vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Erfahrung, choc, erlebnis
Il moderno è il t della cesura: esperienza e vita si dissociano, l’esperienza si fissa in una
tradizione che non appartenendoci + si rinnega e la vita vissuta si fissa in erlabnisse irripetibili
e dominati dall’ansia di parare gli chocs che provengono dalla vita quotidiana.
Lo choc è ciò che distingue erfahrung/erlebnis: l’erlebnis nasce dove l’erfahrung è divenuta
impossibile; lo choc permette il passaggio dall’una all’altra. Il luogo storico in cui si può
cogliere quetso passaggio è Baudelaire, che ha posto l’esperienza dello choc al centro del
suo lavoro artistico, si è assunto il compito di parare gli chocs da qualsiasi parte provenissero. 2
Esposto agli urti del mondo ext a cui si abbandona senza riparo, non può concepire l’opera
della creazione se non in termini di duello.
Lo choc ha lo specifico carattere della modernità, è provocato x es. dalla folla amorfa dei
passanti e innovazioni tecniche che sostituiscono una serie complessa di operazioni con un
gesto brusco.
Baudelaire ha natura duplice/contraddittoria, x es. nei confronti della massa ha posizione
ambigua (fusione borghese o aristocratica separazione): sottratto il sostegno di una
continuità di esperienze, non resta che esporsi agli istanti = immedesimazione nello choc
(opera di svuotamento dell’io che lo rende capace di trovarsi bene sotto ogni maschera). L’io
senza uscire da se stesso si ritrova ovunque a prezzo di un assoluto svuotamento dell’io.
L’esperienza dello choc è l’immedesimazione allo stato puro.
Restaurare l’Erfahrung perduta: lo storicismo
La filosofia ha compiuto una serie di tentativi x impossessarsi della vera esperienza, in
contrasto con quella che si è depositata nella vita standardizzata e denaturata delle masse
civilizzate (Dilthey). La critica di Benjamin allo storicismo: immedesimazione nei vincitori a
causa dell’acedia. Pretesa di consocere il passato come propriamente è stato + la verità non
può scappare; la sicurezza che si è prodotta a partire dalla consapevolezza di un’estraneità
dell’ogg storico, smarrimento dell’Erfahrung (tradizione comune). Si è recuperata una vera
esperienza a partire dal polo opposto (vita vissuta). Così è stato di nuovo possibile
riconoscere l’ogg storico come non estraneo eternizzando il passato a partire dal presente.
Conseguenza = il conoscere storico è contrassegnato da un procedimento
d’immedesimazione nel vincitore (enfatizzazione del presente come luogo protetto da cui
ricostruire il passato).
Attraverso la mediazione dell’Erlebnis è possibile rimpadronirsi dell’esperienza e delle
tradizioni perdute (erfahrung) ma a presso di assumere l’immediata identificazione col
presente dei vincitori come unico punto di partenza storico possibile. 3
L’immagine storica autentica è qualcosa di balenante x un attimo: articolare storicamente il
passato vuol dire impadronirsi di un ricordo come balena nell’istante di pericolo.
L’aneddoto (modulo narrativo) ci avvicina spazialmente alle cose, le fa entrare nella nostra
vita; è l’esatto opposto della storia come immedesimazione. Il vero modo di attualizzare le
cose è di rappresentarle nel nostro spazio, non siamo noi a trasferirci in loro ma loro a
entrare nella nostra vita. Il passato non è compreso x estensione del presente con una
proiezione all’indietro, ma assunto e avvicinato a noi.
La memoria e i suoi “Umwege” (= deviazioni che devono aggirare l’ostacolo della moderna
povertà di esperienze)
Il loro tracciato ha una meta precisa ma non può essere raggiunta che indirettamente,
allungando il cammino x una via spesso tortuosa.
Il futuro dimenticato
Benjiamin si occupa di macerie sottratte al t, rovine custodire con la passione del
collezionista, e riordinate dalla sua libertà: si concentra sul particolare, sul frammento con
l’ambizione di stringervi monadologicamnete il tutto. Il passato è sulla soglia, l’infanzia
lontana e perduta, trascorsa a cui guarda con occhi adulti, ma incredibilmente prossima e
presente; apapre come qualcosa anche sta x essere varcato, una porta fantastica di un
mondo di sogni, spazio sacro come i riti di passaggio. L’infanzia che si rievoca è alle soglie di
questo sec. la vicenda personale e storica si fondono in un ricordo che ce li restituisce
presenti.
Il ricordo: ci rapisce il passato ma x dirci di un futuro; ho ogg che sono rimasti impressi nella
memoria con contorni incancellabili, ma che ci parlano di qualcosa che è stato dimenticato
e che occorre tornare a riprendere. La storia che attraverso i ricordi d’infanzia si ricostruisce
ha x ogg ciò che è stato, ma x ritrovarvi un contenuti che non è stato = il ricordo non contiene
solo il passato ma anche il futuro. In realtà non possiamo mai tot riappropriarcene, questo
forse è un bene xchè lo choc del recupero sarebbe così sconvolgente che diventeremo
incapaci di capire la nostra nostalgia, così invece la capiamo quanto + il dimenticato giace in
noi. 4
Il mistero che accompagna il dimenticato ha i segni dell’arcaico, i tratti della redenzione; xò
il ricordo non ha il potere di riattualizzare tanto xchè in esso qualcosa è scomparso x sempre
anche se serbato in memoria.
