzazione del t: nel dramma barocco le questioni religiose non perdono peso ma se ne
propone soluzione mondana; esso sprofonda tot nella disperata costituzione terrena x escludere
l’escatologia, fermare il t, eliminare la precarietà degli eventi = fissare l’attimo e la forza di resistenza
che ha il compito di irrigidire lo scorrimento fluido del t è la natura.
Spazializzazione del t: avviene quando i t sono fra loro simultaneizzati (≠ rappresentazione del t:
istanti posti su una linea retta, incompatibili). Nel t-spazio gli istanti sono contemporaneizzati some
punti che giacciono su un unico piano: futuri e passato contemporanei, il t non è + pensabile come
flusso; qui ciascun momento riprende e rinforza ciascun altro momento. L’irruzione della natura
nella storia è l’irruzione dello spazio nel t.
La storia naturale, in quanto spazio-t, s’identifica con la ripetizione; nella storia naturale si ha il t
privo di qualità e ripetibile delle scienze naturali matematizzate: la vita organica/azioni,
natura/storia sono livellate. La misura temporale adatta è la ripetizione (espediente x ritardare
l’apocalisse). La storia naturale è destino, è eterno ritorno, x cui il dramma barocco è privo di una
vera fine.
La melanconia è il tono fondamentale dell’universo barocco: l’imprevedibile ripetizione degli eventi
storici incrementa la malinconia. La scena del mondo in cui il barocco si rinserra è infernale, è
un’esistenza priva di qualità, mitica, ma apapre comunque preferibile all’inesistenza prodotta
dall’irruzione divina.
Caduta e decadimento: paradigma naturale e declinazione storica
Allegoria = è la forma barocca della storia-natura; apapre l’opposto del simbolo (in esso si rivela il
volto trasfigurato ella natura nella luce della redenzione). L’allegoria è il teschio della storia come
un pietrificato paesaggio primitivo (la storia in tutto ciò che ha di inopportuno, doloroso, sbagliato).
La natura in cui s’imprime la storia è la natura decaduta; il divenire è puro decadimento. La plasticità
storico-degenerativa conferma uno stato naturale di corruzione e caduta. La storia-natura è il
vincolamento del divenire storico all’immobilismo fossile della natura. La successione storica è una
via crucis che attraversa le stazioni del suo decadere. La storia nel suo decadere lascia dietro di sé
6 solo rovine (culto barocco x frammentario e micrologico). Anche la tot’ è rovina: la nuova tot’ a cui
il moderno aspira è una semplice composizione dei frammenti prodotti nel corso del t.
Storia e natura: significato e suono
La filosofia del linguaggio barocca contribuisce a chiarire il nesso storia-natura (polarità
scrittura/parola, significato/suono); x l’uomo barocco la parola è l’impotenza di fronte a dio, la
scrittura è la sua superiorità sulle cose del mondo (il significato dimora nella scrittura, il sonoro è
qualcosa di puramente sensuale).
Suono = natura (pienezza creaturale, sentimento)
Significato = storia (cultura, inibizione del sentimento spontaneo)
La natura storica è la natura deformata, storicizzata; la storia naturale è la natura che deforma la
storia (2 processi che s’identificano xchè se la storia naturale implica la negazione dell’essenza
storica ad opera della natura, è un’autonegazione xchè la natura deforma la storia solo xchè a sua
volta deforme).
La storia non è stata sempre peccato ma lo è diventata x l’influsso di una natura ostile e
contemporaneamente la natura fu sviata x mano dell’uomo.
Allegoria, ripetizione e passatificazione del divenire
L’allegoria si converte nello spazio-t (ripetizione); nel coro e interludio barocchi l’allegoria è pura,
senza riferimenti a storia; è tutta naturalizzata. L’interludio ha funzione esegetica, è l’exemplum
citato a cui corrisponde la produzione di exempla scenici (spesso contemporanei tra loro,
ammucchiati su scena, infatti nella struttura del dramma barocco i fatti non scaturiscono l’uno
dall’altro ma si sovrappongono su una panoramica simultanea = esclude la successione, implica la
simultaneità spaziale di azioni).
Exemplum = ciò che è dato vedere solo all’attore, ogg delle sue visioni e sogni (è anche percettibile
allo spettatore ma nella finzione dovrebbe restare invisibile)
Exempla = quanto lo spettatore vede rappresentato sulla scena, sono gli ogg rappresentati.
Che rapporto c’è tra sogno e realtà? Le allegorie evocate dall’attore sono realtà (l’identità di x sé
non è immediata ma frutto di un processo violento di mediazione); il mondo reale è identificato a
forza e sussunto al sogno (predominanza dell’exemplum su exempla).
7 La forma + tipica d’identificazione sogno-veglia (veglia sognificata) è la passitificazione del presente:
nel sogno il mondo attuale dei vivi appare come passato (dei morti); uno stesso personaggio è
contemporaneamente sulla scena come vivente e spirito di un morto.
La spazializzazione del t implica la simultaneizzazione del divenire che induce a sua volta la
passificazione del presente = sognificazione della veglia.
Naturalizzazione storia = assunzione del passato come eredità passiva; un accadimento, quanto +
passato remoto, tanto + appare impregnato di destino e condiziona il modo in cui viviamo. Il passato
ci condiziona e a esso attribuiamo il carattere di destino (passato = destino = storia naturale). In
questa identificazione anche il presente diventa passato: nell’attualità il drammaturgo scorge i tratti
di una preistoria mitica. Il passato è destino sia xchè non poteva andare diversamente sia xchè il
destino del presente che non poteva evitare di cogliere.
Uno dei motivi + forti dell’allegoria è la cura di salvare le cose nell’ambito dell’eterno: la natura-
passato è x l’allegorico ogg di salvazione e non di polemica.
Dal fondo dello sprofondamento
Spesso nel dramma barocco, la luce del mondo redento fa capolino dalle tenebre del male; il male
adombra in sé il mistero stesso della redenzione. Nel dramma barocco tedesco la malinconia è solo
luttuosa, mentre il neoclassicismo rinascimentale vi avverte qualcosa di positivo, le riconoscono una
luce remota che brillava dal fondo dello sprofondamento. L’abisso non è dimenticato come un
brutto ricordo ma presupposto di salvezza.
Autorisoluzione: storia e natura, significato e suono
Rapporto di tensione storia-natura, significato-suono: la tensione consiste nel fatto che un termine
incorpora l’altro e lo rende omologo a sé; l’unità tensiva storia-natura porta a una + alta uni