vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
IN AULA (MAURIZIO CASTAGNA)
C.1 IL PROGETTO FORMATIVO NEL SUO INSIEME.
Le Fasi della formazione
In Italia la formazione ha raggiunto un discreto grado di maturità professionale. Scomposizione
dell’intera attività formativa in fasi principali tradizionali:
1. Analisi delle esigenze di formazione
2. Progettazione dell’interventi
3. Erogazione
4. Verifica dei risultati
Inconvenienti:
- Si dà la stessa importanza a fasi che nella realtà quotidiana hanno pesi e rilevanze ≠
- Trascura l’aspetto relazionale col committente
- Fa intuire una sequenzialità e chiarezza metodologica non reale
Proposta:
1. Nascita committenza
2. Analisi sul campo e macro-progettazione
3. Ridefinizione committenza
4. Micro-progettazione
5. Erogazione
6. Verifica risultati
7. Restituzione al committente
Nascita della committenza
Xchè in un’organizzazione sorge il bisogno di un progetto di formazione?
Le esigenze di formazione possono essere:
1. un malessere/disfunzione organizzativa, < efficienza rispetto agli standard stabiliti, il
responsabile diagnostica che una delle cause è la carenza di capacità/atteggiamenti
inadeguati di alcune categorie di persone che operano all’int del sistema
2. fascia di persone che hanno appreso le basi della professione in modo spontaneo
(sistematizzazione teorica e confronto di esperienze x avere vantaggi operativi-
motivazionali)
3. progetto di modifica che implica la trasformazione nelle professionalità di quel sistema
(preparare gli interessati al nuovo ruolo)
4. ideologicamente necessaria xchè le risorse umane sono fondamentali in
quell’organizzazione o x non essere considerati arretrati
2
in questi casi il committente ha già individuato l’obiettivo (diagnosi precisa); non è sempre facile x
il formatore individuare la > parte degli elementi che permettono di comprendere cosa desideri il
committente. Casi di ambiguità:
- il committente è il responsabile diretto dell’organizzazione (direttore) = caso + trasparente
e agevole da gestire
- il committente è il vertice dell’organizzazione xò lascia il posto al responsabile della
funzione aziendale interessata (rischio di ≠ di opinioni tra i 2 committenti)
- esistenza simultanea di un promotore (es. agenzia) e committente vero e proprio
Ridefinizione della committenza
2° momento di negoziazione col committente + lungo approfondito, > conoscenza del contesto dei
2 attori (formatore/cliente); il momento si apre col formatore:
- risultati dell’analisi sul campo del formatore
- obiettivi specifici dell’intervento che ci si propone
- macro-progettazione
è importante xchè raramente gli obiettivi didattici sono così chiari da esser compresi in modo
univoco; il committente non è un formatore (non è detto che conosca le sfumature del
linguaggio).
Se committente e formatore hanno opinioni ≠: il formatore dovrebbe sostenere la sua proposta
in modo deciso; se il formatore è int all’organizzazione potrebbe incontrare problemi nei rapporti
col proprio diretto superiore (distanza gerarchica, anagrafica, esperienze). Se le posizioni sono
molto distanti, emerge la difficoltà a portare avanti il progetto. Se il formatore è ext, il consulente
ha il vantaggio di apparire + credibile e x il formatore ci sono meno problemi di sudditanza
psicologica; ovviamente il committente può rivolgersi ad altri.
Analisi sul campo e macro-progettazione
Dopo i primi incontri col committente e accordo sul tipo d’intervento.
Le informazioni che occorre reperire:
- Fattori organizzativi che influiscono sul problema per chiarire l’utilità effettiva
dell’intervento
- Conoscenze e capacità possedute dai partecipanti (per definire gli obiettivi didattici
dell’intervento)
- Fattori sociali/psicologici che possono condizionar ei risultati formativi
A cosa servono?
- Definire in termini realistici gli obiettivi che il committente può attendersi dall’intervento
formativo
- Tradurre obiettivi generali in didattici 3
- Scegliere in sede di progettazione percorsi didattici, metodi, t
I requisiti per una buona progettazione sono: la chiarezza degli obiettivi, la conoscenza dei metodi
didattici, la conoscenza delle caratteristiche dei futuri partecipanti. La progettazione di un
intervento formativo non è un processo meccanicistico, ma euristico e in continua dialettica con la
realtà e i vari attori coinvolti.