Il compito del ricordo: non solo ricostruzione del passato ma condizione stessa del vivere e
fare esperienza; il ricordo deve contenere tutte le immagini, non solo quelle che sono
propriamente ogg del ricordo, ma tutte quelle attraverso cui si è dovuti passare x giungervi.
La ricerca porta alla luce solo frammenti in cui xò è condensato monadologicamnete l’intero
passato; in quell’immagine fissata irrevocabilmente nella memoria, l’adulto legge il taciuto
del proprio futuro.
La memoria creatrice di reliquie
Con la morte della tradizione anche il rapporto con il passato si è cristallizzato nella forma
della relazione con macerie (ricordo come reliquia strappata all’esperienza definita, reliquia
secolarizzata in cui si deposita la crescente estraniazione dell’uomo che cataloga il suo
passato come morto possesso; il ricordo così inteso non ha nemmeno + il potere di operare
guarigioni).
Unica possibilità è la poesia che conserva il ricordo della reliquia dalle pretese dell’erlebnis
x liberare l’esperienza che ancora vi è contenuta e x farne tesoro allegorico del poeta
(l’allegoria trae i propri materiali, li dispone a piacere, costruisce un’immagine nuova).
La memoria, luogo della vera esperienza
Baudelaire si è consapevolmente sottratto al compito di pervenire, con la memoria alla vera
esperienza xchè si è accontentato di raccogliere reliquie e serbarne il ricordo. Benjamin
invece vuole giungere all’esperienza autentica (restaurazione dell’erfahrung) in un’età che
non può + attingere le ricchezze. Il suo tentativo mira a restituire un’unità di esperienze a
partire da una condizione frantumata. Le principali fig. di questa vicenda sono:
Bergson Si assume il compito di un collezionista, la realtà è inserita in un flusso
determinato dai ritmi della nostra coscienza (come il collezionista che vive,
nella sua raccolta, una vita di sogno determinata dai ritmi della sua percezione). 5
Gli ogg, muovendosi su questi flusso, non hanno consistenza stabile e vengono
verso di noi quasi galleggiando (non siamo noi a trasferirci nelle cose, ma loro
a entrare nella nostra vita).
Proust Il suo contributo è l’introduzione del concetto di memoria involontaria (fornisce
info sul passato senza conservare nulla di esso, registra, annota); la memoria
involontaria è un tentativo di lasciarsi cadere in seno alla natura, una nuova
ingenuità. L’esperienza di cui questa memoria ci può parlare è piuttosto la
memoria di ciò che è andato sprecato e non di quanto è stato. La memoria getta
luce sulla vera vita, coglie degli ogg amati soprattutto l’aspetto sotterraneo, la
straordinarietà di una vita guardata stando da sotto, arcana e meravigliosa.
Freud Dissociazione sempre + netta memoria-coscienza che conferma l’ipotesi della
memoria involontaria. La coscienza, catalogando nel suo sistema l’ogg
dell’impressione, giunge alla distruzione degli chocs che l’hanno accompagnata
x rendere il passato compatibile col sistema della coscienza. La memoria può
proteggere le impressioni a patto che non giungano alla soglia della coscienza.
La memoria: soglia tra sogno e veglia
L’età moderna è povera di esperienze di soglia (l’unica rimasta è forse l’addormentarsi). Lo
smarrimento dell’esperienze della vita moderna è anche appiattimento delle ≠, nulla è +
propriamente passaggio x cui anche le relative cerimonie sono decadute. L’addormentarsi e
il rito corrispondente del levarsi da questa morte nel risveglio = la memoria ha il compito di
innestare il sonno nella veglia, nel sonno è contenuto un potenziale teleologico (attesa del
risveglio: l’urgere di un non ancora che vuole arrivare al dispiegamento). Ogni sogno è in
riferimento al mondo della veglia: come tutto ciò che appartiene al trascorso dev’essere
riportato nel mondo consapevole della veglia. La memoria è legata al risveglio: è la capacità
di stabilire i fatti, di afferrarli strappandoli alla caducità del mondo di sogno (risveglio =
ricordare). Le cose sono inserite nel nostro mondo, fatte nostre mediante l’inserimento in
una consapevole catena di ricordi; il passato è letto a partire dalle forme del presente. 6
Non siamo noi desti a immergerci nel passato (sogno), ma è il sogno a urgere verso di noi, a
tendere e aspettare la veglia; questo non significa risolvere il passato come mera estensione
del presente (storicismo). Lo schema sonno/veglia contiene valenze storiche, ci sono nel
passato dell’umanità sogni che sono diventati realtà: quei fenomeni propri della
sovrastruttura, in cui la cultura di un’epoca pensa quella successiva, ma sognando urge al
risveglio. La memoria svolge una funzione storica: rovescia il sogno in veglia, utilizza il
passato x il presente, è la sintesi fra mondo di sogno e veglia in cui le cose assumono la vera
surrealistica faccia.
Le gallerie: avanzi di un mondo di sogno in grado di illuminare un vero storico sepolto nel
passato e non riconosciuto nel presente che è nostro compito salvare; li riportiamo alla
veglia operando attraverso una memoria capace di penetrare dialetticamente la storia.
La memoria: continuità e discontinuità
Eingedenken (mem