Micro-progettazione
- I vari argomenti stabiliti devono essere sviluppati in sotto-argomenti più analitici
- Le parti esercitative devono essere precisate
- Sviluppare concretamente tutto il materiale didattico
La progettazione di un intervento formativo non è un processo logico-sequenziale o attività
meccanicistica facilmente descrivibile, ma un processo discontinuo che si svolge in costante
dialettica con realtà circostante e vari attori che vi partecipano
Scelta dei docenti:
1. Se il docente è il formatore stesso: è possibile che abbia già dettagliato i
contenuti/esercitazioni; gli resta la stesura fisica
2. Se è un esponente aziendale, è un processo + lungo/problematico: il formatore deve
trasferire all’esperto tutta la filosofia aziendale + problema della competenza didattica
dell’esperto (e bassa, il formatore deve affiancare operativamente l’esperto nella docenza)
3. Se è un consulente ext, può avere >facilità nello sviluppare i contenuti e materiali d’aula,
ma potrebbe avere inadeguatezza ideologica (porta una sua specifica cultura d’impresa)
Valutazione risultati
Cosa riferire al committente: reazioni complessive dei partecipanti, problemi organizzativi, risultati
del questionario anonimo, risultati in termini di cambiamento, indicazione di altri interventi
formativi percorribili. Deve restare riservato il comportamento del singolo partecipante dedotte in
aula, xchè:
- Il comportamento espresso in aula non è predittivo di nulla (ridotta analogia tra situazione
di formazione e lavorativa)
- Le situazioni di apprendimento necessitano di disponibilità (viene meno se il partecipante
sa che ciò che accade verrà riferito)
- Il docente non può capire in pochi giorni ciò che altri (capi) non hanno capito in t + lunghi
Tutto ciò che avviene in aula va detto al committente a eccezione del comportamento dei singoli
partecipanti.
C. 2 Gli obiettivi della formazione 4
A che cosa serve la formazione = gli scopi della formazione sono una variabile (legati a modifiche
culturali-operative delle organizzazioni); variano in base al momento storico, culturale, ideologico.
Nella formazione esistono obiettivi di vario livello logico, spesso la ≠ è data dalla fase di sviluppo
del progetto in cui si colloca.
Gli obiettivi iniziali:
Obiettivi inerenti l’intero Obiettivi inerenti un certo Obiettivi di comunicazione
sistema organizzativo ruolo professionale attraverso l’attività d’aula
- Modificare i risultati - Risultati quantitativi (n. L’insieme dei segnali che il
complessivi realizzati visite, pezzi prodotti) committente intende
da un certo reparto - Di comportamento (es. trasmettere con l’attività di
aziendale modo di trattare i formazione (necessità x il
- Modificare il clienti) formatore di esplicitare col
funzionamento di quel - Atteggiamenti (es. committente il tipo di
comparti (es. clima int) identificazione con comunicazione che si vuole
- Modificare entrambe obiettivi aziendali) trasmettere)
Gli obiettivi definitivi (o didattici)
≠ tra obiettivi iniziali/definitivi:
1. Momento: gli iniziali in fase iniziale del progetto(idee + grezze), i definitivi in fase +
avanzata/matura
2. Soggetto: gli iniziali fissati dal committente (personali opinioni), i definitivi sono risultato di
1 lavoro comune tra committente/formatore e tengono conto di molti aspetti
3. Liv di analiticità: gli iniziali meno precisi, i definitivi comprendono gli apprendimenti
specifici/analitici che avverranno in seguito all’intervento
4. Rango: gli iniziali riguardano traguardi generali/aziendali, i definitivi è contributo della
formazione
Gli obiettivi didattici devono essere specificati in forma oggettiva/misurabile. L’intervento
formativo si struttura attraverso obiettivi didattici che possono riguardare: conoscenze (di fatti
specifici, di procedure, di concetti, di principi generali), capacità (operative/manuali, intellettuali e
di problem solving, intellettuali basate su processi euristici/aperti), comportamenti (prescrivibili
come galateo ed euristici ossia organizzativi). Gli atteggiamenti non compaiono perché non
possono essere insegnati in maniera diretta o durante interventi di breve durata.
C.3 La lezione
Inconvenienti: ruolo passivo dei discenti:
- scarsa memorizzazione dei contenuti (sono solo ascoltati)
- rapida caduta del livello di attenzione
- apprendimento circoscritto agli aspetti teorici e astratti della materia, con scarsi
collegamenti alla pratica personale. 5
Tuttavia è inimmaginabile un corso tot privo di lezioni. Occorre impiegare questa tecnica solo
quando necessario e gestirla in modo attivo e calibrato. L’unico obiettivo che si raggiunge è la
trasmissione di conoscenze in forma già strutturata, ossia in modo filtrato dal docente, ma non
c’è alcuna garanzia di apprendimento. È nell’accurata preparazione che risiede il successo
finale.
La progettazione della lezione
Il successo finale non dipende tanto dalle capacità individuali, disinvoltura, facilità nei rapporti
interpersonali, ma dall’accuratezza della preparazione. Considerare innanzitutto l’ordine di
presentazione degli argomenti; la comprensibilità e fruibilità del mess didattico dipende molto da
come il docente organizza il materiale cognitivo che vuole trasmettere. Molti modi:
1. percorso deduttivo (+ frequente)
- premessa (si spiegano gli scopi con eventuali precisazioni teoriche/metodologiche)
- esposizione dei principi generali
- sviluppo degli argomenti in cui si articola il discorso (sempre a cascata ossia dagli aspetti di
ordine logico superiore a inferiore)
- conclusioni (conseguenze pratiche ed esempi).
È adatto per trasmettere definizioni, lezioni di approfondimento teorico con esperti. Il rischio
maggiore è la non comprensibilità di tutta la parte iniziale, oltre che la noia.
2. Percorso induttivo
- esame di uno o più casi particolari che suscitano curiosità/interesse
- riflessione su quei casi, eventuali spiegazioni
- formalizzazione di uno o + concetti teorici delle riflessioni fatte
- conseguenze applicative mediante l’esam